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amore sacro ed amor profano Ex fidanzati divisi (e uniti) dalla fede. Ora sono prete e suora

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  Dopo 9 anni di fidanzamento decidono di cambiare tutto e diventano sacerdote e suora. E’ la storia di Angelo e Paola, una ex coppia che stava anche programmando il matrimonio. Oggi Angelo e Paola sono Don Angelo Ragosta e suor Maria Giuseppina: lui il 21 aprile scorso ha festeggiato i dieci anni da prete, ora è in Germania; lei è diventata monaca di clausura, carmelitana scalza, conosciuta con il nome di suor Maria Giuseppina dell’Amore incarnato. A raccontare la particolare storia è stato Don Angelo tramite la sua pagina Facebook: “Dovevamo sposarci e invece abbiamo detto sì a Dio  (   F idanzati diventano prete e suora: storia Don Angelo e suor Giuseppina (tpi.it ) Su altre fonti Sempre insieme, ma ora con un ‘terzo incomodo’: Dio. La storia di Angelo e Paola sembra la sceneggiatura di un film romantico, anzi una parabola cristiana. Da anime gemelle fino a sposare… il Signore, diventando prete e suora. I due si incontrano per la prima volta a   Portici , nella provincia di   Napoli

tatuaggio fatto per una donna che aveva il cancro al seno. Facebook l'ha ritirata perché la considera un'immagine di nudità e offensiva.

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LEGGI    ANCHE   Michela Murgia e i talenti    di  Daniela   Tuscano  Paolo Crepet: “Michela Murgia dà la parola ai morituri. Qualche cretino dirà che è esibizionismo, ma le sue parole sono rivoluzionarie” Evidentemente     certi  argomenti  sono   tabù   se  (  vedere  anche        nei link  sopra  il  caso di Michela  Murgia  )  certe  persone   fanno rimuovere   la  foto  di questa  bella  opera  d'arte    Francisco Rodriguez Chacon Este tatuaje fue hecho para una mujer que tenía cáncer de mama. Facebook la ha retirado por considerarla una imagen de desnudez y por ser ofensiva. Sin embargo, creemos que esta mujer es valiente y fuerte, por lo que vamos a publicar la foto. Os pido vuestro apoyo. Dadle al ‘Me gusta’ y compartidla rápidamente para mostrar vuestro apoyo a esta y a otras muchas mujeres que han perdido tanto Questo tatuaggio è stato fatto per una donna che aveva il cancro al seno. Facebook l'ha ritirata perché la considera un'immagine di nudità e offensiva. Tut

Paolo Crepet: “Michela Murgia dà la parola ai morituri. Qualche cretino dirà che è esibizionismo, ma le sue parole sono rivoluzionarie”

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 di  solito  non  commento tali  cose   perché    non  saprei cosa  dire    e  quindi come in questi caso lascio  la  parola    agli  altri .  Prima  con  l'articolo  di  Daniela   Tuscano   (  lo  trovate  qui  )     e poi  questo bellissimo  (  ogni  tanto mi  trova  d'accordo  )  di  Crepet  Paolo Crepet: “Michela Murgia dà la parola ai morituri. Qualche cretino dirà che è esibizionismo, ma le sue parole sono rivoluzionarie” "Le vorrei dire grazie. Per le parole e il coraggio" di F. Q.   | 7 MAGGIO 2023 “Michela Murgia dà la parola ai morituri. Qualche cretino dirà che è esibizionismo, ma le sue parole sono rivoluzionarie”. Con queste parole lo psichiatra Paolo Crepet commenta  :  l’intervista rilasciata dalla scrittrice e attivista politica al Corriere della Sera per dare la notizia della sua malattia, un tumore al quarto stadio con metastasi ai polmoni, alle ossa e al cervello . L’occasione è arrivata con la pubblicazione del suo nuovo libro “Tre ciotole”, in cu

