8.2.16

Foibe: la verità e la memoria a 360 contro il revisionismo storico

deliberatamente    tratto  da  http://contropiano.org/documenti/item/29078-foibe-la-verita-contro-il-revisionismo-storico       Di cui   :
condivido
 La " lotta  "  al revisionismo (   ne post  in neretto  e sottolineati la  si  nota  )   che è alla base  della maggior parte delle celebrazioni   specie quelle ufficiali della   giornata del ricordo . E la creazione  di una memnoria condivisa   senza  prima  aver  fatto i  conti con il proprio passato  e senza essersi liberati    di un  uso politico \  ideologico  - strumentale della  storia  .
Non condivido (    nei corsivi  del post  si puo' notare  )  la mancanza  da ambo le  parti  , in questo caso a sinistra  ,  di sminuire   e   dare le responsabilità  ad  un parte sola  a tali eventi  ormai storia  ma   la cui ferità   è ancora  aperta     





In coincidenza del 10 febbraio assistiamo ad indecorose iniziative ed interventi sulla 'questione foibe' che non riflettono la verità e le documentazioni storiche, bensì manifestano posizioni strumentali e storicamente prive di ogni fondamento tipiche del revanscismo nazionalista che ha sempre ispirato i fascisti di ogni risma ed oggi lambisce ampi settori del “centro-sinistra”.In questi anni il revisionismo (di destra e di “sinistra”) ha fatto carte false pur di deformare, falsificare e cancellare la storia. Nel nome della “pacificazione” e della costruzione di un’artificiosa “memoria condivisa” viene condotta una campagna di stravolgimento della verità storica, tesa alla sistematica assoluzione del fascismo e alla denigrazione di chi lo ha realmente combattuto - in particolare dei comunisti, i quali ebbero secondo  alcuni storici , un ruolo fondamentale nell’antifascismo e nella Resistenza - arrivando alla vergogna di mettere sullo stesso piano nazi-fascisti ed antifascisti, repubblichini e partigiani, combattenti per la libertà ed oppressori o, peggio ancora, presentando i carnefici come vittime e martiri e i perseguitati come aggressori.
Con l’istituzione della “Giornata del Ricordo” del 10 febbraio, questa campagna ha avuto anche il suo appuntamento ufficiale in cui i cosiddetti “infoibati” vengono presentati come martiri “solo perché italiani” . Si tenta cinicamente di sfruttare il sentimento d’appartenenza nazionale per riproporre l’infame connubio tra fascismo e Italia e una visione nazionalista e sciovinista della storia e della realtà. Il tutto avallato dall'ex presidente della Repubblica Napolitano, che non solo ha straparlato di barbarie ed espansionismo slavo nel definire il movimento partigiano sul confine orientale (che, vogliamo ribadire, fu italiano, sloveno e croato) dimenticando   le  violenze  e le  atrocità  commesse dai  noi italiani , ma ha anche concesso medaglie ai familiari dei presunti “martiri dell’italianità”, tra cui, ad esempio, Vincenzo Serrentino, giustiziato dopo regolare processo in quanto criminale di guerra ricercato dalle Nazioni Unite.
Questa ri-scrittura della storia è, tra l'altro, funzionale allo sdoganamento politico e ideologico delle attuali organizzazioni fasciste e della destra radicale, che sono considerate ormai, da parte del centro-destra e non solo, come partner politici ed elettorali del tutto legittimi.Queste formazioni sono facili strumenti da utilizzare contro i movimenti politici e sociali non omologati e non compatibili con l’attuale sistema politico, come dimostra il crescendo di azioni squadristiche sempre più gravi come Molto grave è il fatto che in questi giorni i prefetti e i questori di alcune città autorizzino iniziative sulle foibe promosse da organizzazioni fasciste e di estrema destra come casa Pound e Forza Nuova. Questi burocrati dello stato disattendono tutte le disposizioni legislative che impediscono attività e riti di stampo fascista.
Si ignora sistematicamente quanto la DOCUMENTAZIONE STORICA ci consegna  di quello che  è successo prima   della reazione , non giustificata perchè cosi si passo dala parte della ragione  al torto , slava e poi  del regime di Tito  . 
Alla fine della Prima Guerra Mondiale, con il Trattato di Rapallo (1920) e poi quello di Roma (1924), l’Italia acquisì sul suo confine orientale un territorio nel quale abitavano quasi 500.000 tra sloveni e croati. Con l’avvento del fascismo iniziò un processo di assimilazione forzata: vennero progressivamente eliminate tutte le istituzioni slovene e croate, le scuole furono italianizzate, gli insegnanti licenziati o costretti ad emigrare, vennero posti limiti all’accesso degli sloveni nei pubblici impieghi, cambiati i nomi dei luoghi. Questo generò una prima ondata di sentimento anti-italiano.Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1941 il regime fascista e quello nazista attaccarono e occuparono quasi tutta la Jugoslavia, lasciandosi andare a uccisioni e brutalità di ogni genere. Vennero approntati, sia nel territorio italiano che in quello jugoslavo occupato, un gran numero di campi di concentramento, nei quali oltre ai detenuti di etnia slava vennero spesso rinchiusi anche migliaia di antifascisti italiani e stranieri di varie nazionalità. Gran parte degli slavi, fra cui anche vecchi, donne e bambini, trovarono la morte per inedia, malattie, torture o soppressione fisica, come peraltro espressamente richiesto da Mussolini, che chiedeva «l’annientamento di uomini e cose».I primi partigiani jugoslavi iniziarono la loro lotta antifascista sin dal luglio 1941. I nazifascisti tentarono inutilmente in tre riprese il loro annientamento. Il primo tentativo fu realizzato nell’ottobre 1941 e si avvalse anche di vere e proprie azioni terroristiche verso i civili (ad esempio l’eccidio nazista di 7000 abitanti di Kragujevac). Il secondo fu attuato nel marzo 1942, quando il Comando superiore armate Slovenia e Dalmazia (poi detto Supersloda) inviò a tutti i reparti la circolare 3C. Questa circolare conteneva ordini di una ferocia inaudita come, ad esempio: “Internare, a titolo protettivo, precauzionale e repressivo, individui, famiglie, categorie di individui delle città e delle campagne e, se occorre, intere popolazioni di villaggi e zone rurali; si sappia bene che eccessi di reazione, compiuti in buona fede, non verranno perseguiti. Perseguiti invece, inesorabilmente, saranno coloro che dimostreranno timidezza e ignavia”. La terza grande offensiva si svolse nell’estate 1942, sotto la direzione del generale Mario Roatta, e si concluse, come gli altri due tentativi, con grandi massacri di civili, ma senza riuscire a scalfire la forza e il coraggio dei partigiani jugoslavi, ai quali si univano molti partigiani italiani di orientamento comunista.Si preferisce non ricordare le migliaia e migliaia di civili jugoslavi trucidati dalle truppe italiane nell’ex-Jugoslavia, occupata dal 6 aprile 1941 fino all' 8 settembre del 1943; si ignorano le migliaia di civili (donne, vecchi e bambini) morti nei campi di concentramento fascisti ad Arbe, a Gonars e in altri campi del centro-nord Italia ( per ulteriori approfondimenti  si puo' consultare la bibliografia proposta  da    http://www.laltralombardia.it/public/docs/biblio.html)
Si  cancellano dai libri di storia e dalle commemorazioni le violenze sistematiche subite in Istria dalla popolazione locale indigena nel corso dell’occupazione fascista (distruzione di Centri culturali e  italianizzazione forzata dei cognomi slavi, imposizione della lingua italiana ecc...)Si arriva a falsificare la realtà fino a moltiplicare il numero degli infoibati (fra cui moltissimi gerarchi fascisti e collaborazionisti macchiatisi di gravissimi delitti e violenze) e degli esuli, sparando cifre a casaccio e manipolando la documentazione e la ricerca storica, come hanno dimostrato con i loro studi alcuni storici e ricercatori quali Enzo Collotti, Alessandra Kersevan e Claudia Cernigoi. Ad esempio, i 500 infoibati istriani (numero documentato da recenti ricerche) diventano 4 o 5 mila e per alcuni addirittura 30.000 e così a seguire con altre foibe, come quella di Basovizza.Non si contestualizzano mai i fatti, quasi che le “foibe” fossero un dato impazzito della realtà da usare per la bieca propaganda politica. Perché si vuole speculare sul sangue, sul dolore e sulle vittime di una guerra la cui totale responsabilità ricade sui nazi-fascisti aggressori?
In realtà si tenta di sfruttare cinicamente il sentimento di appartenenza nazionale per riproporre l’infame connubio tra fascismo e Italia, con una visione nazionalista e sciovinista della storia e della realtà.
Si vuole affermare e perpetuare il luogo comune di “italiani brava gente”, ignorando che “dall’unità del nostro paese fino alla fine della seconda guerra mondiale, oltre all’aggressione della Jugoslavia, si sono verificati molti episodi nei quali gli italiani si sono rivelati capaci di indicibili crudeltà.”( dalla quarta di copertina del libro di Angelo Del Boca “Italiani brava gente?”).

