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iniziative di pace in medioriente dal basso . dialogo fra iraniani e israeliani , tra istraeliani e palestinesi We Love You - Iran & Israel

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Sforzo Netroots lanciata da Tel Aviv coppia ispira migliaia di persone. Incontro con Ronny Edry: un graphic designer israeliano, marito, padre di due figli, e come di pochi giorni fa, amico del popolo iraniano.  Edry, 41 anni, e sua moglie, Michal Tamir, 35, sono gli israeliani responsabili della recente iniziativa on-line intitolato semplicemente, "  gli iraniani, We Love You  ".La scorsa settimana, Ronny ha creato un poster digitale con questo messaggio, e ha aggiunto questa riga:. "Non riusciremo mai a bombardare il paese" Lo scenario include una foto di Ronny teneva cinque anni, figlia, Ella, che si tiene una piccola bandiera israeliana. Ha postato l'immagine sulla  pagina Facebook  della scuola preparatorio per la progettazione, puntina da disegno Mehina, che corre con la moglie a Tel Aviv. Con "  Loose Talk  "della guerra tra Israele e Iran Esplode la moda, il manifesto ha colpito un nervo tra gli israeliani. Molti iniziarono inviando l

la cultura oggi

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a chi mi dice perchè metto e lascio mettere film e musica sia qui che sul mio blog multiautore rispondop cosi : << Sai, al momento se non ci sono tre fighe tettone ( magari rifatte e siliconate ) che sorridono, un comico che tira due scoregge e l'ulltimo cantante di Amici, la cultura è sono considerata roba da cervellotici e da snob.>>  

rock & blues*Memorabilia* di video uscito alle 18,33, Eric Clapton assieme al grandissimo chitarrista Marc Knopfler alle prese con "Cocaine"

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"Cocaine" in note *Memorabilia* di video uscito alle 18,33, Eric Clapton assieme al grandissimo chitarrista Marc Knopfler alle prese con "Cocaine" di Matteo Tassinari Cocaine è un brano musicale scritto, registrato e pubblicato da J.J. Cale nel 1976 sull'album Troubadour e più conosciuta nella versione cover di Eric Clapton. Secondo la All Music Guide, la versione di Clapton è una delle canzoni più popolari dell'artista britannico, «anche per un artista come Clapton, che ha prodotto una gran mole di canzoni di alta qualità, Cocaine va annoverata tra le sue migliori produzioni». Questa versione, pubblicata con l'album del 1977 Slowhand e come singolo nel 1980, fu prodotta da Glyn Johns (che aveva collaborato anche con gli Who, con i Led Zeppelin e con i Rolling Stones) Il messaggio della canzone Clapton descrive Cocaine come una canzone contro la droga. «I fan ascoltano solo il refrain "She don't lie, cocaine" (

Parole di Ernesto

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Dice Ernesto che il pullman della gita scolastica lo vede come un grosso toro. La facciata è il muso, gli specchi retrovisori le corna. E lui lo cavalca come nelle antiche avventure, adesso che s'immerge negli ori di Ravenna, in tutto quel blu. A Ernesto il blu piace molto: lo affascina forse più del toro al quale, a sua volta, preferisce il bisonte, più selvatico e meno "toccato" dall'uomo. Al verbo "toccare", Ernesto si rattrappisce nel suo piccolo immenso corpo indifeso. E appunto la sua storia preferita è quella del bisonte blu. Storia, non leggenda, storia vera, indiana. Si chiama bisonte blu perché visibile solo al buio e ha il colore del cielo notturno. Chi lo cavalca vede tutto l'universo e non ha bisogno di mangiare né bere. Ernesto si tuffa nei mosaici ravennati con una naturalezza stupefatta. E' il suo mondo, lì ritrova tutte le sue lune. L'hanno diagnosticato sapiente autistico. Lui è solo lui. Al tempo stesso innocenza ed espansione.

cultura per pochi ( di nicchia ) o cultura per tutti ( di massa ) questo è il mio problema

