26.5.13

il caso di Davide Tancredi e la risposta di paola Concia a quando in italia una legge contro l'omofobia ?

da repubblica online 


CARO direttore, questa lettera è, forse, la mia unica alternativa al suicidio. Ciò che mi ha spinto a scrivere è la notizia di un gesto avvenuto nella cattedrale parigina. Un uomo, un esponente di destra, si è tolto la vita in modo eclatante sugli scalini della famosa chiesa per manifestare il proprio disappunto contro la legge per i matrimoni gay deliberata dall'Assemblea Nazionale francese.
Nonostante gli insegnamenti dalla morale cristiana, io ritengo che il suicidio sia un gesto rispettabile: una persona che arriva a privarsi del bene più prezioso in nome di una cosa in cui crede, merita molta stima e riguardo; ma neppure questa considerazione riesce a posizionare sotto una luce favorevole quello che mi appare come il gesto vano di un folle. La vita degli altri continua anche dopo la fine della nostra. Siamo destinati a scomparire, anche se abbiamo riscritto i libri di storia. Morire per opporsi all'evolversi di una società che tenta di diventare più civile è ottusità e evidente sopravvalutazione delle proprie forze.
Il Parlamento italiano riscontrando l'epico passo del suo omologo d'oltralpe ha subito dichiarato di mettersi in linea per i diritti di tutti. Una promessa ben più vana del gesto di un folle. Tutti sappiamo come il nostro Paese sia l'ultimo della classe e che non ci tenga ad apparire come il più progressista. Si accontenta di imitare o, peggio ancora, finge di farlo. La cultura italiana rabbrividisce al pensiero che due persone dello stesso sesso possano amarsi: perché è contro natura, perché è contro i precetti religiosi o semplicemente perché è odio abbastanza stupido da poter essere italiano. Spesso ci si dimentica che il riconoscimento dei matrimoni omosessuali non significa necessariamente affidare a una coppia "anormale" dei bambini ma permettere a due individui che si vogliono bene di amarsi. In questo consiste il matrimonio, soprattutto nella mentalità cattolica. E allora perché quest'ostinata battaglia?
Io sono gay, ho 17 anni e questa lettera è la mia ultima alternativa al suicidio in una società troglodita, in un mondo che non mi accetta sebbene io sia nato così. Il vero coraggio non è suicidarsi alla soglia degli ottanta anni ma sopravvivere all'adolescenza con un peso del genere, con la consapevolezza di non aver fatto nulla di sbagliato se non seguire i propri sentimenti, senza vizi o depravazioni. Non a tutti è data la fortuna di nascere eterosessuali. Se ci fosse un po' meno discriminazione e un po' più di commiserazione o carità cristiana, tutti coloro che odiano smetterebbero di farlo perché loro, per qualche sconosciuta e ingiusta volontà divina, sono stati fortunati. Io non chiedo che il Parlamento si decida a redigere una legge per i matrimoni gay - non sono così sconsiderato - chiedo solo di essere ascoltato.
Un Paese che si dice civile non può abbandonare dei pezzi di sé. Non può permettersi di vivere senza una legge contro l'omofobia, un male che spinge molti ragazzi a togliersi la vita per ritrovare quella libertà che hanno perduto nel momento in cui hanno respirato per la prima volta. Non c'è nessun orrore ad essere quello che si è, il vero difetto è vivere fingendosi diversi. Noi non siamo demoni, né siamo stati toccati dal Demonio mentre eravamo in fasce, siamo solo sfortunati partecipi di un destino volubile. Ma orgogliosi di esserlo. Chiediamo solo di esistere. 


la toccante risposta di paola Concia



Gay, Concia: "Caro mondo politico malato"
L'esponente Pd risponde alla lettera del giovane Davide Tancredi pubblicata oggi sul quotidiano La Repubblica: "Rivolgo un atto di accusa verso tutte le istituzioni. Guarite da questa malattia che tanto male fa ai cittadini negando loro il diritto di amare"di ANNA PAOLA CONCIA



Caro Davide,conosco le tue paure profonde, le tue angosce, perché sono state le mie. Sono una donna lesbica che da anni conduce una battaglia durissima affinchè un adolescente italiano non debba sentirsi come ti senti tu. È la ragione prima della mia battaglia: regalare a ragazzi e ragazze omosessuali un mondo migliore di quello in cui ho vissuto io, adolescente omosessuale in fuga da me stessa. La tua è una lettera amara, che chiama in causa la nostra società intera, dalla scuola alle istituzioni, al mondo dei media. Tu non sei nato sbagliato, non hai avuto la "sfortuna" - come dici - di nascere cosi: tu sei come sei, tanto quanto un ragazzo eterosessuale. E come lui hai diritto di amare chi ami.
Il fatto che ti senta sbagliato è colpa nostra, del mondo degli adulti. E quella colpa va rimossa, e quella colpa ce la dobbiamo sentire tutti sulle spalle, come una scimmia. Non devi chiedere di esistere, né pietà né carità né risarcimento, devi chiedere di vivere e amare liberamente per quello che sei. Devi pretendere il rispetto di un diritto molto preciso, fondativo e universale: il rispetto dell'articolo 3 della Costituzione, dove si dichiara compito della Repubblica Italiana "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana". È il mondo degli adulti ad essere sbagliato, non tu. E il mondo degli adulti deve garantirti il diritto di essere un adolescente rispettato e sereno. Ricorda, ti prego, che non sei solo, non sei il solo a vivere la tua omosessualità in un paese inadeguato. Lo so, le mie parole possono sembrarti vane di fronte alle tue paure, ma ti voglio dire che oggi nel 2013 tu puoi scrivere questa lettera, puoi uscire allo scoperto, puoi trovare condivisione, sostegno, puoi trovare risposte positive. Quel sostegno che tanti come me nella loro adolescenza non hanno trovato.
Sono stati fatti piccoli passi avanti nel nostro paese affinchè un ragazzo omosessuale non si debba sentire come te. E siamo in tanti a lottare, tanti e in mondi diversi. Siamo noi che dobbiamo agire, e sentirci in colpa se non ci riusciamo. Per questo a nome tuo rivolgo un atto di accusa verso tutte le istituzioni. Caro mondo politico: sei tu che sei inadeguato, sei tu che sei malato. Non Davide, non io e tutti gli omosessuali italiani. Care istituzioni, guarite da questa malattia che tanto male fa ai cittadini negando loro il diritto di amare.

