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La Crisi Fa Emergere Una Forza Che Non Pensavamo Di Avere ---- Elena Bernabè - 26 Gennaio 2021

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« Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri. Basta vivere da uomini, cioè cercare di spiegare a sé stessi il perché delle azioni proprie e altrui, tenere gli occhi aperti, curiosi su tutto e tutti, sforzarsi di capire ogni giorno di più l’organismo di cui siamo parte, penetrare la vita con tutte le nostre forze di consapevolezza, di passione, dì volontà; non addormentarsi, non impigrire mai. »                               Antonio Gramsci, “Quaderni del carcere” Oltre in me  stesso   e   agli amici     trovo la  forza  l'aaiuto in articoli    come  questo   di   Elena Bernabè (   Autrice del libro “Alla conquista delle stelle”  )   - 26 Gennaio 2021  pubblicato  su    https://www.eticamente.net/ La crisi non è da allontanare ma da attraversare.  E’ l’unico modo per sciogliere nodi, prendere decisioni, avviare cambiamenti. E’ arrivato il momento di spogliarci da tutti i pregiudizi legati alla crisi: non è una sfortuna, una disgr

Buzzanca senza Lando © Daniela Tuscano

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 Di Buzzanca non amavo Lando. Il Lando degli anni '70, il Lando dei fumetti sexy, il Lando "montatore", nomignolo che non necessita di spiegazioni. Le femministe facevano bene a detestare lui e film pessimi come "La schiava io ce l'ho e tu no", e hai voglia a dire che si trattava di satira, o più modestamente di sfottò: c'era complicità invece, ed egli del resto ci credeva, da siculo d'annata, nel maschio "selvaggio" che riaffermava il suo antiquato virilume. Non lo sopportavi quel Lando, anche per altri motivi. Perché era attore vero, brillante nel varietà, versatile e generoso in TV, e grande, finalmente grande al cinema. Sanguigno e massiccio, verista e sinistro nei "Viceré", alla fine masticato e scialato, come tutti i vecchi, che ne sentivi l'odore e quasi la putrefazione e insieme la tenerezza, strepitoso nel ruolo d'un vecchio omosessuale con l'altro "mostro sacro" Carlo Delle Piane in "Chi salver

cosa resterà di questi mondiali parte II

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Come   avevo promesso   nel post   precedente  cosa resterà di questi mondiali)   :   <<  [...]  Ma  per  essere obbiettivo    adesso cercherò   in rete   altre  gallerie    di tali eventi  e lo riporterò  in  uno  dei prossimi post  .>> . Infatti  il precedente  post    è stato scritto  basandomi  sui  fatti  che ho seguito  direttamente  o  indirettamente    tralasciandone   altri   per  impegni   ad  auto  analizzarmi  (  è stato un  anno orribile  )   o  a  distrarmi  con il mio  boicottaggio   , e   trascurandomi  altri   più belli   ed  importanti  . Come     quelli     che  trovate  sotto  .  Riporto    qui    con  mie  aggiunte    La gallery di Open.oline   ovviamente     non sono  in ordine cronologico     ma  partono ma   in ordine discendente     cioè  dall'ultimo  giorno  al  primo  giorno   con immagini che    sicuramente le immagini che non dimenticheremo  ed  alcune  credo entreranno  nella  storia    del costume  e  dello sport   .  Questo mondiale   

a mente fredda posso dire che sula morte di MIHAJILOVICH come in quelle morti di mali incurabili c'è un 'inutile retorica.

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 Dispiacere ovvio. Per come è successo e per l’età. Però resto perplesso di fronte al profluvio di parole come: eroe, combattente, guerriero.  Credo che i malati non siano nulla di tutto ciò. Sono persone che vivono una condizione innaturale che stravolge la vita. E ciò che devono affrontare non è una battaglia, ma una cura  , sia  che   siano  in curabili  sia    che  siano    curabili  . Non si vince e non si perde: si cerca solo di sopravvivere . Non c’è nulla di epico, c’è solo una grande sofferenza, per chi è afflitto dalla malattia e per chi gli sta vicino .

cosa resterà di questi mondiali ?

