Sono andato giusto ieri a vedere chi fossela tizia vedere foto sopra e video sotto
di cui si parla in un post che ho trovato sulla home generale di facebook e cosa facesse. Una volta finito il video, avrei voluto darmi fuoco alle orecchie.Il che, immediatamente, mi ha fatto sentire molto vecchio nonostante abbia 46 anni .
Sì perché quando eravamo ragazzini ne dicevamo di assurdità ... Eccome se ne dicevamo. Ci siamo tutti inventati una lingua segreta da bambini e da ragazzini, è un gioco un modo si reagire al conformismo e all'autoritarismo genitoriale . Gli adulti d'oggi , ovveroi ragazzi d'ieri dimenticanoo non ricordano , non dovrebbero.
Avevamo un modo di parlare che faceva sollevare lo sguardo al cielo ai miei vecchi genitori oltre che agliinsegnanti .
Ed era ( ed è ) tutt'ora giusto visto che ogni generazione precedente alla tua rimproveri o rimanga ammutolito e sfotta quando non vuole sforzarsi d'aprirsi al nuovo .
Eravamo stupidi, ci comportavamo da stupidi e sono felice che lo facessimo. Era fisiologico.chi non lo ha mai fatto alzi la mano 😃
Ora ci siamo trasformati negli adulti, nei vecchi che ci rompevano le palle ai tempi e che eravamo noi a guardare con sufficienza. Perché se ti dimentichi di essere stato un ragazzino stupido, significa che sei diventato un adulto deficiente. Il che è molto peggio, e oltretutto non passa con gli anni a differenza della stupidità della gioventù ... .
Detto questo, mi chiedo come un adulto che consideri lecito andare ad insultare una ragazzina che peraltro non è un suo familiare per come parla mi fa orrore. È una sconfitta dell'intera società. come può venire in mente a una persona anche solo vagamente normodotata di andare sotto al video di una ragazzina che dice “amiooooo” ed espressione simili ad insultarla dandole della “puttana” ?
Voi non state mica tanto bene, gente.Cioè: quella roba è certamente abominevole e odiosa per chiunque abbia più di 16 anni, e siamo d’accordo, ma mica deve piacere a noi che abbiamo 40 anni è più
Io, ad esempio collegandomi al discorso delle righe precedenti , da ragazzino, dicevo per esempio “tozzo” per dire “fico” ed espressioni gergali simili che andavano di moda per un certo periodo e alcune si sono anche estinte sono scomparse . O storpiavo o accorgiavo parole con acronimi tipo tvb o scorcia per scorciatoiaobiblio per biblioteca , ecc .
Adesso, probabilmente, se incrociassi il me stesso di allora, sentirei l’irrefrenabile impulso di rimproverarmi( ed criticare eventuali figli\e ) come facevano i miei perchè parlassi bene o quanto meno facessi distinzione quando e con chi usarlo
Si invecchia e si finisce per dimenticare che, molto spesso, diverse idiozie che si fanno e si dicono a quell’età, si fanno per sentirsi parte di un gruppo, di una generazione, per riconoscersi, annusarsi, per uscire dalle imposizioni de genitori , ecc
È una cosa che serve a diventare grandi. Poi cresci e vorresti tagliarti le orecchie con un ferro arroventato quando senti una che dice “amioooo”, certo. Fa parte del processo. Ed è giusto così . Ma Se, invece, senti quella roba da una persona che non è tuo figlio\a o tuo\tua nipote e decidi di andare ad fare il cazziatone ed soprattutto ad insultare pesantemente una ragazzina sul suo profilo TikTok o Instagram, usando parole pesanti come quella citata mi dispiace ma il problema è solo e soltanto tuo, non suo che usa tali espressioni . Quindi cari vecchi tromboni e censori lasciamo ai giovani il loro mondo ed al loro linguaggio ( come é stato a nostra volta con modi di dire e terminologie che ora ci farebbero accapponare la pelle) senza fare i boomer maleducati su un profilo social che non ci appartiene ed non è neppure di un nostro familiare .
