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come riprendersi da un urto della vita il caso di Michela Medda .

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 Conoscevo , per le  sue  foto   e  la   sua   vicenda    di cronaca  ritornatami in mente     con  questo articolo    della nuova  Sardegna    del  6\4\2021 , la protagonista   della storia   che  mi  accingo  a  raccontare    tramite intervista  \ chiacchierata     .    Ricordo d'aver letto   a suo tempo   dell'incidente   accadutogli   ma   non immaginavo  , che     le  conseguenze  dell'incidente    fossero state  cosi   gravi  . Ed  ecco  che  essendo  appassionato  di fotografia  e  di   fotografia e  avendo visto   le  sue    foto    ,  ed  il  suo  stile  Mi chiamo Michela e sono una fotografa professionista specializzata in fotografia di matrimonio e in ritrattistica. Vivo e lavoro in Sardegna, ma sono disponibile anche per servizi in tutta Italia e all’estero. Nel mio periodo di formazione è stato fondamentale il contatto con la natura, di cui ogni suo elemento diventava un soggetto da intrappolare nei miei primi scatti. Nel corso degli anni ho maturato una partic

L'economia circolare della natura, così in Sardegna i pastori salvano i grifoni e risparmiano

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da repubblica 10 APRILE 2021 Un tempo gli allevatori erano i peggiori nemici di questi avvoltoi in via di estinzione. Ora un progetto dell'ateneo di Sassari ha istituito i carnai aziendali. I grandi rapaci sono sfamati. E non si deve più pagare per lo smaltimento delle carcasse DALLA NOSTRA INVIATA CRISTINA NADOTTI Badde Orca (Bosa) - Le grandi ali spiegate e immobili, portato dal vento, il primo grifone plana sull’altura che sovrasta il mare non appena l’auto del pastore si avvicina al carnaio. Ben presto sono in cinque a volare in cerchio sopra il quadrato di terreno delimitato dal recinto elettrificato, in attesa che una carcassa sia lasciata a loro disposizione. Oggi però, Salvatore Porcu non ha niente per i grifoni, è venuto soltanto a mostrarci con orgoglio l’area che, per primo in Sardegna e in Italia, ha messo a disposizione per il progetto Life di salvaguardia dei grifoni avviato dall’Università di Sassari. Il suo terreno a Badde Orca, tra Montresta e Bosa, sulla costa

Carolina, pastora a 28 anni: “Ma non chiamatemi Heidi”

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mentre  terminavo     il  post  << uomini  e  donne   che  mandano avanti   l'italia  e  resistono tra  burocrazia  e  cattiva  politica  e  alle mafie   >> mi è  ritornata  alla mente     questa storia A 28 anni Carolina Leonardi, una laurea all'Università di Pisa, gestisce l’azienda agricola e agrituristica “Le Coppelle latteria Belato Nero” di Pian di Lago (Lucca), alle pendici del monte Corchia, a 1000 metri sul livello del mare. Qui produce latticini, alleva bovini della razza Rendena allo stato brado e vive insieme ai 100 capi di ovini. I primi tre anni, ricorda la pastora, dividendosi tra pascolo e università, sono durissimi: "La mattina mi svegliavo alle 5 e mungevo. Alle 8 andavo fino a Pisa all’università, tornavo all’una e andavo al pascolo; alle 17 una nuova mungitura e dalle 21 in poi facevo il formaggio. E la mattina dopo si ricominciava. È stato faticoso, ma non ho mai avuto tentennamenti".   una  delle  tante  di  giovani  che  ritornano 

Sette anni dall'abolizione del divieto di fecondazione eterologa. Troppe coppie vanno ancora all'estero. Ma qualcuno ce la fa anche in Italia, come Simona e Mirko

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 Leggendo  l'articolo  di  di Elvira Naselli  su repubblica   m  chiedo          ma che fine hanno fatto quelli che avevano fatto fallire il quorum sul referendum per del 2004 per paura di schierarsi e ribellarsi ai dettami della chiesa che non ebbe il coraggio di prendere posizione per il No rispetto a me ( vedere archivio blog ) che fui per il Si ? "Un giorno spiegheremo a Caterina che è nata da un ovocita arrivato dalla Spagna" Sette anni dall'abolizione del divieto di fecondazione eterologa e quasi seimila bambini nati, fino agli ultimi dati dell’Istituto superiore di Sanità del 2018. Ed è quindi ragionevole pensare che siano molti di più: nel 2018 ne sono venuti al mondo 2002 e se il numero è rimasto uguale nel 2019 e nel 2020 allora sarebbero oltre diecimila nascite. Bambini nati appunto grazie alla fecondazione eterologa, quella tecnica che utilizza ovociti o spermatozoi da donatori, prelevati da una banca. Una tecn

uomini e donne che mandano avanti l'italia e resistono tra burocrazia e cattiva politica e alle mafie

