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Lettera a un occidentale: scegli di sostenere la società araba contro fanatismo e dittature di Shady Hamadi

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In tempi in cui prevale l'odio , la guerra  o peggio a paura  del diverso e  di cui non riusciamo ad  andare oltre     ( non solo quella delle armi ) oltre al malpancismo dovutro all'ignoranza e alla paura del diverso fomentata da bufale ( vedere post precedenti ) c'è anche qualcuno come  Lo scrittore  \ blogger    Shay Hamadi che   ha indirizzato una lettera aperta “a un occidentale, in particolare italiano”   che per  il momento  non ha  trovato  nessuna risposta  e   nessun dibattito  sui media    IlFattoQuotidiano.it / BLOG / di Shady Hamadi Isis, lettera a un occidentale: scegli di sostenere la società araba contro fanatismo e dittature Mondo di Shady Hamadi | 18 febbraio 2015 Caro occidentale, in particolare caro italiano, Shady Hamadi nel 2010 delle rivoluzioni sono scoppiate a casa mia, nel mondo arabo . Dittature dinastiche sono cadute lasciando spazio, per la prima volta nella storia araba contemporan

non si può imprigionare il vento

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Per  arricchirvi  culturalmente  non  cadere  nelle propaganda del potere vi consiglio Ragioni senza forza ,  forze senza  ragione. Una risposta a Oriana Fallaci  è  un libro di Allievi Stefano pubblicato da EMI nella collana Religioni in dialogo   http://www.ibs.it/code/9788830713741/allievi-stefano/ragioni-senza-forza.html   dall'amica   e  compagna di  viaggio Daniela Tuscano  In fondo, non ci sarebbe molto da commentare. I fatti sono li', lampanti. La conclusione, anche. Feroce quanto si vuole, disumana al massimo ma, purtroppo, né imprevedibile né sensazionale. I soliti analisti riprendono la salmodia sulla comunità planetaria, che per Realpolitik si è mossa tardi e, allentata la tensione, ha abbandonato Reyhaneh al suo destino. Sì, tutto vero. Com'è vero che il suo caso non provocherà alcuna rottura diplomatica fra Stati, e verrà presto, già di fatto lo è, archiviato. Le rituali frasi inutilmente sdegnate e si volterà pagina. Poveraccia, le è anda

I libri di © Daniela Tuscano LA LETTERA BLU Cristiani d’Iraq, ecumenismo, pace: che fare?

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Si sono estinti. Come i dinosauri, no, come i moa, o i dodo. Perché i primi avevano terminato il loro ciclo su questa terra. Gli altri, invece, sono periti per mano di qualcun altro. Dell'uomo, come sempre.  E però non sono animali, ma uomini anch'essi. E donne e bambini. Estirpati da una millenaria perennità di roccia.  Sono i cristiani iracheni. Le loro case, le stesse di duemila anni fa, le hanno sfregiate col marchio della vergogna i jihadisti dell'Isis, nuovi padroni del paese. Non v'è sangue sugli stipiti, non ancora. Non il segno del pesce, consegnato ai libri di storia europei (nemmeno tutti, temiamo). Vi compare una "N", una enorme "N" blu, iniziale di "nassar" (nazareni). Così li chiamano, da quelle parti. Con disprezzo e odio. I "nazareni" sono gl’"infedeli" che non vogliono convertirsi all'Islam fondamentalista, alla legge della Sharia. Sono cristiani e intendono restar tali. Per loro, nel nuovo

CORPUS DOMINAE di © Daniela Tuscano

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musica  in sottofondo   Nothing man-Pearl Jam Secondo lo psicoterapeuta Alberto Pellai ("Famiglia Cristiana", 19 giugno 2014) ad armare la mano assassina di Carlo Lissi è stata "la cultura dell'onnipotenza narcisista".  da     Pagina di I libri di Daniela Tuscano Quella per cui "io posso tutto e l'altro non vale niente, quello che sento io ha valore e quello che sentono gli altri non vale niente". Ma "onnipotenza narcisista" è un ossimoro. Il narciso è per sua natura un i mpotente, un incompiuto, uno che ha bisogno dell'altro pena la cancellazione della propria identità/umanità. E una società individualista, costituita da tanti Io che non diventano Noi, perde i connotati di societas per corrompersi in massa di singoli incapaci di comunicare fra loro. I desideri scadono a pretese, le volontà a velleità. Tutto diventa liquido: privo cioè di forma, centro, passato e futuro. Esiste solo un indeterminato presente, o meg

UN TEMPO di © Daniela Tuscano

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Vi fu un tempo in cui fummo amici. Vi fu un tempo in cui viver felici. Tempo caldo di rose al sole, tempo d'austro e senza dolore. Sfogliavano giorni di beata incertezza, pareti d'aria in gaia sperdutezza. Ora è remoto quel tempo senza tempo, landa di mano oblio di vento.

