3.3.09

Senza titolo 1326

  L'AVETE VISTO IL FILM I DUE NEMICI ?  :-)


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"Arcobaleni in marcia": sulle strade della pace

Domenica 1° marzo, al Centro umanista Alkimia di Milano, si è tenuta la prima riunione operativa di Arcobaleni in marcia, gruppo auto-organizzato di persone che aspirano a una società realmente e fattivamente umana, "dove ogni forma di discriminazione e di violenza sia solo il ricordo di un mondo decaduto", affermano gli organizzatori Simona, Marco e Gianmaria.

"L'idea ci è venuta nel corso dell'ultimo Forum Umanista Europeo - spiega Simona. - Ovviamente partiamo dalle tematiche lgbt, ma intendiamo condurre lotte comuni con tutti i segmenti discriminati e/o in qualche modo emarginati dalla società: donne, gruppi di base, ambientalisti ecc. Ci inseriamo poi nel più ampio discorso della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza [cfr. il sottostante video], di cui, come umanisti, siamo promotori. Di qui il nome Arcobaleni in marcia: omosessuali - ma non solo - per la pace e la nonviolenza".



"E, da umanisti, puntiamo sulla proposta e sull'azione - incalza Marco. - Abbiamo in agenda diverse iniziative per cominciare un discorso ad ampio raggio: incontri, spettacoli, scambi culturali. In programma c'è la rappresentazione de Le cinque rose di Jennifer di Annibale Ruccello e stiamo pensando di presenziare sia al prossimo 8 marzo, sia con un nostro carro al Pride genovese, sia alla prossima edizione di Fa' la cosa giusta".

Gianmaria tiene a precisare che Arcobaleni in marcia è aperto alla partecipazione di chiunque ne condivida le idee e la sensibilità, indipendentemente dal suo orientamento sessuale. "Sappiamo bene - aggiunge - che un certo numero di persone omosessuali, per svariati motivi, non si riconosce nella sigla lgbt. Per questo intendiamo dimostrare che il nostro è un progetto di vasto respiro. Puntiamo a superare ogni forma di discriminazione e violenza, fisica, razziale, religiosa, sessuale, ideologica, attraverso attività di denuncia, educative e di sensibilizzazione; a diffondere la metodologia della nonviolenza per la risoluzione dei conflitti; a rafforzare la visibilità delle persone lgbt mettendo in discussione gli stereotipi sull’identità sessuale e per ottenere il pieno riconoscimento dei diritti delle minoranze: diversamente abili, immigrati e donne, come anticipato da Simona".


Per informazioni e contatti, visitare i siti web http://www.nonviolenza.net e
http://www.quintessenzanet.org , o scrivere a simosavo@umaninfo.org

Ode a Silvio


Senza titolo 1325

  QUESTO E' UN VECCHIO FURGONE MERCEDES MB 100 !  L'AVETE MAI VISTO ?  :-)


 


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Il viale della vergogna





MITICO Mario Salis

un rivoluzionario non violento

spunta con vero coraggio il pensiero di tanti italiani.....

grazie Mario

sulle ronde

Senza titolo 1324

  VE LO RICORDATE IL ROBOT TRANSFORMER ?  :-)


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io è le donne parte II

Mentre   cerco l'imput  per  : <<  Raccontare la mia vita ... non so da dove incominciare . Una vita si ricorda a salti o a tratti . D'improvviso ti viene a mente un passaggio e ti s'illumina la scena del ricordo . Lo vedi tutto trasparente chiarissimo e pare persino di sentirlo .Capisci ciò che sta succedendo li sebbene non lo avessi capito quando successe Altre volte cerchi di ricordare fatti che furono importanti , avvenimenti che segnarono la tua vita e non riesci a ricrearli portarli alla superficie ..... se hai pazienza e mi ascolti e dopo li risistemi per andare a mettere in ordine nel mazzo di carte ….Se tu ti preoccupi di cercare spiegazioni a tante cose che per me sono tanto oscure , dunque lo capiremo .
Pero poco a poco , come me vai salendo .Non mi chiedere che ti racconti la mia vita fin dal principio e subito , tutta di seguito anno dopo anno  Non c'è vita che si ricordi cosi ..... . [.....] >> 
Josefa Rodríguez Álvarez \Josefina Aldecoa  in  Historia de una maestra (1990)   non    esiste  la traduzione  del mromanzo in italiano la  traduzione  è stata  fatta dal sottosceritto per  l'esame  di spagnolo quindi chiedo venia  se la traduzuione   non è perfetta   )  s'ode  nell'aria  della stanza   Per Elisa (titolo originale tedesco Für Elise)  di L.V. Bethoveen    ( qui  trovate   tutto   su  di Lui  )

 dopo  che  è  finita  Tale canzone    è inizia  questa 





Ecco adesso  coi sono  riuscito a  fare quel processo   del romanzo   citato  , insomma  a riordianre di fatti  , ormai  metabolizzati  e  che dovrebberro essere destianti all'oblio  , ma  prima di  di  dargli addio   per  sempre   voglio arlarne  con voi  miei cari\e 
 Esso come da titolo  riguarda  i miei rapporti  con le donne  e   sono quei fatti  di cui  vi avrei parlato  come  accenato  nel post  io e le  donne