fatti come questi mi danno ragione e fncl a chi nei miei post precedenti in particolare : << essere all'antica o poco tecnologico non è solo da snob o di nicchia ma ha anche i suoi pregi >> ho parlato di come molto spesso i vecchi sistemi ( carte topografiche , mape , bussola , esperienza e conoscenza del territorio in questo caso ) , danno spesso risulti migliori e più efficenti di quelku telematici
VAL DI ZOLDO - Ieri sera, domenica 19 giugno, verso le 21.15 il Soccorso alpino della Val di Zoldo è stato attivato, per una coppia di escursionisti che aveva perso la traccia del sentiero scendendo dal Civetta. I due, 42 anni lui, 34 lei, di Rovigo, erano saliti in vetta dalla Ferrata degli Alleghesi con l'intenzione di andare al Rifugio Coldai, salvo poi attardarsi e valutare di proseguire in direzione di Malga Grava dopo aver contattato il gestore. Lungo la discesa dalla normale però, già all'altezza dei ghiaioni, la coppia aveva superato l'incrocio con il sentiero, avanzando fino a ritrovarsi bloccata tra i mughi, 100 metri più sotto. Scattato l'allarme, mentre una squadra si preparava a partire, un soccorritore è salito a Crep e, dopo averne localizzato i segnali luminosi, ha fornito ai due le indicazioni per risalire al sentiero, dove i soccorritori, andati loro incontro, li hanno incrociati. Scesi con loro a Pecol, sono poi stati riaccompagnati a Palafavera dove avevano l'auto. L'intervento si è concluso passata mezzanotte. La coppia, come capita sovente a molti escursionisti, aveva esclusivamente tratto le informazioni su percorsi e orari dai social, senza portare con sé alcuna cartina né approfondire quanto appreso, e si è ritrovata poi a dover fare i conti con notizie insufficienti e tempistiche non adeguate ai propri ritmi.
L'invito è sempre quello di non limitarsi alle informazioni prese su internet, di non fare totale affidamento sulle tracce Gps scaricate on line, valutare bene le proprie capacità, preparazione ed esperienza.
La scelta della castita sta diventando molto cool .... ehm... di moda come di riporta il sito https://unapennaspuntata.com/
TLW. Negli USA, il movimento è così popolare che il suo motto è addirittura diventato una sigla, un po’ sulle linee di ROTFL e TVB. “True Love Waits”, si ripetono ogni giorno centinaia di adolescenti in ogni parte degli Stati Uniti: “il vero amore sa aspettare; dunque, è più che possibile conservarsi casti fino alle nozze”.
Per una come me, “appassionata” di castità, era praticamente impossibile non imbattersi nelle (millemila) attività che il movimento True Love Waits organizza oltreoceano. Per chi non conoscesse TLW, trattasi di un movimento giovanile nato negli Stati Uniti che si rivolge a tutti quei giovani intenzionati a rimanere vergini fino alle nozze. È un movimento popolarissimo: molto ggggiovane, molto cool, molto famoso in tutta l’America, capace di raccogliere ogni anno centinaia e centinaia di nuove adesioni. [ .... segue qui sul sito ]
Infatti leggo su da https://www.msn.com/it-it/notizie/ che riporta ka notizia appresa da Redazione Tgcom24 - 6 h fa Redazione Tgcom24 - 6 h fa
Casti fino alle nozze. È la scelta fatta da due giovani di religione protestante che hanno deciso di arrivare al giorno del matrimonio in totale purezza. A " Zona Bianca" i due sposi, proprio nel giorno della loro unione, spiegano il perché della loro scelta in linea con quanto descritto dal Vaticano nel documento Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale del Dicastero per i laici che propone ai fidanzati la castità prematrimoniale.
" Non vogliamo essere cristiani solo per modo di dire, ma vogliamo seguire la parola di Gesù con tutto quello che ci ha insegnato", spiegano i due sposi che poi raccontano l'incredulità di chi non ha mai preso sul serio la loro scelta e che spesso li ha derisi. I due ragazzi già uniti mediante il rito civile hanno atteso quello religioso per avere rapporti sessuali.
