5.8.21

Andrea Ferraris una zanzara nell'orecchio storia di Sarvari . recensione - intervista

Degli amici  di famiglia mi hano regalato   il bellissimo  Graphic  novel  di Andrea Ferraris  :  Una  zanzara  nell'orecchio   storia  di Sarvari (Einaudi editore) .
Non credevo  che  un   graphic novel, forse  è da poco che  mi sto  avvenutando   in questo  genere   \ tipo di fumetti    trattasse  storie  cosi  delicate  . Infatti  è  per  questo   che   ho riletto  per  3 di seguito  volte l'opera  ( di solito appena  comprato \  regalato  mi bastano  una \ massimo    due  )  : <<  [...] Ferraris disegna a matita, in maniera giustamente confidenziale, come ci ha abituati con i suoi precedenti lavori non disneyani (Churubusco, La cicatrice, La lingua del diavolo). Dà vita così, con salutare immediatezza, a un’opera tenera, sincera e ottimista, una volta tanto.>> ( da   https://www.artribune.com/  più precisamente   qui   ) La parola «adozione» non si può dire che arrivi improvvisa nella vita di Andrea. Tuttavia riesce, senza che ci sia stato il tempo di digerirla, a scombussolare il quieto tran tran che regola la sua vita di disegnatore di fumetti e frequentatore della movida cittadina. Soprattutto, lo mette davanti allo scoglio più grande, quello di immaginarsi padre. Ad aiutarlo, in questo caso, c'è Daniela, con la quale si crea un'intimità diversa, una sintonia nuova. I due si sposano e insieme si lanciano in un viaggio burocratico per adottare un bambino. Tra riunioni snervanti, colloqui con psicologi e assistenti sociali, rimangono sospesi in un limbo senza scadenza, fino al giorno in cui conoscono l'abbinamento con il Paese d'adozione, l'India, e il nome della bimba di cui saranno genitori: Sarvari. Un nome evocativo e pieno d'incanto, che vuol dire «Notte» o «Raga musicale».


 L'atterraggio a Mumbai è l'inizio di una nuova vita, anche se l'incontro con Sarvari si rivela più difficile del previsto. Eppure Andrea e Daniela imparano a stabilire un contatto che sembra impossibile, a spazzare via quei mille dubbi che ronzano fastidiosamente nelle orecchie: è stata la scelta giusta? E così dopo un forte temporale, attraverso gli occhi di quella bimba venuta da un Paese lontano ricco di colori, capiscono che ce l'hanno fatta. Sono diventati una famiglia. Una storia felice di adozione, integrazione e paternità. Un graphic novel dolce e pieno di vita che parla la lingua universale dell'amore .  Infatti   esso
è  è la storia delle mille difficoltà, ansie, desideri, incomprensioni e infine gioie incredibili che si celano dietro la parola "adozione".
Un  bellissimo racconto sentito, che esprime la voglia di diventare genitori del fumettista Andrea e della sua compagna (e futura moglie) Daniela, inconsapevoli del lungo e tortuoso tragitto per giungere da Sarvari: un nome evocativo, che vuol dire «Notte» o «Raga musicale», per una bimba di Mumbai la cui integrazione sarà complicata, piena di piccole e grandi insidie, fino a diventare parte di una nuova famiglia.
Una graphic novel sublime , resa visivamente in maniera suggestiva e con metafore poetiche, a volte ironiche e  autoironiche , del tutto appropriate e potenti, frutto del talento immenso di un grande narratore che sa usare le immagini per raccontare la realtà e dimostra di non aver paura di mettersi in gioco .  Un abile  narratore  che  sa   usare le immagini per raccontare la realtà e dimostra di non aver paura di mettersi in gioco.. è la storia delle mille difficoltà, ansie, desideri, incomprensioni e infine gioie incredibili che si celano dietro la parola "adozione".
Un racconto sentito ed  intimo , che esprime la voglia di diventare genitori del fumettista Andrea e della sua compagna (e futura moglie) Daniela, inconsapevoli del lungo e tortuoso tragitto per giungere da Sarvari: un nome evocativo, che vuol dire «Notte» o «Raga musicale», per una bimba di Mumbai la cui integrazione sarà complicata, piena di piccole e grandi insidie, fino a diventare parte di una nuova famiglia.I  colori     i  disegni specie   quelli  dela  2   parte    sono   stupendi   che sembra  di vedere  un film   in Blueray o in  Hd  .     In pratica  come    se     stessi  seguendo la loro storia  dal  vivo  .    Tale   raconto  ha  suscito in me  una  caterva d'emozioni   di rimettermi in gioco ed  esplorare  nuovi territori  e nuove  emozioni     proprio come  fa  l'autore :  « Non tutto per me era risolto. Da tempo cercavo di scovare, da qualche parte, il mio istinto paterno. Ma nella giunga di emozioni nella quale mi muovevo non ce n'era traccia »  (   da  https://www.doppiozero.com/materiali Ed  un  voler  approfonire  detterminate  tematiche     ovvero il dietro le  quinte   è quindi  ho intervistato l'autore  . 