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Sulle  note   di   cosa  resterà  di  questi  anni 80   di  Raf    cerco   risposte    al  quesito   indicato  dal  titolo   del  post    che  per  la mia gioia   come   credi  la  vostra  sarà l'ultimo dedicato  ai  mondiali  .  Per   chi    ha seguito   le  polemiche   e  da  qui  come nel mio caso  ha scelto   tra  alti e  bassi   di boicottarli   non guardando  le  partite   e   provando  a    non parlare  d'esse  . Vi  sono   le  polemiche  su   :  l'inquinamento ambientale      ed  i  morti  sul lavoro , il divieto  degli alcoolici   degli sponsor  , la  corruzione   per averlo e per  non   far  vincere   la  squadra rilevazione  ma quella    con grandi giocatori  quello più evidente  . Per  gli sportivi   ed  appassionati  di calcio       la  prima  cosa  che  venie  polemiche  arbitrali   delle  ultime 4  partite  (  le  due  semifinali    e le due  finali  ) .  Agli islamofobici    e  le  polemiche  per il  gesto del  sovrano del  Qatar  durante  la premiazione  in

Da fan a liutaio di fiducia: la passione diventa un lavoro Stefano Mura 36 anni, algherese, realizza le chitarre per le band death metal «I miei idoli sono diventati clienti e sul palco suonano con i miei strumenti»

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  Quando aveva dieci anni e andava alle sue prime lezioni di chitarra, cercando di imitare le band metal che vedeva in televisione all’una di notte, mai avrebbe immaginato che quelli che erano diventati i suoi idoli, un giorno, sarebbero andati nel suo laboratorio di Sassari e avrebbero usato le chitarre create con le sue stesse mani. Stefano Mura, algherese di 36 anni, quando ha iniziato a costruire la sua prima chitarra, non conosceva neppure il termine liutaio. Poi, studiando su libri ordinati dagli Stati Uniti, facendo le prime ricerche su Internet ai tempi della scuola, e infine facendo tantissima pratica, quell’idea folle di costruire chitarre è diventata il suo mestiere, il lavoro di una vita. Il grande passo Stefano lo ha fatto tredici anni fa: per liberare la sua cameretta invasa dagli strumenti musicali degli amici, da mettere a punto, da riparare o da migliorare, l’apertura di un laboratorio all’inizio di viale Caprera, a pochi passi dal conservatorio di Sassari

tradizioni e modernità possono coesistere e fare qualcosa in comune il caso dello spettacolo a bitti tenorap

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 dalla nuova  sardegna  19\12\2022

L'AMORE INDOSSA COLLANT DI CARN di stefi pastori gloss , racconti gioiosi per l’uso corretto degli stereotipi

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 L'AMORE INDOSSA COLLANT DI CARNE, racconti gioiosi per l’uso corretto degli stereotipi. Compilata ai tempi del Covid19, tratta gli stereotipi di genere e non, da sfatare, allo scopo di realizzare una sensibilizzazione circa il loro uso improprio. Racconti da poter leggere con agio la sera prima di  addormentarsi, caratterizzati dall’esposizione critica di atteggiamenti e consuetudini stereotipate, a volte alla base delle discriminazioni di genere, pur rilassando mente e corpo. La critica sottile è dominata  dall’ironia. E se anche una sola persona traesse beneficio da questa opera, l’autrice Stefi Pastori Gloss sentirà di aver fatto un po’ di bene. ecco   alcune  notizie  biografiche     degli  autori   Stefi Pastori Gloss vorrebbe scrivere tra Joyce e Ungaretti, invece Dante e D’Annunzio hanno finito per contaminarla. Le sue opere sono in vendita nelle librerie offline, online, su Amazon, e in privato sui Social. Trattano di bullismo, violenza sulle donne, guerra, hikikomori. Ess

anche se il mio proposito di boicottaggio dei mondiali del Qatar è durato 24 giorni infrangendosi nella semifinale Francoa -Marocco non ho seguito le finali per il proposito fatto nel diario ma hho fatto altro