" Ne è valsa la pena attendere", dichiarano marito e moglie in collegamento con Rete 4, dopo qualche giorno dalla celebrazione del matrimonio religioso. " La nostra è stata una scelta consapevole come cristiani - dichiara la neo sposa - adesso che ci siamo uniti sappiamo che saremo uno al fianco dell'altro tutta la vita".
tale decisone della chiesA mette molti dubbi da parte dei teologi
REPUBBLICA 16 GIUGNO 2022
I dubbi dei teologi sulla castità prima delle nozze: "E'anacronistica"
ANSA
di Paolo Rodari
Mancuso: "Il fidanzamento serve alla conoscenza e i rapporti sessuali sono un grande e decisivo momento di conoscenza. Escluderli, come da sempre fa la dottrina cattolica, è un grave errore di natura etica"
CITTÀ DEL VATICANO - Il Vaticano vara nuove linee guida per la preparazione al matrimonio: percorsi più lunghi e suddivisi in vari step, catechesi che si prolunga anche dopo le nozze e una maggiore attenzione alle coppie in crisi. L’obiettivo è quello di evitare che una persona per sposarsi in chiesa impieghi poche settimane e poi vada incontro ad un "fallimento", come dice il Papa, introducendo un vero e proprio "catecumenato" e ricordando che per diventare sacerdoti sono necessari invece anni e anni di seminario. Sul rapporto uomo-donna, parlando in un altro contesto, quello dell’udienza generale a Piazza San Pietro, Papa Francesco ha sottolineato che il servizio non è "una faccenda di donne".
La castità come strada verso la santità della coppia
Il documento vaticano, che sarà pubblicato in forma cartacea da Libreria editrice vaticana, non dice nulla di nuovo rispetto a quanto il Catechismo afferma da sempre: i rapporti pre-matrimoniali non sono ammessi, la castità è una strada verso la santità della coppia. Tuttavia, le parole della Santa Sede calate nel contesto odierno dove anche diversi credenti hanno rapporti prima delle nozze provocano dibattito ed anche qualche polemica. Scrive il teologo Vito Mancuso: "Il fidanzamento serve alla conoscenza e i rapporti sessuali sono un grande e decisivo momento di conoscenza: di sé, del partner, e dell’armonia di coppia. Escluderli, come da sempre fa la dottrina cattolica, compreso l’attuale Papa, è un grave errore di natura etica".
"Documenti così sono un passo indietro, bisogna ascoltare i giovani"
Spiega ancora un altro teologo, padre Alberto Maggi: "Nel Vangelo Gesù lascia agli uomini la sapienza dello Spirito. Documenti come questo non rappresentano passi in avanti alla luce dello Spirito ma passi indietro in contesti che ormai sono del tutto nuovi. Servirebbe più ascolto della realtà dei giovani d’oggi, di come vivono, prima di riproporre la dottrina di sempre". Francesco ha sempre confermato l’importanza della castità. Per lui la dottrina ha valore e non si cambia. La sua rivoluzione della misericordia non ha intaccato fino ad ora la base della dottrina, seppure il modo di proporla sia stato del tutto innovativo.
Gli sposi devono trovare il tempo di conoscersi
"Il servizio evangelico della gratitudine per la tenerezza di Dio non si scrive in nessun modo nella grammatica dell’uomo padrone e della donna serva", ha detto. Per arrivare al matrimonio servono sì cammini rinnovati, ma confermando la linea della Chiesa cattolica, a partire dalla castità: "Non deve mai mancare il coraggio alla Chiesa di proporre la preziosa virtù della castità, per quanto ciò sia ormai in diretto contrasto con la mentalità comune", si legge nel documento del Dicastero per i laici che traccia le nuove linee per la preparazione al matrimonio. E ancora: "Vale la pena di aiutare i giovani sposi a saper trovare il tempo per approfondire la loro amicizia e per accogliere la grazia di Dio. Certamente la castità prematrimoniale favorisce questo percorso".
Percorsi ad hoc per i conviventi che decidono di sposarsi
E "anche nel caso in cui ci si trovasse a parlare a coppie conviventi, non è mai inutile parlare della virtù della castità". Astinenza che — sempre secondo il documento del Vaticano — può essere praticata in alcuni momenti anche nello stesso matrimonio. Per i ragazzi e i giovani, al di là della preparazione del matrimonio, si parla poi di educazione sessuale da ricevere nello stesso contesto di catechesi nelle parrocchie. Quanto invece alle coppie che già convivono, la Chiesa apre le porte al sacramento ma pensando a percorsi di catechesi ad hoc. "L’esperienza pastorale in gran parte del mondo mostra ormai la presenza costante e diffusa di “domande nuove” di preparazione al matrimonio sacramentale da parte di coppie che già convivono, hanno celebrato un matrimonio civile e hanno figli".