rileggendo per la seconda vota , in quanto preso dal seguire testo e disegni non avevo notato subito come fosse cambiasse la colorazione tra le varie parti della storia , e chiaccherando con amici comuni ( che poi sono queli che mi hanno fatto conoscere le tue produzioni non disneyiane ) , ho notato che tae storia era già pronta da un bel po' ma che l'hai tenuta nel cassetto e l'hai pubblicata solo ora .Confermi tale mia supposizione ?

Si, giusto. La storia era nel cassetto da un bel pezzo.

se dovessi confermarla perchè cosa ti ha indotto ad indugiare cosi tanto ?

Il fatto che Sarvari non desiderava farla diventare un libro. Tanto che l’avevo dimenticata.
È stata Sarvari che, ad un certo momento, ci chiese che fine avesse fatto l’idea di raccontare la sua storia. Era arrivato il momento di riprenderla in mano...

il passaggio tra la vita alla minni e topolino al matrimonio \ desiderio di paternità che poi vi porterà
al matrimonio ed all'iter d'adozione è avvenuto spontaneamente oppure in due ?

È sopratutto Daniela a manifestare la voglia/bisogno di diventare madre. Io non ci pensavo. Mi sono lasciato trasportare dal suo entusiasmo. Credo però di essere stato un buon marinaio che ha eseguito le manovre e che alla fine è rimasto felicemente travolto dagli eventi.

avevate già in mente quale paese scegliere per l'adozione oppure è sto il caso nonostante ci fossero già come si evidenzia nella prima parte dei segnali premonitori ?

Non abbiamo scelto nulla. Il paese in cui saremmo stati adottati è arrivato improvviso, prima dell’abbinamento con Sarvari. Nel libro ho giocato un pò sul fatto che qualche segnale del paese dove saremmo andati c’era stato durante il matrimonio. Un modo per snellire le informazioni che stavo dando.

come ha reagito Sarvari quando hai deciso di pubblicare la vostra che poi , dal titolo è anche sua ?

Appunto è stata lei a chiedere di farlo. Ha partecipato attivamente. Ha letto il testo che ho scritto e ha controllato giornalmente i disegni delle pagine che realizzavo intervenendo con richieste e consigli.

visto che la zanzara nell'orecchio ha colpito anche voi ci sarà un seguito italiano della storia di
Sarvari ?

Non credo, anche se certo, mai dire mai. In diversi mi dicono di essere curiosi di conoscere come Sarvari si è integrata nel nostro mondo.

il libro è stato scritto \ disegnato a caldo cioè man mano che la vicenda s'evolveva oppure a freddo una volta che si è conclusa cioè quando Sarvari è arrivata in italia ?


L’ho scritto “a freddo”. Sono passati 15 anni dal momento in cui ci siamo incontrati a Mumbai. Ho ripreso gli appunti, i filmati, le fotografie, i vari documenti e ho cominciato a mettere ordine. È stato come aprire il vaso dei ricordi. Molte cose che credevamo dimenticate sono tornate a galla. Ci siamo resi conto che tutto era ancora chiarissimo.


Nello scriverlo ti sei basato solo sui vostri , visto che la storia \ vicenda è una vicenda corale , ricordi oppure avete usate anche diari \ appunti e magari se scritto a freddo cioè dopo anni i ricordi di Sarvari ?

Avevamo raccolto molto materiale. Ci ha aiutato a tornare a quelle incredibili giornate ma i ricordi in realtà erano nitidissimi ed è stato facile farsi trasportare dall’onda. ( ma forse ho già risposto sopra...)

 Avrei altre  domande   da  fargli  ma , non vorrei  risultare   stressante   .me  le conservero   per  l'eventuale seguito perchè credo  che  , visto  il forte  successo  , non mancherà  . 

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