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Giovanni Impastato scrive alla figlia di Messina Denaro: "Non ripudiare tuo padre, ma devi farlo pentire"

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 di cosa  e  di chi stiamo parlando    https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2023/01/lasciamo-in-pace-la-figlia-di-matteo.html "Lorenza non ha mai rinnegato il padre. La sfera dei loro rapporti è intangibile"   di Alessandra Ziniti 21 Gennaio 2023 Il fratello di Impastato: “Alziamo il velo sulla borghesia che per 30 anni ha coperto Messina Denaro”   dal nostro inviato Dario del Porto  20 Gennaio 2023 Al via i lavori di restauro del casolare dove fu ucciso Peppino Impastato   24 Gennaio 2023 Lettera aperta del fratello del giovane militante ucciso da Cosa nostra nel 1978: "Come te, anche io sono figlio di un mafioso. Ma Peppino è stato più coraggioso di me" Cara Lorenza, ti scrivo mentre cerco di immaginare cosa in questi giorni tu possa provare. Non sono sicuro di riuscirci, ma visto quello che anche io ho vissuto nella mia vita, credo di poter capire, se pur in parte, la tua situazione. Sono Giovanni Impastato, fratello di Peppino, un giovane militante uccis

Suzette Tartarone l'Anna Frank napoletana: trovate altre lettere dalla prigionia , L’anarchico Luigi Peotta, che non arrivò mai a Mauthausen e Walter Schellenberg, Ss morto a Torino: le esequie pagate da Chanel

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in  sottofondo Nomadi la canzone del bambino nel vento(Auschwitz) Ecco  le  ultime  tre  storie   e  con questo     è  tutto    ed  adesso  prima  del  grande  silenzio per  parafrasare  la  canzone     citata  in  sottofondo  questa  poesia   piena  di speranza     repubblica    27\1\2023 di   Paolo Popoli Suzette, l'Anna Frank napoletana: trovate altre lettere dalla prigionia A recuperarle Gaetano Bonelli, fondatore e direttore del Museo di Napoli "Carissimo babbo, sono lieta di avere tue buone notizie. Vedo che la tua vita si svolge sempre metodica, regolata come un orologio, come pure la mia e se continua così non sarò di ritorno a casa nemmeno per Natale del 2.000": inizia così una delle nuove lettere ritrovate di Suzette Tartarone, la " Anna Frank napoletana". Nove epistole, indirizzate al padre Alfredo nella casa di via Roma, scritte tra il 1941 e il 1942 nei campi di prigionia delle Marche: a recuperarle sul mercato antiquario è stato Gaetano Bonelli, fo

Si chiamava Diego, #DiegoValencia. © DanielaTuscano

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 Si chiamava Diego, #DiegoValencia. Era l'anziano sacrestano della chiesa di Nuestra Señora de La Palma, ad #Algeciras, ed è stato accoltellato a morte da un presunto #jihadista la sera del 25 gennaio, festa della #conversionedisanpaolo. Quanti Diego vivono una fede quotidiana e senza clamore, e quale voragine lasciano nel momento in cui civengono strappati via? L'indifferenza che ha circondato la notizia, come altre riguardanti i sempre più numerosi attacchi a chiese cristiane, indica l'irreversibile declino. Non del cristianesimo, ma del #nichilismo che ammorba le nostre società, incapace di suscitare passioni e motivi per vivere. Persone come Diego quella passione l'avevano, ed è grazie al loro agire silenzioso se il mondo non è ancora affossato. Ancora è attraversato da luci, da quella folgorante di #BiagioConte a quella più mite di Diego, cui non si fa caso, come al canto degli uccelli, ma il cui silenzio, a lungo andare, pesa come pietra. #cristianiperseguitatinel

Leone, la piuma del Ghetto. Il figlio Romolo e l'infanzia negata: "Sempre in fuga, ma riuscì a salvarmi"

