26.9.24

Papà no vax curava i figli con “acqua magica” e teneva lontana la mamma vaccinata: «Attenti, è radioattiva»

 capisco   che  non ti  voglia  vaccinare   e  cerchi cure  alternativa  .  Ma    questa  è pura  follia  .  non  puoi imporre  a  gli altri    le  tue  scelte  



Un no vax a processo. Da quando si era vaccinata contro il Covid l'ex marito aveva convinto i figli che fosse «radioattiva» e non consentiva loro di avvicinarla. L'uomo è ora imputato a Bergamo e come

riferisce l'edizione locale del Corriere della Sera la donna ha di nuovo con sé da un mese i due ragazzi di 16 e 13 anni che erano stati in comunità per tre anni per riprendersi da quelli che, secondo l'accusa, sono stati i maltrattamenti psicologici del padre.
No vax, acqua magica e processo
Il padre, con cui è separata dal 2017, ha perso la responsabilità genitoriale e da fine agosto ha il divieto di avvicinamento. Le difficoltà erano già sorte nel 2018 ma dal marzo 2021, quando la donna si era vaccinata contro il Covid, erano divenuti insostenibili. «Non venivano più a tavola con me, si cucinavano loro da mangiare dicendomi "tu non puoi toccare", non salivano in auto, se mi sedevo sul divano mi spingevano via con calci e pugni», ha raccontato in aula. In quel momento i figli avevano 13 e 10 anni.
«Mi dicevano che ero radioattiva» ed è convinta che glielo avesse inculcato l'ex marito. Nel capo di imputazione è scritto che l'uomo li «persuadeva di non avvicinarsi alla madre per almeno 40 giorni» dopo la vaccinazione». «Diceva "ragazzi uscite, che non è niente", che il Covid non esisteva e la mascherina era dannosa. La mettevano abbassata. Fece saltare loro la scuola, il più grande venne bocciato in terza media per le assenze» e prima della pandemia, «aveva sospeso l'antibiotico a uno dei nostri figli quando nel fine settimana erano con lui». Invece «dava loro boccette con dell'acqua magica, io le svuotavo e mettevo l'acqua normale» ha raccontato, aggiungendo che l'ex marito «imponeva le mani sui bambini dicendo che avrebbe assorbito il loro dolore» Nel 2022 l'imputato era stato prosciolto dal gup «perché il fatto non sussiste» e il giudice parlò di una «preoccupazione iperprotettiva per i figli», su cui potrebbe aver inciso la parziale incapacità di intendere e volere riconosciuta dal perito. Su ricorso del pm, però, la Corte d'Appello ha mandato l'uomo a processo.

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