Michela Murgia e i talenti di Daniela Tuscano

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  Michela Murgia c'è. C'è in una sincerità sconcertante, contraddittoria, a volte scombinata, come il suo corpo ancestrale e le sue idee postmoderne. Le chiamo idee, non spirito. Le idee passano, e quelle di Murgia non le ho condivise quasi mai. Lo spirito, invece, ha conservato una integrità in cui tutti ci riconosciamo. Arriviamo al capolinea nudi e affamati. Di verità, di senso. Murgia, questa domanda, l'ha offerta. Con semplicità. Vuole entrare nella morte a occhi aperti, "presente a sé stessa". Può sembrare azzardato, ma certi passaggi dell'intervista rilasciata a #Cazzullo mi hanno ricordato #Ozanam . Il santo francese, scomparso a 40 anni, così commentava la prossima dipartita: "Ho vissuto più della metà della vita". E la scrittrice sarda: "Ho cinquant’anni, ma ho vissuto dieci vite. Ho fatto cose che la stragrande maggioranza delle persone non fa in una vita intera". Aggiunge: "Non è vero che il mondo è brutto; dipende da qual

la storia di una coppia omosessuale ha scelto l'affido e non ha ricorso alla maternità surrogata

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Enrico e Samuele: l'affido è anche per noi    DA  https://www.vita.it/it/      del   3  maggio                                              di Sara De Carli  Stanno insieme da 19 anni e l'utero in affitto non fa per loro. Non immaginavano che anche una coppia dello stesso sesso potesse dare disponibilità all'affido e anche al termine del percorso formativo sotto sotto pensavano che i servizi avrebbero sempre preferito una coppia eterosessuale. Invece da quattro anni Enrico e Samuele hanno in affido due fratelli, che oggi hanno 9 e 14 anni. «Non è facile, ma le loro risate ci ripagano di tutto. Il cuore ti batte in modo diverso»   Quel giorno di autunno, quando suonò il cellulare, Enrico e Samuele non credevano che stesse succedendo davvero. Avevano fatto tutto il percorso formativo con il Centro affidi di Pistoia, ma quei mesi di attesa li stavano vivendo con i piedi di piombo, senza permettere che i sogni si prendessero troppo spazio. «Il nostro mood era quello di restare

Pillon di sicuro approverà laura chiatti ed company di Maria Patanè

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   di cosa  stiamo  parlando  Laura Chiatti: “L’uomo che fa il letto e passa l’aspirapolvere non lo posso vedere, mi abbassa l’eros” Redazione  — 2 Maggio 2023 Con tutta la buona volontà del mondo, ma...questa non è semplice libertà di opinione. Questo discorso ha ben poco a che fare con l'eros, ma molto con una rigida divisione dei ruoli, gli stereotipi e in generale con quel fenomeno deleterio che ci condiziona fin dalla nascita noto come binarizzazione di genere. Infatti

abuso del termine eroe i caso di Masi Nayyem Avvocato e militare, n Donbass ha perso un occhio e la voglia di vivere.

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  Avvocato e militare, Masi Nayyem in Donbass ha perso un occhio e la voglia di vivere. Oggi, a Kiev, ha fondato un’associazione per aiutare i veterani ucraini. «Tutti ci esaltano. Ma quando poi torniamo a casa - monchi, orbi, spaventati a morte - non siamo  da  Oggi  27 Aprile  2023                                            di   FIAMMA TINELLI   foto di MATTIA ZOPPELLARO In battaglia si uccide, l’ho fatto anch’io. Non ho provato nulla, se segui le emozioni sei già morto — Masi Nayyem Sul tavolo del soggiorno di Masi Nayyem, a Kiev, c’è una pistola. La CZ P-10 9mm semiautomatica striker da 15 colpi, di fabbricazione ceca, riposa in una valigetta di plastica nera. «Me l’hanno restituita dopo l’incidente, è una specie di portafortuna». Nayyem, avvocato penalista di origini afghane, militare esperto in cybersecurity, una medaglia al valore dell’esercito ucraino e una dell’intelligence, un cane con un nome da romanzo russo - Barmaley - e una passione per i testi buddisti, ha un appartamen