Fra gli episodi, sempre citati da Angelo Del Boca, professore dell’Università di Torino considerato il maggior storico del colonialismo italiano, troviamo: 1000 ostaggi fucilati dall’esercito italiano nel territorio di Lubiana (ex-Jugoslavia) tra il 1941 e il 1943, 35.000 persone deportate in Italia nei campi di concentramento, di cui 4.500 morte nel campo dell’isola di Arbe; le deportazioni in Italia di migliaia di libici, lo schiavismo applicato in Somalia lungo i grandi fiumi, l’impiego in Etiopia dell’iprite e di altre armi chimiche proibite che hanno procurato migliaia di morti e devastazioni indicibili, lo sterminio di duemila monaci nella città conventuale di Debrà Libanos (Etiopia), la consegna ai nazisti, da parte dei repubblichini-fascisti, di migliaia di ebrei votati a sicura morte (Italiani, brava gente? di Angelo del Boca- Ed. Neri Pozza pag.318 ). E’ vero che nel corso dell’ultimo secolo altri popoli si sono macchiati di violenze e nefandezze a danno di altri quasi in ogni parte del mondo. Tuttavia solo gli italiani hanno pervicacemente tentato (almeno la storiografia ufficiale) di gettare un velo sulle pagine nere della loro storia, ricorrendo ossessivamente ad uno strumento auto consolatorio: il mito degli “italiani brava gente”. Dietro questo buonismo, in realtà, si sono consumati i crimini peggiori e gli eccidi più barbari...”
Moltissimi capi militari italiani, fra cui i generali Graziani, Badoglio e Roatta, sono stati considerati dalle istanze internazionali criminali di guerra per gli eccidi ordinati e compiuti in Jugoslavia e in Africa orientale (Etiopia, Somalia) e Libia. Ma non hanno mai pagato, perché i governi post-resistenziali non concessero mai l’estradizione, in nome di cinici equilibri internazionali.

La cosiddetta “questione delle foibe”(le foibe - dal latino ‘fovea’ che significa fossa, incavo, apertura del terreno - sono delle cavità naturali per lo più a forma di imbuto rovesciato tipiche del territorio istriano) è stata un po’ il punto di partenza della campagna di denigrazione della Resistenza nel suo insieme. Mentre a Trieste, ed in genere nelle regioni del Nordest, la destra nazionalfascista ha sempre tirato fuori le “foibe” come uno dei propri cavalli di battaglia per propagandare l’anticomunisno e l’odio etnico e politico contro la Jugoslavia, è solo negli ultimi anni che il fenomeno è esploso a livello nazionale, coinvolgendo nella non comprensione del fenomeno anche esponenti della sinistra, arrivando addirittura alle posizioni estreme della dirigenza di Rifondazione comunista bertinottiana che, pur non conoscendo assolutamente l’entità dei fatti, si è arrogata il diritto di condannare senza appello la Resistenza jugoslava, ed i partigiani italiani che con essa hanno collaborato, per dei presunti “crimini” dei quali non solo non vi è prova, ma che dalle risultanze storiche risultano addirittura non avvenutiIl problema è che di “foibe” si è parlato finora molto, ma a livello di sola propaganda e a spropositoPer decenni si è parlato di “migliaia di infoibati sol perché italiani”, senza che i propagandisti esibissero le prove di questo loro dire. Per decenni i propagandisti hanno scritto e riscritto sempre le stesse cose, citandosi l’un l’altro e non producendo alcun documento ad avvalorare quanto da loro asserito. Si è giunti, nel corso degli ultimi anni, al fatto che questo “si dice” senza alcun valore storico sia stato avvalorato anche da storici considerati “seri” e “professionali”, in quanto facenti parte degli Istituti storici della Resistenza…”
E' utile ricordare, inoltre, la posizione di Giorgio Bocca: “L'argomento dei campi di concentramento fascisti è pochissimo conosciuto a livello di opinione pubblica ed è per questa scarsa conoscenza che personaggi come Silvio Berlusconi possono dire che Benito Mussolini mandava i suoi oppositori in vacanza. Il gioco dei morti è francamente inaccettabile quando risponde a un opportunismo politico come quello attualissimo dei neo fascisti, nipotini di Salò, e allievi di Giorgio Almirante.
Ed è inaccettabile anche l'uso sacrale che si fa dei morti per dimostrare che le idee per cui morirono gli uni valgono come quelle per cui morirono gli altri.
Nel caso italiano non si tratta di recuperare la storia dei vinti e di correggere quella dei vincitori, ma di ricordare che se si fossero scambiati i ruoli noi non saremmo qui a parlarne, saremmo finiti in massa in qualche lager o in qualche camera a gas e per il lungo futuro del Terzo Reich noi e i nostri figli e nipoti saremmo vissuti, ove non eliminati, in una società barbarica. Altro che vaghe e passeggere distinzioni fra diverse bandiere, diverse idee, diverse utopie: la scelta era fra la schiavitù razzista e la libertà civile, fra la fedeltà cieca alla tirannia e i diritti umani. La pietà verso i morti è antica come il diritto dei loro parenti e amici a ricordarli, ma la pubblica celebrazione coinvolge un giudizio sulle loro azioni da vivi e la celebrazione di quanti, fino all'ultimo, stettero dalla parte del Reich nazista è celebrazione del nazismo”.
Con la giornata del 10 febbraio si istituzionalizza la mitologia di una popolazione italiana cacciata dalla sua terra, quando in realtà i territori dell’Istria e della Dalmazia, che con la Prima Guerra Mondiale l’Italia aveva occupato militarmente, non erano mai stati abitati da popolazioni italiane, se non in minima parte. Dagli anni ’20 il fascismo pianificò e scatenò una violenta campagna volta ad imporre forzatamente l’ “italianità” alla popolazione jugoslava. Quando si parla degli esuli italiani dell’Istria e della Dalmazia, secondo certa   storiiografia  idiota  di sinistra  che ancora  continua a confonderli  con il fascismo  (  vedi   il vergognoso  episodio   del " il treno della vergogna ")  non si deve dimenticare che gran parte di questi erano stati impiantati in quei territori artificiosamente dal fascismo e spesso del regime erano stati collaboratori attivi. I fascisti da sempre hanno cercato di far passare la tesi dello scontro tra italiani e jugoslavi; in realtà nella Venezia Giulia vi è stata una resistenza forte e radicata in cui alcune formazioni partigiane jugoslave e italiane operavano congiuntamente contro i nazifascisti (italiani, tedeschi e jugoslavi). La celebrazione menzognera delle foibe cui stiamo assistendo si inquadra in una più ampia campagna di denigrazione della resistenza: la classe dominante (oggi rappresentata dal governo Renzi - Alfano ) promuove il revisionismo storico nelle scuole, nelle università, mette in piedi enormi operazioni di intossicazione e manipolazione dell’opinione e delle coscienze. Ne consegue che il principale nemico, in questa lotta, sono: l’intellettuale asservito alla manipolazione della storia, il consigliere comunale che asseconda lo sporco teatrino partecipando a questa o quella commemorazione e l’attuale governo che, in linea con i suo predecessori, promuove la celebrazione della giornata della falsità. All’operazione portata avanti dalla classe dominante, si unisce l’azione di gruppuscoli neofascisti.
Oggi si tratta di contribuire al contrasto del revisionismo storico, superando un'impostazione puramente difensiva della 'questione foibe' e dare una risposta culturale e politica determinata e documentata contro le menzogne e le falsità di forze reazionarie e revisioniste dell'area così detta “democratica”.
Si tratta, cioè, di:
- dare una prospettiva di lettura critica basata sui fatti della storia e della realtà, con particolare riferimento alle avventure coloniali e imperiali dell’Italia prefascista e fascista;
- ricordare  a  360   ovvero  ricordare  anche   quello che   è successo prima  e   ha   detterminato  le   foibe  e poi  l'esodo  ma  anche   il silenzio    rotto ad  iniziare  dal  1998   in un dibattito pubblico fra  Fini e Violanmte     che ha portato alla giornata  del 10 febbraio nel  2004   e  una commissione di studio mista   Croato -Italiana    nel 2010\11

