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se non ti uccide il carnefice ed il femminicida ti uccide lo stato e l'opinione pubblica il caso di Barbara Bartolotti

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leggi  anche  Donna picchiata e ridotta in fin di vita racconta la sua storia ▷ "Chiedo giustizia di fronte a uno Stato che non c'è!" (radioradio.it) dal  gruppo   facebook   ColorPorpora   Barbara Bartolotti nel 2003 è stata colpita con martellate al cranio, coltellate all'addome (con perdita del feto che portava in grembo), calci e pugni al fine di sfigurarla, ed è stata data a fuoco da un collega geloso del fatto che lei avesse un marito e lo avesse rifiutato. La forza di questa donna l'ha portata a fingersi morta per poi scappare sulla tangenziale per chiedere aiuto, mentre era mezza carbonizzata. Dopo 10 giorni di coma, 6 mesi di ospedale, 27 interventi e la paura di morire è rinata più forte di prima.Il collega di lavoro avrebbe dovuto fare 25 anni di galera per tentato omicidio della donna. Reo confesso e dopo vari patteggiamenti, gli danno 4 anni di domiciliari. Con L’ indulto non ne ha scontato nemmeno uno. Lei non trova più lavoro: le dicono che non la v

Quella lezione di storia da ricordare di Alessandro Milan

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  Qualche mese fa ero in un liceo di Milano per dialogare con gli studenti durante l’autogestione. Avevo scelto di raccontare alcuni episodi della Resistenza durante la Seconda guerra mondiale. All’inizio dell’incontro ho chiesto dove fosse stato esposto il cadavere di Mussolini, il 29 aprile 1945. “Piazzale Loreto!”, mi hanno risposto in coro. “Bravi. Ora qualcuno mi sa dire perché è stato scelto proprio quel punto?” Davanti a me si sono materializzate facce stranite, occhi in cerca di un’imbeccata. Dopo qualche secondo, si sono alzate un paio di braccia. “Perché lì erano stati uccisi degli operai, mi pare” ha detto un ragazzo. Il 10 agosto 1944 a piazzale Loreto quindici uomini tra operai, impiegati, un poliziotto, un ingegnere e un insegnante furono trucidati da una delle squadre nere più fanatiche della repubblica di Salò Il  10 agosto 1944  incombeva su Milano un caldo afoso, nonostante il cielo limpido.  I fascisti scelsero piazzale Loreto come luogo dimostrativo , perché era lo

Don Pozzi, il partigiano di Dio che mise in salvo gli ebrei

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 stavo cercando storie    da   raccontare  anziché  riportare  i  soliti pipponi   non  basta  quando    ce ne  saranno    nella  settimana  della memoria  ed ho trovato  questa    https://www.avvenire.it/agora/pagine/ del     11 febbraio 2023   Gianni Santamaria Il parroco di Clivio, insieme al maresciallo della Finanza Cortile e alla signora Molinari organizzarono una rete clandestina per far espatriare i perseguitati. Un libro ricorda la vicenda di eroismo La rete da cui passavano gli ebrei a Clivio - Archivio Comune di Clivio Don Gilberto Pozzi - Archivio Comune di Clivio «Questa è una storia di finanzieri, di sacerdoti, di gente comune e di fuggiaschi. Una storia di perseguitati, di spie, di delatori, ma anche un racconto di grande solidarietà.  Quell’autunno del 1943, a Clivio, accaddero molte cose: pedinamenti, rapporti segreti, arresti e scelte determinanti nell’Italia divisa in due dopo l’8 settembre ». Già l’incipit del volume di  Gerardo Severino  e  Vincenzo Grienti ,  Il p

Una lettera chiusa in una bottiglia racconta la storia di Franco Cesana 13 anni il più giovane partigiano nella lotta di Liberazione

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In  risposta ad  Ignazio  la  Russa  ed  ai  suoi seguaci  che  dicono  chhe  la  costituzione  italiana   è  antifascista   :     “I giovani non sanno abbastanza per essere prudenti, e quindi tentano l'impossibile e lo ottengono, generazione dopo generazione”                                                             Pearl S. Buck ed è  proprio     partendo  da     questa  citazione    che   riprendo   la  storia   riporta  dalla  News Letters  di     Mario  Calabresi   Alle otto di mattina del 25 aprile il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, che coordinava le operazioni militari delle formazioni partigiane, manda ai milanesi un messaggio che passerà alla storia. La voce di Sandro Pertini, che nel 1978 diventerà Presidente della Repubblica, incita dalla radio all’insurrezione generale contro i nazifascisti. Quel giorno Milano viene liberata e quella sera Benito Mussolini fugge dalla città, travestito da soldato tedesco, ma due giorni dopo viene catturato dalla 52esima

ho incominciato a ridere e a vivere forte proprio andando incontro alla morte

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 colonna  sonora   Quando la morte avrà - Claudio Lolli Aspettando Godot  -  "      

Cesena, le negano lo smart working e va al lavoro a cavallo

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   da     repubblica   Tabita Gurioli ha percorso a cavallo circa 13 chilometri per andare a lavorare. E così spiega la provocazione: "Ho l'auto in officina, era mio diritto poter lavorare da casa, l'azienda lo permette. Un abuso negarmelo" Da Mensa Matellica, una frazione del comune di Ravenna, fino a Cesena. A cavallo. Il motivo? Le hanno negato lo smart working. "Avevo l'auto a riparare in officina dopo un incidente stradale, ho chiesto di lavorare da casa" ha raccontato Tabita Gurioli ai giornali locali. Una protesta, non verso l'istituto di credito dove lavora, tiene a precisare, ma piuttosto la poca flessibilità di chi, incaricato di gestire l’organizzazione dei turni di lavoro, non avrebbe preso in considerazione la sua difficoltà a raggiungere l’ufficio a causa di un imprevisto difficile da risolvere. Non avendo altri mezzi, Tabita Gurioli ha deciso di recarsi da dove abita alla sede cesenate di Credit Agricole, dove lavora, a cavallo percorr

Ci voleva l'uscita del ministro Lollobrigida per capire il significato di sostituzione etnica ?