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Video diretto da Fabio Luongo e girato a 3200 sul ghiacciaio della Val Senales. "Cenere" è tratta dall'album "C'è Gente Che Deve Dormire". di  marta   sui  tubi (  http://martasuitubi.it/  )  A volte egoisticamente, penso che tutto debba restare così. Che certe espressioni d'arte debbano rimanere di nicchia.Ma  poi ci ripenso e mi dico  ma  ....  sto dicendo   e che   sto a pensare ? 

decessi a seguito di infusioni di Tysabri per la sclerosi multipla

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 Ma  che   cazzo  a sperimentare  il metodo zamboni-salvi , certo  non va bene  per  tutti\e o  a volte  non riesce  al  primo tentativo ,  ma    è meglio questo  che  morire  per  effetti collaterali di  farmaci   che usi per  curarti   . come il caso  della  news   sotto riporta    ed  ignorata    forse  perchè non è una  notizia o perchè i casi sono pochi  oppure  perché la stampa  ufficiale  è soggetta  alle  lobby  delle case farmaceutiche  . Da  un mio contatto di fb  che soffre di sclerosi multipla   leggo questa  news   decessi a seguito di infusioni di Tysabri per la sclerosi multipla pubblicata da  StefaniAjò Melis  il giorno venerdì 23 marzo 2012 alle ore 0.14 TRADUZIONE CON GOOGLE 212 casi di PML e 46 decessi in pazienti con sclerosi multipla Tysabri a partire dal 1 Marzo, 2012 Biogen Idec hanno rilasciato gli ultimi dati per i casi di PML e di decessi a seguito di infusioni di Tysabri per la sclerosi multipla Al 1 ° marzo 2012, ci sono stati 212 casi di PM

Nuoro Prende a schiaffi in tribunale il figlio accusato di scippo

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Capisco e  anch'io avrei fatto una  cosa  simile come il padre   della vicenda  sotto riportata  sotto  . Se  a  certi ragazzini  oltre al dialogo  e alla severità   gli si desse   qualche ceffone  o sculacciata   come  me le davano da piccolo , ovviamente te  senza  abusarne  , altrimenti si finisce  ( esperienza  personale  )  di reagire  alla violenza   con la  violenza   o  d'essere  violenti  con  gli altri  o con se  stessi  .                                    Lo  so    che  passero  per  conservatore   e all'antica   e  forse  per  violento  ed  incoerente  visto  che   essendo passato dalla violenza  anche  di  reazione  , alla  non violenza   ma  l'andare  in direzione ostinata  e  contraria   fa parte    del mio carattere    fin dalla nascita e  non ho mai saputo   tenerlo  a freno   , neppure   nei momenti   in cui  sarebbe  stato necessario  perdendo  o  litigando  con  amici\ce  e  compagnidiviaggio -  compagnidistrada  . Ma   questo  è il prezzo  dell

NESSUNO E PROFETA IN PATRIA MA ALL'ESTERO SI IL CASO IL CASO DI " UOMO DI PEZZA " DEL GRUPPO LE ORME

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 Ringrazio di il compagno di squadra   Matteo tassinari     da  cui  ho tratto il post   con  video annesso   per  avermi fatto conoscere   un gruppo  a me  sconosciuto musicalmente    della scena  musicale italiana    negli anni  60\70  "Uomo di pezza". E' un album mitico del rock progressive italiano delle orme, considerate i Pink Folid italiani, insieme al Banco. Il brano è del 1972, è questo il primo anno in cui il gruppo può vantare al suo attivo uno dei più moderni strumenti offerti dalla tecnologia, il sintetizzatore! Il titolo di questo album, uomo di pezza. Nonostante manchi una trama che unisca le vicende descritte nei vari pezzi, si tratta dopo tutto di un album-concept. Dall’album fu estratto il 45 giri Gioco di bimba (retro: Figure di cartone), senza dubbio uno dei più popolari in tutta la carriera del gruppo. Curiosità: il brano "Uomo di pezza" è la colonna sonora della miniserie Il mostro di Firenze prodotta da Fox Crime nel 2009. Fu uno