APPUNTI PER UN'ORESTIADE FALLITA - Affabulazione "pasoliniana" su un femminicidio di © Daniela Tuscano



per approfondire





Gela, 1987. Liborio, un bambino di sei anni, torna da scuola e non trova più mamma Rosaria. Mamma è giovane, 22 anni appena, il viso inghirlandato da riccioli, un sorriso immediato, come quello degli adolescenti. Ma, come gli adolescenti, ingannevole. Che nei tratti ancor puerili può velare drammi estremi. 
Mamma dunque è così, una bimba anch'essa. Ha avuto Liborio a sedici anni. Lui la cerca, gli manca la sua risata, ma lei, quel giorno, non gli va incontro. Non si vede, è scomparsa. L'appartamento, sempre in penombra per il caldo accecante, ha un tuffo di silenzio. Il padre Vincenzo, in un angolo, lo aspetta. Lo sguardo attraversato da una trave cupa. Poche, terribili parole: è l'ultimo giorno. Andranno via da Gela.




Pesaro, quattro anni dopo. Liborio non sorride più. Nella sua nuova casa la luce s'effonde inutile e leggera. Sono soli, lui e il padre. Lui è solo col padre. Lui è solo. Vincenzo gli ha rivelato la spaventosa realtà: mamma li ha abbandonati, è fuggita con un altro uomo. Vincenzo l'ha pure denunciata e chiesto il divorzio per abbandono del tetto coniugale. Nel frattempo ha avuto un altro figlio dalla cugina di lei, con cui si è risposato. 
Liborio cresce col fratello/cugino e tanta rabbia in corpo. O dolore. O entrambi. Rosaria gli pesa. È presente. Ossessiva nella sua assenza. Non riesce a liberarsene. Ha usurpato quella casa, con la sua fuga desacralizzante e scandalosa. L'ombra della matriarca lo perseguita e per questo si butta negli studi, poi nel lavoro. No, non le permette di rovinargli l'esistenza. Vuol rinascere. Ce la fa. Si sposa. Lei è una professionista, una giovane avvocata dai tratti gentili. 
Una vita, tante vite. Liborio è un altro Liborio. Ma ogni tanto una calamita, una sorta di grido insanguinato lo riporta laggiù, a Gela, dove aveva lasciato un piccolo bambino, e il mondo gli scorre davanti come un cannocchiale a rovescio. Il rancore lo consuma. Se la ritrovasse, ora... E lo ripete, lo urla alla nonna, a quella che gli restituisce l'ombra di lei. È sempre stata silente, rassegnata, in questo secolo di ricordi. È che adesso, basta. Adesso non riesce più a sopportare l'ennesima, invasiva furia del nipote. Le sale qualcosa alle labbra. Rivela. Piano. No, tua madre non t'ha abbandonato, tua madre è morta. L'hanno uccisa.
Liborio è attraversato da un lampo. Si domanda perché a lui, perché così. Non vuole crederci, va oltre ogni sopportazione. Ma sa rinascere, Liborio. Torna a casa. Racconta tutto alla moglie. Partono le indagini. Sì. È andata proprio così.
Liborio ha vissuto quasi trent'anni con Vincenzo, quel tetro Vincenzo abbandonato, di cui aveva accettato la relazione con la zia perché in essa rivedeva Rosaria, una Rosaria senza macchia e al tempo stesso distante. Invece Vincenzo, con quella cugina si appartava già, la incontrava già in quel 1987 a Gela, mentre lui era a scuola, mentre Rosaria preparava il pranzo. Vincenzo e la cugina erano amanti e Rosaria li aveva scoperti. Lei sfoggiava una collana d'oro regalatale da Vincenzo. 
Rosaria era stata sepolta in un terreno poco distante da casa. Di lei, ora, non resta che una foto. Liborio è rimasto col suo silenzio, se n'è riappropriato, le sue lacrime adesso scorrono fluide. Ha una compagna e una carezza. Dell'assassino, non gl'importa più. Gl'importa aver strappato la maschera, gl'importa esser ancora, nonostante tutto, Liborio, tanti Libori, ma mai Oreste, mai il carnefice d'un ricordo tradito, l'esecutore d'una vendetta sbagliata. Liborio ha rivisto, per un attimo, quel sorriso ricciuto, sulla soglia d'una casa del 1987. Ha voltato le spalle. È orfano solo di madre. 
Due giorni fa la porta del carcere s'è chiusa dietro Vincenzo. Fine pena mai. Continua a ripetere al muro che Rosaria è scappata con un altro.

                                             © Daniela Tuscano

7.2.16

voltafaccia di Grillo su ddl Crrinà . ed il mio pensiero su tale legge



dopo il precedente post ho ricevuto oltre email ( sia a quella del blog sia a quella di facebook ) e richieste anche nei commenti su fb del tipo : << fai un post sul ddl 😊 , anche grillo cambia idea solo tu rimani ancorato alle tue idee , ecc >>

Inizio dal voltafaccia di Grillo .






Gisella Ruccia
1 h ·


A voler ripristinare la verità: per le consultazioni del M5S sulle unioni civili 'ab origine' si era pensato di includere la discussione sull'adozione. Ma "la società esterna", come scrisse il 28 ottobre 2014 il deputato M5S Iannuzzi, decise di eliminare quel punto nella votazione, mentre era in corso (grave, secondo me). http://on.fb.me/1W2J8DR






Peccato che non intervenga su queste cosucce imbarazzanti (è la foto Ansa sulle code per il permesso di soggiorno)




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come si faceva un tempo si tipica tecnica FQ: se sta volando merda su M5S, passare immediatamente a "ma il PD..." tipica sta volando merda su M5S, passare immediatamente a "ma il PD..."



passiamo alla legge

Si a Unione \ matrimonio gay e La stepchild adoption anche se preferisco il termine italiano adozione 




Quindi si all'equiparazione delle coppie di fatto ( etero e gay con quelle sposate ) perchè mi sembra un ingiustizia che chi non è sposato ma convive perchè non crede nel matrimonio abbia diversi diritti da chi è sposato e poi perchè le coppie gay oo meglio quelle LGBT non debbano essere discriminate . Questo articolo http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/03/unioni-civili-come-possibile-che-sei-cristiano-e-vuoi-impormi-come-vivere/ riassume le mie concezioni . 
E poi nella legge si parla non di matrimonio ma di unione . E poi anche se ci fosse il matrimonio cosa cambierebbe ? Il vangelo va interpretato non alle lettera ( altrimenti si cade oltre che nell'idiozia nel fondamentalismo e nell'estremizzazione della religione arrivando a crimini come quelli del Isis ) ma adeguandolo ai tempi d'oggi e la cattolica Irlanda con la vittoria del Si sui matrimoni gay e le prese d posizione in materie simili di alcune chiese e gruppi protestanti lo hanno capito da secoli 