Adesso  anbdiamo ad incominiciare il tufo nel mio passato

La  prima  è Sara palermo  ( non ricordo  se  è il  suo nik  o  il suo vero nome  )   conosciuta  tramite  e,mail  del cell   trovata  nelòla posta  della  ex  comunity  (  cartacea  ora  solo online )  di Sbs\  smemoranda .
Parlavamo anzi  è più corretto dire  sms   di  tutto specie di sesso  .
Dopo  circa  3\5 mesi   il tutto si rompe  si  per  la  mia  (  devo imparare  a controllare   e  a distinguere  quando   e con chi  si può ironizzare  e  quando  no , ma  ancora  non ci  riesco bene   )  voglia  did'ironizzare  tuitto  e  tutti   ,  tecnica  che uso come antidoto  alle  brutture   che  s'incontrano nella vita  .
Il fatto è avvenuto   quando lei  in  un sms  mi ha detto  : << ieri sera  ho ....  con il mio lui  [ il  suo futuro marito  ]   è stato  stupendo  , mi sono scaricata  iol nervoso di un mese  >>  , e  io   per  scherzare  \ ironizzare  : <<   mi raccomando la prossima  volta non limitartimsolo alla  posizione del missionario  >>  . Lei   che aveva  com  carattere  libertino (  un po'  per modo dire   lo capirete meglio leggendo le  righe  ssuccessive  )   mi ha  replicato   <<  nel sesso limitarsi  è come non farlo  .  e poi  ti npiace  se  a te  ti dicono  come mastrubarti  :-)  ?  >>. Poi li   chiesi  scusa   e  gli spiegai   il io modo d'oironizzare   csenza  distinzioni per niente  e per  nessuno  ,  e che non volevo offenderla  , e la cosi  sembro finire  li   . ma  quiando la  chiamai il  giorno dopo  , mi chiuse  il telefono  e mi mando  un sms  dicendomi  : <<  il mio ex  non vuole  che  ci sentiamo  , ti faccio  uno squillo a vuoto    quando possiamo   o sms  parlarci  >>  . E io   stupido accettai  tale cosa   perchè da ingenuo tenevo mall'amicizia  (  quando poi n con il senno di poi  capi  che  tali persone  sono solo succube   ed   è meglio  perdele  che trovarle  e troncare  ogni relazione  quando la cosa diventa  cosi  )   e  la nostra  " corrispondenza  ando  avanti per  qualche settyimana  , poi  le mi  fece una scenata  perchè l'avevo chiamata   fuori dagli squilli  e io ( sempre  più influenzato  da  Dylan Dofg , dala sophianalisi  e   dalla filosofia \psicologia  , insomma dal riuscire  a  trovare me stesso e  gettare la maaschera  che   ciascunoi di noi si mette  )  li scrissi nun sms   :  <<   che  era succube  dinu nragazzo possessivo  e   aveva mandatyo il cervello all'ammasso  e non ragonava  più con la  suia testa  >>  , le  mi rispose che non capiva  e  che   scrivevo solo  fesserie  . Allora io   gli scrissi  : << il tuo boy ti ha  fatto il lavaggio del  cervello >>   . Allora mi riponde il  ragazzo  (  futuro marito ) :e dopo muna chiaccherata  mi dice  di lasciarla perdere    anche  come amico    e che  loro si stanno per  sposare , tutto questo  6 anni  fa 

