Anche in una situazione cosi difficile bisogna mantenere lucidità . Infatti pur avendo fini nobili cioè non far soffrire la propria figlia si sarebbe dovuto consultare o un medico e un avvocato e chiedere la dolce morte \ eutanasia anzichè arrivare a tale gesto come i protagonisti di questa storia
Drogano la figlia malata e la uccidono nel sonno, genitori a processo: «Non siamo assassini, è stato un atto d'amore»
Si è aperto il processo contro i genitori di una bambina di tre anni, affetta da una grave malattia cerebrale, trovata morta nella sua culla nel maggio 2020.
La madre, di 32 anni, e il padre, 34enne, sono accusati di omicidio. Al banco degli imputati anche la nonna della piccola, accusata di complicità
La ricostruzione della tragedia
Il drammatico caso, avvenuto a Hägglingen, in Svizzera, ha scosso la comunità locale. Secondo quanto riportato dalle autorità, il 7 maggio 2020, i soccorsi furono allertati dai genitori che avevano trovato la bambina priva di vita nel suo letto. Tuttavia, i tentativi di salvarla si rivelarono vani, e il decesso venne confermato sul posto. L'autopsia ordinata dal pm portò alla scoperta di tracce di ecstasy nel sangue della bambina, con la causa della morte identificata come una carenza di ossigeno indotta.
Durante le indagini si formulò una ricostruzione agghiacciante degli eventi: secondo la procura, i genitori avrebbero somministrato alla figlia una miscela letale di latte in polvere, porridge, ecstasy e sonniferi. Secondo gli inquirenti, mentre la bambina iniziava a mostrare segni di sofferenza, il padre avrebbe deciso di soffocare la piccola con un panno, mentre la madre la teneva in braccio.
La bimba soffriva di una grave paralisi cerebrale che le impediva di deglutire, camminare e parlare, una condizione che richiedeva cure intensive per tutta la vita. Secondo l'accusa, i genitori avrebbero deciso di porre fine alla sua vita per «impazienza e convenienza», arrivando a definire la figlia un «fastidio». La coppia avrebbe anche cancellato un appuntamento per l’inserimento di una sonda gastrica, che avrebbe potuto migliorare la sua qualità di vita.
Le parole dei genitori
La madre si è difesa in tribunale affermando che l'omicidio sarebbe stato un «atto d'amore» per porre fine alle sofferenze della figlia: «Non l’ho fatto per me stessa. L’ho fatto per lei e lo rifarei. La sua vita era un inferno di dolore». Il padre, invece, ha dichiarato di non sentirsi un assassino: «Non mi sento senza scrupoli. Mi dispiace solo essere accusato di qualcosa del genere».
La procura ha chiesto una condanna a 18 anni di reclusione per entrambi i genitori, oltre all'espulsione dalla Svizzera per 15 anni una volta scontata la pena. Anche la nonna della bambina, 53enne, è accusata di complicità nell’omicidio e rischia una condanna a cinque anni di carcere, oltre all’espulsione.
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a prescindere che il ladro ucciso sia italiano o straniero questa non è legittima difesa . Infatti concordo con
La normalità allucinante di investire un uomo che ti ha derubato, di passarci sopra con la macchina più di una volta, di riprenderti la borsa e poi di andartene a casa a dormire, come se avessi semplicemente spiaccicato una zanzara.
Mi fa paura la delinquenza, ma mi fa paura anche questo modo di pensare che porta oggi in tanti a definire legittima difesa quello che è semplicemente, orrendamente, omicidio volontario.
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Cinzia Dal Pino, chi è l’imprenditrice di Viareggio che ha investito e ucciso un algerino che le aveva rubato la borsetta
Si trova ora in carcere a Pisa, dove c'è una sezione femminile, Cinzia Dal Pino, 65 anni, l'imprenditrice di Viareggio (Lucca) sottoposta a fermo con l'accusa di omicidio volontario per aver investito con l'auto e causato di proposito la morte di un uomo, Said Malkoun, 47 anni, algerino, che l'aveva rapinata della borsa pochi minuti prima la sera dell'8 settembre. Cinzia Dal Pino è in attesa dell'udienza di convalida e dell'interrogatorio di garanzia previsti domani mattina col tribunale di Lucca
Secondo quanto si è appreso, la vicenda è stata ricostruita in gran parte grazie al
video di una telecamera di un negozio, che ha ripreso l'intera fase dell'investimento del 47enne. Una sequenza di immagini di circa un minuto e 20 in cui si ricava la presenza dell'uomo mentre cammina su un marciapiede di Viareggio, in via Coppino, l'arrivo dell'auto della donna che sterza verso di lui e lo travolge più volte a velocità moderata.La stessa 65enne scende dalla vettura, si riappropria della borsa che le era stata rapinata, risale e se ne va via. Col numero di targa dell'auto la polizia è riuscita a risalire alla commerciante, la cui famiglia è nota a Viareggio per la conduzione di uno stabilimento balneare. Cinzia Dal Pino, sposata, con una figlia, parlerà col suo avvocato difensore domani mattina prima dell'udienza e insieme, durante il colloquio, visioneranno le immagini disponibili. La donna era stata rapinata in strada, sotto minaccia di coltello, dopo che era uscita da un ristorante dove aveva cenato con delle amiche. L'auto è sotto sequestro.Chi è Cinzia Dal Pino
Ora è stata sottoposta a fermo di pg la donna individuata dalla polizia come la presunta responsabile dell'investimento. Domani si svolgerà l'udienza di convalida per la donna. Cinzia Dal Pino è una donna di 65 anni. È un'imprenditrice, proprietaria di uno stabilimento balneare sulla Passeggiata a mare. Qualche ora prima dell’incidente era stata rapinata da Said, che potrebbe averla inoltre minacciata, ma il gesto è costato caro all'uomo: la commerciante l'ha seguito e investito in seguito , scesa dall'auto ha poi recuperata la .... di borsa ed vigliaccamente è fuggita senza prestare o chimare soccorso
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