Bimbi imitano Banda Magliana Fiumicino, timori a scuola e i genitori nsi preoccupano . ma lo facciano per cose più serie

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  fonte  unita  online  La serie tv di pochi anni fa “Romanzo criminale” con le malefatte – rivisitate – negli anni 80 della Banda della Magliana ha fatto epoca. E ha lasciato il segno nell'immaginazione. Talvolta, è già stato detto, con effetti di imitazione negativi, nonostante non fosse quella l'intenzione degli autori del serial. Emerge ora dalle cronache di Fiumicino che in una scuola elementare i piccoli maschi di otto – nove anni facevano  “Dandi”, del “Libanese”, del “Freddo”, minacciavano coetanei e prendevano di mira le bambine. E I genitori si sono allarmati. Dalle notizie pare tutto rientrato, ma è il fatto 'imitativo' di modelli criminali che suscita preoccupazioni in molti adulti.   I piccoli giocavano a fare i criminali. Da bambini, soprattutto nelle passate generazioni, i maschi giocavano regolarmente a soldati o cow boys, il punto che ha preccupato a Fiumicino però è come il gioco stesse prendendo. E che i modelli di quei piccoli – com

prefect day

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Era il 25 febbraio del 1975 quando Giorgio Ambrosoli scrisse queste parole in una lettera alla moglie Anna. Aveva appena completato la faticosa ricostruzione dello stato passivo della Banca privata italiana, cuore dell'impero di Michele Sindona, di cui la Banca d'Italia aveva disposto la liquidazione coatta. Intuiva che la sua vita da quel momento era a rischio ma era orgoglioso di quanto era riuscito a fare. Ambrosoli, che fu nominato commissario della Banca privata nel 1974, era un professionista milanese non molto in vista. Avvocato contro la volontà del padre, che avrebbe preferito una carriera in banca, sposato con tre figli, si era "fatto le ossa" nel 1964 con il fallimento della Sfi, una finanziaria "vicina" a Giuseppe Pella, pezzo da novanta democristiano. Il buco era di 70 miliardi delle lire di allora. Non un borghese qualunque Ambrosoli, cresciuto in un ambiente conservatore, da giovane aveva simpatizzato per l'Unione monarchica e per la Gioventù liberale. Era un borghese, sì, ma non qualunque. Era un eroe borghese, come lo dipinse Corrado Stajano in un bellissimo libro del 1991. Quando accettò l'incarico dal governatore Guido Carli, probabilmente non immaginava i guai cui sarebbe andato incontro. Ma gli bastò pochissimo per rendersi conto che dietro quel crac si nascondeva un intreccio di politica, finanza, poteri costituiti e poteri occulti, malavita. Giorno dopo giorno si imbatté in documenti che provavano come il bancarottiere siciliano fosse legato a filo doppio a politici di primo piano (Giulio Andreotti, soprattutto, e la sua corrente Dc, ma anche Amintore Fanfani), banchieri burattini (Ferdinando Ventriglia, Mario Barone, Roberto Calvi), uomini di chiesa troppo legati alle cose terrene (Paul