La Chiesa deve aiutare le coppie anche dopo il matrimonio
"Tali domande — sottolinea il Dicastero per i laici — non possono più essere eluse dalla Chiesa, né appiattite all’interno di percorsi tracciati per coloro che provengono da un cammino minimale di fede; piuttosto richiedono forme di accompagnamento personalizzate". Il dopo-matrimonio dovrebbe prevedere un accompagnamento da parte della Chiesa sia perché permangono questioni importanti come "la regolazione delle nascite o l’educazione dei figli", ma anche per aiutare la coppia a non entrare in crisi anche se, in alcuni casi, sono "inevitabili", ammette il Vaticano.
Aumenta la domanda globale di smartphone ricondizionati. Ma gli italiani non vogliono vendere il loro device usato . In base a uno studio condotto da Kandar per Swappie, metà degli italiani preferisce conservare il vecchio telefonino nel caso il nuovo smettesse di funzionare all’improvviso di Salvo Cagnazzo
Aumenta in tutto il mondo la domanda di smartphone ricondizionati. In particolare, il tasso medio annuo di crescita tra il 2022 e il 2027 è stimato intorno al 10,23% (fonte: Mordor Intelligence). Eppure, la maggior parte degli italiani non intende vendere il proprio device usato e, tendenzialmente, inutilizzato. Lo rivela uno studio promosso da Swappie, azienda finlandese specializzata nella vendita di smartphone ricondizionati, e condotto online da Kantar nel periodo compreso tra marzo ad aprile 2022 su un campione di circa mille individui tra i 18 e i 64 anni d’età.
A fronte di una metà del campione che considererebbe la vendita del proprio smartphone sia online sia nei negozi fisici, il 23% la esclude a priori. A dispetto delle intenzioni iniziali, solo il 12%, peraltro, ha effettivamente venduto il proprio device mentre il 66% ha preferito conservarlo per situazioni di emergenza nonostante nel 31% dei casi fosse mal funzionante. A posteriori, l’utilizzo del back-up nella maggior parte dei casi è rimasto contenuto, mentre il 32% ha dichiarato di non aver mai avuto la necessità di utilizzarlo. La maggiore resistenza nei confronti della vendita si è registrata nelle regioni del centro-sud - Campania (36%), Marche (31%) e Basilicata (29%) - e nella fascia over 45 anni.
“Nel mercato italiano ci sono inevitabilmente delle barriere da superare quando si parla di smartphone ricondizionati - commenta Elena Garbujo, country manager di Swappie Italy - È necessario educare gli utenti rispetto ai benefici del ricondizionato, presentando i servizi che un’azienda professionale e affidabile come Swappie offre al consumatore sia quando si tratta di vendere uno smartphone sia quando si ha la necessità di acquistarne uno”.Nonostante l’evidente scetticismo nei confronti della vendita di un device usato, ben il 72% degli italiani ne considererebbe l’acquisto: una trend evidente soprattutto in Valle d’Aosta (90%), Abruzzo (87%) e Lombardia (86%), in primis nella fascia d’età tra i 18 e i 34 anni. Due le ragioni principali: i consumatori da un lato riconoscono la sostenibilità di tale scelta, ritenuta rispettosa dell’ambiente e promotrice di economia circolare; e dall’altro, valutano interessante il rapporto qualità-prezzo
Cinque anni trascorsi in una casa sui rami: sei metri quadri in legno, un fornelletto, una doccia in bambù con acqua fredda. Ora vuole trasferirsi. Su un altro albero
di Giulia Destefanis
L'importante è trovare la propria strada, che faccia stare bene. Gli auguro il meglio.