Per quanto riguarda un bambino può crescere bene se c'è accudito con amore sia che venga da un etero o da un gay .Quindi io non ci vedo niente di male . Perchè sono pregiudizi che se dato in adozione ai gay cresca male , in quanto può crescere anche male se dato in adozione ad una coppia etero . Perchè alle coppie sposare si e a quelle ( compresi i gauy ) non dev'esere consentito ? . Concordo con quanto dice Sergio lo giudice del pd ( anche se un partito in cui non mi roconosco ) in questo suo intervento : << (....) Nella sentenza 138 del 2010 la Consulta ha definito l’unione omosessuale come la “stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri.” La Corte aggiunge che sarà lei stessa a garantire, attraverso il controllo di ragionevolezza, “la necessità di un trattamento omogeneo tra la condizione della coppia coniugata e quella della coppia omosessuale”.
“I concetti di famiglia e di matrimonio – si legge nella sentenza – non si possono ritenere “cristallizzati” con riferimento all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore, perché sono dotati della duttilità propria dei principi costituzionali e, quindi, vanno interpretati tenendo conto non soltanto delle trasformazioni dell’ordinamento, ma anche dell’evoluzione della società e dei costumi”.
Sembrano risuonare qui le parole di Aldo Moro all'Assemblea costituente , quando lasciò agli atti che “pur essendo molto caro ai democristiani il concetto del vincolo sacramentale nella famiglia, questo non impedisce di raffigurare una famiglia, comunque costituita, come una società che avendo determinati caratteri di stabilità e funzionalità , possa inserirsi nella vita sociale”.
Appare insomma evidente il paradosso con cui oggi l’articolo 29 della Costituzione, voluto per difendere le famiglie così come sono da interventi ideologici dello Stato viene invece brandito come una clava per negare autonomia e valore sociale a una parte delle famiglie italiane.
È nel solco di questa naturale evoluzione del diritto che si è giunti alla sentenza della Cassazione 4184 del 2012, che definisce i componenti della coppia omosessuale titolari del diritto alla “vita familiare”. Anche in questo caso, nessuna lettura creativa, ma il recepimento necessario della giurisprudenza comunitaria e della Corte europea dei diritti umani che oggi considera in maniera incontrovertibile doversi applicare alle coppie dello stesso sesso quel “diritto alla vita familiare” sancito dall’art.8 della Convenzione europea dei diritti umani.(...) >> 


Sono invece incerto sull'utero in affitto o maternità surrogata . 


Da un lato sono CONTRARIO perchè La “semplice” portatrice non ha legami genetici con il bambino, ma ha importanti legami epigenetici, che influenzano il fenotipo (ovvero la morfologia, lo sviluppo, le proprietà biochimiche e fisiologiche comprensive del comportamento etc.) senza modificare il genotipo. In parole semplici, durante la gestazione tra lei e il feto avvengono scambi biochimici decisivi per lo sviluppo del bambino, scambi che continuano nella fase perinatale e che fanno di quel bambino quello che sarà”.E poi è difficile stabilire quando una donna ospita il e sviluppa una cosa non sua lo faccia per amore e solidarietà o per denarto Ma però sono A FAVORE . Anche se è condizionato cioè : 1) quando la scelta della donna ospitante sia libera e non soggetta a scopo di lucro . vi chiederete come la risolvi la cosa ? semplice gli si fa firmare davanti ad un notaio una dichiarazione dove lei dichiara , con tutte le conseguenze giuridiche amministrative se nel caso la sua dichiarazione risultasse mendace , che lo fa senza costrizione e senza pretendere nessun compenso se non quello per le spese di convalescenza del parto , e che non deve rivendicare nessun diritto sul bambino\a . E che può accettare o rifiutare l'eventuale incontro con il bambino \a partorito dopo che esso avrà compiuto la maggiore età 2) sia che avvenga all'interno del nucleo familiare io madre o sorella mi offro di ospitare dentro di te il frutto della tua gravidanza , sia da una donna esterna , sia fatto qual'ora la donna richiedente non posso portare al termine la gravidanza per motivi di salute o la pratica delle adozioni e degli affido ( giù d iper se lunga e stressante ) tarda .Quindi l'ammetto perchè non sono del tipo io non lo farei diventi tu allora non lo devi fare .Perché devo impedire a gli altri\e di poter fare una scelta diversa dalla mia ?

da maschio mi chiedo come mai ci s'indigna di più per l'abuso del corpo dele donne e le i femminicidi mentre se a subirli sono gli uomini no ?

anticipo  le eventuali rimostranze  dele mie  utenti e  lettrici  che non condivido  il tentativo di questo video  di sminuire  il ruolo delle  donne  e il l'esaltare  della cultura   maschilista  a scapito di quella  femminista .



6.2.16

ormai la realtà reale e quella virtuale sono tutt'uno .Premariacco ( Udine ) Tenta il suicidio per amore: i genitori lanciano la notizia su Facebook

ormai  la  vita reale e  quella telematica   vanno di pari passo nel bene e nel male . Non aggiungo  ulteriore  commenti



 se  non   quello che  ormai   è impossibile    ( in ....  a ----   che mi  aveva  rimosso   e poi bloccato su  fb   perchè  avevo semplicemente   risposto  con ironia   ad  un post  scemo   e la  sua  amica  l'aveva preso sul serio.e  quando  gli chiesi il perchè : <<  non devi confondere  vita reale da  vita  virtuale  >>    )  distinguere  le  due realtà perchè :


provate pure a credevi assolti
siete lo stesso coinvolti. (...)
Anche se avete chiuso
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti. (...)
E se credete ora
per quanto voi vi crediate assolti
      siete  per sempre  coinvolti

  (  citazione poetico \ musicale  ) 
  ma ora  basta  con le  chiacchiere  a    voi  la  news  in questione    tratta  da ,sempre  grazie  alla pagina fb cronaca italiana   http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca del 6\2\2016









Tenta il suicidio per amore: i genitori lanciano la notizia su Facebook
Il dramma di Premariacco. «Volevamo che esplodesse il caso, che ne parlassero tutti. E sapete perché? Perché tragedie del genere non devono ripetersi». Ma lo psicologo è critico: un segno di solitudine


  06 febbraio 2016

Leggi anche
Delusione d’amore: beve acido, è gravissima
Premariacco: Stephanie Visintini, 19 anni di Orsaria, è in coma in terapia intensiva. Il padre Valter: la nostra famiglia è distrutta, non abbiamo più lacrime