IL secondo

Era una  dopo cena  di  luglio   è con la  Sg (  ex Ds  )  , vi avevo  aderito prima di  fare  il salto  apartitico   perchè nel mio paese  non c'era nessun gruppo  di sinistra  e  l'allora responsabile Nicola  comerci  aveva  aperto mil tesseramento  e l'adesione   a tutti   gli iscritti a  gli altri partiti  e  i simpatizzanti  e    gli apartitici  , e stavamo facendo una  giornata  di tesseramento   fra la   gente  .
Ad  un certo punto  ricvevo  una telefonata    da  una rtagazza  (   mai visgta  e conosciuta   )  che mi chiedeva  di raggiungerla  , ma  io  gli risposi di venire  li   e  che ero impegnato  . Alla fine,dopo   vari ri tira e molla , mi convinse ad  andare   , soltanto che  anzi che andare  alle altalene   , andai  dall'alra parte    del paese in piazza  .  E quando capi d'aver sbagliato posto era  troppo tardi e le  era  già andata via  . 
Ora  , qui il ricordo si fà labile  e confuso , la   chiamai  io per per chiederle    se potevamno vederci l'indoamni o  chiamo lei  ,  dicendomi  :  <<   mi spiace  hai tradito la mia  fiducia    ,  sarò io  a decidee  se  vorrò rivederti  >>  .  Li p'er  li  mi rammaricai  , e mi dissi  pazienza   chi se ne frega  , la prossima volta  imparerò  a  decidermi prima e  fare meglipo  . Poi  la notte   mi arrivo  questo  suo  sms  .<<  ascometto che   ti stai  ....  , io   con una mano scrivo e  con l'altra  ..... >> .
E  risposi   si  mi  .....  pensando  a te  e  al nostro mancato incongtro 
però visto che era  qualche  giorno che non mi chiamava   o mi chiudeva il cell in faccia  ,  gli amndai un messaggio  (  forse osceno  è  vero  , ma  quando unjo prende  lucciole  per lanterne  .....  )  : << mi sono stancato di  ...... pensando a te  . perchè  non ......    dimmi quando  e  dove  . >> . le   mi disse  che ero  un caffone   e non mi chiamo  più  . poi qualche  giorno dopo   scopri   , confidandomoi con  amici  \  che della  ex  Sg   che   era  tutto  uno scherzo  fatto  da  una  loro amica  , per kmettere ala prova  il mio essere provolone  .  Sono riuscito adesso non ricordo  nè  come  nè il nome  a scoprire  chi era   e  gli dedicai   ad una radio locale  ( ovviamente  omettendo  il nome  , ma   dicendo  al suo posto la   data  dekl supo primi  sms  )  Bella stronza   di masini



Ovviamente   ci sono anche delle  buone   storie  di rapporti d'amicizia    e sentimentali  (  falliti  )  , ma  ho preferito  ,  concentrarmi   su quelle cattive  1) per fare autocritica sul mio passato  e  dimenticare   più in fretta  .,e
mettere    a nudo il  mio  "The Dark Side Of The Moon"  (  foto a  destra   )  per  parafrasare il  celebre    e storico disco dei  Pink Floid  dekl 1973     2) perchè erano   , insieme   ad altre   storie ormai  coperte  dalla polvere del  tempo  , tanto  da  non ricordare  (  o non voler  )   come  si son0o  svolti  i fatti  ,  ed altre  in particolare  quelle  di chiara  cleopatra   e dell'ex utente   uvacerb87 ( non ricordo  il suo nik su  splinder  )   di cui  parlai  qui  da qualche parte   nel  blog   e  di cui non mi  di  cercarvi   per i motivi   etti in precedenza  e per  non mettere  il  classico  dito nella piaga  e  non  impolverarmi  con  la polvere  del tempo  . 
 


Cerco di ricordarne  altre , ma   guardo l'orologio e  m'accorgo che l'ora  è volata  e   devo andare   a studiare  . Le altre  , se  la polvere dell'oblio  , non le  avrà coperte   completamente  ,  e  se  avrò  voglia    di riaprire  vecchie  e    a volte dolorose  ferite    ferite   ad  una prossima volta 
Concludo lasciandovi sotto  l'elenco  delle altre canzoni che  hanno accompagnato questo post





Passo delle Capannelle 1967

Fiat 850 CL

                                    Immagine di franca bassi "Passo delle Capannelle" Gran Sasso autoscatto


I tempi cambiano, ma, non sempre in meglio! Sicuramente a tutti sarà capitato di restare in panne? A me spesso, ma ho sempre risolto con un po' di fantasia. Per esempio: con questa piccola vettura in estate  al rientro a Roma, ero  partita da Roseto degli Abruzzi, dopo una quarantina  di chilomentri un rumore secco al filo dell'accelleratore, si rompe! sistemo la piccola auto con l'acceleratore a mano, mi fermo dove ero visibile, e rifletto sul da farsi; mi preoccupo  solo del buio, nessuna luce intorno, solo la mia piccola torcia,  alzo gli occhi, il cielo bellissino, un grosso respiro, e per farmi compagnia metto un disco, apro gli sportelli, alzo il volume,  la musica echeggia tra le montagne, credetemi è stata una notte stupenda. Dopo che ho concentrato la mia fantasia, comincio a rovistare nel borzone di 'Mary Poppins' trovo una cinta di spugna gialla del mio accappatoio; apro il tetto di tela, della piccola auto, faccio passare la cinta  nella fessura del  cofano posteriore, aggancio la cinta al filo dell'acceleratore, spengo la pila, metto in moto e via. Avevo appena inventato, "un accelleratore di scorta". Vabbè... direte ma a noi che ci frega? Adesso vi spiego questo episodio è una premessa, di quello che ieri sera ho passato. Con una macchina automatica di buonissima  marca a detta di mia figlia, perfetta, che io non desidero fare il nome, altrimenti faccio pubblicità. Dopo aver preso mio nipote a scuola e portato a casa , al rientro, mi trovo un traffico del cavolo sulla tangenziale a tre corsie, dopo un'ora di fila ferma  al centro,  mi stavo addormentanto dentro l'abitacolo, un colpo secco! si accendono tantissimi triangoli con segnale di pericolo! un sobbalzo e non vi dico gli sguardi delle persone intorno, automobilisti che parlavano da soli, e sicuramente anche molte parolacce. Accendo le luci di emergenza, alzo il cofano, prendo il triangolo e non vi dico la complicazione per aprirlo e tutto questo al centro del traffico. Nessuno si ferma, ebbene si! mi trovavo al centro di Roma, in mezzo a una folla di auto, ma il deserto era più vivo. Ho abbandonato la vettura per il pericolo, senza perdere la mia calma, ho camminato un po' e al distributore  hanno  chiamato un carroattrezzi; al suo arrivo,  ha dovuto faticare moltissimo per girare il volante. Alla mia donanda, di cosa era accaduto, spontaneamente mi risponde: "Eelttronica del cazzo! mi scusi signò, queste so le machine de oggi".  Franca Bassi