Una laurea al pascolo: a lezione col gregge
L'Università di Bari ha portato nel parco dell'Alta Murgia studenti di varie facoltà per un corso particolare di biodiversità: 32 ore di laboratorio tra fauna e flora
di Gianvito Rutigliano
A Genova l'altra sponda di Ellis Island
L'emigrazione vista dagli italiani che partivano : nasce un museo che raccoglie storie e fa rivivere atmosfera e dinamiche del grande esodo. Siamo andati a visitarlo
A genova come riportato sia dal video sintetico ma incisivo ( vedi righe precedenti ) e dall'articolo dihttps://www.arte.it/notizie/è nato un museo che racconta la partenza degli immigrati per Gli Usa ed il canada e il sud America
Allestimento del Museo dell'Emigrazione Italiana alla Commenda di San Giovanni di Pre', Genova I Courtesy Comune di Genova
FRANCESCA GREGO
13/05/2022
Genova - Se all'ombra della Statua della Libertà l'Ellis Island Museum of Immigration racconta l'alba di quel crogiolo di culture che fu alla base dell'America moderna, sulle rive del Mediterraneo il nuovo MEI – Museo dell'Emigrazione Italiana svela l'altro lato della storia: la partenza di milioni di nostri connazionali che hanno lasciato il paese in cerca di un'altra vita, dall'Unità d'Italia ad oggi.
Inaugurato ieri presso la duecentesca Commenda di San Giovanni di Pre' - per secoli luogo di accoglienza di un'umanità in transito, dai pellegrini ai crociati, fino agli emigranti dell'Ottocento - il MEI è un museo dinamico, proprio come le esperienze dei suoi protagonisti. Distribuito su tre piani e 2800 metri quadri, è pronto a raccontare il fenomeno migratorio nelle sue diverse sfaccettature e articolazioni attraverso oltre 200 storie di vita vissuta che prendono la parola attraverso diari, foto d'epoca, autobiografie, lettere, giornali, canti e musiche.
Foto in mostra al nuovo Museo dell'Emigrazione Italiana, Genova I Courtesy Comune di Genova
I visitatori potranno interagire con gli spazi e gli oggetti del museo e tuffarsi in viaggi virtuali a 360 gradi, oppure consultare gli archivi del Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana, che ha raccolto online i documenti del viaggio di oltre 5 milioni di emigranti. Settanta postazioni multimediali, 25 proiettori laser e 1300 immagini originali saranno i mezzi per esplorare la memoria collettiva del paese e perfino “sedersi a cena” con i suoi protagonisti.
La mole di informazioni disponibili è impressionante: non solo partenze, ritorni e destinazioni, ma anche dati sulle motivazioni che hanno spinto le persone a emigrare, sul lavoro, la salute, l'alimentazione, le esperienze di accoglienza o di razzismo vanno a comporre una narrazione immensa e corale, messa insieme grazie al lavoro congiunto di enti pubblici e privati. All'impegno del Mic, della Regione Liguria e del Comune di Genova e al sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, alla base dei lavori di adeguamento funzionale e tecnologico della Commenda, si sono infatti affiancati i contributi del Centro Internazionale di Studi sull'Emigrazione Italiana, dell’Istituto Luce – Archivio Storico Luce, della Rai attraverso l’Archivio Rai-Teche, dell’Archivio Centrale dello Stato e l’Archivio Storico Diplomatico del Ministero Affari esteri e cooperazione internazionale, dell’Istituto centrale per i beni sonori e gli audiovisivi, della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, del Museo regionale dell’emigrazione Pietro Conti di Gualdo Tadino, nonché di musei e centri internazionali quali l’Ellis Island National Museum of Immigration di New York, il MUNTREF - Museo de la Inmigración di Buenos Aires e il Museu da Imigração do Estado de São Paulo di San Paolo, senza dimenticare il ruolo fondamentale giocato dalle numerose associazioni di italiani nel mondo.
Allestimento del Museo dell'Emigrazione Italiana alla Commenda di San Giovanni di Pre', Genova I Courtesy Comune di Genova
“La prima volta che sono andato a Ellis Island”, ha ricordato il Ministro della Cultura Dario Franceschini durante l'inaugurazione, “ho potuto vivere le emozioni straordinarie che trasmette quel luogo: le storie degli immigrati, gli arrivi, le separazioni e i dolori. Abbiamo immaginato che anche lo Stato Italiano dovesse creare un luogo importante, all’altezza delle storie straordinarie dei nostri emigrati, e la scelta non poteva che cadere su Genova per quello che ha rappresentato rispetto al tema immigrazione. Un luogo unico, pieno di multimedialità per rivivere le speranze, i dolori e i sacrifici degli immigrati italiani, storie che non possono essere dimenticate e che vanno tramandate alle future generazioni”.
