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Giovanna e Vera, mamme di due vittime di femminicidio: "Noi condannate all'ergastolo del dolore"

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 Concludo i miie post    sulla settimana  contro la  violenza di genere  \  femminicidio   contrapponendo  al silenzio  ed  indifferenza    ed  una legge   solo repressiva   ed  peraltro piena  di buchi   secondo alcuni  giuristi\e    come le  grida  manzoniane   con le storie di Giovanna e Vera.mamme di due vittime di femminicidio: "Noi condannate all'ergastolo del dolore"  Vite parallele di due donne che patiscono  tale  “l’ergastolo del dolore”. Una pena diversa da quella dei loro carnefici perché “se ti comporti bene in carcere puoi essere premiato” dicono condividendo le stesse paure. Giovanna Zizzo è la mamma di Lauretta Russo uccisa dal padre il 21 agosto 2014 a San Giovanni La Punta, in provincia di Catania, mentre dormiva tenendosi stretta alla sorella Marika rimasta gravemente ferita. Vera Squadrito è invece la mamma di Giordana Di Stefano uccisa il 7 ottobre 2015 dall’ex compagno con 48 coltellate a Nicolosi, sempre nel Catanese. A sostenerle c’è padre Gio

il polpo un essere di un intelligenza superiore che noi umiliamo come pietanza; come fosse un'insalata.

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 Credo    che  come   ho  diminuito   i mangiare  carne     diminuirò il mangiare  pesce  . Questo  racconto     trovato  su  facebok  , mi  fa entrare  un po' in crisi in quanto  il polpo è uno  dei miei iatti   preferiti    “Quando l'ho catturato era giustamente terrorizzato, lottava offrendomi uno o due tentacoli, sperando fossi una murena (amico mio, io e i miei consimili siamo assai peggio di qualsiasi murena). Col pensiero gli dicevo "tranquillo, non voglio farti male ma solo spostarti da qui, ci passa troppa gente", che pensiero stupido. Si è calmato, allora ho mollato la presa. Si è spostato dietro il mio braccio e mi guardava. Istintivamente sapeva che il pericolo viene dai miei occhi, e se ne teneva distante, ma non riusciva a non guardare. Poi ha aderito totalmente alla mia pelle, leggerissimo, senza presa, ma ben ancorato con le ventose centrali. I tentacoli mi toccavano appena ed ho capito che mi stava studiando, cercava di capire. La sua colorazione, ini

Da più di 55 anni chiuso in casa per paura delle donne: «Non voglio che si avvicinino a me»

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Non con tutte le  paure  ci si  può convivere   a meno  che  tu   non  scelga  la solitudine    da   https://www.chenotizia.net/ Da più di 55 anni chiuso in casa per paura delle donne: «Non voglio che si avvicinino a me» l'uomo soffre di ginecofobia vive chiuso in casa da 55 anni, per paura che una donna possa avvicinarsi a lui. /  Curiosità  / Di  Clelia Alminerva  /  10 Novembre 2023 Esistono diverse fobie e milioni di persone hanno delle paure ancestrali, che non riescono decisamente a giustificare. Una di queste persone è Callitxe Nzamwita, un uomo 71enne che da oltre 2/3 della sua vita vive segregato in casa, per la sua paura delle donne. credit by Twitter/Jambo FM Radio Tanzania Callitxe ha scelto di rimanere lontano dal genere femminile quando era appena un sedicenne. La sua famiglia non riusciva a comprendere cosa il ragazzo trovasse di così terrorizzante nelle donne, ma hanno rispettato la sua scelta. Post Scopri nuovi post Conversazione Jambo FM Radio Tanzania @jambofmtz

Nicolino Locche: la leggenda del pugilato che vinceva senza combattere

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da https://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/nicolino-locche-la-leggenda-del-pugilato-che-vinceva-senza-combatter e/ e da Sports Unlimited News  per  le foto   Nicolino Locche è considerato uno dei migliori pugili di tutti i tempi e, ad oggi, viene ricordato, specialmente per la sua particolare prestazione sul ring: vinceva incontri senza combattere.Non si proteggeva la faccia in modo che i suoi avversari tentassero di colpirlo. Metteva entrambe le braccia dietro la schiena e, nel frattempo, parlava con il pubblico. Diceva: “Ora vedrai come colpirò questo”. Oppure ironizzava: “E io? Quando picchio? Osservava le mani del suo avversario e sapeva dove avrebbero diretto il colpo. Era sempre un secondo avanti. Faceva stancare e frustrare i suoi rivali, per poi abbatterli con un paio di colpi ben piazzati. Era diverso da tutti gli altri pugili. Gli altri avevano sempre i pugni chiusi, i tricipiti in tensione... Nicolino Locche usciva sul ring rilassato, con le braccia sciolte, i pugni