Senza titolo 1323

Senza titolo 1322

Firenze - "Emerging talents" è il titolo della mostra sulla nuova arte italina che ha luogo a Firenze fino al 29 marzo del corrente anno nei locali di Palazzo Strozzi. La mostra costituisce l'esito del premio Emerging Talents, creato dalla Fondazione Palazzo Strozzi. I lavori presenti all'interno della struttura sono stati scelti da un Comitato Scientifico di selezione composto da quattro tra i più affermati curatori di arte italiani indipendenti: Andrea Bellini, Luca Cerizza, Caroline Corbetta, Andrea KLissoni e dall'artista e docente Paolo Parisi.  Nel corso della mostra avranno luogo anche due incontri di "Lectures e Focus on Artists": "Le ragioni della nuova architettura in Italia" il 12 marzo, presiede Luca Molinari (architetto e docente presso la Seconda Università degli Studi di Napoli) e "l'opera d'arte all'interno del suo contesto. Oggetto, ambiente e confini a cura del dipartimento di medieazione del Centro di Cultura Contemporanea Strozzina.Gli incontri avranno luogo alle ore 18,30. La mostra è aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 20 solo il giovedì dalle 10 alle 23. Il lunedì è chiusa.


Romilda Marzari


Senza titolo 1321

  VI PIACEVA IL GRUPPO MUSICALE DEI BUGGLES ?  :-)


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2.3.09

Senza titolo 1320

Berlusconi e Dell'Utri indagati come mandati delle stragi di Capaci e di Via D'Amelio.
Guardate il video fino alla fine.
Sono atti giudiziari ufficiali, non chiacchiere.





Senza titolo 1319


 


Dedico questa poesia a pochi giorni dall’ 8 Marzo a quelle donne che hanno subito una violenza non solo di tipo sessuale. Ricordando che gli abusi fanno parte di quei dolori che difficilmente si cancellano. Possano queste righe essere un monito per tutti coloro che in queste circostanze voltano il viso incuranti di quel che accade sotto i loro occhi volutamente chiusi.  


 


STUPRO


 


E’ stato sufficiente


il balzo di una belva,


perché l’incontro di due linee


distanti , ma convergenti,


s’incontrassero alla


curvatura cieca del destino.


 


Il tempo di un attimo


è divenuto all’improvviso odissea.


Un viaggio infinito nel male


per i miei occhi


che avrebbero voluto esser


privi di vista.


 


Il tutto assomigliò


all’impatto improvviso


di un evento che pensi


non ti possa mai accadere.


Un brusco risveglio


che la vita fa nella realtà,


mentre un fiato sul viso


appannò il primo dolore.


 


I ricordi nel tempo


son divenuti cartavetra,


note silenziose


di chi ebbe urla in gola,


e le tue mani sul mio collo.


Radici che affondarono


nella terra, nella carne,


di chi si dimenò


graffiando il nulla.


 


Tu che hai lacerato i vestiti


giungendo sino all’anima,


non sai della mia stupidità


che ancora prego


venga cancellata.


 


Tu non sai delle colpe


che sento come lividi,


mentre la breccia


di un marciapiede


si conficca nella pelle.


 


Non sai degli spasmi


che nessun silenzio


riesce a coprire,


e delle ombre che


continuano a inseguirmi


sulle scale.


 


Il tuo nome idiota


scritto in qualche pagina di giornale


è un tarlo che scalfisce,


e il ventre che toccasti


una pietra che ora inibisce.