Allestimento del Museo dell'Emigrazione Italiana alla Commenda di San Giovanni di Pre', Genova I Courtesy Comune di Genova
Diviso in 16 sezioni, l'itinerario di visita si configura come la naturale prosecuzione del Galata Museo del Mare, altro importante polo espositivo genovese: se il viaggio è il fulcro dell'allestimento del Galata, l'attenzione del MEI l’attenzione si concentra su tutto ciò che segue: la ricerca del lavoro e della casa, imparare una nuova lingua, inserirsi in una società diversa a volte ostile. E poiché migrare è da sempre una dimensione costitutiva dell'esperienza umana, ogni sezione del museo racconta una parte di questa storia, dalla preistoria all’età medievale e moderna, ben prima della diffusione del concetto di confine. L’emigrazione italiana non ha avuto solo la sua destinazione all’estero e non appartiene solo al passato. Per questo il museo racconta anche l’emigrazione interna, declinata nelle sue due grandi direttrici, dalla campagna alla città e dal Sud al Nord, e l’
le migrazioni contemporanee, in cui l’Italia diviene meta degli immigrati. L'installazione artistica Memoriale, infine, stimola a riflettere sul lato oscuro e sulle tragedie delle migrazioni: dal naufragio del Sirio all’incendio della Triangle a New York, dai fatti di Aigues Mortes alla strage di Marcinelle, passando per disastri minerari e naufragi, che ci ricordano ancora oggi, pur nella loro diversità, le silenziose stragi che colpiscono i migranti in ogni parte del mondo.
Allestimento del Museo dell'Emigrazione Italiana alla Commenda di San Giovanni di Pre', Genova I Courtesy Comune di Genova
molti mi diranno è basta parlare di gay ed lgbt . Ma fin quando una persona sarùà discriminata , offesa , e maltrattata per il suo orientamento o identità sessuale mi sembra più che giusto continuare a parlarne .
Prato, escluse dal ballo perché gay: dopo il dietrofront del liceo, Adele e Viola partecipano insieme Il regolamento interno era stato cambiato ed esteso alle coppie omosessuali
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Adele Landolfi e Viola Righini ce l'hanno fatta: sabato 18 giugno, hanno partecipato – insieme – al ballo delle debuttanti. All'inizio di maggio, le due ragazze erano state escluse dall'evento organizzato per gli studenti dell'ultimo anno dal Convitto Cicognini di Prato perché lo statuto non prevedeva la partecipazione delle coppie omosessuali. Dopo la denuncia pubblica di Viola e le successive polemiche, il regolamento interno era stato cambiato ed esteso alle coppie gay. Una vittoria per le giovani, che sono riuscite a far modificare una tradizione centenaria. La storia - Alla fine di aprile, Viola aveva chiesto di poter partecipare al consueto appuntamento insieme a una compagna. La preside Giovanna Nunziata le aveva però detto che il regolamento vietava l'ingresso alle coppie gay. Aveva spiegato che trattandosi di una tradizione centenaria, per cambiarla bisognava sovvertire tutto. Viola aveva denunciato pubblicamente l'esclusione, parlando con i media. Dopo una serie di polemiche era arrivato il cambio del regolamento e, successivamente, il lieto fine: la partecipazione delle ragazze al ballo.
La Russia taglia il 15 per cento di gas all’italia.
Dovremo cercare un altro modo per suicidarci WWW.FORUM.SPINOZA.IT
Lo so che dovrei parlare d'argomenti e di fatti più allegri . Ma davanti tali insulti . E' più forte di me non schierarmi o rifugiarmi come spesso faccio ( vedere il precedente post : << senza parole davanti all'ennesimo stavolta doppio femminicidio >> ) nea forma di anestesia emotiva
“Pazza, deragliata”, gli insulti a Cathy La Torre per aver detto di “essersi ridotta il seno perché è una persona non binaria” | VIDEO
Ancora una volta, l’avvocata che difende i diritti delle persone LGBT è finita nel mirino degli attacchi social
Lo aveva già raccontato in passato, ma anche le storie vecchie sono in grado di dare vita al classico odio che corre sui social. La vittima, ancora una volta, è Cathy La Torre, finita nel mirino degli haters della rete perché durante la sua intervista a Repubblica delle Idee ha riposto a una domanda della moderatrice dell’evento che le aveva chiesto di raccontare la sua scelta di sottoporsi a un intervento di mastoplastica riduttiva al seno. Non si tratta di una novità, visto che l’operazione era stata annunciata ed è avvenuta nel novembre dello scorso anno.
