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Visualizzazione dei post con l'etichetta .Daniela Tuscano

IL CORO © Daniela Tuscano

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IL CORO Ma cos'è, alla fine, il martirio? Cos'è, in Occidente, se non qualcosa di remoto e quasi mitologico, e per ciò stesso irreale? Sono enormi tele barocche grondanti macelleria e vividi drappi, un trionfo di corpi membruti o gracili donzelle. Tavola imbandita, in fondo. Perché satollarsi in quel modo, e in quel mondo lacero e pomposo, era ferino e impudico. E poi sono giunte le dissacrazioni (e le dissezioni) psicoanalitiche: segni di nevrosi, quei dipinti e quei santi,  masochismo ecc. Armi spuntate, razionalità miserande già irrise da un animo acuto come Svevo. E però il martirio è qui e pulsa, schianta e percuote, e non v'ha palma di vittoria che l'ingentilisca. Il martirio è semplicemente cristianesimo. Per  questo le letture dopo Pasqua, compresi i passi del primo testamento, sono lì a ricordarlo, ogni giorno, a dimostrazione della loro eternità terrena. Un ossimoro e una realtà. Il martirio è affare dell'al di qua e lotta contro "il principe di

la violenza e l'omicidio contro le donne è un semplice omicidio o un femminicidio ? secondo me il secondo . e second vo ?i

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Inizialmente   ho condiviso  per provocare e perchè credevo che il termine femminicidio fosse uno di quei neologismi linguisticament e ipocriti e politicament e corretti , questo post   di http://www.bastabugie.it becera pagina  clerico fascista  ( le mie solite condivisione senza leggere cio che cavolo cazzo condivido e prendendo poer buono il titolo , senza rendermi conto  come  mi è stato  fatto  notare  dall'amica  ed utente   :  Daniela Tuscano Bel modo di provocare, postando un link fascista che peraltro afferma l'esatto contrario di quanto dici tu. Infatti, secondo loro, le stragi di donne sono episodi occasionali e rari, mentre vuoi mettere coi poveri maschietti ammazzati dalle perfide fem mine? Ogni giorno ce n'è uno, no? Poi tu sei libero di considerarlo "neologismo astruso" (perché?), ma esiste, e non ci sarà barba di post sessista che mi farà cambiare idea. Si chiama femminicidio e tale resta.

LETTERA AD ASIA © Daniela Tuscano

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Non so se la foto ti rappresenti. Se appartenga a te o a un'altra combattente del vostro battaglione tutto al femminile. Non penso t'importerebbe, quindi la lascio così. Avvolta nel mistero come il tuo, il vostro popolo. Guardi il vento con una dolcezza quasi virile. Un cuore serio e grave. Qui, in Italia, non hanno trovato di meglio che paragonarti a una famosa attrice. Un giorna ... lista d'una importante rete televisiva ha commentato che sei stata costretta a imbracciare un mitra; e se fossi nata altrove - in Italia, magari, o in un altro paese di bengodi - avresti sicuramente scelto la carriera della moda o dello spettacolo. Già, a cos'altro potrebbe aspirare una donna bella ? Di te vedono solo questo: l'avvenenza. Non gl'importa nulla di leggere nei tuoi profondi occhi neri. Sono analfabeti. Hanno il cervello nel sesso. E se cadi, e se vinci, e se entri nei libri di storia, lo farai per tutte noi. Per restituirci l'umanità e la sfida. Per dimos

dichiarazioni © Daniela Tuscano [ parte I ]

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Lui è un antico cavaliere. Lei una giovane principessa. La fiaba si compie, nella richiesta di matrimonio di Qin Kai alla sua campionessa He Zi, sullo sfondo dei giochi olimpici. L’uomo che sta per cogliere la sua rosa è giustamente intimidito. Un timore stilnovista. Che non venga meno neppur dopo; che permetta alla sposa di sprizzare sempre gioia, una gioia senza sesso, vitale, crea ... tiva. Sarebbe quello, il più bel dono d’amore. Il miglior giorno è l’ultimo.  Per Isabella Cerullo e Marjorie Enya è invece il primo, almeno pubblicamente. È l’amore che non si vergogna più di sé. E per questo ha una forza orizzontale, impensata. Gioiscono come adolescenti, quasi incredule. Un tempo non lontano c’erano le Navratilova, le Mauresmo, i Louganis. Pioniera la prima, con un’innocenza d’uomo ma sofferta e ansante, glaciale e complessa l’altra. Louganis il più fragile, un Apollo smarrito. Altri e altre, poi, continueranno a celarsi, confondersi e abbassare gli occhi. Tempi umani, linee