PREMARIACCO. «Volevamo che esplodesse il caso. Che ne parlassero tutti, che la vicenda divenisse di dominio pubblico, collettivo. E sapete perché? Perché tragedie del genere non devono ripetersi. Non deve mai più accadere che una ragazza scelga di togliersi la vita per amore». Il padre di Stephanie, Valter Visintini, motiva così la decisione sua e della propria consorte di consegnare alla piazza virtuale di Facebook un lacerante dramma di famiglia.
«Stephanie Stephy Visintini, mia figlia è in terapia intensiva – così si legge su Facebook –. Vi prego di pregare per lei. Con ieri ho finito di vivere. Lei per amore di quel famoso ragazzo che io non ho mai amato, l’ha lasciata per l’ennesima volta. Lei ha bevuto acido muriatico. Voglio morire. Voglio morire». Un messaggio che ha innescato numerose reazioni.
E in seguito un secondo post della famiglia (che pubblichiamo qui a fianco) ha aggiornato la situazione clinica della ragazza, fornendo preoccupanti dettagli sulle condizioni di salute della ragazza.
I post sul profilo Facebook sono fioccati. Incredulità e sgomento hanno invaso la rete; la voce della disgrazia si è diffusa a macchia d'olio, diventando tristissimo argomento del giorno a Premariacco e nella frazione di Orsaria, dove la famiglia Visintini risiede, ma anche tra gli amici e i conoscenti di Stephanie.
«Era esattamente ciò che desideravamo avvenisse», ribadisce il titolare del panificio-pasticceria del paese.
«E badate – aggiunge il papà della giovane che ora sta lottando nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Udine – : la nostra è una provocazione. Basti dire che io il cellulare lo uso con il contagocce. Sono profondamente convinto che tanti mali della nostra società sgorghino dalle nuove tecnologie, dagli sms, dai social. Viviamo, ormai, immersi in un mondo non reale, parallelo, che falsa le percezioni e i sentimenti... Ho provato a dirlo a Stephany, più volte, ma lei il telefonino non lo mollava un attimo...».
Ma proprio l’utilizzo dei social network, davanti a una tragedia familiare, viene aspramente criticato dal presidente dell’Ordine degli psicologi, Roberto Calvani, che lancia l’allarme. «Facebook e twitter – dice l’esperto senza mezzi termini – vengono usati in maniera sempre più inappropriata anche dagli adulti».




Secondo Calvani è il «segno dei tempi, della mancanza di comunicazione tra genitori e figlio e tutto il mondo che li circonda». È come se il virtuale avesse soppiantato il reale.
«Si preferisce – spiega – affidare i propri sentimenti ai cellulari e al computer, piuttosto che cercare di lavare i panni sporchi in casa, come si diceva una volta. Mancano i rapporti umani. Le famiglie sono sempre più sole».
Quel messaggio di rabbia, quella provocazione viene vista da Calvani come una «mancanza di affetti veri». «Forse, anche chi ha mandato questo messaggio e ha affidato i propri sentimenti a un social network soffre di solitudine. Non ha veri amici con cui confrontarsi».

I social network vengono, quindi visti come uno degli strumenti più pericolosi in mano alle giovani generazioni. «Si sta troppo con il cellulare in mano. È il simbolo di una solitudine interiore. Chi non ha delle vere relazioni sta troppo tempo su Facebook. E dobbiamo cercare dei rimedi per sensibilizzare e superare questo problema». (l.a) (da.vi)

a tutti i familiy day e gli anti cirrinà io vi rispetto ma chiedo rispetto - ill caso del coming out dell'esponente di Fdi Mario Fulgy Ravetto

era  dai tempi  ( circa  11  anni fa )  della campagna refendaria  sulla procreazione assistita  che  non  registro  un clima cosi infuocato   e carico  d'odio  .

Cari\e   " famliaristi day  "  ed  anti cirrina'
Ora  capisco  che  tu  non siate    d'accordo e fin qui niente   da ridire . infatti

Giuseppe Scano Una volta tanto siano d',accordo
Angelo Zarrillo · Tra gli amici di Mena Pennacchio
Spesso sono d'accordo, spesso metto mi piace, come si dice a Napoli à pensà uguale stanca




dibattito con un family day  ( il marito, secondo alcune fonti ben informate  di  Costanza Miriano autrice di 'Sposati e sii sottomessa', è il prototipo femminile delle Sentinelle in piedi  . Infatti  oltre  ad  un post precedente  sui tali temi caldi   ( vedere  questo  precedente  post : non sapevo che scrivere : << ci si concentra più su cosa è famiglia che sui casi femminicidio >> fosse equiparare il valore della famiglia tradizionale ed identificarli tutti con comportamenti di questo genere 



Giuseppe Scano                                                                                                                                         4 febbraio alle ore 21:25
.....


Commenti
Giuseppe Scano Esteban Laquidara solo perchè , OVVIAMENTE SENZA GENERALIZZARE  COME HO GIÀ' DETTO DA QUALCHE ALTRA PARTE IN QUESTA DISCUSSIONE NON TUTTI VOI DEI FAMILY DAY SIETE NECESSARIAMENTE : BIGOTTI IPOCRITI ED INCIVILI , OMOFOBI , ECC. , critico assurde certe teorie come quella espressa dalla persona del filmato in questione

(....)   continua  qui fin quando i diretti interessati non certo io cancelleranno i loro interventi      e   altri  insulti   da  ambo le  parti 


Ora  non m'importa  ..... se    non la pensate  come me  (  e non condividete  ) il mio punto di vista . pazienza   me ne farò un ragione e vivrò lo stesso . L'importante   ed  è questo che vi chiedo  (  sia qui  che  sui social  ) io rispetto voi e voi rispettate me  . Ma soprattutto 1) prima  di , vedere  le due  discussioni  su  fb ,  di attaccarmi ed  accusarmi leggete  cn attenzione non una ma  più volte   quello che dico  2) ad  entrambi   pro e contro   " scannatevi pure  , ma  rispettatevi  ed  rispettate      evitate  i commenti  omofobici  .
concludo   per  dimostrare quanto detto   prima  e  rispondere  alle  accuse   di chi mi dice  che  riporto solo articoli e  post  pro cirinà   (   se  poi  volete  discuterne     e  confrontarvi in maniera  civile   scrivetemi o venite  sulla mia bacheca  di fb  essa  è aperta   a  tutti\e  )   riporto  qui    sotto  ed eventualmente  ne potete trovare  altri  in interventi  postati da miei utenti     sula mia bacheca  di fb )   questo articolo  letto     all'associazione   dove   con il collega   ci siamo scambiati  i rispettivi    quotidiani  lui   di destra  ha letto il mio la repubblica   e  io di   sinistra  ho letto   suo  il giornale  . Non ne    condivido    molte  cose   ,   quasi niente  ,  ma  lo rispetto perché pur  nel ( almeno per me  )  su essere retrogrado   non offende  e non insulta 





"Io, gay di destra, dico no alle nozze omosessuali"
L'esponente di Fdi Mario Fulgy Ravetto: "Le unioni civili sono il cavallo di Troia per l'utero in affitto. Se passano, le basi della società sono a rischio"

da  http://www.ilgiornale.it/  di  6\2\2016 - 08:12 di  

«In tanti anni non ho mai sentito il bisogno di dichiarare la mia omosessualità, pur nota a tutti i miei amici, perché non ritengo sia argomento da conversazioni pubbliche».






