Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
20.8.21
Afghanistan, arrivata in Italia l’attivista Zahra Ahmadi dopo gli appelli del fratello Hamed, ristoratore a Venezia
Afghanistan, arrivata in Italia l’attivista Zahra Ahmadi dopo gli appelli del fratello Hamed, ristoratore a Venezia
DI ANASTASIA LATINI //
CRONACA ITALIA
19 AGOSTO 2021, 22:54Zahra Ahmadi, attivista per i diritti delle donne, è arrivata in Italia con il ponte aereo dall'Afghanistan, dove è scappata. Riabbraccia il fratello Hamed Ahmadi, imprenditore culinario a Venezia
Una storia a lieto fine quella di Zahra Ahmadi, attivista e ristoratrice arrivata in Italia dall’Afghanistan oggi, riuscita a scappare dalla presa dei talebani sul Paese. Nei giorni scorsi erano stati molti gli appelli del fratello Hamed Ahmadi, rifugiato politico in Italia dal 2006 e fondatore della catena di ristoranti Orient Experience, con vari locali in Veneto. Insieme a Zahra, sul volo organizzato dalla Farnesina, c’erano 202 profughi di guerra accolti in Italia con il ponte aereo che sta operando per mettere in salvo collaboratori, traduttori e attivisti afghani.
Zahra Ahmadi arriva in Italia e riabbraccia il fratello Hamed
Lo annuncia lo stesso Hamed Ahmadi su Facebook, il risultato tanto atteso: “Sono in aeroporto e sto in questo momento con lei!
AD[Fotografie] A 33 anni Rihanna vive in questa casaMedicare Granny
Non posso tanto trattenermi! Ma scrivo. Come prevedevo tristezza e gioia! Lacrime e sorriso! È stata emozionante ed affettuosa! Ci siamo guardati uno ad altra! La promessa era di non abbracciarci per via del COVID- ho guardato al colonello! L’ho visto emozionato e con un gesto mi ha incoraggiato di abbracciarla!!! Non riuscivamo a staccarci…“. Il ristoratore e la sorella, l’attivista Zahra Ahmadi, non si vedevano da 7 anni, dato che Hamed non può più tornare in Afghanistan per il suo status di rifugiato.
Zahara, invece, aveva preferito rimanere a Kabul per continuare il suo lavoro e aiutare le sue connazionali.
Oggi finalmente l’abbraccio, dopo la grande paura: “Mi ha ripetuto grazie ed io lo dico a voi… a tutti… di alto e basso e di destra e sinistra! Volete sapere dopo cosa mi ha detto: Mi ha parlato delle sue amiche e mi ha supplicato di proteggerle! Mi ha detto che è stanca ma felice! Alla fine mi ha detto a dirvi: Non dimenticateci! Io non conto… sono solo una e sono qui ad aiutarvi per aiutare gli altri… e poi ci siamo staccati!
Ti amo sorella mia. Ben arrivata alla tua nuova vita e sappi che proteggerò il tuo passato“, ha concluso emozionato Hamed.
Gli appelli per far fuggire Zahra Ahmadi dall’Afghanistan
Nei giorni scorsi, con l’avanzata dei talebani su Kabul, la situazione era diventata estremamente preoccupante e Hamed Ahmadi aveva lanciato vari appelli per portare in salvo la sorella. Immediata la mobilitazione, che ha visto politici veneti e attivisti cercare di aiutare Zahra ad arrivare in Italia, tra cui Nicola Pellicani e Alessandra Moretti del PD, oltre a Luca Zaia, governatore leghista del Vento.
Sono stati coinvolti i ministri Luigi Di Maio e Lorenzo Guerini, che hanno predisposto il trasferimento dell’attivista tramite la Farnesina.
La 32enne si era dapprima nascosta in una casa con alcune amiche e poi era riuscita a raggiungere l’aeroporto di Kabul, bloccato dai militari americani e poi sgomberato dai talebani. Ore di paura quando il fratello ha perso i contatti, ma fortunatamente Zahra Ahmadi è riuscita a salire su un volo insieme alle ricercatrici della Fondazione Veronesi. “Lascio con rabbia questo Paese, ma grazie alla possibilità di venire in Italia ho ancora la speranza che non sia tutto finito, di poter aprire altre porte“, ha dichiarato lasciando il Paese.
La storia di Hamed Ahmadi, dall’Afghanistan a Venezia
Hamed Ahmadi è arrivato in Italia nel 2006, dove sarebbe dovuto rimanere per breve tempo, per presenziare alla Mostra del Cinema di Venezia. Nella kermesse, il giovane regista aveva portato un docu-film e un cortometraggio, quest’ultimo in particolare gli è valso minacce di morte in caso fosse tornato in Afghanistan. La vita di Hamed, a quel punto, cambia totalmente: a 25 anni chiede lo status di rifugiato e rimane in Italia, entra in un centro di accoglienza a Venezia e inizia a lavorare come mediatore culturale.
L’incontro con altri rifugiati, provenienti da Iran, Turchia e con alle spalle l’esperienza del lungo viaggio per scappare alle persecuzioni, dà vita a Orient Experience, un progetto culinario nato per dar voce alle storie dei migranti tramite la cucina. Grazie all’aiuto di amici che hanno creduto nel suo sogno, nel 2012 apre il primo ristorante, seguito da altri quattro negli anni successivi in vari sestieri di Venezia, tra cui Cannaregio e San Barnaba.
L’ultimo, Africa Experience, mette al centro i piatti di origine africana, ma lo scopo non è solo far conoscere le cucine di origine e le influenze culinarie dei viaggi attraverso Paesi lontani per arrivare in Italia. Hamed punta anche a dare un lavoro ai migranti, facendoli integrare al meglio nel tessuto sociale.
Il successo con Michelle Obama e il ricongiungimento con la famiglia
Orient Experience è un vero e proprio successo che attira anche Michelle Obama: Hamed Ahmadi partecipa alla serie Netflix per bambini sulla cucina Waffles + Mochi dell’ex First Lady. I ristoranti nel frattempo sono diventati 5, con varie sperimentazioni, come SudEst 1401, che gioca sulle contaminazioni culinarie della migrazione balcanica-siciliana. La squadra di Hamed si è allargata, aprendo a diversi soci e a decine di dipendenti, tanto da attirare l’attenzione anche di Gambero Rosso.
Ahmadi ha potuto anche riabbracciare la sua famiglia, con il ricongiungimento familiare. I genitori e la sorellina erano già arrivati in Italia, unica a mancare era Zahra, che aveva scelto di restare in Afghanistan per continuare il suo lavoro di attivista per i diritti delle donne.
Approfondisci:
Conte: “Mantenere un dialogo con i talebani”. In ballo le mani di Cina e Russia sull’Afghanistan
Afghanistan, anno zero: cosa è successo e cosa succederà ora, raccontato da chi è stato in missione
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
A VOLTE PER RIFLETTERE SUI FEMMINICIDI MEGLIO IL RUMORE CHE L'IPOCRITA MINUTO DI SILENZIO . LA BELLISSIMA INIZATIVA PER GIULIA CECCHETTIN
I movimenti studenteschi, compatti, avevano chiesto di organizzare un minuto di rumore in occasione dell’anniversario della morte di Giulia ...
-
https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
-
dalla nuova sardegna del 17\10\2011 di Paolo Matteo Meglio le manette ai polsi, piuttosto che una pallottola in testa. C...
-
Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...
Nessun commento:
Posta un commento