L'AMORE INCOMPIUTO di daniela tuscano

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Scorro il silenzio delle vecchie immagini, al Museo del Risorgimento, dedicate a "La Nebbiosa", il film mai girato di Pier Paolo Pasolini su Milano. E, come tanti, mi chiedo: perché non c'è riuscito? Non l'amava? È un luogo comune duro a morire, avverte la guida. Eppure, di quella sceneggiatura, sono rimaste solo pagine sparse. Pagine belle: alcune, magnifiche. Ciò che maggiormente colpisce è il riferimento ossessivo alla luce. Forse, l'aspetto di Milano più caratteristico. Ma - attenzione - si tratta pur sempre della luce d'una Nebbiosa. Luce avvolta, soffocata, che si fa largo, ed esplode, in violenti bagliori. C'è ghiaccio in quella luce, o forse nemmeno: non vi si trova natura, né umanità. Roma è sempre ritratta d'estate, Milano accoglie il poeta coi suoi inverni, stagioni oggi scomparse, come la nebbia dileguatasi al largo, ostaggio di rade periferie o signora, incontrastata, delle campagne. Eppure, il sole esiste anche a Mil

IL NOME DI MARIA di Daniela Tuscano - [ Meriam, la donna cristiana condannata a morte ]

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Meriam, Mariam, Myriam. Ormai questo nome è diventato familiare alle cronache, ma chissà quanti occidentali ne conoscono ancora l'origine. Meriam, cioè Maria. Maria è la donna del maggio al tramonto. È la donna della Visitazione che ha affrontato un lungo cammino, disprezzando i pericoli, incinta (anch'essa!), per recarsi da un'altra donna e proclamare un mondo nuovo, di eguaglianza, pace, liberazione dagli oppressori. Una donna di giustizia prima che di carità. O meglio, d'una carità nella giustizia. Quel nome oggi vive in Sudan, in carcere e in catene. Come la sua omonima, incinta. Anzi, quel figlio della pace e della liberazione l'ha già dato alla luce: ed è naturalmente femmina, ed è nata prigioniera, perché per lei non v'è posto nell'albergo, ma solo dietro le umide sbarre d'un carcere. Prigioniera e fuggitiva, il sole visto dietro un riquadro di pietra - così la immaginiamo -, è stata accolta dal padre come un doppio dono: chissà

chiedi di renato

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Daniela Tuscano, insegnante, blogger e scrittrice milanese, classe 1964. Cristian Porcino, filosofo, romanziere e autore di diversi saggi, di Catania, 33 anni. Cosa li accomuna? La passione per Renato Zero, naturalmente. Che li ha spinti a scrivere un libro ( «Chiedi di lui» , ed. Lulu,foto a  sinistra   acquistabile  qui   ) - Un libro su Renato Zero è sempre una novità, malgrado ne siano stati scritti tanti. Come mai, secondo voi? «Si, è vero, negli anni sono usciti diversi libri su Renato Zero ma l’intento degli autori molto spesso è stato forse quello di dare più risalto al personaggio dimenticandosi o tralasciando la forza prorompente della sua produzione musicale. Ciò che contraddistingue il nostro libro consiste proprio in una rilettura personale dell’opera del cantautore romano. Non ci siamo occupati di gossip o di dare rilievo ad argomentazioni becere, bensì abbiamo analizzato più di 40 anni di carriera discografica di Zero. Quindi non ci stupisce l’entusiasmo

LA VITA È UN DONO

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IL  post  d'oggi  è   uno dei casi  il cui il pensiero  di  Daniela  Tuscano   corrisponde  al mio  .  Infatti , per esperienza personale, La violenza è la ragione di chi ha torto . Infatti : << La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci. (I. Asimov)  >>  ringrazio il o amco    Daniele Jommi  per  questo commento su fb . © Daniela Tuscano                                    LA VITA È UN DONO "Carolina va e viene dalla vita". Questo l'efficace incipit del servizio d'una testata online sulla tragedia di Avellino. E questi, in breve, i fatti: Domenico Aschettino, ex guardia giurata quarantenne attualmente disoccu pata, ha ucciso il vicino di casa, Vincenzo Sepe, che odiava da tempo, e ferito quattro parenti, fra cui appunto Carolina, 25 anni, figlia di Sepe e incinta di tre o cinque mesi (il dato è impreciso).  Carolina è rimasta colpita alla testa e versa in stato di morte cerebrale. Ma manca ancora la dichiarazione scritta ch