Anna Paola Concia PD

A  chi mi dice   che sono comunista o  altre amenità simili   dico solo questo  che  è una battaglia   di  civiltà   cosa  che n italia manca  a differenza  degli Usa  per  citare  l'ultimo caso   dove c'è stata l'apertura, storica,  agli omosessuali, da parte dell'organizzazione giovanile cattolica  dei boy  scout  mentre


 


  enon è solo a  sionistra  ma  anche a destra   che  la lettera  ha  fatto breccia 

infatti   secondo repubblica a  farrgli eco è arrivato Giancarlo Galan: "E' giunta l'ora che si riconosca il diritto di essere cittadini italiani anche agli omosessuali, garantendogli quei diritti civili che tutt'oggi si vedono negati". Poi ha guardato avanti, "se è vero che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, questa legislatura sarà occasione di più diritti".
Presidente della commissione Cultura alla Camera, Galan ha confessato che "la lettera di Tancredi mi ha commosso. Una richiesta di vita, di libertà, di poter amare ed essere se stesso come chiunque altro, una richiesta matura, consapevole, profonda. Ma le sue parole non mi hanno stupito perché sono vere, dice la verità". "Ciò che purtroppo ancora mi stupisce - ha aggiunto l'esponente Pdl - è che ci sia bisogno di spiegare, o peggio giustificare, emozioni e sensazioni e ci sia, ancora, la necessità di dover chiedere un diritto che dovrebbe essere alla base della nostra società".
"La verità che Tancredi è riuscito a spiegare con le sue parole è scomoda, imbarazzante per molte persone. Il perché del presunto imbarazzo delle parole di questo ragazzo - ha continuato il deputato Pdl - risiede non solo in forme di ottusità e arretratezza culturale, bensì, forse peggio, in una forma di ignoranza, ovvero mancanza di conoscenza. Lo Stato deve garantire diritti e non negarli. La nostra carta costituzionale lo sancisce molto chiaramente all'art 3, laddove si proclama il principio di uguaglianza, formale e sostanziale. Un divieto di discriminazione chiaro che - conclude - dovremmo tenere tutti ben presente, a prescindere dall'appartenenza ad un partito politico". 
Che le loro parole siano state di "buonsenso" è anche il commento di Daniele Capezzone, coordinatore dei dipartimenti del Pdl e presidente della commissione Finanze della Camera: "Il ventaglio delle possibilità normative è ampio: e la mia personale valutazione è che certamente esista più di una soluzione seria e capace di unire tutti".

25.5.13

povera italia siamo alle solite

 con in sottofondo  le  ultime note di Pensa  di  Fabbrizio moro  e l'inizio  di Povera Patria di  Fraqnco Battiato  leggo sul mio facebook  questa news  

  Si mormora di uno scambio al governo tra la riforma elettorale e riforma della giustizia vedrai che usciranno i soliti due inutili papocchi... ed  intanto il paese arranca 


dalla mia  bascheca  di facebook
non lamentavi se poi vince il qualunquismo o il populismo che voi identificate con grillo .qui poi : << Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi/ (...) /voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni /Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete/un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate! /( ...) >>
da 



qui il  testo completo 

come sopravvivere alla crisi 3 puntata Carpooling, il passaggio condiviso , l'autostop , lo scambio di casa nell'era dei social network




Anche questa è una soluzione che sta riprendendo piede e si sta amplificando. Infatti, vedere il video a sinistra preso come le righe che seguono sotto dall'inchiesta di repubblica, c'è una comunità di viaggiatori, abitudinari o occasionali, che si conosce sul web e poi si ritrova nella stessa automobile pronta a percorrere chilometri insieme.
Secondo le stime di blablacar.it, uno dei siti leader del settore, i propri utenti hanno risparmiato più di 200 milioni di euro. Un'ottima ricetta anticrisi, ma anche un modo per fare nuovi incontri Roberto Dell'Omo è un ingegnere informatico di 49 anni, vive e lavora a Milano. Almeno due volte al mese rientra a Roma nel fine settimana per riabbracciare le figlie. Lo fa in macchina, mettendo a disposizione i posti ad altri viaggiatori abituali come lui. "Un paio di anni fa - racconta - stanco di spendere cifre folli per un viaggio in treno o in aereo, ho pensato di cercare una soluzione più vantaggiosa". E così quasi per caso ha scoperto un mondo tutto nuovo che risponde a un termine inglese "carpooling" (letteralmente auto di gruppo) e ha un obiettivo: abbattere i costi del viaggio e farlo in compagnia. " Un esempio? Una tratta in condivisione da Roma a Milano può arrivare a costare 20 euro, dura cinque ore al massimo, se non c'è traffico. Poco più di un treno ad alta velocità, con la comodità di essere lasciati sotto la porta di casa. Cinque ore che possono servire a entrare in contatto con persone, storie e umanità di ogni tipo. "Dalla drag queen al gruppo di tango argentino - confida Dell'Omo - in questi due anni ho viaggiato e conosciuto chiunque". Si crea così una comunità di viaggiatori su quattro ruote che in alcuni casi si frequenta anche oltre il singolo viaggio. Il carpooling è dunque un mix di risparmio, convenienza e, perché no, curiosità, che in Italia come all'estero piace sempre di più: "Le richieste nell'ultimo periodo sono aumentate del 200 per cento" spiega Lorenzo Carbone, trentenne barese, che nel 2011 ha aperto avacar.it sito interamente dedicato al carpooling. In poco tempo ha raggiunto quota 7000 mila utenti iscritti e conta di arrivare il prima possibile in doppia cifra. "Per ora - ammette - è una passione ma non è detto che un giorno possa trasformarsi in un vero e proprio lavoro". Avacar è un esempio, ma nel panorama dei viaggi di gruppo in macchina l'elenco dei siti dedicati è lungo: da roadsharing.com a drivebook.com è un continuo fiorire di nuovi spazi telematici dove cercare o proporre passaggi in macchina. In Italia e in Europa. E a Natale vista la crisi è stato un vero e proprio boom di passaggi in condivisione. Da nord a sud in molti lavoratori e studenti fuori sede hanno scelto il carpooling come mezzo per ricongiungersi alle proprie famiglie.Blablacar è indubbiamente tra i più attivi e frequentati. Basta guardare i numeri: 2,5 milioni di iscritti nei 9 paesi in cui è presente, 2 miliardi di km condivisi, equivalenti (secondo le stime fatte dal sito) a 200 milioni di euro risparmiati. Olivier Bremer, milanese ventottenne è il responsabile per l'Italia di blablacar.it [ vedere la mia intervista ai curatori del sito ] La sua storia è quella di un italiano che durante l'Erasmus a Berlino, scopre l'esistenza del carpooling, un modo diverso di viaggiare. Una volta tornato decide di sperimentarlo nel suo paese. Nel 2010 fonda italiapassaggio.it, in poco tempo il successo è tale che attira l'attenzione proprio di Blablacar che decide di rilavarne le quote. Nasce blablacar.it, l'idea diventa per Bremer un vero e proprio lavoro: "In tempi di crisi - racconta - bisogna saper inventare nuove strade, avere nuove idee. All'inizio in pochi ci credevano ora quello del carpooling sta diventando un vero e proprio fenomeno". I numeri gli danno ragione: in Italia gli iscritti a Blablacar sono quintuplicati in sei mesi e il numero dei passaggi si è triplicato. Una ricetta anticrisi, un modo per affrontarla è anche