Marcinkus e il suo Ior), torbidi manovratori della massoneria (Licio Gelli e la sua loggia P2 che fu scoperta solo parecchi anni dopo), magistrati manovrabili (Carmelo Spagnuolo, Antonio Alibrandi, Luciano Infelisi), capibastone della mafia. La "disinvoltura" della Ior e la crisi spirituale di Ambrosoli Umberto Ambrosoli è il figlio minore di Giorgio. Oggi ha poco meno di quarant'anni e ha dedicato Qualunque cosa succeda (Sironi) alla memoria di suo padre. È una meticolosa ricostruzione della vicenda Sindona, inquadrata nella storia dell'Italia di quegli anni, che però ha sullo sfondo la vita di una famiglia come molte altre: la sua. E così ciò di cui Giorgio Ambrosoli deve occuparsi nell'ambito del suo difficile lavoro di liquidatore di quell'impero del male, diventa anche un fatto privato. Scrive Umberto: «Toccare con mano la disinvoltura con la quale lo Ior ha operato assieme a Sindona genera in papà una sorta di imbarazzo, quasi una crisi della dimensione spirituale. Ma per noi tre continua a volere una formazione religiosa». Sembra di vederlo quest'uomo probo e credente che scopre come la gerarchia del Vaticano trafficasse con i peggiori lestofanti. E che si pone il problema: continuare o no ad allevare i figli nel rispetto dei valori di cui quelle persone dovrebbero essere i custodi? Ambrosoli era schivo ma sapeva anche parlar chiaro. Nell'aprile del 1977 replicò così, in un'intervista, alle accuse di incompetenza contenute in un esposto di Sindona contro di lui: «Sono uno specialista in crac bancari. Nel 1965 mi sono dovuto occupare del dissesto della Sfi; dieci anni dopo ho cominciato a mettere il naso nell'impero Sindona. Sarà un caso, ma ho sempre visto spuntare fuori nomi democristiani». Di Sindona sapeva tutto, pur senza averlo mai incontrato Non sopportava che i soldi dei contribuenti potessero servire per puntellare le traballanti sorti di Sindona. Nella sua relazione di commissario liquidatore commentò così un prestito effettuato dal Banco di Roma di Ventriglia alla Banca privata: «Sorprende e addolora che 100 milioni di dollari siano stati spesi da un'azienda pubblica, quale il Banco di Roma, quasi per nulla». Umberto Ambrosoli rivela anche che suo padre in qualche modo era attratto da Sindona di cui conosceva ormai tutto senza peraltro averlo mai incontrato: «È un uomo curioso papà: e ora è incuriosito dall'uomo Sindona. Da quattro anni è come se vivesse a contatto con lui, ogni giorno; ha sgarbugliato la matassa compatta che quello aveva creato; ha riconosciuto la sua intelligenza e abilità e il loro malizioso utilizzo, che certo non può stimare. Doti sprecate». Così, nel dicembre 1978, quando si reca a New York per rendere una testimonianza in tribunale, Ambrosoli passa davanti al Pierre, l'albergo dove sa che vive (agli arresti) colui che dopo pochi mesi lo farà uccidere da un sicario della mafia. Scrive sulla sua agenda: «Cerco inutilmente Michele Sindona passando davanti al Pierre».

