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La ragazza Carla, una Anna Frank “bolognese” dai tulipani al lager

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  La ragazza Carla, una Anna Frank “bolognese” dai tulipani al lager Simons amò un prof. italiano: perciò il diario è stato ritrovato qui. Per caso Il Fatto Quotidiano 19 Jan 2023 » Sarah Buono Morta ad Auschwitz Carla Simons (1903-1943) Nella scena iniziale di Voglio vivere, pubblicato alla fine del 1939, la protagonista arriva in stazione appena in tempo per vedere allontanarsi in treno il proprio amato. È un addio o forse un arrivederci, sicuramente un anticipo di futuro: qualche anno dopo è la stessa autrice a salire su un treno che la porterà lontano dai suoi cari. Ad Auschwitz, nel campo di concentramento nazista dove morirà solo quattro mesi dopo.   QUESTA È LA STORIA di Carla Simons, una scrittrice e traduttrice di Amsterdam la cui vita è stata, almeno finora, sconosciuta ai più. Una copia di un suo diario, 150 fogli in tutto, è riemersa di recente durante il riordino dell’archivio della medievista “Romana Guarnieri”, custodito dalla Fondazione Lercaro di Bologna. Il testo, di

Si innamora di una donna sui social, perde il suo contatto e va in paese con un cartello: «Valentina, chiamami»

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Il classico ago in un pagliaio come se diceva un tempo . Se avesse avuto o una foto o il cognome potevano esserci due soluzioni che con me hanno funzionato al 90 % : la ricerca su pagine bianche , chiamare se non ha l'indirizzo civico , tutte le persone con quel cognome alla fine trovi la famiglia o qualche suo parente e gli dai il tuo numero e ti fai richiamare o sei hai .... la persona stessa ., se hai una sua foto va sulle pagine fb : sei di se ,.. o simili del paese in questione e metti li una sua foto scrivendo cerco questa persona con cui ho perso il contatto . Ma credo ch possa anche funzionare facendo la stessa cosa che ha fatto andando , come dice l'articolo sotto in giro , come un uomo sandwich da leggo      •   9 h fa 20 30 Si innamora di una donna sui social, perde il suo contatto e va in paese con un cartello: «Valentina, chiamami» © Internet (altro) Ha superato la fredda distanza di  Internet  e dei  social , alla ricerca della 

Cartellino bianco in Portogallo: l’arbitro esalta il gesto di fairplay e il pubblico esulta .,

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  È successo durante il derby femminile Benfica e Sporting Lisbona valido per la coppa di Portogallo femminile  CorriereTv    Un momento di fairplay che l’arbitro ha voluto premiare in modo ufficiale. È successo sabato 21 gennaio durante la sfida di calcio femminile tra Benfica e Sporting Lisbona, valida per la coppa di Portogallo femminile. Al 43mo la partita viene interrotta per permettere al personale medico di assistere uno spettatore che si è sentito male sugli spalti. Anche i team medici delle due squadre si mobilitano e lasciano le panchine per accertarsi delle condizioni del tifoso. Al loro rientro in campo, i medici vengono applauditi. E l’arbitro Catarina Campos li “ammonisce” con un cartellino bianco: si tratta però di una nota di merito per evidenziare il gesto di fairplay, mai visto finora su un campo di calcio professionistico. Entusiasmo da parte del pubblico, esploso in un’ovazione a sostegno al gesto dell’arbitro, ma soprattutto del lavoro dei due team medici. incuri

non si finisce mai d'apprendere particolari scioccanti sulla shoah e sull'olocausto . la storia di elena colombo la prima bambina unico caso documentato in tutta la Shoah italiana. che affrontò da sola deportazione e sterminio che