La rete dei salotti dove dormire, scambiandosi ospitalità e le ottocento pensioni che offrono soggiorni in cambio di servizi (dai lavori idraulici al baby-sitting). Il mercato dei biglietti di volo non usati




I giochi dei figli dimenticati in cantina o un paio di occhiali vintage. Ma anche saper fare qualche lavoro di elettricità in casa può essere utile. Non serve avere molti soldi per partire in vacanza: si può trovare ospitalità in un Bed&breakfast con il baratto. Basta scambiare il soggiorno con oggetti o servizi. Ma fra le soluzioni più economiche per viaggiare ci sono anche i siti che vendono unused trips, la rivendita di voli aerei o camere di alberghi non rimborsabili. Anche in tempi di crisi c'è chi non rinuncia a partire e si moltiplicano sistemi alternativi per trovare sconti o addirittura per evitare di spendere.


L'equazione merce e, ad esempio, un piccolo lavoro di idraulica o un servizio di baby-sitting in cambio dell'ospitalità, può essere un sistema conveniente per entrambe le parti. È l'iniziativa del tutto particolare lanciata da una rete di Bed&breakfast che hanno partecipato alla settimana del baratto dal 19 al 25 novembre. In Italia 2.500 strutture hanno aderito all'iniziativa, mentre 800 adottano questo sistema tutto l'anno. Gli indirizzi possibili sono molteplici e sparpagliati in tutta Italia. Si sceglie il luogo, si contatta il gestore e si concorda lo scambio. Oppure si propone al gestore che si trova nella città che vogliamo visitare uno scambio interessante.


Secondo il Censis, in piena crisi il 42% degli italiani rinuncia al viaggio. Ma c'è sempre una soluzione per risparmiare. I siti di unused trips, viaggi non utilizzati e rivenduti, permettono di fare affari. È un modo per aiutare le persone che non sono riuscite a partire a recuperare i soldi spesi per un soggiorno non rimborsabile, ma anche di offrire tariffe allettanti a chi ha un budget ridotto. Per quanto riguarda gli alberghi i siti di riferimento sono Hall St e Cancelon, mentre i voli vengono rivenduti su Changeyourflight . Qualche giorno fa, sul sito di Cancelon una notte allo Sheraton di Chicago è stata venduta a 216 dollari, con uno sconto del 31% rispetto al prezzo di partenza (316 dollari). Per chi non può permettersi un albergo e ama lo spirito d'avventura, c'è il couch surfing, la vacanza sul divano, una rete di persone che si scambiano ospitalità nel salotto di casa, gratuitamente ade esempio su www. couchsurfing. com e www. hospitalityclub. org . L'abitudine è diffusa soprattutto fra gli studenti universitari, abituati a spendere poco e a dividere casa con molte persone. Viaggiando si creano reti di amicì sparse in diversi paesi e spesso decidono di rivedersi.


Vacanze gratis anche con lo scambio casa. Si può passare qualche giorno in una villa alle Hawai, a Parigi o a Londra pagando solo le spese del viaggio. Basta scambiare il proprio appartamento con quello di un altro in qualsiasi angolo del mondo. Esistono diverse agenzie on line, che mettono in contatto i proprietari di casa. Fra le più antiche c'è Homelink che offre oltre 16mila indirizzi in 30 paesi e ogni anno "fa viaggiare" oltre 250mila persone. Sono molti i siti che offrono un servizio simile , Homexchange e Scambiocasa.


Con la crisi in molti puntano 'al tutto gratis'. Negli scaffali delle librerie aumentano le guide per spendere poco o nulla in viaggio. La giornalista Isa Grassano ha pubblicato qualche mese fa 101 cose divertenti, insolite e curiose da fare gratis in Italia almeno una volta nella vita, un piccolo manuale per viaggiatori curiosi, edito da Newton Compton. Nella guida c'è l'elenco di musei, parchi, feste popolari da visitare senza mettere mano al portafogli. Ad aiutare invece il turista che ha pochi soldi in tasca e vuole godersi la capitale, c'è la guida del Touring Club Roma Low Cost. Scritta dal giornalista Fabrizio Ardito, conduce il lettore lungo 11 itinerari da percorrere a piedi, dove visitare e ammirare chiese, monumenti, musei (perlopiù gratuiti), fontane, palazzi e scorci originali. C'è anche una lista di alberghi e Bed&breakfast e trattorie a prezzi interessanti

24.5.13

Auguri Topolino: il numero tremila in edicola Il settimanale Topolino taglia il traguardo dei 3000 numeri




Il settimanale Topolino taglia il traguardo dei 3000 numeri e festeggia con un’edizione da collezione, in edicola dal 22 maggio. Un numero doppio, dalla foliazione extra, con una copertina ricca di effetti speciali disegnata da Andrea Freccero e 14 storie dei più popolari disegnatori e sceneggiatori Disney. Questo numero speciale è dedicato a tutti i personaggi della banda Disney .
Sono passati 64 anni dal primo numero di Topolino ( se si tiene il conto partendo dal II  dopo  guerra    e si escludono  )  Nello stesso anno in cui George Orwell pubblicava 1984 e veniva proclamata la nascita della Repubblica Popolare Cinese, nelle edicole italiane usciva il primo Topolino formato tascabile. Correva il 1949.  

