il coraggio di Vincenzo Spadafora


Chi ha fatto un commento insulso sul coming out di Spadafora e perché proprio il leghista Spirlì?

L’ex Presidente “facente funzioni” della Calabria si lascia andare – come al solito – in un commento privo di senso. Questa volta sull’ex Ministro dello Sport

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nino spirlì video negro

Questa mattina, parlando del coming out di Vincenzo Spadafora, avevamo parlato di “gesto di coraggio” in un periodo storico in cui l’Italia che è sempre meno tollerante. La conferma è arrivata a stretto giro di posta, con un commento insulso pubblicato sulla sua pagina Facebook ufficiale da Nino Spirlì, l’ex Presidente “facente funzioni” della Calabria. Il leghista, omosessuale dichiarato da tempo, senza che nessuno glielo chiedesse ha deciso di dire la sua sulle parole dell’ex Ministro dello Sport. E lo ha fatto come farebbe il classico leghista.


Nino Spirlì e quel commento insulso sul coming out di Vincenzo Spadafora

“E chi se ne frega, non ce lo metti?”. Queste le nove parole utilizzate da Nino Spirlì per commentare il coming out fatto da Vincenzo Spadafora nel corso dell’ultima puntata di “Che tempo che fa” (su RaiTre).  Eppure il discorso dell’ex Ministro dello Sport era intriso di grandi verità e di un dilemma personale vissuto per anni, per paure di essere giudicato per il proprio orientamento sessuale. Perché Spadafora ha sottolineato come la decisione di rendere pubblica la sua omosessualità sia stata molto sofferta, ma necessaria. E il deputato del MoVimento 5 Stelle lo ha detto commosso, perché sa bene come tutto ciò sia molto difficile nel nostro Paese. Lo è per la persona, ma lo è anche per il politico.
“Penso che la vita privata delle persone debba rimanere tale, ma ritengo anche che chi ha un ruolo pubblico, un ruolo politico, abbia qualche responsabilità in più – ha detto Vincenzo Spadafora a Fabio Fazio -. Io l’ho fatto anche per me stesso, perché ho imparato forse molto tardi che è molto importante volersi bene e rispettarsi”. L’esponente pentastellato parla di se stesso nel suo libro dal titolo “Senza Riserva”, in cui si racconta sia come politico che come uomo. E lì spiega i motivi che lo hanno spinto a rendere pubblica la sua omosessualità. Ora Lo so che ceti discorsi interessano poco o niente , ma come specificavo In : << Mai giudicare il libro dalla copertina ovvero occhio a non partire prevenuti >> è triste anche dover ribadire l’ovvio. Ma tant’è. Aspettando il giorno, temo lontanissimo, in cui la normalità sarà finalmente normale   facciamolo .  Ogni volta che un personaggio noto o meno noto fa “coming out”, una delle classiche reazioni - più o meno in buonafede - è questa: “E allora? Chissenefrega con chi va a letto”. Bene, una volta per tutte chiariamo questa cosa :Punto primo.

Fare “coming out” ha a che fare solo molto, ma molto marginalmente con l’andare a letto con qualcuno,
semmai riguarda l’affettività di una persona, la sua identità, il suo rapporto emotivo con la società in cui vive, di cui il sesso è una componente assolutamente marginale, oltreché intima e personale.
(Estremizzando, una persona potrebbe benissimo decidere di fare coming out senza andare a letto con nessuno, e non toglierebbe nulla alla dichiarazione).Quindi non è solo esibizionismo vedere l'url contenuto nel post citato qualche riga fa come dicono molti citando a sproposito tale canzone  di Gaber  





Due.
Nel migliore dei mondi e delle società possibili, una persona non dovrebbe essere spinta o incoraggiata a dichiarare pubblicamente il proprio orientamento sessuale. Ma, non so se ve ne siete accorti, questa è tutt’altro che la migliore delle società possibili. Questa è la società in cui due ragazzi o due ragazze non sono liberi di girare per strada mano nella mano o di scambiarsi un semplice bacio per paura di essere picchiati o anche solo fissati o ridicolizzati. È la società in cui esistono cento modi per prendere in giro un omosessuale, in cui 135 senatori della Repubblica applaudono schiumanti per aver cancellato i diritti di altre persone.
Terzo, forse il più importante.
Non è vero, come ci ripetono alla nausea, che “gli etero mica fanno coming out...” Al contrario. Gli etero fanno coming out in continuazione, ogni giorno della loro vita, con la ingenua nonchalance di chi non si sente giudicato ogni volta che parla di “mio marito”, “mia moglie”, ogni volta che fa una battuta esplicita sull’altro sesso, ogni volta che celebra le proprie performance da seduttore o semplicemente racconta la propria vita di coppia. Bene, a un gay questa normalità è negata.
Quarto, ma non ultimo.
Perché un personaggio pubblico - specie chi fa politica a prescindere dal suo schieramento d'appartenenza - ha anche la responsabilità di indicare un sentiero, di normalizzare ciò che è ancora considerato eccezione, di mostrare e dimostrare che è possibile venire allo scoperto a quelle decine di migliaia di ragazzi che, ancora oggi, nascondono alla famiglia - e a se stessi - la propria omosessualità, per paura di essere giudicati o rifiutati o  nel caso  di Spirli   essere  gay repressi  
Forse ora è più chiaro perché Vincenzo Spadafora non ha fatto solo qualcosa di utile ma qualcosa di importante. Di coraggioso. Di necessario. E per questo tutti - non importa quale sia il nostro orientamento sessuale - dovremmo dirgli grazie

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