cari lettori \ lettrici
Poichè non riesco a stare h24 sul pezzo ho deciso di fare una rubrica tipo la zuppa di porro \ settimana incom come facevo chi mi segue dai miei esordi sul web prima del blog e dei social sa di cosa sto parlando , una Newsletters / MailList artigianale che spedivo via email con fatti curiosi , sfoghi , , commenti , ecc.
ecovi il primo numero
--- strage di Bologna 2 agosto 1980 cambio d'idee repintine di Marcello De Angelis dai verbali del 1980 : << Eravamo in guerra, temevo Fioravanti >> a mambroe fior avanti sono innocenti ?
Certo,Mambro e Fioravanti potrebbero risolvere molti dubbi se, oltre a proclamarsi innocenti e fasre del vittimismo dicessero il molto che sannom e portando elementi a loro discarico . Ma ognuno è fatto a modo suo ed ha un doiverso concetto di infame e preferisce essere usato e farsi usare o meglio hanno scelto di non
Noi li chiamavamo i sette pazzi”. [.. ] da repubblica tramite https://www.msn.com/it-it/
Così Marcello De Angelis definiva i Nar di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro. Lo si evince da un verbale inserito nella sentenza pronunciata il 30 gennaio 2000 dal tribunale dei minorenni di Bologna contro Luigi Ciavardini, uno dei condannati per la strage alla stazione.
È un documento che disvela uno spaccato storico e psicologico sull’estremismo di destra a Roma a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, e che torna di attualità proprio mentre oggi De Angelis - divenuto ora il direttore della comunicazione istituzionale del governatore del Lazio, Francesco Rocca - nega con foga la matrice neofascista dell’eccidio del 2 agosto, difendendo Fioravanti e Mambro dalle verità “conculcate persino dalle massime autorità dello Stato”.Certo,Mambro e Fioravanti potrebbero risolvere molti dubbi se, oltre a proclamarsi innocenti e fasre del vittimismo dicessero il molto che sannom e portando elementi a loro discarico . Ma ognuno è fatto a modo suo ed ha un doiverso concetto di infame e preferisce essere usato e farsi usare o meglio hanno scelto di non
[....] respirare la stessa aria
di un secondino non mi va
perciò ho deciso di rinunciare
alla mia ora di libertà
se c'è qualcosa da spartire
voglio soltanto che sia prigione.[...]
cit. Fabrizio de andrè nella mia ora di libertà
-- Tra Beatrice Venezi ed Elodie, la soluzione è non schierarsi prendere \ posizione
Dopo le polemiche fatte precedentemente ( I II ) ragionando con il seno di pii ed a mente fredda la scelta migliore che si dovrebbe fare in casi come questi è quella suggerita da Camillo Langone per il quotridiano https://www.ilfoglio.it/
Non posso essere di destra perché poi mi tocca dire che Beatrice Venezi è brava. Non posso essere di sinistra perché poi mi tocca dire che Elodie è la nuova Mina. Mi sembra chiaro che solo un non votante possa evitare il destino del non pensante.
E comunque sono convinto che la vera dicotomia non sia destra/sinistra ma conservatori/dissipatori: l’essenziale è conservare la ragione. Quella cosa che serve a: 1) salvarsi dal manicheismo; 2) chiudere il video di “Pazza musica” dopo i primi secondi; 3) non confondere Venezi con Von Karajan.
E comunque sono convinto che la vera dicotomia non sia destra/sinistra ma conservatori/dissipatori: l’essenziale è conservare la ragione. Quella cosa che serve a: 1) salvarsi dal manicheismo; 2) chiudere il video di “Pazza musica” dopo i primi secondi; 3) non confondere Venezi con Von Karajan.
---- Veronesi lancia l’associazione Save opera: “Stanchi dei cliché della sinistra nella lirica” Il maestro dopo l'allontanamento dal festival Puccini per la pagliacciata : "Aiuteremo tutti coloro che vogliono esprimere dissenso verso ciò che distrugge l'arte". È polemica
Rosa Maria Di Giorgi, presidente del conservatorio Cherubini ha perfettamente ragione << Forse adesso è tempo di fermarsi e di riflettere immettendo i necessari elementi di moderazione. La proposta del Maestro di costituire un’associazione che si batta ‘contro’ la politicizzazione definita ‘a sinistra’ della musica e dell’opera mi sembra un proposta singolare e anche pericolosa. >> Infatti sembra volersi crerare una sorta di gran giurì chiamato a battersi contro la libertà dell’arte e della cultura? Stiamo superando il limite. Vorrei lanciare un appello ad Alberto Veronesi e tutti quegli intellettuali conservatori e statici : non evochiamo controlli sulla cultura. Si sa come si parte, non si sa mai dove si arriva. Lavoriamo invece perché la cultura torni ad essere terreno franco di dibattito e di scambio reciproco. E abbandoniamo al passato tentazioni di ‘controllo’, o meglio di ‘censura’ << che appartengono ad altre epoche della storia, delle quali, immagino, nessuno ha [dovrebbe] nostalgia >>
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