GIACOMO E GIOVANNA © Daniela Tuscano

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. L'hanno sgozzato il giorno dopo il suo onomastico, a 86 anni, nella stessa città in cui visse Giovanna d'Arco, che ne aveva 19. Il vecchio e la giovane, entrambi martirizzati. Così diversi e lontani, ma travolti dal medesimo odio. L'odio è sempre vecchio, anzi, rancido, pur se compiuto da mani imberbi. E per questo, talora, anche più crudeli ed empie. Empi sono i terroristi (non pazzi, non squilibrati come la stampa ipocritamente li dipinge), e non solo perché hanno trucidato padre Jacques Hamel mentre celebrava Messa, sulla scorta d'un altro martire, Oscar Romero. Empi sono i terroristi perché, non rispettando il culto dell'altro, non ne rispettano l'umanità. Empio è chi in nome di dio considera infedeli e impuri i "diversi da sé". Empio è chi impedisce all'altro di professare il proprio credo, o cambio di credo, o nessun credo. Gridiamoglielo forte e chiaro: empio! E diabolico. Il vero ateo è lui. Non si permetta di d

Chiedi di lui 2.0: un'enciclopedia su Renato Zero

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  leggi anche  http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2016/03/renato-zero-quello-che-non-ha-detto.html il libro  è in vendita anche su amazon: http://www.amazon.it/dp/1326596802/ref=tsm_1_fb_lk

RENATO ZERO, QUELLO CHE NON HA DETTO Nuova edizione di “Chiedi di lui”, viaggio tra le note dell’artista romano. Incontro con gli autori, Daniela Tuscano e Cristian A. Porcino Ferrara

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se  desideri acquistarlo   vai   qui   su   http://www.lulu.com/shop 1)   Una nuova edizione di “Chiedi di lui” alla vigilia del nuovo album “Alt”, anche questa godibilissima, ancor più ricca della prima. Ma perché questa scelta? Cristian e Daniela: «L’idea della nuova edizione è nata l’anno scorso, quindi ben prima dell’annuncio del suo nuovo lavoro. Infatti è uscito prima di “Alt” e non in contemporanea o subito dopo. Abbiamo semplicemente avvertito la necessità di sviluppare altri aspetti che nella prima edizione erano stati solamente abbozzati. “Chiedi di lui 2.0” è sì una nuova edizione, ma al contempo un nuovo libro. Ci sono più di 150 pagine nuove e percorsi del tutto inediti». 2)   Di Zero sembra si sappia tutto, in realtà non è così e forse in questo risiede il suo fascino, che ne pensate? Cristian: «Certamente. In realtà nessuno può sapere tutto di un artista. Ogni libro è un tassello che arricchisce l’immaginario di un artista. Possiamo leggere mille biografie e

Un leggero tedio... di Daniela Tuscano ©

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Impiccare un povero cristo, anzi un bambolotto, un cicciobello sgarruppato dal presepe modestissimo d'una piazzetta di Pitelli (La Spezia) non è solo sacrilego, ma infame. Era stato allestito per raccogliere fondi a favore dei malati di mieloma e leucemia. L'hanno trafugato e appeso, proprio di fronte alla mangiatoia. "Diamo un senso al Natale", recitava la scritta a fianco del pupo avvolto in un lenzuolino, da cui usciva una piccola mano; benedicente o timida, non si sa. Forse entrambe le cose. Chi l'ha profanato ha voluto negare proprio questo: il senso. Banalizzare il Natale, poi occultarlo, censurarlo - magari col pretesto d'un malinteso rispetto verso altre culture, mentre in Asia e Africa i cristiani vengono martoriati nell'indifferenza totale dei laici perbenisti - e, alla fine, distruggerlo, è frutto d'una medesima empietà, nemmeno voluta del tutto. Non immorale, ché l'odio sarebbe meno grave, bensì, semmai, amorale: oltre. S'

occhio cattivo di © Daniela Tuscano

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OCCHIO CATTIVO Certo. Forse trovo Affinità ovvie, forse siamo Tutti uguali, in penombra, Corrucciati. Forse, però Nello sguardo, duro e fisso Vedo il tuo, il mio tormento. Vedo lande desolate, Una fine ormai prescritta, Sudata, spenta, espiata. Non sei angelico. Sei bieco, Hai l'occhio senza luce, La pupilla braccata, Inchiodata ai troppi guai.  Da quel giorno, in cui peccasti, Il tuo umano è deflorato E il tuo corpo ormai resiste Puro e casto, nei tuoi versi, In un'anima preziosa, Barocca, egra, mendica. Così io; ci son ferite Prive di misericordia, E la pace è un'illusione. Solo l'arte, o la sua eco Può lenire tanto strazio. (A Pier Paolo Pasolini) © Daniela Tuscano