A fare outing è Mario Flugy Ravetto, siciliano di buon lignaggio e militante da sempre nella destra, dal Msi a Fratelli d'Italia di cui oggi è esponente. E la colpa è, spiega, di Monica Cirinnà e del Pd. «Se oggi mi ritrovo a metterla in piazza è perché la posta in gioco è altissima: la legge sulle unioni
civili è cavallo di Troia di una deriva che può mettere in discussione il fondamento stesso della società».
Caspita. E perché mai?
«Perché è solo il primo passo di ciò che accadrà di qui a un anno o poco più, se si andasse alle elezioni e vincesse Renzi: matrimonio gay, adozioni, uteri in affitto, fecondazioni artificiali. Fino a sconvolgere l'equilibrio determinato dalla natura o dal buon dio, a seconda delle opinioni. Una follia».Scusi la domanda personale, ma lei ha mai avuto un compagno stabile?«Ho un carattere troppo cattivo. Ma ho avuto anch'io rapporti duraturi, sì. E non ho nulla contro la stabilizzazione delle coppie e il riconoscimento di diritti: se mi ammalo, il mio compagno deve potermi assistere. Se muoio, è giusto che abbia la reversibilità della pensione».
Dunque cosa toglierebbe il matrimonio omosessuale alla società?
«Non toglie niente. Ma dobbiamo capire quale sia il senso del matrimonio: la religione non c'entra, è arrivata dopo. È stato inventato per distinguere la sua stirpe dalla mia. E quindi che senso ha se non produce figli? E i figli, mia cara, come ebbe a dire Giovanni Paolo II si producono con una scopata».
Disse proprio così?
«Disse con un atto d'amore ma il senso era quello. Due uomini o due donne non possono riprodursi, così nel loro caso il matrimonio non ha senso».
Io sono sposata e non abbiamo voluto figli: dunque anche il mio matrimonio non ha senso?
«Secondo me proprio no, se mi perdona l'impertinenza. D'altronde credo che la chiesa cattolica abbia torto marcio sull'indissolubilità del matrimonio, ma questo è altro discorso. Non è stata l'introduzione del divorzio a mettere in crisi la famiglia: la disgregazione è iniziata nel '75 con la riforma del diritto di famiglia».
Perché?
«Perché le mogli (o i mariti) sono diventati eredi pieni. Fu studiata a tavolino dal Pci per mettere in discussione i patrimoni ereditari. Così si introduce la possibilità che vengano trasmessi ad eredi senza alcun legame di sangue».
Non le pare una visione un tantino feudale?
«Sta dicendo che son rimasto fermo al 13 luglio del 1789? La risposta è sì: penso che l'Armageddon che stiamo vivendo sia iniziato allora».
Insomma, ad un suo compagno di vita non vorrebbe lasciare eredità?
«Al massimo un ricordo personale, certo non il mio patrimonio familiare. Vede, con la legge Cirinnà in apparenza non accadrà nulla. Ma alla lunga si minerà la ragion d'essere della società».





5.2.16

un “camion vela” sotto casa per dirle «Ti amo»,Castellamonte, la scuola invita la prof scomparsa a rientrare al lavoro Burocrazia assurda,Sassari: leva per i nati nel 1999? Su WhatsApp scatta il panico



la nuova  sardegna  05 febbraio 2016
Sorso, un “camion vela” sotto casa per dirle «Ti amo»
Un uomo misterioso corteggia la consigliera Daniela Ruiu. Messaggio romantico che cita Odi et amo del poeta Catullodi Salvatore Santoni




SORSO. Un’anima in pena si aggira per le strade della Romangia cercando di conquistare il cuore della sua amata a colpi di citazioni latine. L’amore tormentato di un misterioso innamorato è finito nero su bianco in un manifesto affisso a bordo di un camion vela, parcheggiato davanti all’ingresso di casa di una consigliera comunale del Pd di Sorso, Daniela Ruiu. Ora è caccia all’uomo misterioso.
Il blitz. L’operazione corteggiamento è partita mercoledì mattina dopo che la donna è uscita di casa per andare a lavoro. È arrivato un camion vela – quelli utilizzati per diffondere messaggi pubblicitari in movimento – l’operatore è sceso e l’ha lasciato parcheggiato in via don Minzoni, a un palmo dall’ingresso di casa della consigliera. Così, giusto per non creare dubbi su chi fosse la destinataria del romantico messaggio.
La sorpresa. Quando è rientrata a casa, dopo il lavoro, Daniela Ruiu si è ritrovata davanti un camion tappezzato da un manifesto di sei metri per tre, con un lungo messaggio destinato solo e soltanto a lei. «Di primo acchito – racconta la donna – ho pensato che qualcuno dei vicini di casa stesse preparando un trasloco. C’era un furgone altissimo parcheggiato proprio davanti alla mia abitazione. E infatti non ero molto contenta perché occupava gran parte dei parcheggi disponibili». Poi però, si è accorta che in realtà si trattava di un camion vela che portava un messaggio speciale. E la destinataria era proprio lei.
Il messaggio. Il testo impresso nella maxi affissione è un misto di italiano e latino. Inizia con la dedica: «A te Daniela che sempre sei nei miei pensieri», e continua con «Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior». Per poi concludere nuovamente in italiano: «Resta con me...Tuo per sempre...». Odi et amo non è altro che è il nome e il primo verso del carme 85, un opera del poeta latino Catullo, che in quanto a tormenti d’amore ne sa qualcosa. E la parte latina del messaggio tradotta diventa più o meno: «Odio e amo. Per quale motivo io lo faccia, forse ti chiederai. Non lo so, ma sento che accade, e mi tormento». «Non ho idea di chi possa essere l’autore del messaggio – commenta Daniela Ruiu – però posso dire che mi sono sentita lusingata. È senza dubbio un bel gesto ricevere attenzioni».
Le reazioni. La notizia del gesto galante ha fatto rapidamente il giro del quartiere dove vive la consigliera: una zona residenziale di Sorso densamente abitata, e dove è difficile che un manifesto di sei metri per tre possa passare inosservato. La curiosità tra i vicini di casa è stata tanta. Qualcuno ha addirittura atteso il rientro a casa della consigliera per carpirne la reazione e farle i complimenti. Il camion vela è rimasto parcheggiato per alcune ore, ed è stato portato via non appena avuta conferma che la dichiarazione d’amore aveva raggiunto la destinataria. Ora è caccia al misterioso innamorato sperando che esca allo scoperto. D’altronde, San Valentino è alle porte.


leggi anche  una news  simile 

Il maxi manifesto d’amore è uno struggente messaggio d’addio: lui è morto

Sorso,  il misterioso innamorato si è spento pochi giorni prima dell'affissione: il tributo all'amata è stato il suo ultimo desiderio



http://lasentinella.gelocal.it/ivrea/cronaca  del 4\2\2016

CASTELLAMONTE, LA SCUOLA INVITA LA...IL CASO
Castellamonte, la scuola invita la prof scomparsa a rientrare al lavoro
Burocrazia assurda. La scuola media diffida Gloria Rosboch a riprendere servizio pena la decadenza dall'incarico: "Purtroppo è la procedura"


Le ricerche di Gloria Rosboch

IVREA La macchina della burocrazia scolastica nel caso della scomparsa di Gloria Rosboch, la professoressa di sostegno scomparsa il 13 gennaio. Non c'entra nulla con il giallo su dove sia finita, ma aggiunge dolore alla sua famiglia, già provata da questa terribile vicenda. La scuola secondaria di primo grado Cresto di Castellamonte ha infatti avviato un procedimento disciplinare per l'assenza dal posto di lavoro. La diffida della scuola intima alla professoressa Rosboch di rientrare in servizio, pena la perdita del contratto - precario - fino al 30 giugno.L'avvocato Stefano Caniglia, che rappresenta la famiglia Rosboch, ha già incontrato il dirigente scolastico Ennio Rugitliano sottolineando che non si può considerare in questo modo una donna scomparsa. Allarga le braccia il preside, rammaricato, ma che, a sua volta, ha spiegato che la procedura, purtroppo, è questa.