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 Il mio dubbio   espresso nel titolo trova risposta nel fatto che  due filosofi opposti   Daniele carbini  Questa cosa   un ministro della repubblica italiana allora assale prepotente il senso del disgusto. Non esiste un’etnia italiana, la nostra straordinaria cultura (al pari di molte altre) è la naturale conseguenza di scambi, incontri e condivisione, di genti di ogni dove che hanno portato in queste terre un pezzo di ricchezza inestimabile, di un’umanità varia pregna di stimoli creativi, figli di molteplici influenze. Questa “purezza” italiana, questa supremazia bianca, mascherata con giustificazioni ridicole, certifica il persistere di un razzismo lascivo e profondo, fa schifo.          Invece di decantare l’orrore discriminatorio i ministri di un governo dovrebbero preoccuparsi di creare le condizioni per cui una coppia possa permettersi di avere dei figli, se lo desiderano. In troppi casi avere un figlio significa che una donna deve rinunciare al lavoro e alla carriera, oppure af

rispondo con Gianmaria Testa - Lasciami Andare a chi mi dice che non saluto

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Tamara De Fazio e la sua famiglia. non sono più soli. «Inondati da un affetto meraviglioso»

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  di cosa stiano parlando  Mariano ha nove anni e a causa di una malattia rarissima pesa 138 chili. Con i propri genitori, il piccolo viaggia per le cure necessarie, ma in Calabria non ha diritti e sua madre deve combattere ogni giorno perché gli siano riconosciuti.   segue  👇 https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2023/04/lodissea-di-tamara-de-fazio-e-della-sua.html Mariano e la sua famiglia non sono più soli. «Inondati da un affetto meraviglioso» La Regione, il Garante della salute, l’ortopedico Misiti e alcuni consiglieri regionali pronti ad aiutare il bimbo affetto da una malattia rara   Pubblicato il: 19/04/2023 – 6:42 di Emiliano Morrone LAMEZIA TERME   Ha smosso le acque   la recente intervista del  Corriere della Calabria  con Tamara De Fazio , la mamma di Mariano, il bimbo calabrese affetto da una malattia rara che l’ha portato a pesare 138 chili all’età di nove anni.  Anna Maria Stanganelli, Garante regionale della salute, ha contattato subito i genitori del b

come desponsabilizzarsi dalle accuse di razzismo Per i dirigenti Juve gli insulti razzistici erano “catartici”: scritto nero su bianco nel 2015

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Ma  come  si  fa    a sostenere  cose  del genere  ?  Anche  se    come  dice    dossier presentato dalla Juventus nell’autunno del 2015   dovesse  essere  vero   ciò non   una  giustificazione  per  evitare  di prendersi  le  proprie  responsabilità   di mancato  controllo    di tale teppaglia  . Infatti    da   Il Fatto Quotidiano 17 Apr 2023 PAOLO ZILIANI Ma come si permettono l’europa e il mondo di additare il nostro calcio come il più razzista e discriminatorio del “globo terracqueo” (cit. Meloni)? Ma che ne sanno loro degli sforzi profusi dai nostri club nell’impavido tentativo di sradicare dai nostri stadi razzismo e discriminazione? E dire che basterebbe andare in Google, scrivere “Colour? What colour? Relazione sulla lotta contro la discriminazione e il razzismo nel calcio”: e ci si troverebbe davanti alle 84 pagine del dossier presentato dalla Juventus nell’autunno del 2015. E sì, dopo averlo letto magari qualcuno potrebbe restare perplesso rispetto al tipo di riflessione sug

La storia di Giuseppe Cabras: il 95enne che proiettava i film nel cinema di Selargius ., Partorisce con cuore e polmoni schiacciati da un tumore: mamma e piccolo stanno bene

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La storia di Giuseppe Cabras: il 95enne che proiettava i film nel cinema di SelargiusAppesa al chiodo l’uniforme militare, a 20 anni ha iniziato a lavorare nelle sale cinematografiche                                                    Giuseppe Cabras, ieri e oggi (foto Serreli) Tutto è iniziato negli anni Quaranta. C’era da aprire il cinema Astoria, nella via Rossini, a Selargius , vicino alla torre della Piazza. Serviva un operatore patentato, uno insomma addetto alle proiezioni ma anche all’acquisto dei film. Un uomo con “patente” e di fiducia. Giuseppe Cabras, allora 20enne, oggi 95enne, questo patentino l’aveva conseguito dopo aver fatto il militare, superando un esame mica facile con una giuria composta anche da un vigile del fuoco, visto che le pellicole, allora, erano a forte rischio incendio. All’appuntamento con i proprietari si presentarono i cinque. La scelta cadde su Giuseppe Cabras. Non se ne sono di certo pentiti. Lui non solo proiettava i film ma andava in bici a Caglia