 


Mi sento sporca


sotto la doccia che non lava,


mi sento sola


nella denuncia che non ripaga.


 


Voltando il viso da un lato


decisi di lasciarti fare


mentre tagliavo il cielo a veli


per bendare il cuore.


 


Al tuo sussulto


capii che era finita …


 


Ma quella non era


che la prima volta.


 


Alle altre tu non c’eri,


ma io, io sono sempre lì,


in ogni notte come questa


dove mi sveglio di soprassalto,


mentre il ticchettio della sveglia


a compiuto un altro giro,


 


sono qui che mi rialzo…


come quella sera,


nelle luci distratte


di una città


senza occhi.

Senza titolo 1318

 L'AVETE LETTO IL LIBRO LA RAGAZZA DRAGO ? :-)


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Senza titolo 1317

  QUESTA E' UNA VECCHIA TRIUMPH CABRIOLET !  L'AVETE MAI VISTA ?  :-)


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Quel convertito di Gesù

Per gli ambrosiani la Quaresima è cominciata ieri. Tradizionalmente, il percorso evangelico si apre con le tentazioni di Gesù. Io però sono rimasta colpita dalle letture delle domeniche precedenti che il nostro rito designa, in modo poetico, "della solidarietà", "della divina clemenza" (un tempo, con pregnanza ancor più vivificante: "misericordia") e "del perdono". Tali letture sono pure considerate un'appendice o, meglio, una "Epifania ragionata". La Rivelazione inattesa, abbagliante e stordente, del Dio bambino ai lontani dell'umanità non poteva restare un'isolata vampa di passione. L'amore ha bisogno, per noi umani, di tempi lunghi, deve sedimentare, esser srotolato ed elusivo, perpetuo e quotidiano, altrimenti non riusciremmo a sopportarlo né a capirlo. Cosa significasse quindi quella manifestazione notturna si sarebbe disvelato pian piano, solo in seguito.







Duccio di Boninsegna, Gesù scaccia il diavolo tentatore. Sotto e in basso: Gerusalemme, picco e deserto delle tentazioni.



Gli odierni esegeti concordano ormai nel ritenere lo sconcertante episodio della donna cananea una sorta di "educazione umana" di Gesù che, da uomo, aveva i suoi limiti culturali e intellettuali, fors'anche dei pregiudizi. Fino a poco tempo fa si insisteva comunque sull'aspetto divino del Messia, che - secondo questa lettura - avrebbe maltrattato la straniera per metterla alla prova. Oggi si preferisce osservare Gesù "dal basso", in quanto più ci rassomiglia, e si sostiene che l'antica interpretazione addirittura scarnifichi il Vangelo.

 

 

E' la nostra attuale sensibilità. Per me, non mi sono mai posta il problema. Ho un'idea tutta mia della perfezione, che non faccio mai coincidere con l'infallibilità. Questa è una prerogativa che, del tutto arbitrariamente, si sono attribuiti i Papi. Ma Gesù non si è mai dichiarato né comportato da infallibile, e il suo cammino di perfezione (S. Teresa) è stato dunque graduale, accidentato, innervato d'incertezze e di rimpianti.
Senza dubbio il Gesù della cananea non è il "buon Gesù". Ci troviamo, anche qui, di fronte a un'epifania, a qualcosa cioè d'inatteso e d'imprevedibile. Veramente Gesù credeva d'esser stato inviato solo per i suoi, veramente considerava la donna lontana una intoccabile e una reietta. Peggio: un cane, e il diminutivo "cagnolino" a me addirittura non è mai suonato come un'attenuazione, ma piuttosto il contrario. Nel Medio Oriente, ancor oggi, il cane, lungi dall'essere l'"amico dell'uomo", è ritenuto un animale sommamente impuro perché simbolo del randagio che si ciba di rifiuti e si abbandona a pratiche sessuali infami. Anticamente, era associato alla sacra prostituzione in uso presso i popoli pagani.

Di conseguenza Gesù affibbia alla sua interlocutrice (quando si degna, nemmeno direttamente, di rivolgerle la parola) il confortante epiteto di "puttanella", tutt'altro che eufemistico; carico, invece, di disprezzo e d'alterigia.

Molti sacerdoti osservano che, di fronte a questo trattamento, o se ne sarebbero andati offesi, o addirittura sarebbero venuti alle mani con quel Gesù non solo maleducato, ma crudele e razzista. Una reazione più che naturale, certo; ma i preti sono maschi e dimenticano sempre che quella "puttanella" è una madre, e una madre - a differenza di non pochi padri - per i figli è disposta a sacrificare anche l'orgoglio personale.

Pertanto la madre insiste, e inghiotte umilmente persino quell'ingiuria. Sa abbassarsi al ludibrio, e solo allora viene esaudita; Gesù la chiama "donna" e sembra quasi che, per la prima volta, riconosca pienamente la sua umanità.