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leggendo delle varie iniziative  della   settimana della menoria    per ricordare anche a bambini ed i ragazzi , d'altronde è proprio su di loro che dobbiamo puntare perché certe brutalità non si ripetano , la shoah ed l'olocausto , ho letto che Il 27  gennaio su Rai 3, Rai Gulp e disponibile su Rai Play, andrà in onda “La cartolina di Elena“, una produzione originale Rai che racconta la storia di Elena  colombo   (  foto    sotto  al centro  presa  dall'account  fb di  Rondolino )  una ragazzina ebrea torinese,  la  prima    documentata   deportata  da  sola   nel ’44 ad Auschwitz  e  finita  subito nella  camera  a Gas  . immagini  dell'opera  in questione  Dal " bugiardino  "   della  rai  ecco  alcune   notizie   . Uno speciale tv inedito, dedicato a ragazzi e famiglie, per il Giorno della Memoria della Shoah, in animazione e live action, prodotto da Rai Kids e Stand by me. "La cartolina di Elena" racconta la storia

lasciamo in pace Lorenza Alagna la figlia di Matteo Messina Denaro non tutti\e hanno il coraggio di fare cento passi

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DI COSA STIAMO PARLANDO   Lorenza Alagna , figlia di Francesca, è l'unica figlia ufficiale del boss arrestato dopo 30 anni di latitanza e fino al 2013 viveva nella casa della nonna paterna con la madre, poi insieme hanno deciso di andare a vivere altrove. Francesca, che porta il cognome materno,  abita a Castelvetrano e il 14 luglio 2021 ha partorito un bimbo che non si chiama come il nonno. Non ha tutti i torti i legale della ragazza , Franco Lo Sciuto , che dice e chiede  [... ] La sfera del rapporto padre-figlia è intangibile e insindacabile, e, come tale, deve rimanere rigorosamente riservata - continua il legale - Non possono, pertanto, tollerarsi indebite intromissioni nella sfera di questi rapporti, le cui dinamiche devono restare estranee alle cronache ed alle critiche da parte di giornalisti, sociologi, opinionisti, mass-mediologi e di tutte quelle figure che, a vario titolo, dispensano sapere e giudizi sui mass-media. Ogni ulteriore intervento sul punto

Addio buio, nebbie... di Donatella@Camatta

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                   Addio buio, nebbie Non pensare che la nebbia non mi sfiori ma c'e' sempre l'anima che m'illumina e il cuore che mi guida ! Credi all'arte divina che hai dentro sfoglia il tuo libro segreto dei sentimenti, risultato appare luminoso il sereno arriva immacolato e un sorriso si appoggerà sul tuo volto addio buio, nebbie tutti i diritti Donatella@Camatta

l'identità non dev'essere confusa con folkore

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Uno scritto    interessante  di Stefania     Calledda   Quando da volontaria faccio divulgazione della cultura sarda, non m'interessa un approccio folkloristico e nostalgico della tradizione. Io credo che "la Sardegna è un'altra cosa", che oggi i sardi concorrono al progresso o regresso della società, che sono pienamente cittadini del mondo e spesso occupano cariche apicali, istituzionali e strategiche: è ora di finirla con "i sardi vessati poverini", piuttosto è dalla coscienza della propria storica condizione che oggi è possibile emanciparsi, ma non vedo nella classe dirigente sarda un moto perlomeno di orgoglio, e per quanto riguarda le classi subalterne vige una passività spaventosa. Se questo atteggiamento è sicuramente generalizzabile, pesa di più dove lo sviluppo è rallentato o assente. In altre parole la tradizione è per i turisti, ma io non voglio essere turista della e nella Sardegna. Le  do    ragione pur  non essendo  :  Sardo d'oltre mare *

Non sopportiamo più il silenzio di massimo fini

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  Voglio che stian tutti zitti ” (Sono stanco , Bruno Martino)  “Sopra le nuvole c’è il sereno… ma noi siamo qui tra le cose di tutti giorni” ( Aria di neve,   Sergio Endrigo)   “Dio è nel silenzio” ha detto di recente Papa Bergoglio contraddicendosi in re ipsa. Ma “noi siamo qui fra le cose di tutti i giorni” sommersi da un fracasso  infernale  (è il caso di dirlo). Non siamo più, capaci di sopportare il silenzio. Quando esce una bara dalla chiesa applaudiamo, applaudiamo che cosa? Che quello è morto? Quando negli stadi si chiede un minuto di silenzio è molto difficile che sia rispettato, si vede benissimo che gli spettatori fremono, non aspettano altro che finisca e l’arbitro, prudentemente, accorcia  La società industriale vive sul fracasso e del fracasso, un fracasso continuo, costante, insopprimibile: il rumore incessante, continuo delle auto, delle moto, della televisione, della radio, dei talk, dove individui senza qualità si accapigliano sul nulla, della musica sparata a palla

