16.1.23

Dal palco alla campagna: ‘Una vita quasi country’, la rivoluzione di Ale Spedicati ‘Diablo’, voce e leader dei Sikitikis

Dal palco alla campagna: ‘Una vita quasi country’, la rivoluzione di Ale Spedicati

                                         di   Laura Fois



Un cambio di passo e di ritmo. Alessandro Spedicati nell’immaginario collettivo resta ‘Diablo’, voce e leader dei Sikitikis, il gruppo cagliaritano nato nel 2000 che ha fatto cantare una e più generazioni. Vent’anni e passa dopo, l’artista non ha smesso di evolvere e adesso, come confessa, sta rivivendo una quarta giovinezza. A quasi 50 anni ha fondato il progetto editoriale ‘Una vita quasi country’ che coincide con un cambio di vita: un lento trasferimento dalla città alla campagna condiviso con la moglie Annalisa e raccontato online.

Da Cagliari al Sinis

Una proprietà importante, con ulivi, un pollaio, un pozzo, tante cose da sistemare e imparare. “Sono spaventato ed eccitato – racconta Spedicati -. Acquistare una casa in campagna anziché in città ti mette nelle condizioni di dover cambiare. Per riscrivere la mia vita da zero ho sentito prima il bisogno di allontanarmi dalle dinamiche egoiste della città. Ho cercato per tre anni uno spazio per essere concentrato, trovare connessioni con la comunità, vivere con lo sguardo verso l’alto. In campagna si guarda l’orizzonte, in città il marciapiede: si sperimenta un cambiamento di postura. E noi abbiamo trovato il posto giusto a pochi chilometri dalla costa ovest dell’Isola, nel Sinis”. Dove può anche surfare, una delle sue passioni. “Qui vogliono tutti aiutarci. Ho iniziato appena due settimane fa, aprendo il canale YouTube, e mi hanno scritto una marea di persone pronte a darci una mano gratis. Abbiamo trovato un posto già pronto ad accoglierci dal punto di vista umano. Sono canali di empatia fortissimi che non puoi sperimentare nelle città”. Proprio lui, che ha Cagliari tatuata. Una fuga ponderata, iniziata da lontano, osservando dinamiche in tempi non sospetti che poi sono diventate la norma. “Il momento storico che stiamo attraversando mi sta colpendo molto, conferma le sensazioni che molti di noi hanno avuto nel decennio scorso. La cupezza delle persone che incontro per strada mi preoccupa molto. In molti stanno accantonando le proprie speranze e sogni e non riescono a vedere un futuro”. 

La rivoluzione

“Un tempo la mia ‘Piccola rivoluzione’, come cantavo in una canzone dei Sikitikis, mi limitavo a scriverla. Oggi la faccio”, dice Spedicati. “La vera rivoluzione è quella che ognuno fa per sé, è quella umana. Con ‘Una vita quasi country’ ci stiamo divertendo a rivoluzionare la nostra vita. L’obiettivo è quello di stimolare nelle altre persone, a partire da me stesso, il coraggio di trasformarsi. Nei video vogliamo essere uno stimolo all’abbandono di quelle zone di comfort che ci siamo costruiti. Ho iniziato a sognare questa svolta già nel 2014, poi nel 2019 abbiamo visitato l’Australia. Lì abbiamo osservato come fosse possibile vivere una vita in equilibrio con gli spazi aperti e la sostenibilità. Adesso abbiamo costruito qui quel piccolo pezzo di Australia”. 

Nuove professioni

L’ultimo concerto dei Siki, l’evoluzione dei Sikitikis, è stato il 29 dicembre del 2019. Ma ancora prima era arrivata un’altra intuizione: “Il lavoro del musicista è bello ma se smetti di amarlo diventa una tortura. Il palco mi ha dato tanto, ma non ero lucido, quando facevo musica niente era in ordine”. E dopo la musica Spedicati si è definitivamente aperto al mondo della comunicazione e del marketing. “Il social media marketing in particolare è un servizio che ho iniziato a offrire nel 2013, poi col passaparola e la crescita il lavoro mi è esploso in mano. Durante il Covid il fatturato è raddoppiato. Il progetto di ‘Una vita quasi country’ è figlio di questo passaggio, dalla comunicazione musicale al marketing, dove mi piace sperimentare uno storytelling più lungo e dilatato. Si tratta sia di un esperimento professionale ma anche di una scelta dalla forte valenza ideologica, e tutto sta ruotando su questo: come riappropriarci della capacità di cambiare”.

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