LEGGI ANCHE:
Riprese a sorpresa a Vistrorio le ricerche dell'insegnante scomparsa a Castellamonte: si usa un drone
Nel pomeriggio di mercoledì al lavoro le squadre del gruppo operativo. Poi lo stop a causa del forte vento



Sassari: leva per i nati nel 1999? Su WhatsApp scatta il panico
Il Comune pubblica l’avviso di iscrizione previsto da una legge del 2010. Centinaia di messaggi tra i giovani che temono, a torto, un ritorno della naja di Giovanni Bua

05 febbraio 2016






SASSARI. Il panico corre su WhatsApp, e serpeggia da giorni in un paio di “leve” cittadine, quella dei nati nel 1999 e i quasi coetanei del 2000. Ad agitare i pensieri dei futuri diciottenni un incubo comune tra zii e genitori ma per loro assolutamente sconosciuto: la naja. L’ultima leggenda metropolitana vuole infatti che il servizio di leva obbligatorio sia stato reintrodotto dal governo. E che i nati nel ’99 saranno i primi a dover fare i temutissimi 12 mesi di naja.
Una bufala come in internet ne girano a decine, che ha però un pelo di verità mischiata a tanta (per certi versi comprensibile) disinformazione.
Come ogni anno dal 2010 i Comuni, e dunque anche Sassari, sono impegnati in questi giorni nell’aggiornamento e la formazione delle liste di leva. Quest’anno tocca ai giovani nati nel 1999 che hanno (o meglio avevano, visto che la scadenza era il 31 gennaio) l’obbligo di iscriversi alle liste del proprio Comune di residenza. Il che naturalmente non significa assolutamente che nel 2016 verrà ripristinata la leva obbligatoria, e men che mai che questo sia stato deciso dalla Ministro Pinotti lo scorso anno, come alcune testate nazionali (linkate dagli un po' ingenui ma ipertecnologici 17enni) avevano con una certa leggerezza scritto qualche mese fa.
Molto semplicemente i comuni stanno facendo quello che prevede il decreto legislativo 66 del 15 marzo 2010 sul «Codice dell’ordinamento militare» che, nell’articolo 1931, stabilisce le modalità di formazione gestione e consultazione delle liste di leva demandando ai comuni il compito di continuare a svolgere – nonostante l’abolizione della leva obbligatoria – l’attività di formazione delle liste. Il sindaco e il Comune provvederanno poi a compilare la lista con i nominativi iscritti in ordine cronologico di nascita, a inviarla al Ministero della Difesa e a tenerla aggiornata fino al 31 dicembre. Dopodiché la procedura inizierà nuovamente per la successiva classe di leva. Un lavoro effettivamente un po’ barocco, e una procedura decisamente
poco nota, passata in sordina per anni. Che quest’anno ha però, apparso online l’avviso del Comune e complice la non facile situazione internazionale, scatenato il panico. Immotivato. Per chi invece resterà deluso: www.esercito.difesa.it, sito nel quale, uomini e donne, si possono arruolare.

Castelvetrano, la prof centenaria Pietra Coniglio, che dà lezioni gratis di greco e latino

    tra le tante storie   \ fatti curiosi che  condivido sulla bacheca  di fb e   di twitter  (   gli account  li trovate  cercando nell'archivio del blog  )  ecco quella di Pietra Coniglio,  centenaria    ed  ex docente  di latino e greco  che .........

 lucidità e cultura in questa splendida centenaria che in tutto il nostro parlamento.

Cento anni e non sentirli. Pietra Coniglio, di Castelvetrano, ha toccato il traguardo del secolo e il prossimo 14 febbraio compirà 101 anni. Si è laureata nel 1938 e per 42 lunghi anni è stata una docente di italiano, latino e greco ne licei della sua città. Dal 1980 è in pensione e durante questi ultimi 35 anni non ha mai perso la passione per l’insegnamento. E anche ora, superato il secolo di vita, l’insegnamento è rimasto uno dei suoi passatempi preferiti. “A scuola venivo pagata come docente – spiega – per le lezioni private e le ripetizioni a casa, invece, non mi sono mai presa una lira”. Quest’anno nella sua piccola casa di Castelvetrano, dove vive da sola, assistita dal nipote Francesco Bonsignore, tiene lezioni di ripetizione a Chiara Calcara, 16 anni, studentessa del classico “Giovanni Gentile”. “Quella d’oggi è caduta in basso, ma la scuola italiana di una volta era conosciuta non soltanto in Europa e si studiava sul serio. Ai giovani? Insegnare a ragionare con la loro testa”. (di Max Firreri e Salvino Martinciglio)

 C'è più lucidità e cultura in questa splendida centenaria che in tutto il nostro parlamento.

Fermiamo l'attivista dello stupro Roosh V e gli incontri dei suoi alleati italiani



È ignobile, nel 2016 non si riesce ancora a fermare un crimine contro l'umanità di questo tipo? Perché questi maschi sono sempre a piede libero?

da https://www.change.org/




Sabato 6 febbraio, alle ore 20:00 (ora locale) i seguaci di “Roosh V” e del suo blog “Return of Kings”, dai contenuti decisamente misogini, sessisti e violenti, terranno degli incontri segreti in diverse parti del mondo. In Italia i punti d'incontro previsti dovrebbero essere in tre città: Roma, Bari e Reggio Calabria. Roosh V, ovvero Daryush Valizadeh, è autore di diversi libri autoprodotti dal titolo Bang, che in inglese indica non solo un’esplosione ma anche l'atto sessuale. La sua serie di libri, così come il suo forum, il suo account Twitter e il blog sono qualcosa di peggio di un manifesto della misoginia.

Valizadeh si adopera per istruire gli uomini su come adescare delle donne ed eventualmente violentarle, perché non ha nessuna importanza se la donna sia consenziente o meno all’atto sessuale. Non solo: secondo la sua ideologia criminale, lo stupro dovrebbe diventare legale negli spazi privati. Senza farsi troppi scrupoli Valizadeh cerca di insegnare agli uomini come violentare e farla franca.

Una citazione tratta dal suo libro Bang Iceland: “Mentre tornavo a casa, ho capito quanto lei fosse ubriaca. In America, fare sesso con lei sarebbe stato uno stupro, dal momento che, legalmente, non era in grado di dare il suo consenso. Non aiuterebbe il fatto che io ero sobrio, ma non posso dire che mi interessasse o che abbia addirittura esitato. Non razionalizzo le mie azioni, fare sesso è ciò che faccio.”

Altre dichiarazioni reperibili su Twitter o altri canali online qualificano il suo pensiero in modo ancora più esplicito: “parto dal presupposto che qualsiasi ragazza io incontri sia una sporca p****na fino a prova contraria”. Su Twitter ha dichiarato che si recherà in Australia in occasione dell’incontro internazionale e ha identificato le sue prede:“belle ragazze australiane tra i 18 e i 22 anni, sono libero per una bevuta”.

Di fatto la sua serie di libri e i suoi canali di comunicazione hanno raccolto un seguito sufficiente (solo il canale YouTube conta 19.000 iscritti) da indire una serie di incontri di scala internazionale, ognuno dei quali sarà presentato da uno dei suoi proseliti. L’iniziativa, promossa dal suo sito web, ha lo scopo di unire uomini con simile mentalità e simili scopi affinché possano discutere e meglio apprendere le idee e strategie sopra menzionate. L’accordo tra queste persone è di trovarsi in spazi pubblici e nella prossimità di monumenti o luoghi conosciuti. Soltanto uomini etero sono autorizzati a partecipare.

L’americano ha minacciato (incitando anche il suo gruppo di seguaci misogini a fare lo stesso) qualsiasi donna o uomo che protesti contro l’evento di “furiose punizioni”. Inoltre ha chiesto che i contestatori vengano filmati e ha promesso che la sua folla “anti-femminista” sarà pronta a “farli a pezzi” come punizione per essersi schierati contro la violenza sulle donne.

Non siamo disposte ad accettare questa forma di terrorismo nei confronti delle donne. Gli attivisti sostenitori dello stupro minacciano in modo diretto la nostra sicurezza e contribuiscono a rendere normale l’abuso fisico e psicologico di donne e ragazze.

Chiediamo che le forze dell’ordine si adoperino per evitare che questi incontri abbiano luogo. Se questo atto di prevenzione non dovesse avvenire, ancora una volta si saranno ostacolati e svalorizzati i tentativi di fermare la violenza contro le donne.

