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“Una riflessione sul sessismo e la violenza di genere”

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Dopo l’esplosione del caso Harvey Weinstein si è scoperchiato il vaso di Pandora e il mondo si è accorto delle molestie e violenze che quotidianamente subiscono milioni di donne nel mondo. Come si evince dalla lettura del libro di Porcino la violenza sulle donne non è un fenomeno contemporaneo ma addirittura affonda le sue radici nel libro sacro di ebrei e cristiani: la Bibbia. Spesso si tenta di ignorare il retaggio culturale che sta dietro al nostro pensiero. Lo stesso linguaggio che usiamo quotidianamente violenta insistentemente la vita e la dignità delle donne. Quest’odio atavico si riscontra, per l’appunto, nelle parole e negli atti di molti maschi. Per quanto mi riguarda ho trovato molto utile la parte sul sessismo linguistico e l’analisi dei modelli di giochi stereotipati che caratterizzano l’attività ludica delle bambine. Chi ha stabilito che i maschietti devono giocare con le macchine e le femminucce con fornelli e bambolotti? Molto interessante il racconto della battagli

quando lo stato usa i ladri e poi li dimentica la storia dello scassinatore livornese Natale Papini che, 100 anni fa, si introdusse nel consolato austro-ungarico di Zurigo e, con la sua banda, trafugò decine di documenti con i piani di spionaggio degli austriaci

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  La  storia    di  Natale Papini e  la  sua banda   è   il  classico esempio  di come lo stato  ti  usa    anche   con il ricatto (  papini  fu messoi a scegliere  o  essee mandato   in prima  linea   oppure   scarcerato si trovava  già in  carcere   per  un  furto  o  rubare  per  il paese  )  . Mentre  slo i pezzi grossi  cioè quelli  che  gli fornirono i mezzi    furono  , come   riporta   la  voce    di  wikipedia    https://it.wikipedia.org/wiki/Colpo_di_Zurigo    ricompensati con privilegi e prebende   Ecco  la  storia  in questione  .  presa da   http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca del 19\11\2017 Il meccanico livornese beffò gli 007 e aprì la cassaforte delle spie In missione segreta per conto dello Stato (che poi lo rinnegò) per beffare i servizi segreti nemici nel cuore blindato di Zurigo di ROBERTO RIU    Il colpo di Zurigo: cento anni fa l'incredibile furto dell'agente segreto livornese Una rapina degna di un film. Ma a compierla sono dei p

anche l'artte dice no al femminicidio . comprenetazioni di Mario bianchi

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Anziché i soliti   discorsi di circostanza   su tale  fenomeno   lascio che a parlare di questo  siano le queste foto   ( http://www.mariobianchi.eu/gallery/compenetrazioni/   )  le  altre le potete  trovare  qui  di mario bianchi    che  ringrazio   per la   gentile  concessione  le foto di Mario rendono benissimo  il  tema  del femminicidio    confermando quanto dice :<< Dalle testimonianze delle vittime distupro si apprende che "chi ne esce, lo fa portando con sé l'esperienza della morte". >> Ida Magli . Esse sono dure ed indigeste , anche se dovrei essere assueffatto ( almeno per la mia generazione , cresciuta negli anni '80 con i mito della milano da bere ed il culto delle immagini e dove il corpo della persona viene usata non più come trasgressione \ rottura dei tabù , ma per vendere ) vedendone quotidianamente l'abuso e l'utilizzo improprio tr

La resistenza italiana ( o guerra civile che dir si voglia ) non fu solo : 1) banditi e traditori ., 2) patrioti e combattenti

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 , ma  fu  anche  storie e    come queste   da    http://tribunatreviso.gelocal.it/italia-mondo/2017/11/22/news/cronacaitaliana-le-storie-del-22-novembre-2017-1.16149766?fsp=2.4288&ref=fbfci Voltago non dimentica la "signorina Ruth" Belluno. «Esito un momento perché non volevo sapessero che io li capivo e poi, cosa fare se decidono di portarmi con loro? Mi avvicino, biglietto in mano, all'ufficiale e gli parlo in tedesco. Non mi ascolta e continua a dare ordini ai soldati. Gli parlo ora nello stesso suo dialetto che gli avevo sentito parlare prima. Si gira verso di me e vuole sapere chi sono e come mai mi trovo in questo villaggio». Sembra il passo cruciale di un romanzo storico ambientato nell'Italia invasa dai tedeschi nel corso della Seconda guerra mondiale. Chi parla è Ruth Bermann, morta venerdì scorso all'età di 96 anni a Miami in Florida. Il villaggio è quello agordino di Voltago, alle pendici del Monte Agnér. In quei giorni del 12-13 otto

La lezione di papà: quell’ultimo posto alla Barcolana che vale un trofeo Per insegnare al figlio iper competitivo il significato dello sport Fabrizio ha gareggiato pur senza alcuna possibilità di vincere

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è   proprio  la magia della  vita  , come dice   la  canzone    di Gaber  citata  sopra   che   ha  voluto insegnare  quersto  genitore    http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2017/11/19/news/ La lezione di papà: quell’ultimo posto alla Barcolana che vale un trofeo Per insegnare al figlio iper competitivo il significato dello sport Fabrizio ha gareggiato pur senza alcuna possibilità di vincere                                         di Luca Saviano L’architetto ligure Fabrizio Paone insieme al figlio Leopoldo di 10 anni TRIESTE Le moto d’acqua della Polizia, che l’hanno scortato lungo tutto il percorso, hanno azionato le sirene per segnalare il suo arrivo al traguardo. Gli applausi dei presenti, poliziotti compresi, hanno ritmato le ultime bracciate che gli hanno permesso di riguadagnare la riva.  Fabrizio Paone  non ha conquistato il primo posto alla Barcolana Nuota dello scorso primo ottobre: eppure ha vinto. L’architetto ligure, trapiantato da molti anni a Ve

razzismo e guerra tra i poveri sempre più difusa in italia ennessimno episodio razzista su un autobus a livorno

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in sottofondo  Casa del Vento - Festa protesta  da  http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2017/11/11/news Litigio sul bus: «La conducente non voleva farmi salire mi ha detto vai a casa tua» Livorno, la mamma senegalese, che aveva con sé il passeggino, accusa la dipendente del Ctt. L’azienda: «Apriremo un’istruttoria interna, vogliamo ascoltare le due versioni» di Juna Goti LIVORNO. «La conducente mi ha detto che non potevo salire sul bus. Mi ha detto vai a casa tua». E ieri mattina sulla Lam blu che corre dal viale Italia verso via Grande sono arrivati anche i carabinieri. A denunciare l’episodio è  Fatima Cissoko , 40 anni, originaria del Senegal, in Italia da dieci anni. È arrabbiata e dispiaciuta per quello che definisce un episodio di razzismo. «Ho due bimbe di uno e cinque anni», racconta: «Dopo essere andata dalla pediatra, sono andata alla fermata del bus, sul viale Italia. La conducente quando sono arrivata davanti alla porta per entrare mi ha fatto u