Ora mi mi viene da chiedermi ma che .... di paese stiamo diventando il fascismo e il cattolicesimo ( ovviamente senza generalizzare ) più becero ed reazionario , le lotte culturali degli anni 70\80 non sono servite a niente ? un paese anestetizzato . Cosa stiamo aspettando che coi sia qualche aggressione o omicidio omofobo di peso o di qualche politico come avvene negli anni 70 contro il terrorismo rosso e con lo stragismo nero \ di stato per far finire questo periodo ? piena solidarietà a Cathy la Torre .Ppossono anche non piacere certi suoi atteggiamenti troppo esibionisti o tale suo gesto . Ma da li ad insultarla sia personalmente sia con i soliti stereotipi omofobici .
Quindoi benvengano , manifestazioni ( discutibili o meno ) come il gay pride o il pride , in un paese alla deriva dove si sta regredendo ad un passato che sembrava lasciato alle spalle dove dopo i femminicidio \ violenza di genere l'odio ( quando va bene 😢🙂)e la violenza sessuofobica tracima da discorsi incendiadiari ed retrogradi di una destra illiberale alle vie di fatto o in alcuni casi ( vedi fatti recenti ) ad emarginazione ed suicidio
lo so m'ero promesso sul mio facebook ( per chi volesse aprofondire trova in cima al post odierno i post miei e non su tale vicenda o argomenti ad essa collegati )
ultimo post su #Cloe. e poi facciamo cadere il silenzio ( non vuol dire dimenticarla , ma lasciare che riposi in pace lontano dal clamore dei media e dal #Chiacchericcio ed probabili strumentalizzazioni ) . [....]
che sarebbe stato l'ultimo post su e che poi sarebbe caduto per quel, che vale il mio silenzio per farla riposare in pace , ma non c'è la faccio a rispettarlo soprattutto quando :
Sara Mazzonetto [ foto a destra ] una sua ex allunna che ora ha 21 anni fa notare che <<: "Era la mia insegnante, è stata ammazzata dal pregiudizio di una comunità retrograda">>. infatti riporto integralmente e senza ulteriore commenti in quanto quello che dovevo dire ( vedere url in cima al post ) lo ho già detto e la sua allunna lo dic emeglio di me quello che Sara ha rilasciato a repubblica d'oggi
In questi giorni è riapparsa una lettera in cui, nel 2015, il padre di un'alunna, con toni forti, denunciava all'assessore regionale all'istruzione il disagio provocato dall'arrivo in classe del docente di fisica con abiti femminili. Cosa successe realmente quel giorno?
"Eravamo a metà del primo anno scolastico, quando il professore arrivò in classe vestito da donna. Era la prima ora, arrivai un po' in ritardo e vidi un capannello di compagni che usciva dal laboratorio ridendo a crepapelle. Entrai, stranita, ma mi resi conto che quella loro reazione era spropositata".
Eravate a conoscenza della sua transizione di genere?
"Nessuno sapeva nulla, non avevamo mai avuto alcun sentore. Avevamo notato che portava le unghie lunghe, ma credevamo suonasse la chitarra. Con noi alunni era sempre stata sorridente, pacata e disponibile. Come ha continuato ad essere, semplicemente indossava abiti femminili".
Per tale motivo, però, fu giudicata pesantemente da tanti suoi compagni, ma anche tra i docenti?
"Quel primo giorno, con serenità, ci spiegò cosa l'aveva portata a quel cambiamento. La discriminarono subito, anche i colleghi la guardavano con disprezzo. Quando scoppiò il caso tutti le voltarono le spalle. Alcuni docenti, addirittura, si sfogavano con noi dicendo che aveva rovinato la reputazione della scuola".
I genitori degli alunni, invece, come reagirono?
"Fu una vergogna: tanti che, fino a quel momento, non erano mai andati ai colloqui di fisica perché la reputavano una materia inutile all'istituto agrario, tutto d'un tratto iniziarono a fare lunghe code per vederla come se fosse l'attrattiva del circo e schernirla".
E l'istituzione scolastica non intervenne, anzi la allontanò dall'insegnamento. A suo parere, che azione sarebbe stata necessaria per normalizzare la situazione?
