3.1.23

Sovrappeso e depressione superati grazie a Nube Il legame speciale con il cane dei carabinieri di Romana

   da  la  nuova    Sardegna 

Ha 30 anni, è depresso e pesa più di 200 chili. Una vita di difficoltà che spesso lo portano ad avere contatti con i carabinieri. E proprio uno di loro è la sua salvezza: il comandante di Romana si accorge del feeling tra il ragazzo e il cane della caserma e decide di affidarglielo a patto che ogni giorno lo porti a fare una passeggiata. Il giovane finora ha perso 80 chili. Il giovane era arrivato a pesare più di 200 chili Poi la sfida che ha vinto e che gli ha cambiato la vita






Romana Ogni mattina “Nube” lo aspetta, infila il suo muso bianco tra le grate metalliche della recinzione della caserma dei carabinieri e quando lo vede arrivare inizia a scodinzolare e a guaire. È il momento della passeggiata, dello svago, della libertà. E non solo per questa dolcissima cagna adottata durante il primo lockdown dal comandante della stazione di Romana ma, soprattutto, per un giovane trentenne che grazie a Nube ha ripreso in mano la propria vita, tormentata da una serie di vicissitudini, e ha dato una svolta decisiva alla sua esistenza afflitta dalla depressione. È una storia di coraggio, determinazione, voglia di rinascita quella che ogni giorno si presenta davanti agli occhi degli abitanti di questo piccolo paese del Meilogu. I protagonisti ricordano un po’ – se non altro per l’intensità del legame che li unisce – Belle e Sebastien, il bambino e il cane pastore dell’omonima serie televisiva (ma anche cartone animato) tratta dal romanzo di Cécile Aubry. A Romana succede che un giovane, a causa di alcune problematiche familiari e personali, inizia a stare male. A vivere un disagio che, inconsciamente, combatte assumendo cibo senza controllo. Tanto da arrivare a superare i 200 chili di peso e a non riuscire quasi più a muoversi. In questo momento non facile della sua vita capita che i carabinieri del paese più volte debbano andare a casa del trentenne e spesso accade anche che lui venga convocato in caserma. Ed è allora che scatta l’incontro magico. Tra il ragazzo e la cagna Nube – quasi come se avessero dialogato telepaticamente – nasce un legame che ha da subito qualcosa di straordinario. Il giovane racconta ai militari di aver sempre desiderato un cane ma non di non esser mai riuscito ad averne uno per via dei suoi problemi di salute e altre difficoltà. Al comandante della stazione, il luogotenente Marco Catani, non sfuggono quelle parole e – così come raccontato da alcuni abitanti del paese rimasti colpiti dal buon cuore del carabiniere – fa una proposta al trentenne che ben presto si rivelerà anche la sua più grande opportunità di riscatto . Il comandante gli prospetta cioè l’affidamento di Nube per alcune ore o per tutta la giornata. E comunque ogni volta che gli avesse fatto piacere stare con lei. Facile immaginare lo sguardo del giovane, diventato improvvisamente
e luminoso. Il luogotenente pone però alcune condizioni imprescindibili: le passeggiate devono essere costanti, la cagna deve avere la museruola, il giovane deve raccogliere le feci e deve dimostrare quotidianamente l’attività svolta e finalizzata alla riduzione del peso. Il ragazzo, manco a dirlo, accetta e per documentare la propria buona volontà si arma di contapassi digitale e ogni giorno, a fine camminata, i dati registrati sono oggetto di controllo da parte del “superiore”. Il risultato di questo patto ha dell’incredibile: il trentenne ad oggi ha infatti già perso 80 chili, il suo stato di salute è notevolmente migliorato, a tal punto che i farmaci che era costretto ad assumere a causa delle complicazioni dovute al peso, sono stati no stati ridotti. Gli abitanti di Romana hanno fatto il resto, con continui incoraggiamenti e complimenti per la forza e la determinazione dimostrate dal ragazzo. «Una storia – hanno detto alcuni di loro – che ci auguriamo possa incoraggiare tutte quelle persone che, per una serie di motivi, si lasciano andare. Un invito a cercare in loro stessi una ragione per risollevarsi e riprendere in mano la propria vita, per il rispetto di se stessi e delle persone che li amano». Immancabile il grazie ai carabinieri: «Perché giornalmente, anche nei posti più lontani, vegliano su di noi e, come in questo caso, sono in grado di dare una carezza, una parola di conforto o semplicemente di ascoltare un disagio».

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