Due vite a confonto

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Ricordo di Willy Monteiro di Lorenzo Tosa

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 La notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 Willy Monteiro Duarte, 21 anni, aveva appena finito il proprio turno come aiuto-cuoco per trascorrere una serata con gli amici a Colleferro, un quarto d’ora d’auto dalla sua Paliano.All’interno del locale Mario Pincarelli molesta una ragazza e il fidanzato di lei reagisce. Ne nasce una lite, che poi degenera in rissa nella piazza centrale del paese. In difficoltà, Pincarelli e il suo amico Francesco Belleggia chiamano a rinforzo i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, due criminali locali esperti di MMA con precedenti per lesioni e spaccio.Quando Willy vede il pestaggio, violentissimo, riconosce nel ragazzo a terra inerme un amico, Samuele. A quel punto fa la cosa per lui più naturale - e per tutti meno scontata - del mondo: interviene per soccorrerlo, si mette in mezzo, lo aiuta a rialzarsi. Inrisposta, viene massacrato di botte dai fratelli Bianchi con pugni e calci talmente forti al torace da provocargli fibrillazioni ventricolari e poi l’arrest

Crosby, un'Odissea americana di © Daniela Tuscano

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Alla fine, incredibile ma vero, il traguardo degli 80 l'aveva raggiunto pure lui. L'aveva addirittura superato d'un pelo, come Ulisse dopo aver avvistato il monte del Purgatorio. E hai voglia a dannarlo nelle Malebolge, intanto l'inosabile l'aveva acciuffato, coi suoi occhi umani, eternando l'attimo. David Crosby è stato l'eroe di un'Odissea americana, sognata, sognante, ma con un lascito di cruda malinconia.  Uno dei primi successi recava un titolo europeo, francese, "Déjà vu", peraltro legato ad alterazioni transoceaniche. Ma Crosby non fu solo sesso, droga e rock'n'roll. Come Ulisse si perdette e sbalestrò, si riprese, ricominciò e cadde. Gli ultimi tempi voleva tornare "per l'alto mare aperto" ma si era poi arreso all'età e alla ragione. Déjà vu anche per questo senso del limite, oggi così raro, e in fondo eroico; non si è indispensabili anche perché lui, nel tempo, aveva già fissato i suoi capolavori. Due su tutti

Edith Stein, cristiana perché ebrea di © Daniela Tuscano

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Ecco perchè pur  non essendo  ebreo   ricordo la  shoah  .  Ma  non intendo cristianizzare la Shoah. La Shoah appartiene agli ebrei e alla loro storia. La  figura  di  Edith Stein  fu una santa cattolica, una filosofa, una monaca carmelitana ed è giusto dedicarle una memoria specifica. Ma, al tempo stesso, la Shoah riguarda tutti noi. Lo sterminio d’un popolo è stato dettato dall’odio inestinguibile nei confronti di chiunque apparisse “diverso/a” dalla maggioranza e quindi espulso/a dal consesso umano. L’odio per gli ebrei, pur nella sua irripetibile specificità, comprende tutti gli altri razzismi, il bellicismo, la misoginia,l’odio verso i disabili, l’omofobia ecc. Edith Stein ha riassunto tutto questo. Il suo percorso è stato sicuramente cristologico. Ma solo nella misura in cui Cristo, attraverso lei, è stato restituito alla sua vicenda umana. Se Edith si è “cristificata”,Cristo si è “gesuizzato”. Oggi non separiamo più Cristo dal suo ebraismo (né c'è lecito farlo), e questo è u