Per ulteriori dettagli   storici  e  non 
http://it.wikipedia.org/wiki/Topolino_(libretto)





letto tutto d'un fiato  . Un buon segno  le   schede  di presentazione tra una storia  ed  un altra  che ha riportato alla memoria  vecchi personaggi  , relegati nelle edizioni dei classici e nel limbo dei  ricordi   dei più vecchi lettori  ( sottoscritto compreso ) . Speriamo che  dai prossimi numeri  ciu sia un recupero d'essi  nelle storie   della serie regolare  .  E  che sia  attualizzati . Sarebbe un  bel  modo per  uscire  dalla situazione altalenante in cui si trova il settimanale  topolino  . M'aspettavo   che  questo numero  , che raggiunge un traguardo notevole  insieme a  quello  che sarà raggiunto  fra  120  numeri  in cui si celebra' il  i 60 del fumetto , svelasse  o quanto  meno lii rivisitasse   visto   che in un mio post  su   http://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1352832643/2#2  mi hanno detto che  sono stati  detti e ridetti  ,  "i misteri  "  dei personaggi  del  topo . Mi vengono  eccone alcuni che mi vengono alla mente    : 1)  come  mai  anagraficamente  vecchio e pluri centenario  paperone  è  giovane ., 2) quando  battista  e  miss paperet  furono assunti  ., 3) perchè la madre    ha abbandonato  qui , quo  ,  qua  .,  ecc . Ma  comunque  non mi lamento   è un  numero  stupendo  .Non so che altro dire lascio la parola  a http://antoniogenna.com/


La copertina

Disegnata da Andrea Freccero, e già disponibile da alcune settimane, presenta una importante  selezione dei personaggi Disney principali. Non tutti quelli che ci si aspetterebbe  ma una buona selezione. Assenti di lusso Rockerduck e Nonna Papera. Presenti a sorpresa Cip & Ciop, Reginella, Codino e Atomino tra gli altri. Nel suo blog, in risposta ad un commento di Raf, Andrea Freccero spiega perchè certe scelte e non altre.I colori della copertina sono di Mirka Andolfo e, anche se li ritengo personalmente un po’ carichi, sono comunque ottimi.

Le storie

Attenzione, alcuni commenti potrebbero contenere dei piccoli spoiler sulla storia. Leggete a vostro rischio e pericolo.
3000faraciLe quattrordici storie, il cui tema è stato proposto dalla redazione si aprono con una bella avventura  illustrata da Giorgio Cavazzano (per la prima volta al lavoro senza le chine) e colorata, da Mirka Andolfo, con un tratto leggerissimo decisamente indicata per le leggerissime matite dell’autore veneziano. La storia, scritta da Tito Faraci ci mostra un lato inedito e poetico di un Gambadilegno in piena forma e vero e pieno protagonista della vicenda. Segnaliamo alcune sottintese citazioni alla storia “Gambadilegno e la rapina da fumetto” scritta da Fausto Vitaliano e illustrata dallo stesso Cavazzano nel 2007.Topolino3000-Artibani

Si prosegue poi con la classica “caccia al tesoro” con la storia di Francesco Artibani e Corrado Mastantuono. “Zio Paperone e il tiranno dei mari” parte da un rimbecillimento di Pico De Paperis e ci porta alla ricerca del mitico Nautilus, “ non quello inventato dallo scrittore Jules Verne per il capitano Nemo.. quello vero” ci terrà a sottolineare Zio Paperone in una vignetta iniziale della storia.  I guai per Zio Paperone in questa avventura saranno tanti ma non mancherà di imparare una importante lezione di vita.Topolino e il sorprendente 3000” è l’avventura di Casty dedicata al personaggio di Topolino.
Topolino3000-Casty
 Si tratta di una bella storia fantascientifica di cui non vogliamo raccontarvi di più per non rovinarvi la sorpresa di leggere una storia che riesce a spiazzarti dall’inizio alla fine.Dopo l’avventura di Casty si prosegue con “Paperinik e la grande Caccia alla numero 3000” di Marco Bosco e Andrea Freccero. La storia ci propone Amelia alla dispserata ricerca di una monetina che Zio Paperone dà  a Paperino quale pagamento di una giornata di lavoro.I coniugi Turconi,Teresa Radice eStefano Turconi, approdano in quinta posizione. La loro “Qui, Quo, Qua e le prelibatezze a Km 3000 è forse la più poetica storia del numero. L’idea non è molto dissimile da Tip & Tap in: Operazione Tazza Rossa” con i nipotini separati tra di loro, ma si occupa di un altro tipo di commercio equosolidale: il commercio a chilometri zero. La coppia dimostra, una volta di più, che su Topolino si può parlare anche di argomenti non facilissimi per i lettori più giovani in modo facile, competente e non noioso.Si prosegue poi con le storie più brevi del numero 3000: “Tip & Tap e la combinazione fortunata” di Augusto Macchetto eLorenzo Pastrovicchio è una specie di storia gioco; mentre “Indiana Pipps e i 3000 anni incompiuti di Bruno SardaMassimo De Vita è una gag page allungata.
Topolino3000-ZicheL’ottava storia è interamente di Silvia Ziche. Il suo humor e il suo sarcasmo, quello che ben abbiamo imparato ad apprezzare con Lucrezia, è tutto riverso in queste tavole dal titolo “3000 metri sopra il cielo di Paperopoli“. La storia inizia quando, Brigitta viene spedita  nel cielo da un antifurto di Archimede ancora non tarato. Sarà l’occasione, questa, per Paperina e le amiche di vendicarsi di un Paperone sempre troppo arrogante. La storia, di venti tavole, ne ha una ventunesima in giro per la rete con un secondo finale. La pagina on line ha anche lo spazio per essere attaccata sul libretto.Nona posizione per “Archimede Edi e il cacciatore di passato” di Roberto Gagnor e Claudio Sciarrone con i colori di Elisa Braglia. Una storia fatta di emozioni e di tempo che passa, innovativa nel suo genere, con una tavola finale che 
Topolino3000-Radice
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racchiude l’essenza del mondo Disney. Una storia forse non troppo facile per i lettori più piccoli ma che emozionare più di un trentenne. Almeno con me è stato così.Gastone e la bolletta N. 3000” ci racconta le peripezie del fortunato cugino di Paperino quando, per un atto di buona volontà e affetto verso il cugino si troverà ad attraversare mezzo mondo, letteralmente, per andare a pagare una bolletta del cugino scalognato. Piacevole avventura di Carlo Panaro eMarco Gervasio con una fastidiosa sbavatura sul finale.Citiamo poi “Eta Beta l’uomo del 3000 diFabio Michelini e Francesco D’Ippolito che,a modo loro, raccontano curiosità e aneddoti sulla storia editoriale del Topolino libetto.