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Le signore della fornace: vetraie ribelli a Murano Gli studi all’accademia di Brera e in Australia: ora Chiara infrange la tradizione di un’arte declinata al maschile e lancia la sua produzione. Aiutata solo da donne di Andrea Lattanzi I cowboy della Maremma, viaggio tra i nuovi butteri Sono eredi di un antico mestiere, ma non è folklore: i segreti dell’allevamento allo stato brado attirano anche i giovani. Per il gusto di lavorare immersi nella natura di Francesco Collina Condividere e non comprare: la biblioteca delle cose Tutto è nato dai vicini di casa che si prestavano qualche utensile. Ora hanno aperto due sedi a Palermo. Un’esperienza a metà tra welfare cittadino ed ecologia di Giorgio Ruta La rivincita delle donne nella palestra di Scampia Una storia di cambiamento: Cira ha riscoperto il suo corpo grazie al fitness. Ora i suoi corsi sono frequentati da 600 allieve, in una palestra confiscata alla  camorra        Continuano ad accendere luci e proiettare film. A Cat

La bambina con biberon e pallone

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  ho letto     questa   storia bella  e  toccante   sulla newsletters   di  https://www.mariocalabresi.com /    da  cui  ho ripreso foto ed  articolo  eccetto   lo screen short  istangram  preso dal blog   consigliato \  citato nell'articolo      Joanna Borella è la “Dad del calcio”. Conosciuta nel quartiere di NoLo, a Milano, come Mr Jo, grazie alla sua associazione “Bimbe nel pallone” insegna a fare gol alle bambine e alle ragazze, ma anche alle donne adulte. Colpita dal  lockdown , si è inventata allenamenti e sfide in video, utilizzando quegli  escamotage  che da bambini abbiamo provato un po’ tutti. E cioè: una palla di carta come pallone, due bottiglie come pali, i rotoli di  scottex  come avversari da dribblare. Piena di energia, ha usato il calcio come un filo per non perdersi. Perché la vita di Joanna è segnata dalla tenacia e dal pallone fin da bambina. Joanna Borella è la fondatrice dell’associazione “Bimbe nel pallone”, scuola di calcio al femminile del quartiere NoLo d

"Il disagio chi lo vive non lo vanta": Francesco Scioni, in arte Shony da Sant'Elia smonta il mito trap criminale con la sua Desaparecido

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Cercavo materiale per un post ( lo leggerete a breve è ancora in word progress ) e su https://youtg.net/canali/culture ho trovato questa bela notizia proveniente dal mondo rap \ hip hop .   CAGLIARI. "Ancora con questa gara a chi sarà Don Vito". E "il disagio chi lo vive non lo vanta". E ancora: "Da dove provieni vieni già additato. Zona popolare quindi un derivato. Pare criminale anche un incensurato". Versi, veloci, in musica di Francesco Scioni, in arte Shony, 31 anni, che in due minuti e diciassette del video "Desaparecido" - girato interamente a Sant'Elia - smonta l'artefatta mitizzazione di molti protagonisti della scena trap, che millantano radici nei quartieri popolari e più violenti, ma non sanno bene nemmeno quale sia il Codice di avviamento postale.  Un pezzo in controtendenza, quello di Shony, cresciuto al Cep e trasferito a Sant'Elia a 12 anni: due quartieri popolari di Cagliari, dove la strada b

SONO FAVOREVOLE AL DDL ZAN MA…

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 Lo so che  dovrei usare parole mie e dire   direttamente il mio  pensiero    , ma  a vote  capita  che    qualcuno\a     esprima  il tuo stesso concetto  in mainerà più efficace     di  te  . Infatti    concordo    con   Mauro Mercatanti t f 5 S s   a r p r i a p s l S e   o a l l n l r l e   o i n o a s n r o l i S t l e   1 t 5 m r f : t e 3 d h 2    ·  SONO FAVOREVOLE AL DDL ZAN MA… Per la serie “ma chi se ne importa di che cosa pensi tu del ddl Zan” vi dirò ora precisamente che cosa penso io del ddl Zan: penso che sono favorevole al ddl Zan, alla sua ratio e all’opportunità sia di allargare il perimetro del 604-bis del Codice Penale alle fattispecie proposte sia di esprimere uno sforzo a livello statale per diffondere e promuovere una cultura del rispetto e della tutela dell’uguaglianza nel campo, diciamo così, dell'identità, delle scelte e degli orientamenti sessuali MA penso anche che ci sia un problema (o meglio un rischio) nel ddl Zan che mi sento, in tutta coscienza, di d