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 Lo   so che  ormai  il boicottaggio  è venuto meno   e  che  quindi  potevo vedere  le  due  finali  ( Francia  -Argentina  e  Marocco - Croazia  )  live ma non l''ho fatto lo fatto se non in dufferitapet via di una scommessa con  un anicoitalo francese   ma soprattutto  per aver qualcosa di cui parlare al bar o in edicola  con quelli che hanno seguito le partite di questi mondiale . Perché   ho voluto provare ad essere coerente    con quel  che  ho  detto  all'inizio  di  questo  diario  e    che  è  confermato  da  :   1)  : << Infantino: "Il miglior mondiale di sempre. I diritti? Viene prima chi vuole godersi il calcio"   Il presidente della Fifa ha lodato il Qatar: "Il mondo intero ha capito che i pregiudizi non avevano ragione di essere". Poi sul delicato tema dei diritti: "Dobbiamo pensare ai tifosi". Sui lavoratori morti: "Dramma per tutti, ma sui numeri bisogna essere precisi". >>  dal  quotidiano la  repubb

altro che mondiali di calcio ho seguito su fb e poi dal suo racconto e dall'intervista il viaggio a piedi in solitaria del percorso italia del Cai di Sara bonfanti

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dal  suo account  Facebook  Sara Bonfanti | dove  trovate  il  diario   fotografico  e   non solo   di tutte  le  tappe Sara Bonfanti, insegnante lombarda di danza e pilates e grandissima amante della montagna e dell’alpinismo, per i suoi 40 anni ha deciso di farsi un regalo speciale: percorrere da sola tutto il Sentiero Italia CAI. Il 17 maggio è iniziata la sua avventura. Partita da Muggia, in provincia di Trieste, si è messa in marcia e ha attraversato tantissimi luoghi incantevoli dello Stivale, sempre benedetta, come ci racconta, da incontri speciali con le persone del luogo, che anche nei momenti di maggiore   dove  fatica l’hanno sostenuta nel corpo e nello spirito. Un percorso al contrario in quanto ha percorso il tracciato italia del Cai al contrario: è partita il 17 maggio da Muggia, una cittadina in provincia di Trieste, fino ad arrivare ad oggi 17 dicembre a a Santa Teresa di Gallura dove ha terminato il suo percorso  (  foto    sotto    a destra  =  .

la massificazione degli eventi sportivi e in questo caso anche storici fanno dimenticare altri casi storici il caso “GIN PASSATO GARE DI SOLIDARIETÀ E CRITICHE AL MAROCCO fa dimenticare la sua politica contro il popolo Saharawi

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 l'euforia  per   un evento storico    una  squadra   Africana   che  arriva  per  la  prima   volta  quasi  in finale     ha  fatto   , sottoscritto  compreso   , dimenticare     come il  governo    Marocchino     tratta   le popolazioni  del  Saharawi  Il Fatto Quotidiano 16 Dec 2022 Stefano Citati IL FU SLOGAN DELLA SINISTRA: “GIÙ LE MANI DAI SAHARAWI “GIN PASSATO GARE DI SOLIDARIETÀ E CRITICHE AL MAROCCO giù le mani dal valoroso popolo Saharawi”, lo slogan risuonava nelle manifestazioni de sinistra (quando c’era); solidarietà, aiuti, centinaia di bambini del piccolo popolo del Sahara Occidentale ospitati (soprattutto nelle regioni rosse), delegazioni in visita nella capitale in esilio delle genti che si opponevano alla conquista da parte del Marocco, nell’oasi algerina di Tindouf. Incongrui igloo di cemento nella pietraia desertica a 15 ore di jeep dal confine del loro paese usurpato; dentro abitazioni, scuole, celle dei rari militari marocchini catturati decenni prima dai sold