In dodicesima posizione troviamo Enrico Faccini e la sua “Banda Bassotti e la crociera del 3000 che risponde all’interrogativo: che 
Topolino3000-Faccini
fare se in città arrivano i 2996 cugini dei Bassotti e bisogna organizzare il ricevimento ricordandosi di come bene ci avevano trattato. Semplice. Affittare una nave e caricarli tutti a bordo… La storia è una classica avventura di Faccini molto comica e con alcune piccole citazioni da cartoni animati e da fumetti molto apprezzate dal sottoscritto. In particolare citiamo quella riportata qui a sinistra. Si tratta di un omaggio a Giorgio Pezzin, importante autore di Topolino che purtroppo non collabora più alla rivista da tempo e che, quindi, non ha partecipato, nemmeno con un #Tweet alla ricorrenza. La frase completa,  ”Tanto gli strumenti sono solo dipinti“, è stata utilizzata anche come titolo del volume
Topolino3000-Enna
 che il Papersera ha dedicato all’autore veneto. Ciccio e la partita numero 3000” di Riccardo Secchi e Alessandro Perina si merita la tredicesima posizione; mentre l’ultimo ad arrivare è “Paperino Paperotto e l’amico del 3000” di Bruno Enna e Roberta Migheli ci mostra Paperino Paperotto inventare una radio che parla con un amico del futuro. La storia si conclude con una sorpresa finale che stringe il cuore.

La parte redazionale

La parte redazionale propone, una pagina in cui si parla, suddivisi per gruppi di appartenenza (ad esempio “Papere”, “Investigatori” etc…), dei vari personaggi presenti a Paperopoli e Topolinia. Ad ogni articolo è collegata una storia sul tema.
Topolino3000-Asteriti
 Inoltre c’è un articolo introduttivo che riporta i risultati del sondaggio per capire in quale personaggio un lettore si indentifica. Scontatissimo (e anche un po’ deludente) il risultato. Spiazzante (ma neanche troppo data l’uscita del videogioco nel periodo in cui il sondaggio è stato laanciato)  la presenza di Oswald in decima posizione. Inoltre, in buona parte delle pagine delle storie a fumetti, in fondo, sono presenti dei tweet (veri o similari) con i commenti sulla ricorrenza da parte di personaggi pubblici (tipo Fiorello, Bollani e altri), dei redattori e da parte degli autori.Molti autori, infine, omaggiano Topolino con un disegno pubblicato troppo in piccolo per essere visto bene. Mi auguro che sul sito, dopo il restyling, vengano proposte le versioni ad alta risoluzione.

Conclusioni

Un buon numero 3000 che probabilmente avrebbe avuto bisogno di almeno 30 o 40 pagine in più per risultare veramente perfetto in ogni sua parte. Una media storie altissime, brevi comprese, illustrate e sceneggiate in modo impeccabile dagli autori chiamati a confrontarsi con un impegno così importante. Insomma, esperimento da ripetere, prima del 4000 che vent’anni son lunghi da passare ….Come forse avrete capito da sei mesi a questa parte noi Topolino lo trattiamo, lo seguiamo e lo amiamo non solo in occasione dell’eccezionalità che porta un evento come il numero 3000; ma lo seguiamo nella sua normale eccezionalità: leggiamo tutte le storie e spesso, troviamo delle piccole perle nel numero in cui meno ce lo aspettiamo; in quello a cui, vedendo le anticipazioni, non avremmo dato mezzo centesimo. E’ questa è la forza di Topolino, quello che più amiamo del libretto e quello che cerchiamo e cercheremo sempre di farvi apprezzare.Perchè Topolino non è Topolino solo in occasione del numero 3000 è Topolino sempre. E il 3001, siamo certi, speriamo   corsivo mio,  sarà ancora più interessante

Lo spazio Disney in Edicola tornerà regolarmente giovedì con alcune brevi curiosità sul numero in questione.


concludo  complimenti a tutti\e  gli autori   e continuate  cosi  











Dio è amore [ Caro don Andrea, domani la tua Genova ti saluta ]