ECCESSIVO E INVADENTE © Daniela Tuscano

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mio padre e PPP, work in progress...) Tu sapevi, caro PPP. Io, invece, non so. Adesso ti celebrano ufficialmente. Come un santo laico, da francobollo. La televisione – la tua odiata televisione, ma l’epiteto suona semplicistico, gretto: televisivo, anch'esso - ti dedica intere serate. Prime serate. “Salò” no, non ancora, speriamo mai (troppo assoluto, enorme). Ma le altre pellicole, così ostinatamente fuori centro, pittoriche; quindi contemplative, quindi lente; esiziali per il piccolo schermo; quelle sì, le vedremo. Se le vedremo. Come le vedremo. Tu sapevi, io non so. Se dire “era ora”, con la negletta umiltà che altri - ma non tu - scambierebbero per leggerezza. O gridare alla profanazione, per il mostro consumista che alla fine ha inglobato anche te, nel suo pantheon di melassa warholiana. Con papa Giovanni e Che Guevara, Lennon e Gandhi, Marilyn e Madre Teresa… Ma, al solito, non scioglierò il dubbio. Sono ingenua, tardonovecentesca. Traghettata nel nuovo

TURCHIA, QUASI EUROPA di © Daniela Tuscano

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Ankara, 10 ottobre 2015. La fine. Sono crollate sabato scorso, davanti ai corpi dilaniati d'un pacifico corteo, le speranze, o piuttosto le illusioni, sul futuro democratico della Turchia di Recep Tayyip Erdogan. Qualcuno parla, probabilmente non a torto, di strategia della tensione, ben nota soprattutto ai miei coetanei (il corteo era formato da molti curdi, dei quali Erdogan è acerrimo nemico). S'accusa il solito Is/Daesh, anche in tal caso con fondatissime ragioni. Ma a me bastano quei centotrenta (per il momento) fatti a pezzi da una bomba infame: il più giovane aveva nove anni, la più anziana ottanta. Erano donne - molte -, ragazze, studentesse, lavoratrici, professori di liceo, casalinghe e muratori, laici e credenti. Era un popolo che manifestava, come tanti di noi, diverso da noi. Quanto l'ho respirato, in questi giorni, l'odore della libertà, il privilegio di poter vestire come mi pare, di contestare, sbagliare, pregare e bestemmiare, cantare e scriver

VOGLIAMO QUEI VOLTI © Daniela Tuscano

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Questa è l'unica foto     reperibile sul web di uno dei 12 operatori uccisi a Kunduz. Non è trascritto il nome, né l'età. Somiglia a mio zio Aldo quando frequentava l'ateneo, i trent'anni non li aveva sicuramente raggiunti, come gli altri suoi amici. L'Afghanistan è un Paese giovane e pullula di visi come questo. Limpidi, affacciati sul mondo. Con le loro belle e invincibili speranze. Un viso familiare perché dappertutto lo stesso. Il viso di chi crede, di chi ha fiducia in un domani felice e grandioso. Si gettano allo sbaraglio, i giovani. Non sono saggi. E li chiamiamo sventati, generosi forse, ma in fondo inutili, e quel loro naturale prodigarsi per gli altri ci fa storcere la bocca. Tanto, fra poco matureranno. Fra poco "la vita" li temprerà, diventeranno come noi, scettici, umoristi. A me invece pare che questo viso, e quelli rimasti ancora anonimi, fossero già assai maturi. Temprati, anche. Scettici e umoristi certo no. E meno male Vogli

MORTE DEI CAMPI di © Daniela Tuscano

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MORTE DEI CAMPI Come una Nedda cresciuta, o un . Sud verghiano, naturalista e positivista, spietato, di oltre cent'anni fa. Sud dei vinti. Invece siamo nel 2015. E Paola Clemente era italiana. Non un'immigrata. Ma proviamo a sentirla mormorare, mentre s'ammazza letteralmente di fatica in quel deserto di seminagione, "che è quest'Italia?". Sgobbava sette giorni su sette per due euro l'ora, sotto la schiavitù del caporalato. Alla fine è schiattata, ma nelle fotografie, lei, col suo cognome da pontefice (ottocentesco pure quello), riusciva ancora a sorridere. Un sorriso liquido, largamente mansueto sopra un modesto vezzo di perle. Perché la vita è fuori. Deve esserlo.  Paola voleva sentirsi umana e s'insinuava in feste amicali per restituirsi all'umanità. Quell'angolo d'esistenza, i caporali non erano riusciti a spegnerlo. E lei vi s'aggrappava tenacemente. Appesa a un pensiero, alla gioia della famiglia, come Rosso al ricordo d