Gesù dunque imperfetto e prevenuto, capace però sempre di mettersi in ascolto e di lasciarsi educare; e la maestra del Maestro è donna e straniera.

A casa di Simone il fariseo Gesù torna quello che conosciamo. Anche qui la mediatrice è una donna, che in tal caso, indirettamente, con la sua sola presenza, insegna la misericordia al dotto e sussiegoso custode della Legge (oggi diremmo: al prete). Sempre il prete, nella parabola del fariseo e del pubblicano, è ulteriormente smascherato nella sua grettezza e ipocrisia.

A me piace immaginare che all'evoluzione del pensiero di Gesù, all'allargarsi della sua prospettiva inizialmente ristretta in ambito locale (una riprova del profondo ebraismo del Nazareno, checché ne blaterino i lefebvriani), abbia contribuito in modo decisivo l'incontro con quella dimenticata "cagnolina" cananea. Ma non è tutto. Mi conforta il fatto che anche Gesù abbia sofferto, o almeno sia stato lambito, da quella perniciosissima malattia dell'anima che si chiama perbenismo. Il perbenismo è stupidamente malvagio, malvagio perché stupido, venefico perché svuota il cuore, corrodendolo dall'interno. Rinsecchisce l'anima, divide in buoni e cattivi, degrada le persone a categorie, i soggetti ad oggetti. Colpisce anche i più misericordiosi.
In verità, le letture citate sarebbero scandalose anche per il semplice fatto di veicolare messaggi quanto mai sgraditi in questi tempi sospettosi e vendicativi, dove noi cristiani non brilliamo certo per una particolare pietà. Siamo forse disposti a dimostrare un alone di tolleranza - sempre più flebile, peraltro - verso i "nostri" emarginati: italiani, innanzi tutto (purché tenuti a debita distanza), e addomesticati. Il vagheggiamento decadente e incolore del debole buono, mite, umile o forse umiliato, cui lasciare un'offerta nelle cassette della chiesa, per missioni sperdute. Ma quando il debole s'avvicina, e magari lo scopriamo di pelle scura, magari nomade, magari disoccupato, magari di un'altra cultura e con gusti amorosi diversi dai nostri, allora diventa molto antipatico, un cane, e noi non siamo stati mandati per lui e non è giusto gettargli il pane nostro.

Siamo buoni cristiani e quindi, argomentano i nuovi teologi in salsa verde, europei e occidentali e padani. Come se l'orientale Gesù fosse nato a Olgiate Olona. Siamo buoni cristiani e quindi non ci scandalizzano le ronde anti-immigrati, perché quelli sono cani. Siamo buoni cristiani e quindi non proviamo alcun ribrezzo ad accettare una cultura e una politica pagane che sul mercimonio del corpo femminile hanno fondato uno dei capisaldi della loro fortuna, perché comunque ci viene promesso il finanziamento alle scuole cattoliche. Siamo buoni cristiani e quindi chiudiamo un occhio sui continui scempi alla Costituzione, ai diritti dei lavoratori, alla libertà d'espressione (anzi un eminente cardinale inquisisce sulla stampa che osa pubblicare le critiche di Hans Küng al Vaticano): il Sillabo, e la conseguente alleanza trono-altare, sono ancor oggi vagheggiati da tremebondi e feroci porporati di scarsissima fede. Siamo buoni cristiani e quindi, in nome della lotta al relativismo dei "cani", riapriamo i sacri palazzi a un manipolo di antisemiti impenitenti, mentre trattiamo da nazista ("è un assassino" , lo bolla il card. Barragan) un disperato uomo solo, divelto, scaricato col suo calvario quotidiano per diciassette lunghi anni. Un uomo che, come l'indesiderata ospite di Simone, ha forse molto sbagliato, ma ha molto amato.


Gesù non è nato a Olgiate Olona.

 

Però si trova anche a Olgiate Olona.

Gesù ha nutrito preconcetti.



Gesù si trovava a casa di un fariseo (oggi diremmo: di un prete. Addirittura di un cardinale. Forse di un Papa). Quel fariseo era perciò suo amico.




Ciò che infine sorprende, in Gesù, non è mica più tanto che abbia vinto le sue umanissime e iniziali chiusure per aprirsi ai  diseredati, anche a quelli antipatici. Questi ultimi incarnano il verbo in modo esplicito.




Per un "ricco" (un tipo rispettabile, benpensante ecc.) entrare nel Regno di Dio è invece difficilissimo; però non impossibile. La salvezza non sarebbe mai tale, se si limitasse a una qualche parzialità.