Caro don Andrea, domani la tua Genova ti saluta. E con lei i suoi carruggi, i suoi protagonisti dolci e grotteschi, gli immigrati, i tossicodipendenti, le prostitute, le trans, gli etero, i gay, insomma tutta l'umanità e il meglio dell'umanità, come direbbe don Milani.
Così Genova diventa idealmente il mondo intero, un ponte che è un arco, ampio come la volta celeste.
E anche la Liguria è un arco. Regione scontrosa e sottile, scorza scura come la tua tonaca, il cappellaccio da brigante, il sigaro mezzo bruciacchiato e quasi confitto tra le belle rughe delle labbra.
Ci saluti mentre, più a Sud di quel tuo già ampio Mediterraneo, sale agli onori degli altari un altro prete degli ultimi, cioè un prete vero: don Pino Puglisi, assassinato dalla mafia nel 1993. Finalmente un santo dei giusti, non solo dei buoni. 
Io ti ho conosciuto nel lontano 1996, a Milano, Lampugnano. Settembre mite, consueto appuntamento alla Festa dell'Unità. Ancora non ci si vergognava a chiamarla così. Tu eri stipato in uno spazio ristretto, eppure già stracolmo. Un lungo tavolo con tovaglia verde, io capitai proprio di fronte a te. Che quasi ti toccavo le mani.
Tu mi fissasti un solo attimo. Con quel tuo sguardo sagace, roccioso e maschio, mi facesti l'occhiolino.
Poi parlasti: di famiglia, di nuove famiglie, di nuovi amori, e raccontasti che il motto che avevi scelto per il tuo sacerdozio era proprio questo: "Dio è amore". Ed esortavi tutti noi a non temere questo forte sentimento. Alla fine mi parlasti. Ti avevo posto una domanda, non ricordo nemmeno quale. E, quasi sottovoce, mi rivolgesti queste parole: "Tu hai lo Spirito santo".
Ed è allora che ti senti nulla e comprendi che sì, solo l'amore ti salva. Un nulla che salva: perché non ti annienta, ti potenzia mentre ti arrendi. Lo Spirito santo io? Non ti diedi del tu, forse proprio per questo motivo: perché mi sentivo veramente piccola e inadeguata di fronte a quella tua, chiamiamola pure, sentenza. Che percepivo come vera. Ma non perché me ne sentissi degna. Ma perché, con quella, mi trasmettevi il dono della gratuità, quel "cento volte tanto" udito molte volte dai pulpiti, e mai compreso veramente.
Mi trasmettesti che Dio ama così come siamo, che parte dal materiale che possiede: e siamo noi, e ci trova belli e compiuti già così. In quello Spirito santo non c'era nulla di spirituale, se per esso intendiamo disincarnato, algido e intellettualistico. M'invitavi a seguire nient'altro che il mio genio, e non mi sembrava vero: "dovevo" complicarmi la vita, io, "dovevo" seguire un cristianesimo severo e triste, e non mi sentivo pronta a restituirmi a me stessa.
Il mio genio, quello di noi tutti, è ancora lì, che attende d'essere riscoperto e ripreso per mano. Una nuova rinascita.
Ci scambiammo alcune lettere, che conservo gelosamente. Rivedo la tua grafia minuta ma diritta, ben impressa sul foglio. Le volute della "P" di "Profeta" larghe, anch'esse ad arco, come a voler comprendere tutto e a trasmettere forza.
Quando è arrivato il momento, lo sapevo. Avevi concluso una vita lunga e bella. Aperta e bella. Però, quando sono stata raggiunta dalla notizia che tutto si era concluso, non ho trattenuto le lacrime. Don Andrea non c'era più, "don" era morto, avevo preso anch'io a chiamarti così.
Ha scritto Vito Mancuso che il tuo cuore non si è fermato, ha continuato a pulsare in quei carruggi, in quelle donne e in quegli uomini raccolti dalla strada. Può sembrare retorico ma è vero, lo so. La tua comunità è, del resto, un porto. San Benedetto al Porto, il santo "europeo" e umbratile esposto alle scaglie di mare del variopinto universo umano che va, viene, torna, si nasconde e si pente. Un mondo marinaio e semovente, un Paradiso duro e grandioso, questo è il tuo lascito e la tua speranza. Essere sé stessi e fino in fondo è arduo. Persino troppo affascinante. Ma ti tradiremmo davvero se lo dimenticassimo. Noi stessi. E nulla di più, cioè tutto.
Adesso ti do del tu perché so di poterti parlare in silenzio e da sola. Anche in mezzo a una folla immensa.
Mi piace pensare che, tra i giusti, tu ora conoscerai anche mia zia Bianca, ligure come te, comunista come te, credente come te, pur se non lo sapeva. Anche la sua casa era un piccolo porto, anche da lei bussavano drogati e prostitute e travestiti e lei aveva un ruvido e schietto saluto per tutti, gli offriva un caffè, discuteva di politica, gli augurava il buon giorno e li aspettava l'indomani. Riderete assieme, di quella risata profonda, ermetica e sfuggente, che viene dalla vostra terra, dalla vita agra, da un ponte di terra sottile, incuneato in mezzo al mare, un Nord anomalo, silenzioso come una vela, nella luce bella e bruna.

23.5.13

come sopravvivere alla crisi 2 puntata Il ritorno all'economia del baratto


Un tempo beni effimeri, oggi linfa economica. Da qui nascono gli Swap party, ovvero feste del baratto dello scambio. Come quelli organizzati non solo a Manhattan dove sono nati, ma anche in Italia. Più che una moda, ormai, una necessità come racconta Ilaria Aquili che già da qualche anno ne organizza nella Capitale uno ogni tre domeniche aprendo, ora, anche a giornate dedicate esclusivamente ai più piccoli grazie al riciclo dei giocattoli. Abiti, scarpe, accessori ma non solo: un modo comodo di riciclare e rifarsi un armadio. E in tempi di crisi a finire nei mercatini dello scambio o in una dei tanti party creati ad hoc non sono solo più gli abiti ma anche telefonini, piccoli elettrodomestici.
Non mancano, ora, neppure i gruppi su Facebook: piccole mecche virtuali della moda utili quanto, in alcuni casi, esclusivi dove una borsa un tempo tanto amata può essere utile per accaparrarsi un pantalone sospira a lungo.
Per chi vuole, poi, sempre online non mancano i consigli su come metterne in piedi uno grazie a dieci mosse  -  vincenti ovviamente.
Ma il riutilizzo travalica il confine del privato e sbarca anche nei negozi. Tanto che anche una notissima catena internazionale di abiti low cost da febbraio lancia un nuova iniziativa: portando i propri abiti usati, qualsiasi tipo, si riceverà in cambio un voucher per un nuovo acquisto. T-shirt, pantaloni, gonne e giacche che fine faranno? O saranno riadattati e riutilizzati oppure distrutti e utilizzati come energia: semplice quanto comodo ed ecologicamente corretto.

 Un altra  soluzione  proposta  da repubblica  , che  è  vecchia  come il cucco  ( infatti  nei tag  ho messo  riscoperte e io  l'ho sempre praticata  e conosciuta    da piccolo  ,  io  e mio  fratello ci scambiavamo   e lo facciamo    , anche se  di rado  tutt'ora  , gli abiti    )  è quella  di





