leggi la prima parte
Capisco che il matrimonio omosessuale possa creare scandalo ed turbare benpensanti e quindi si possa essere contrari ed obbiettare . Ma perchè tu comune \ istituzione debba rendere difficile se non impedirlo . Un ultima cosa prima di lasciarvi alla storia in questione , La cosa sconcertante è che bisogni andare all'estero per coronare un sentimento e un proprio sogno. Ed è per questo che cosi rispondo a quelli come
Mah i sentimenti, se c'è lealtà e rispetto, non si discutono né si ostacolano, ma tutta questa pubblicità è fuori luogo per rispetto di loro stessi, come così pure la battute pruriginose e irriverenti.
dall'unione sarda di qualche giorno fa
Più forte del pregiudizio, della burocrazia, del muro di gomma contro il quale si sono scontrati. «L'amore supera qualsiasi ostacolo». Così è stato: dopo sei mesi di battaglia contro il «no» del Comune di #PortoTorres a rilasciare il via libera necessario per convolare a giuste nozze, Airicki Rubiu e Tiziano Demartis, 47 e 50 anni, il primo originario di #Sinnai, il secondo della cittadina turritana, hanno coronato il desiderio di unire in una sola le loro due vite: sabato scorso si sono sposati a Gran Canaria, l'isola spagnola al largo delle coste africane sulla quale vivono da 13 anni e dove, lo scorso
novembre, era già in programma l'approdo naturale di un rapporto cominciato 24 anni fa.
Ma il "sì" finale era rimasto strozzato in gola perché il Municipio di Porto Torres, contrariamente a quello di Sinnai che aveva provveduto subito a dare il proprio benestare, non aveva rilasciato il documento di "capacità matrimoniale" che attestava l'assenza di impedimenti a compiere quel passo. Quindi, niente matrimonio. Però i sentimenti saldi sono inscalfibili e vanno oltre ogni ostacolo. Così i due innamorati hanno trovato il modo di aggirare - legalmente - il diniego arrivato dalla Sardegna e due giorni fa si sono sposati. Una cerimonia, civile, celebrata in forma privata da Eduardo Armas Herrera, consigliere comunale di Maspalomas en San Bartolomè de Tiranaja, dopo il via libera del Tribunale spagnolo arrivato il 27 aprile. «Abbiamo lottato per realizzare un sogno e un nostro diritto. Ci siamo riusciti».
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