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La giornata del 27 gennaio       si potrebbe riassumere la  battuta  che  trovate  sotto  ma   ho preferito   raccogliere    nel  post  d'oggi  la  storia    di    leone  efrati  (  foto   a  sinistra  )   un pugile italiano,  che  troviamo   tra le vittime  ebree romane  dell' Olocausto . con questa  battuta   Ma     ci sono    storie  bellissime    da  raccontare  su  tale  periodo appunto      come   quella  di  cui  parlavo  prima    repubblica    online   La storia di Efrati, il pugile che arrivò in cima al mondo prima di morire in un campo di concentramento raccontata in un libro. Il figlio ricorda quegli anni terribili, come sopravvisse e come fece condannare le due persone che lo fecero arrestare col padre                    di   Luigi Panella "Avevo sette anni ma è come se ne avessi avuti 15. Sempre in fuga, da un portone all'altro a cercare un posto dove dormire. Una volta bastò un minuto di distrazione e ci rubarono persino le coperte". Romolo Efra

Giornata della Memoria, parla Lucy Salani, la donna trans più anziana d’Italia, sopravvissuta a Dachau: «Ho 98 anni ma sono morta allora»

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continuando il proposito di cui avevo parlato nei post dell'anno scorso ovvero non esprimere pareri personali e "censurando" le mie emozioni onde ad evitare di cadere nela retorica lascio che a parlare siamo oi protagonisti che ancora sono rimasti i vita come in questo caso , ebrei e non ebrei . La storia che riporto oggi presa da L'Espresso (repubblica.it) e da altri siti che ora non ricordo Luciano che diventerà Lucy anche fisicamente solo a 58 anni, nasce nel 1924 a Fossano, vicino a Cuneo, da una famiglia antifascista, di origine emiliana che negli anni Trenta si trasferisce nel bolognese, dove Lucy affonda le sue radici. Con le mani nodose, gli occhi liquidi e l’ironia di chi ha sofferto molto ci fa entrare nel suo appartamento al secondo piano di un alloggio popolare e ci accompagna nelle notti della sua vita. Le attenzioni pedofile da parte del parroco da piccolissima: «Sento ancora i brividi a pensarci» rac

La forza del perdono il caso di Giuseppina Bakhita - DONNE E TRATTA: L’ALTRA BAKHITA da Diaconia "Santa Maria Egiziaca" in Bresso

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 il  gruppo      facebook Diaconia "Santa Maria Egiziaca" in Bresso  riporta  la  storia    Bakhita Fortunata Quascé, Alla forza del perdono che Giuseppina Bakhita attinge dall’incontro con Cristo si aggiunge il coraggio che Fortunata Bakhita Quascé attinge da Cristo per contrastare ostinatamente la schiavitù. Lei testimonia come una donna schiava che scopre la propria dignità divenga a sua volta “liberazione” per tante altre vittime. da https://www.combonifem.it/ DONNE E TRATTA: L’ALTRA BAKHITA Il 25 gennaio 2023 viene presentata a Roma la vita di Bakhita Fortunata Quascé, donna libera contro la schiavitù di  Paola Moggi Santa Bakhita è una religiosa sudanese dell’Ottocento, rapita da bambina in Darfur e venduta più volte come schiava. Nel 1882 viene comprata a Khartoum da Calisto Legnani, console italiano, che nel 1884, a causa della rivoluzione mahdista, lascia il Sudan e affida la ragazza a un suo amico che vive in Veneto. Lì  Bakhita  conosce le Suore canossiane di Ve

perchè parlo ancora della shoah e dell'olocausto nonostante sia un tema inflazionato e ormai diventato giornata palla

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 leggo   qualche      giorno fa      su  uno dei giornali  vecchi    che   uso  per  accendere  il  fuoco del  camino  che una  Liliana  Segre  particolarmente amareggiata quella che arriva a Palazzo Marino, a Milano, per presentare assieme al sindaco Beppe Sala le iniziative per il Giorno della Memoria  ha  dichiarato  "Quando uno vecchio come me, che ha visto prima l'orrore, e poi, arriva a sentire che si nega addirittura quel che è stato la coscienza si sveglia. Dopo che sei stato silenzioso, ammalato, non capito, a un certo punto succede che non si sia mai contenti, che si diventi pessimista. E che si ritenga che fra qualche anno, della Shoah ci sarà una riga sui libri di storia, e poi nemmeno quella".  [...] Capisco che la gente dice da anni "basta con questi ebrei, che cosa noiosa". [...]  "Il giorno della Memoria è inflazionato, la gente è stufa di sentire parlare degli ebrei. il mio  commento  a  caldo  /d'istinto ( che poi  non lo è  se leggete