Moneta addio: riciclo e baratto        per vestirsi risparmiando


Incontri in casa e mercatini dove i beni si cambiano e non si comprano. La crisi diventa anche l'occasione per imparare a cucire. E un apassione può diventare anche una professione
Una vecchia maglietta può essere tagliata, cucita e trasformata in qualche cosa di nuovo. In tempi di crisi giacche o gonne che da tempo rimangono nascoste nell'armadio, diventano una risorsa preziosa. Si punta al riciclo e saper usare ago e filo è sempre più utile. Ma per risparmiare, quando i soldi per lo shopping non ci sono più, ci sono anche mercatini del baratto, discount o siti dove acquistare capi firmati a prezzi interessanti. Con la recessione le abitudini cambiano e si ricorre anche allo scambio per 'fare compere senza spendere nulla'. Nei mercati del baratto non servono soldi per tornare a casa con buste piene. Per conquistare un capo di abbigliamento basta portare vestiti da casa o offrire in cambio servizi, come ad esempio, qualche ora di baby-sitting, un corso di ballo o di inglese. E ora anche alcune grandi catene di abbigliamento low cost incominciano a puntare sul riciclo. Consegnando gli indumenti usati nei punti vendita della catena si ricevono in cambio buoni acquisto.
SenzaMoneta è un mercato dello scambio. La persone si incontrano per scambiarsi cose o servizi - spiega Filippo Dionisio presidente ManaManà - Le persone portano vestiti, magari dimenticati nell'armadio, che devono essere in ottimo stato. Si trova di tutto: cappotti, giacconi, pullover e abiti da donna. Ci sono anche capi di intimo e naturalmente l'abbigliamento per bambini. C'è un'unica regola: tutto è a costo zero".
Qualcuno organizza incontri in casa e ripropone il modello americano degliswap party, incontri dove le signore si scambiano cappotti, borse o sciarpe. Ma gli abiti che si trovano nei guardaroba e non usiamo da tempo possono essere anche trasformati e riadattati per diventare 'qualche cosa di nuovo'. La tendenza è quella del riciclo. Esistono corsi per imparare i trucchi del mestiere e creare qualche cosa di nuovo senza spesa. "Durante le lezioni ogni partecipante realizza un progetto sartoriale, utilizzando abiti e stoffe che porta da casa - spiega Francesca Patania sarta-stilista della cooperativa Occhio del Riciclone, a Roma - Si può risparmiare molto. Imparare a cucire, per riparare e trasformare gli abiti vuol dire restituire valore ad un capo che lo ha perso, sottraendolo al ciclo dei rifiuti".
Ma quanto può risparmiare una famiglia che sceglie di usare abiti riciclati? "La differenza tra acquistare capi usati o nuovi è notevole il rapporto è di uno a dieci . Questa è la ragione per cui sempre più persone sia avvicinano all'acquisto di questi capi, in particolare in questo momento di crisi, sempre più spesso si vedono nei mercatini banchi che li propongono oltre gli storici luoghi con e porta Portese a Roma" - spiega Edoardo Amerini, presidente del Conau, consorzio abiti e accessori usati.
Su Youtube si moltiplicano i video con 'corsi di riciclo', ma esistono anche molti blog con 'i trucchi del mestiere'. "Sul mio blog Pane amore e creatività pubblico le istruzioni delle cose che creo. Riciclo i miei indumenti: li taglio, li modello e aggiungo un pizzico della mia creatività. Così da vecchie magliette possono nascere pantaloncini, canottiere e anche dei giochi", spiega Linda Pareschi di www. paneamoreecreativita. it
Per affrontare la crisi molte persone imparano a realizzare quello che vogliono indossare. E per qualcuno una soluzione per risparmiare o seguire una passione, diventa quasi una professione. "Ho incominciato a fare la pantofola fai da te Flap per realizzare i regali di Natale ai miei amici con un materiale che mi piaceva molto, il feltro - spiega Francesca Macchi, 30 anni - Terminato il lavoro ero molto soddisfatta del mio prodotto e ho deciso di venderlo in conto vendita in un negozio della mia città, Gallarate. Su internet ne ho vendute 100 pezzi. E le cose sono andate molto bene. Poi ho vinto un premio in un concorso di design della Camera di Commercio di Milano. In seguito ho fatto anche altre cose decorazioni natalizie, un porta cellulare e una giostrina per la culla ancora in feltro".
In tempi di crisi anche i discount dell'abbigliamento possono essere una meta troppo costosa per molte famiglie. Abbandonati i pomeriggi di shopping quasi compulsivo per centri commerciali o le vie del centro, si pensa sempre di più a cosa comprare. Il tempo diventa un alleato per soppesare ogni acquisto, comprare di meno, senza portare a casa vestiti o accessori inutili. Molti vanno a caccia di sconti anche sul web: si moltiplicano i siti per comprare fondi di magazzino o partecipare a gruppi d'acquisto. Conta sempre di più il passa parola e fra le amiche appassionate di moda si distribuiscono consigli utili.
Ma a volte, per risparmiare, basta semplicemente riorganizzare il proprio guardaroba. "Si parte da quello che c'è nell'armadio, un patrimonio ricchissimo che spesso viene sottovalutato. La maggior parte delle donne potrebbe comprare meno e risparmiare, se solo conoscesse meglio quello che ha già accumulato negli anni. Un maglione di cachemire che 10 anni fa non ci piaceva perché ci faceva sembrare più vecchie, magari oggi è proprio quello che ci serve per andare in ufficio. Un vestito da sera della nonna, che avevamo usato un anno a Carnevale, con pochi accorgimenti potrebbe diventare un abito elegantissimo", spiega Sara Pupillo autrice, insieme a Sabrina Beretta del libro del libro Chic low cost (Aliberti editore).
"Importante anche selezionare capi di qualità - aggiunge Sabrina Beretta - . I tessuti che garantiscono una buona resistenza nel tempo sono quelli naturali come la lana e la seta. Nella lunga distanza il risparmio in famiglia si vede: i capi vivono a lungo e possono passare da una persona all'altra".
L'articolo dell'inchiesta di repubblica   dimentica  che  un altro   tipo di baratto  ( secondo  alcuni )   o d'auto aiuto  (  secondo altri  , vedi la prima puntata  )  è  quello della banca del tempo  cioè La Banca del Tempo (abbreviato, BdT) è un tipo di associazione che si basa sullo scambio gratuito di "tempo".
per   chi volesse saperne  di più   ecco dal linlk sopracitato alcuni url  

21.5.13

guida su come sopravvivere alla crisi prima puntata "Aiutarsi come durante una guerra "



riprendo qui l'inchiesta di repubblica e in alcuni punti , a voi scoprire quali , ci aggiungono del mio e mia esperienza 


Co-housing ovvero vivere insieme, co-working ovvero lavorare uniti. E ancora gruppi di acquisto solidale che raggruppano fino a sette milioni di persone, mercatini del baratto e una miriade di orti collettivi nella grandi città. Così sta crescendo un movimento silenzioso che fa fronte alle difficoltà di questi anni 
Generazione Co. E questa volta a finirci dentro non sono solo i giovani ma proprio tutti, o almeno chiunque è costretto a fare i conti con budget sempre più ridotti. Perché, ora, in piena crisi economica, un modo per sopravvivere è coalizzarsi, stare insieme, collaborare, condividere. E per farlo si formulano nuovi stili di vita. Si punta sul co-working, per spartirsi le spese d'ufficio, sul co-housing, perché nei condomini solidali ci si aiuta e si tagliano e di molto i costi. Ma anche l'automobile gestita da più famiglie, il car-sharing, affascina sempre più persone. Partecipare a gruppi di acquisto solidale con parenti o colleghi, non è solo vantaggioso ma alla fine anche stimolante. 
E nel cerchio che stringe sempre più i consumi riducendoli ogni giorno un po' ci finiscono anche parole come riciclo o scambio. E c'è chi punta agli orti metropolitani oppure a prepararsi in casa cibi come yogurt, pane e conserve: un popolo sempre più numeroso secondo il Censis che nell'anno che si è appena chiuso ha contato 11 milioni di nuovi adepti. Mentre i modelli produttivi tradizionali sono in difficoltà (nel manifatturiero si registra il 4,7% di imprese in meno tra il 2009 e oggi), crescono le cooperative tanto che le imprese, in questo settore, sono aumentate del 14% tra il 2001 e il 2011. 
Una nuova era? "Non proprio ma sicuramente più solidale di quanto si pensi - per lo psicoanalista Lucio Della Seta, autore di Debellare l'ansia e il panico, Mondadori, pp. 114, euro 16 - . L'essere tutti più poveri unisce. Sta succedendo, seppur con delle inevitabili variazioni, quello che accadeva durante la guerra o subito dopo: le persone, oggi, si associano in mille modi differenti. Cercano insieme una via d'uscita. Si è meno soli paradossalmente di quando l'economia viaggia ad alti livelli. E automaticamente l'ansia diminuisce perché l'attenzione si sposta su altro: sul problema del mangiare, dormire, andare avanti. Non è un caso che ci sono, oggi, persone che hanno ripreso a coabitare. Stare insieme, fare gruppo è un sentimento arcaico che toglie la paura. Quella stessa paura che alla fine genera gli attacchi di panico".