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L'eroe borghese» raccontato dal figlio Umberto, figlio minore dell'avvocato milanese liquidatore dell'impero Sindona, ha dedicato alla memoria del padre un libro: "Qualunque cosa succeda" Sull'inserto culturale di questa settimana anche una riflessione di Remo Bodei sulla crisi delle democrazie liberali, preda del populismo «A quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito». Era il 25 febbraio del 1975 quando Giorgio Ambrosoliscrisse queste parole in una lettera alla moglie Anna. Aveva appena completato la faticosa ricostruzione dello stato passivo della Banca privata italiana, cuore dell'impero di Michele Sindona, di cui la Banca d'Italia aveva disposto la liquidazione coatta. Intuiva che la sua vita da quel momento era a rischio ma era orgoglioso di quanto era riuscito a fare. Ambrosoli, che fu nominato commissario della Banca privata nel 1974, era un professionista milanese non molto in vista. Avvo

Somebody That I Used to Know - Walk off the Earth (Gotye - Cover)

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l'antimafia dei mafiosi dalla porta accanto Ambrosoli escluso dal ricordo del padre. Criticò Formigoni

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due parole son.mo poche ed una è troppo per  commentare questa  schifezza mi limito  a questo  a  voi un ulteriore  commento   in merito alla storia  che  trovate  sotto  Alla commemorazione era presente la figlia Francesca, ma non il fratello Umberto che in un'intervista a Repubblica aveva attaccato il Pirellone dopo i recenti scandali giudiziari. "L'ufficio di presidenza, guidato dal leghista Davide Boni, non voleva che intervenisse" L'avvocato Giorgio Ambrosoli    La Regione Lombardia ricorda Giorgio Ambrosoli. Ma esclude dagli inviti suo figlio Umberto, reo di avere rilasciato due settimane fa  un’intervista a Repubblica in cui si è detto favorevole all’azzeramento della giunta Formigoni, dopo gli scandali giudiziari che hanno travolto la sua maggioranza. La commemorazione del liquidatore del Banco Ambrosiano, ucciso nel 1979 su ordine diMichele Sindona, si è svolta questa mattina all’auditorium Gaber del Pirellone. Un evento in occ

Dalla ditta di rottami all’impero miliardario: il sistema Ragosta tra hotel, clan e giudici . penetra in sardegna

Dalla ditta di rottami all’impero miliardario: il sistema Ragosta tra hotel, clan e giudici Scandalo sulla commissione tributaria di Napoli: la storia dei commercianti di ferro che, secondo l'accusa, riciclavano il denaro del clan camorristico dei Fabbroncino. Ma non solo: corruzione, favori, consulenze, assunzioni È il 15 gennaio 1993. Giuseppe Ragosta, detto Peppe ‘a balia, 52 anni, viene ammazzato a Pomigliano d’Arco, in via del Casotto, all’interno della sua ditta di rottamazione. Sono le sei di sera. I sicari feriscono anche il figlio trentenne,Giovanni. Giuseppe Ragosta, commerciante in ferro, negli anni Settanta era diventato famoso a San Giuseppe Vesuviano per aver affrontato e ucciso il “guappo” Riccardo Annunziata. Poi era finito in carcere, ma nessuno dei suoi vecchi compagni di cella lo associa a un qualche clan: non stava con Carmine Alfieri. Stava coi Fabbroncino? Forse, ma non è detto. In quel 1993, del resto, le famiglie di camorra vesuviane erano in dis

le mafie in sardegna 1

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dalla  nuova  sardegna  online del 19  ne del 20 marzo Camorra, sequestrato il palazzo che ospita l'Inps di Oristano La Guardia di finanza di Oristano ha posto sotto sequestro l’intero palazzo dove hanno sede gli uffici della sede provinciale dell’Inps. Il sequestro è stato eseguito nell'ambito dell’inchiesta sul gruppo campano Ragosta  La sede dell'Inps di Oristano                                                               ORISTANO. La Guardia di finanza di Oristano ha posto sotto sequestro l’intero palazzo dove hanno sede gli uffici della sede provinciale dell’Inps, nel quartiere San Nicola, alla periferia del capoluogo. Il sequestro segue un provvedimento esecutivo inserito nell’inchiesta sul gruppo campano Ragosta, impegnato tra l’altro nel settore immobiliare. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, questa mattina ha portato all’esecuzione da parte delle Fiamme gialle di 60 misure cautelari: 22 in carcere, 25 c

il mondo dei libri

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grazie  alla mia  cdv   facebookiana   Greta   ho scoperto    questa frase  dello scrittore   http://it.wikipedia.org/wiki/Elias_Canetti Ci sono libri che si posseggono da vent’anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sé di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent’anni, viene un momento in cui d’improvviso quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri d’un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione. Ora sappiamo perché lo abbiamo trattato con tante cerimonie. Doveva stare a lungo vicino a noi ; doveva viaggiare; doveva occupare posto; doveva essere un peso; ed adesso ha raggiunto lo scopo del suo viaggio, adesso si svela, adesso illumina i vent’anni trascorsi in cui è vissuto, muto, con noi. Non pot

Primavera

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Primavera, maestosa, superba e altera, sfuggita ormai in contrade di solitudine, lasci il tuo passo, discreto e troneggiante, in ricordi d'un ieri, in città malate, nel vapore dei nostri tenui desii.