"Secondo me, sarebbe bastata una circolare in cui ci avvisavano che, da quel giorno, ci saremmo dovuti rivolgere alla docente al femminile. E, magari, per sensibilizzare maggiormente noi alunni, avrebbero potuto prevedere lezioni sull'identità di genere che, spesso, proprio a causa di retaggi culturali, è ancora un argomento tabù".
Un silenzio assordante proviene anche dalle istituzioni?
"Già, purtroppo, in Veneto, siamo indietro in merito ai diritti Lgbt+. C'è gente che non manifesta la propria identità per timore di essere disprezzato e isolato, come è capitato alla nostra professoressa. Che io sappia non ci sono associazioni né eventi a tutela dei diritti delle minoranze".
Qual è il suo rammarico?
"Con il senno di poi, mi rattrista non essere riuscita a mostrarle la mia vicinanza, a dirle anche soltanto "mi dispiace", ma ai tempi ero poco più che una bambina. Poi non l'ho più vista, finché la triste notizia mi ha confermato che non era scappata a farsi una nuova vita, come speravo per lei, ma era stata abbandonata dall'intera società, a cui ha dedicato l'ultimo amaro saluto sul suo blog, il suo unico spazio di libertà, segreto".
Il racconto della mia amica e compaesana ma d'adozione Genovese Giulia ***** alias sui social Giulia Acerba siu facebook o giuliaacerba83 su Istagram conferma che spesso come ho raccontato qui o sui social la mia esperienza si ottiene a volte con meno sforzo e più facilità la stessa cosa che sui social trovi con ritardo . Infatti i vecchi sistemi a volte da soli altre volte inegrati , con nuove tecnologie sono efficenti . Infatti come dicevo nel titolo essere all'antica ( o jurassici come dice mia nipote ) non sempre è da snob o da nostalgici dei bei tempi andati quando per cercare una cosa o lavorare dovevi faticare ma anche i suoi pregi e i suoi vantaggi vedi post sotto
Ieri, mentre andavo a scuola a non fare scuola cioè la dad, sono stata fermata da una ragazza, una di quelle che volgarmente chiameremmo tossiche. Ho pensato, mentre mi veniva incontro, ecco adesso mi chiede dei soldi. - Ciao, scusa ti posso chiedere un favore? Mi fai fare una chiamata, posso usare il vivavoce. Allora, nella sua domanda lei ha messo le mani avanti come per dire “lo so che pensi che ti rubi il cellulare, ma mettiamo il vivavoce così lo tieni tu in mano”. Questa ragazza indossava uno di quei giubbotti che hanno un grande tascone davanti. Dal tascone spuntava una siringa, dentro la sua confezione. Aveva gli occhi chiari, la mascherina un po’ abbassata, le mani sporche e il corpo spento. Mi son fatta dettare il numero, chiamiamo con il vivavoce e niente, non rispondeva nessuno. Poi mi ha chiesto se poteva riprovare e le ho dato il cellulare in mano. Nello specifico, il mio cellulare è un Nokia da 29 euro. E allora mi è venuto spontaneo dirle: - ma tienilo pure tu in mano, il tuo coraggio ci vuole a prendermelo! (e credo che questa frase non suoni benissimo in italiano, temo di averla tradotta pari pari dal gallurese “lu coraddhiu toiu vi ho a piddhammillu!) E lei mi fa: -eh, sì in effetti… Neanche alla seconda chiamata hanno risposto, mi ha restituito il cellulare e mi ha salutato. Le ho chiesto: - ma se mi richiamano cosa dico? - di’ che era la Betti. Ci ho pensato tanto durante il giorno, avrei voluto chiederle tante cose, della sua vita con le siringhe in tasca. Forse anche lei avrebbe voluto chiedermi perché non avevo uno smartphone. Ho un rapporto di amore e odio con la tecnologia e quindi alterno Nokia a smartphone in maniera disordinata. Perchè fondamentalmente avere internet nel cellulare mi fa perdere tempo e i gruppi whatsapp mi fanno venire l’orticaria quindi ne ho pochi, ma buoni. E la sveglia del Nokia funziona anche se lo spegni senza stare a schiacciare mille impostazioni. Secondo me un Nokia dovremmo averlo tutti, da usare un maniera più o meno costante. Fa molto preistoria, ma pulisce un po’ il cervello e le mani. Giulia Acerba