Come aiutarci
di GAD LERNER

Consumi, sempre più giù
Quando l'economia va male, la condivisione può essere una soluzione. I gruppi di acquisto sono in crescita. Ma le persone tagliano anche gli sprechi. Oggi i consumi sono crollati e sono ritornati ai livelli del 1997. L'83% dei nuclei familiari ha riorganizzato la spesa alimentare cercando offerte speciali e cibi meno costosi (dati Censis). Dal 2007 al 2011 la crisi ha alleggerito di 7 miliardi di euro la borsa della spesa alimentare delle famiglie italiane (dati Fipe-Istat). Ad altri due miliardi ammontano i tagli nei consumi alimentari fuori dalle mura domestiche. Secondo il Censis il 73% degli italiani va a caccia di offerte e alimenti poco costosi. E ci sono 7 milioni di persone che partecipano ai Gas, i Gruppi di acquisto solidale.
In calo l'abbigliamento
Con la crisi gli italiani rinunciano anche agli articoli di abbigliamento o alle calzature (secondo il Censis il 40% a rinunciato a questa spesa). Si compra meno anche perché per una famiglia rinnovare il guardaroba è diventata un'impresa. Un esempio? In un grande magazzino vestire un bambino di 6-8 anni può alleggerire e non poco le tasche. Per una tuta con maglietta si spendono circa 30 euro. Aggiungendo un giubbotto da 40 euro e un paio di scarpe economiche di altri 40 si superano i 100 euro. Ma in uno dei tanti mercatini dello scambio i vestiti dei propri figli ormai cresciuti, si possono barattare gratuitamente o per pochi euro. 
La seconda vita di abiti e scarpe
Le persone studiano soluzioni alternative. Un cappotto rimasto sepolto in un armadio per anni, scarpe abbandonate, borse inutilizzate: sono tutti oggetti che ora possono tornare utili. Aumenta la condivisione fra persone. Il passa parola fra amiche può essere utile per comprare a prezzi stracciati capi o per partecipare agli swap parties, dove si scambiano giacche o pantaloni. "Gli swap parties vengono organizzati per scambiarsi degli abiti o oggetti che noi non usiamo più. È anche un pretesto per incontrarsi. Un modo per stare insieme e scambiarsi quei capi che non servono e sono spesso di valore - spiega Edoardo Amerini, presidente di Conau, consorzio abiti e accessori usati - . E poi ci sono le bancarelle e i negozi dell'usato. In passato erano meno diffusi, mentre oggi sono in crescita".
Caro benzina
Fra i costi fissi c'è anche quello dell'automobile. Se una volta molte famiglia consideravano normale averne più d'una, oggi le cose sono cambiate. Secondo l'ultimo rapporto Censis, il 62,8% degli italiani limita gli spostamenti in macchina o moto per risparmiare sulla benzina. A dicembre le immatricolazioni sono diminuite del 22,5% rispetto al dicembre 2011. Nell'intero 2012 il saldo è negativo del 19,87%. Sono cvalate addirittura anche le patenti mentre in due anni sono state vendute, 3,5 milioni di biciclette. Il più delle volte si rinuncia anche anche ai viaggi (42%), un lusso in piena recessione. Anche per i trasporti si punta a dividere le spese con altre persone. Mai più macchine vuote, con una sola persona al volante, per andare in ufficio. Prende piede il carpooling che permette di usare una sola macchina e condividere le spese. Roberto Dell'Omo è un ingegnere milanese che si sposta da Milano a Roma tutte le settimane con questa soluzione: "Oltre a risparmiare si crea una comunità di viaggiatori su quattro ruote che in alcuni casi si frequenta anche oltre il singolo viaggio. Dalla drag queen al gruppo di tango argentino, posso dire che in questi due anni ho viaggiato e conosciuto persone di tutti i tipi". 
Casa
Si risparmia su tutto, ma sulla casa non è facile. Diminuisce il numero di persone che riescono a comprarla: secondo l'Istat, rispetto al secondo trimestre 2011, le compravendite di immobili a uso residenziale diminuiscono del 23,6. C'è chi però decide di scommettere sull'acquisto condiviso di un edificio, per tagliare anche i costi di gestione. "La solidarietà non si misura solo con l'aiuto materiale ma anche con un 'avvicinamento" di tipo relazionale delle persone che vivono in strutture di questo tipo - dice Lorenzo Allevi dell'impresa sociale Sharing, che a Torino ha dato vita all'albergo condiviso - . Nel nostro albergo sociale questa solidarietà è sentita. Ci sono persone che mettono a disposizione il proprio tempo per organizzare delle serate a tema con i bambini. Oppure associazioni che tengono gratuitamente corsi di italiano per stranieri. In molti organizzano delle feste e invitano tutti. Ci aiutiamo tra di noi e facilitiamo le occasioni d'incontro".

Lavoro
Sempre più precario e con meno tutele, anche il lavoro cambia quando circola meno danaro. Così è aumentano le esperienze di co-working, il lavorare insieme. Si può spendere per una scrivania, internet, fax, sala riunioni ed altro dai 25 euro al giorno, ai 250/350 euro al mese. In alcuni co-work sono attive anche forme di baratto. Una persona mette a disposizione la sua professionalità e in cambio ottiene un'altra cosa. È un modo per essere autonomi sul lavoro, condividendo servizi, e per evitare che il lavoratore si senta isolato. Perché in tempi di crisi e meglio non rimanere soli.