10.8.23

diario dellla settimana n° 1 anno I . veronesi lancia l'associazione save opera , marcello de angelis si contraddice su mambro e fioravanti nella strage di bologna 2 agosto 1980 , beatrice vezzi contro elodie ,

cari lettori \ lettrici  
Poichè non riesco  a  stare  h24  sul pezzo  ho  deciso  di fare  una rubrica   tipo  la  zuppa  di porro  \  settimana incom  come  facevo   chi mi  segue  dai miei esordi sul web  prima  del  blog  e dei  social sa   di cosa sto parlando  , una  Newsletters  / MailList  artigianale      che  spedivo via  email      con  fatti  curiosi  ,   sfoghi  , , commenti  , ecc.   

  ecovi il primo  numero

---  strage  di Bologna   2  agosto  1980   cambio  d'idee repintine   di   Marcello De Angelis dai  verbali  del 1980  : <<  Eravamo in guerra, temevo Fioravanti >>   a  mambroe  fior  avanti  sono   innocenti  ? 
 Noi li chiamavamo i sette pazzi”. [.. ]  da  repubblica    tramite  https://www.msn.com/it-it/
Così Marcello De Angelis definiva i Nar di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro. Lo si evince da un verbale inserito nella sentenza pronunciata il 30 gennaio 2000 dal tribunale dei minorenni di Bologna contro Luigi Ciavardini, uno dei condannati per la strage alla stazione. 
È un documento che disvela uno spaccato storico e psicologico sull’estremismo di destra a Roma a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, e che torna di attualità proprio mentre oggi  De Angelis - divenuto ora il direttore della comunicazione istituzionale del governatore del Lazio, Francesco Rocca - nega con foga la matrice neofascista dell’eccidio del 2 agosto, difendendo Fioravanti e Mambro dalle verità “conculcate persino dalle massime autorità dello Stato”.




Certo,Mambro e Fioravanti potrebbero risolvere molti dubbi se, oltre a proclamarsi innocenti e fasre del vittimismo dicessero il molto che sannom e portando elementi a loro discarico . Ma ognuno è fatto a modo suo ed ha un doiverso concetto di infame e preferisce essere usato e farsi usare o meglio hanno scelto di non

[....]  respirare la stessa aria
di un secondino non mi va
perciò ho deciso di rinunciare
alla mia ora di libertà
se c'è qualcosa da spartire
voglio soltanto che sia prigione.[...]
  cit. Fabrizio de   andrè nella  mia  ora  di libertà 
        


-- Tra Beatrice Venezi ed Elodie, la soluzione è non schierarsi prendere \ posizione
Dopo le polemiche  fatte  precedentemente   ( I II )     ragionando con il seno di pii ed a mente fredda la scelta migliore che si dovrebbe fare in casi come questi è quella suggerita da Camillo Langone per il quotridiano https://www.ilfoglio.it/
Non posso essere di destra perché poi mi tocca dire che Beatrice Venezi è brava. Non posso essere di sinistra perché poi mi tocca dire che Elodie è la nuova Mina. Mi sembra chiaro che solo un non votante possa evitare il destino del non pensante.
 E comunque sono convinto che la vera dicotomia non sia destra/sinistra ma conservatori/dissipatori: l’essenziale è conservare la ragione. Quella cosa che serve a: 1) salvarsi dal manicheismo; 2) chiudere il video di “Pazza musica” dopo i primi secondi; 3) non confondere Venezi con Von Karajan.

----  Veronesi lancia l’associazione Save opera: “Stanchi dei cliché della sinistra nella lirica” Il maestro dopo l'allontanamento dal festival Puccini per  la  pagliacciata  : "Aiuteremo tutti coloro che vogliono esprimere dissenso verso ciò che distrugge l'arte". È polemica
Rosa Maria Di Giorgi, presidente del conservatorio Cherubini ha perfettamente ragione << Forse adesso è tempo di fermarsi e di riflettere immettendo i necessari elementi di moderazione. La proposta del Maestro di costituire un’associazione che si batta ‘contro’ la politicizzazione definita ‘a sinistra’ della musica e dell’opera mi sembra un proposta singolare e anche pericolosa. >> Infatti sembra volersi crerare una sorta di gran giurì chiamato a battersi contro la libertà dell’arte e della cultura? Stiamo superando il limite.
Vorrei lanciare un appello ad Alberto Veronesi e tutti quegli intellettuali conservatori e statici : non evochiamo controlli sulla cultura. Si sa come si parte, non si sa mai dove si arriva. Lavoriamo invece perché la cultura torni ad essere terreno franco di dibattito e di scambio reciproco. E abbandoniamo al passato tentazioni di ‘controllo’, o meglio di ‘censura’ << che appartengono ad altre epoche della storia, delle quali, immagino, nessuno ha [dovrebbe] nostalgia >>

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