Gesù supera i preconcetti non solo verso gli stranieri, ma anche verso i suoi. La maggior parte dei farisei (oggi diremmo: dei preti) gli è ostile, ma il Gesù "rinnovato" (dalla cananea?) non ricambia l'ostilità. Ha saputo convertirsi. E' divenuto circolare. Il fatto che la maggioranza dei "preti" del suo tempo non lo accetti né lo comprenda (e alla fine, in combutta con le autorità politiche, lo sacrifichi in nome del trono-altare), non lo spinge neppure per un attimo a rinnegare la legge. Non ragiona per categorie. Nell'altro vede sempre l'uomo.
Anche Saul era fariseo, cioè prete. E ogni tanto, ancora dopo la conversione, ormai divenuto Paolo, tornava a parlare in lui il prete. E nonostante tutto era stato scelto e s'era fatto scegliere.

La Chiesa dei Barragan, dei divieti, delle scomuniche,che condanna gli E. e riammette la sètta di Lefebvre, che abbandona i "cani", non appare, non si presenta, come la Chiesa di Gesù. La Chiesa di noi cristiani della domenica, che di domenica, del resto, neppure vi mettiamo piede, non è (più) la sua. Eppure anche per noi, anche in questa Chiesa comunque voluta e amata, ci sarebbe possibilità di riscatto. Sì, anche per i benpensanti, anche per chi parrebbe il più remoto dei lontani.

La Chiesa di Barragan non è nemmeno la Chiesa di Madre Teresa, di don Carlo Gnocchi , di Lorenzo Milani. Ma proprio Milani confidava a un amico: "Errori nella Chiesa ce ne sono. Ma la Chiesa è la madre. Se uno ha la madre brutta, chi se ne frega!".

La Chiesa è la madre (come la cananea). Ogni volta che ci comportiamo da infallibili, la deturpiamo. Ma non per questo smettiamo di esserle figli. Se ciò avviene, la responsabilità è solo nostra.

Quando si recita, meccanicamente, "Dio si è curvato sulla miseria", si pensa a quella dei "cani". Invece la miseria più miseranda è la nostra, dei Simone moderni, che pure hanno creduto ma si sentono a posto, giudicano e condannano.

Anche per i piccoli e mortali dèi esiste dunque una possibilità di riscatto. Dio conosce davvero il nostro cuore, ne ha uditi i palpiti; per questo non ci abbandona mai.


 

                            Daniela Tuscano




 






Senza titolo 1316

  VIPIACEVA IL DISCO QUELLA CAREZZA DELLA SERA !  DEI NEW TROLLS ?  :-)


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1.3.09

Luca aveva 33 anni... ed era gay!

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.


Cara Daniela, Povia afferma che il "suo" Luca ex gay in realtà porta un altro nome, ora ha 58 anni, è sposato, ha una figlia e ha finalmente raggiunto felicità e benessere interiore.

Io invece voglio raccontarti d'un altro Luca. Che si chiamava proprio così, e la cui storia è un po' diversa da quella cantata a Sanremo.

Luca aveva 33 anni quando ci ha lasciati! Ma la sua energia è ancora dentro tutti coloro che l'hanno conosciuto. Come a me e a Matteo.

Io e Matteo siamo due volontari di una pubblica assistenza di Firenze, e ci venne chiesto se volevamo fare un servizio di assistenza domiciliare in una casa vicino a dove abitavamo noi. L'impegno era soltanto per due volte alla settimana e si trattava di preparare la cena, se lo sapevamo fare, oppure andare a fare la spesa, perché questa una viveva sola e non poteva uscire perché malata. Negli altri giorni altri volontari a svolgevano questo servizio, ma eravamo liberi di andare a trovarla ogni volta che volevamo.


Così io e Matteo accettammo; in fondo bastava organizzarci per chi dei due andava a comprare le cose mentre l'altro preparava la cena. Sarà la solita vecchina o vecchino solo senza famiglia, o con la famiglia che se ne fregava, pensammo. Dissi a Matteo: "Perché non facciamo un salto domenica sera a vedere un po' com'è la situazione? Così ci organizziamo di conseguenza". E così, la domenica, andammo all'indirizzo che ci avevano dato. Aprimmo con le chiavi forniteci dall'organizzazione in quanto il padrone di casa non sempre era in grado di alzarsi dal letto.
Ci trovammo in un piccolo salotto molto accogliente, con un gran divano che prendeva tutta la parete e dava di fronte alle finestre spalancate su un piccolo giardino molto ben curato. In un angolo, su una sedia a dondolo c'era un ragazzo molto giovane, con una sigaretta tra le dita, molto magro e pallido. Ci disse buonasera e io e Matteo ci guardammo un po' stupiti. Si presentò dicendo di chiamarsi Luca e che era lui il bisognoso di assistenza perché malato di Aids; se questo ci avesse creato problema, lui avrebbe capito e richiesto altre persone. Io, superato il primo momento d'imbarazzo, mi avvicinai e mi presentai e gli dissi che per quanto mi riguardavanon ci sarebbero stati problemi. Non ci furono neanche per Matteo. Così cominciò la nostra avventura con Luca. Cominciammo ad andare due volte, che poi diventarono tre, poi quattro, e tutte le domeniche sere restavamo a cena con lui. Divenne la nostra vita. E noi la sua. Non passava momento libero che non fossimo con Luca. Aveva lasciato i genitori a 20 anni per andarea vivere da solo con il suo compagno, ma tutto in gran segreto, perché i genitori rifiutavano totalmente l'idea di avere un figlio gay. Quando andavano a trovarlo, doveva cacciare di casa il compagno perché, se lo avessero visto in compagnia di un uomo, da solo in casa, sarebbe successo il finimondo.

