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Visualizzazione dei post con l'etichetta fanatismo

storie olimpiche IV parte Niente minuto di silenzio per Hiroshima,Il "piccolo" San Marino e la "enorme" India appaiati nel medagliere , Simone Biles sul podio, è bronzo alla trave: "Non siamo solo show, la salute mentale non va nascosta

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Leggi anche    olimpiadi tokyo 2021 le storie parte III il bellissimo gesto di timberi ( medagia d'oro salto in alto ) ed altre storie https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2021/07/storie-olimpiche-tokyo-202021-parte-2.html https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2021/07/storie-olimpiche-toyio-202021.html lo spettacolo non ha tempo per tali cose Niente minuto di silenzio per Hiroshima, l'imbarazzo ai Giochi dal nostro inviato Giampaolo Visetti (reuters) Il 6 agosto di 76 anni fa il bombardamento atomico, la richiesta dei sopravvissuti di fermare i Giochi per un minuto di commemorazione riapre le ferite sia all'interno che a livello internazionale TOKYO - "Se non ricordiamo Hiroshima durante le Olimpiadi in Giappone, non abbiamo il diritto di presentare i Giochi come la festa della pace". L'appello di Akiba Tadatoshi, ex sindaco della città distrutta dalla bomba atomica nel 1945, imbarazza sia la nazione che il Comitato olimpico inte

Treviso, marocchino cerca di dare fuoco alla figlia perché veste all'occidentale

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Ha cosparso il corpo della figlia di benzina e ha tentato di darle fuoco, perché si vestiva troppo all'occidentale. È successo ad Arcade, in provincia di Treviso e la ragazza, 15 anni deve la vita al caso: l'accendino del padre, di origini marocchine e residente da anni in Italia, si è inceppato. L'uomo è stato arrestato per maltrattamenti dopo che la madre della giovane si è rivolta ai servizi sociali denunciando l'episodio. Madre e figlia si trovano attualmente in un centro protetto. Tali persone andrebbero o espulse subito senza se o senza ma oppure un indottrinamento forzato alla cultura occidentale con gli stessi strumenti subiti dal protagonista di arancia meccanica  (  vedere foto sotto )

Si può essere vegani senza essere fondamentalisiti - fanatici ? secondo me si . Vegan. Un manifesto filosofico di Leonardo Caffo lo dimostra

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Una moda? Una dieta? Una protesta? Ci sono molti modi, oggi, di essere vegani. Il filosofo Leonardo Caffo, ospite di Corrado Augias in questa puntata di "Quante Storie", indica, lontano da ogni forma di fanatismo, una via al veganesimo consapevole e integrata nella società, attraverso la quale la decisione di non mangiare più qualcuno diventa il rifiuto a una logica commerciale che trasforma tutto in qualcosa. Un libro quello presentato nei  giorni scorsi   (  16\11\2018 )    nella trasmissione quante storie di Augias del filosofo Leonardo Caffo sul # veganesimo scritto in maniera " tollerante " e non fondamentalista \ fanatico ( esperienza con alcuni vegani ) con punte d'odio e mancanza di rispetto verso coloro che non lo sono . Concordo con lui quando dice "Il veganesimo cerca una soluzione al più ampio problema del capitalismo alimentare che, oltre a distruggere il pianeta, è incapace di distribuire

Un Averroè nella fabbrica dei jihadisti Ha visto cambiare i giovani in trent’anni di scuola a Molenbeek. Parla Abderraouf Znagui, professore musulmano

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per  approfondire  https://www.youtube.com/watch?v=8IcCC0fGkAU    dialogo  al  meeting di rimini  il 23 ago 2017  con Abderraouf Znagui, Insegnante di Religione a Molenbeek (Bruxelles); Luna El Maataui, Studentessa dell’Istituto “Carlo Emilio Gadda” di Fornovo di Taro.   dal post  sulla  nostra pagina   facebook   di Daniela  Tiscano   questo articolo interessante   di   @LeoneGrotti Tempi.it 15/9/2017 Quando un giovane musulmano si è presentato in classe con un foglio, il decalogo di tutto quello che le donne non potevano e non avrebbero dovuto fare, tra cui guidare, Abderraouf Znagui  (  foto  a  destra estratta  dal video citato all'inizio  del post   )   ha capito che qualcosa stava cambiando radicalmente. Il docente musulmano belga di origini marocchine insegnava religione islamica in una scuola pubblica di Molenbeek, il quartiere della capitale Bruxelles diventato tristemente famoso come “fabbrica di jihadisti”, nonché “hub internazionale del ter

NEI LORO OCCHI © Daniela Tuscano ed altre storie

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NEI LORO OCCHI Nessun salto di qualità. Nessun abisso di nefandezza. Nessun imbarbarimento. L'assassinio dei bambini è inscritto nel DNA del terrorismo fin dal principio. È, ammettiamolo, funzionale alla "causa". Se non l'abbiamo compreso, se solo adesso apriamo gli occhi, quelli dei bambini parlano da sempre. Ognuno uguale, ognuno diverso. Nei loro occhi brilla una sola luce. Lo sguardo di Saffie e Georgina, i primi nomi conosciuti delle vittime di Manchester, non differisce da quello di Cristina, la bimba cristiana di tre anni strappata alla madre da Daesh - paradigma di tutti i cristiani perseguitati in Medio Oriente, nella totale indifferenza degli occidentali - e mai più ritrovata. E non diverge da quello dei coetanei siriani, yemeniti o africani destinati a rimanere anonimi ma altrettanto veri, singolari e drammatici nella variegata uniformità.   Felici o disperati, languenti per la fame o atterriti dalla violenza, i bambini non appartengono a coor