Al di là degli improbabili (si spera) progetti per la legalizzazione dello stupro, e del fatto che questi siano o meno all'ordine del giorno negli incontri di venerdì, rimane innegabile l'effettiva pericolosità del movimento, del suo leader e delle varie “tribù” disseminate per il mondo. In una società come la nostra – in cui lo stupro è sì reato, ma allo stesso tempo le responsabilità non sono chiaramente attribuite a chi lo compie (come avviene invece per gli altri crimini) e si innesca spesso e volentieri un processo di deresponsabilizzazione del carnefice e colpevolizzazione della vittima – il riunirsi di una comunità di individui che si spalleggiano l'un l'altro e trovano nelle loro “tribù” una giustificazione ai loro comportamenti criminali è un lusso che non possiamo concederci. Alla luce degli ultimi femminicidi apparsi sui giornali è più che mai importante agire, non possiamo permettere che queste ideologie di violenza e prevaricazione ottengano ulteriore appoggio o promozione. Chiediamo alle istituzioni di prendere una chiara posizione contro gli obiettivi degli attivisti.

Non possiamo accettare queste visioni dall’intento criminale nel nostro Paese.

Per favore agite.



UPDATE: sul sito di Valizadeh il meetup risulta cancellato ma invitiamo a non abbassare la guardia. Per la vostra sicurezza ricordiamo che i luoghi d'incontro in Italia sarebbero dovuti essere:
Bari — Parco 2 Giugno, di fronte all'entrata principale su Viale Einaudi.
Reggio Calabria — Museo Nazionale, di fronte all'entrata principale.
Rome — Alla Scalinata di Trinità dei Monti, di fronte al negozio della Montcler, all'angolo di Via Condotti.



Fonti:


http://www.cultora.it/petizione-fermare-roosh-v-lo-scritto…/
http://www.rooshv.com/full-city-listing-and-meeting-points
http://www.dailymail.co.uk/…/The-seedy-code-followers-pro-r
https://au.news.yahoo.com/…/anti-women-group-who-believe-r…/
https://www.pedestrian.tv/…/3106b432-01c8-48e4-b186-ce828aa
http://www.huffingtonpost.es/2016/02/04/machistas-radicales_n_9156466.html?ncid=tweetlnkeshpmg00000001
https://www.dnainfo.com/chicago/20160203/rogers-park/loyola-warns-students-of-pro-rape-mens-rights-meetup-near-campus
http://www.returnofkings.com/79393/private-meetups-protocol-to-attend-meetups-that-now-have-hidden-meeting-locations
http://www.independent.co.uk/news/uk/home-news/roosh-v-cancels-pro-rape-pick-up-artists-meetings-safety-concerns-a6852671.html
http://www.theguardian.com/australia-news/2016/feb/04/daryush-roosh-v-valizadeh-cancels-neo-masculinist-meetings-over-safety?CMP=share_btn_fb

4.2.16

Elton John stupisce tutti a Londra: performance a sorpresa in stazione




Improvvisamente al pianoforte si è seduto Elton John, che ha iniziato a suonare tra gli sguardi sbigottiti dei passanti.





È stata una piacevole sorpresa per i passeggeri in transito trovare un pianoforte al centro del salone della stazione di St Pancras a Londra. È un regalo di Elton John, che ha voluto inaugurare personalmente lo strumento suonando in poco più di tre minuti una carrellata dei suoi successi. Quindi, prima di allontanarsi con un inchino, ha lasciato un messaggio e una dedica con un pennarello bianco: "Enjoy this piano. It’s a gift. Love, Elton John". La performance di sir Elton, che coincide con l'uscita del suo nuovo album, Wonderful Crazy Night, è stata ripresa dai presenti e immediatamente diffusa sui social
Poi si è allontanato, dopo aver scritto sul piano 'Enjoy this piano! It's a gift. Love, Elton John' ('Godetevi questo piano. È un regalo. Con amore, Elton John).


La dedica lasciata sul pianforte da Elton John

L'artista ha anche pubblicato su Instagram alcune immagini dell'iniziativa.

TIONE Tione, il bambino nasce «fuori orario» L’altro giorno il secondo lieto evento del 2016. Ma il neonato era in ritardo: tutti fermi nel punto nascita “part-time”

TIONE
Tione, il bambino nasce «fuori orario»
L’altro giorno il secondo lieto evento del 2016. Ma il neonato era in ritardo: tutti fermi nel punto nascita “part-time”
  da  http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/ del 04 febbraio 2016





TIONE. All’ospedale di Tione l’altra sera è nato un bambino. E questa è già una notizia per un reparto dove - dal dicembre scorso - i lievi eventi sono stati appena un paio. Ma fa notizia anche il fatto che il bimbo sia nato fuori orario, cioè alle otto della sera, quando il reparto secondo le indicazioni dell’azienda sanitaria doveva essere chiuso. Ma non si può interrompere il travaglio a metà - come aveva spiegato anche l’ex direttore generale Luciano Flor - quindi medici e ostetrica si sono fermati finché il bambino è nato. E in realtà un paio d’ore in più, come prevede il protocollo. Storia di un parto nel reparto “part time”, dove a questo ritmo nasceranno appena venti bambini all’anno invece di 500, cioè la soglia minima prevista dal ministero della salute per tenere aperto un punto nascita.
I fatti. Era circa mezzogiorno quando si è presentata la donna, che è già madre di due figli. Che fare? Considerato che il tempo non era dei migliori per far volare l’elicottero, ma considerato soprattutto che al terzo parto, generalmente, tutto procede velocemente, ostetrica e medici hanno deciso che quel bambino (almeno quello) sarebbe nato all’ospedale di Tione, in tempo per le ore 18, quando comincia il regime notturno con il trasporto a Trento. Ma i bambini fanno di testa loro, come quello che l’altro giorno (il primo nato del 2016 a Tione) è stato protagonista di un parto precipitoso: è venuto al mondo prima dell’arrivo dell’elicottero giunto in volo da Trento. Il piccolo di cui parliamo invece se l’è presa comoda: alle 18 ancora niente, tanto che il personale si è trattenuto, secondo quanto aveva chiesto la direzione dell’azienda sanitaria invocando la necessaria flessibilita.
Quanto durerà ancora il regime dei punti nascita “part time” che è stato disposto (oltre che a Tione) anche a Cavalese, Cles e Arco? Durerà ancora parecchio visto che qui non si tratta di tenere aperti i punti nascita (su questo il presidente Ugo Rossi e l’assessore Luca Zeni hanno inoltrato una richiesta formale di deroga al ministero), qui il problema è che con l’entrata in vigore il 25 novembre scorso delle nuove norme sul riposo dei medici, non c’è personale
a sufficienza e - come spieghiamo a parte - non ci sono nemmeno sufficienti pediatri sul mercato per procedere alle assunzioni. Intanto le madri hanno deciso da sole e a Tione - in attesa che Roma decida se concedere la droga - non partorisce (quasi) più nessuno.



(a.s.)

Teatro San Carlo, il baritono al direttore: "Facciamo presto, c'è il Napoli"

credevo che  la passione  calcistico  fosse assopita  ed   inglobata  dalla tv  , visto che  gli   stadi sono   sempre  o quasi   (  vuoi per paura dei violenti , vuoi per motivi di sicurezza  es empio quando si vieta  ai tifosi  di una squadra    ospite  di seguirla   perchè essa  gioca in casa  dell'avversario  )  invece

 da  http://napoli.repubblica.it/sport/  4\2\2016  

Il tifo per il Napoli conquista anche i protagonisti della lirica: ieri sera, il baritono Filippo Morace, che interpreta il barone Mirko Zeta, in occasione dell'ultima recita de "La Vedova Allegra" in un teatro San Carlo sold out, ha confessato in diretta il suo amore per la squadra azzurra di calcio prima in classifica. Nell'attaccare la strofa dell'aria del terzo atto si è rivolto al direttore d'orchestra, Maurizio Agostini, dicendo: "Maestro, facciamo presto che c'è il Napoli in tv". Il pubblico ha dimostrato di gradire l'esortazione a scena aperta di Morace arrivata quasi alla fine della rappresentazione e poco prima dell'inizio della gara tra Lazio e Napoli poi vinta dagli azzurri per 2-0.


SE QUALCUNO VI SALE IN AUTO, TAMPONATE QUELLO DAVANTI Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco punta X°

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