Questo è durato per 10 anni, fino a quando il suo compagno è morto per Aids. Luca aveva contratto la malattia due anni prima che morisse il suo compagno, e per i tre anni che sono seguiti prima della sua morte, aveva tagliato i ponti con tutti. I genitori sono venuti a sapere che il loro figlio era gay e pure malato soltanto dopo la morte del partner, perché glielo aveva rivelato lui stesso. Da quel momento i genitori non erano più esistiti per Luca, e lui, di conseguenza, aveva cambiato serratura alla porta e annullato il contratto telefonico. Comunicava solo con il cellulare.

Quando ha cominciato a stare molto male si è rivolto alla nostra associazione per chiedere se poteva avere assistenza domiciliare. Così siamo entrati in gioco noi. Tra noi era nato un legame fortissimo, un'amicizia senza limiti. Matteo aveva due videoregistratori e ne portò uno a casa di Luca. Io ho circa 500 film, ogni volta gli facevamo scegliere tra generi diversi. Nei periodi in cui stava meglio e aveva voglia di uscire, lo portavamo al cinema, sua grande passione, in giro per la Toscana. Poi cucinavamo di tutto facendo un gran casino, e lui rideva come un matto.

Per l'unico Natale passato insieme, gli comprammo l'albero e anche il regalo. L'albero non lo aveva più fatto da quando era mancato il suo compagno. Trascorremmo insieme anche l'ultimo dell'anno. Anche di sesso parlavamo. Tra noi erano caduti tutti i muri. Eravamo diventati una famiglia. Ma cosa importante, eravamo riusciti a farlo sorridere di nuovo.

Diventammo anche la voce dello scandalo per gli inquilini. Quel via vai di uomini in quella casa. Se incrociavamo qualcuno, non ci salutavano o ci guardavano di traverso.

Poi venne aprile. Quella sera, quando arrivammo noi, lo trovammo a letto. Non riusciva neanche a parlare. Trovai il numero di telefono del medico e lo chiamai subito. Mi disse che si trattava d'una nuova crisi, di dargli quelle medicine di sempre e che, se Dio avesse voluto, si sarebberipreso. Non si riprese più. Quella notte noi rimanemmo lì. Io nel letto con lui, Matteo sul divano. Nella notte ci lasciò. Svegliai Matteo per avvisarlo. Lui chiamò il medico, che accorse subito. Poi di nuovo facemmo il nostro lavoro. Lavammo Luca, lo vestimmo e aspettammo che l'ambulanza lo portasse via. Solo quando si udì la sirena, quelli del primo piano chiesero cosa fosse successo. Per mia fortuna non avevo voglia di parlare, se no non so se sarei riuscito a controllarmi. Neanche Matteo rispose.

Dopo che l'ambulanza si fu allontanata, io e Matteo ci guardammo negli occhi gonfi per il pianto e per la notte insonne. E in quella, Matteo fece un gesto che, lì per lì, mi sorprese: in quel momento, nel giardino, davanti a quegli occhi curiosi e indifferenti, mi baciò. Matteo è eterosessuale e solo più tardi capii che quel bacio era per Luca, per provocazione a quella gente che per quei 7 mesi che noi eravamo stati lì, non si era mai presentata a chiedere se avesse bisogno di qualcosa.

Questa storia ci ha lasciato una grande ferita, che ha portato me e Matteo a non vederci quasi più. Io non faccio volontariato da quasi due anni. Matteo lo sento ogni tanto per telefono. Ci incontriamo il giorno del compleanno di Luca per andare insieme a messa. Non essendo parenti, non abbiamo saputo neanche dov'è sepolto, anche se forse dentro di noi, in realtà non lo vogliamo sapere.Preferiamo ricordarlo nella nostra intimità. Per Matteo è stata la prima esperienza con una persona sofferente che poi è morta. Per me, invece, la seconda. Il 2 gennaio del 1991 ho perso mia madre per leucemia.


Daniele Bausi

Senza titolo 1315

  L'AVETE VISTO IL FILM  HANNO RUBATO UN TRAM ?  :-9


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