4.6.09

Opposte latitudini


Dati i tempi calamitosi, abbandonarsi a eccessivi entusiasmi risulta, più che esagerato, imprudente. E proprio questo, d'altronde, è un indicatore assai eloquente della perversità del periodo attuale: la censura, o meglio l'auto-censura, della passione, dell'afflato mistico, dell'istinto potente e creativo.

Ma così va il mondo. Tuttavia, poiché tale ripiegamento sulle proprie ambasce non può che logorare, vogliamo cogliere intorno a noi segnali di speranza. E anche la rabbia, in tal senso, va intesa positivamente. Certa rabbia, almeno. Che non si rassegna, che vuol reagire. E altra rabbia, che sarebbe forse più appropriato definire dispetto o stizza (puerile, riottosa e pertanto pericolosissima) che, suo malgrado, è anch'essa positiva.

Sembra infatti che Osama Bin Laden, o chi per lui, in questo momento sia molto arrabbiato, anzi stizzito, anzi indispettito, anzi riottoso, puerile, pericolosissimo. Lo capisco, lo storico discorso ai musulmani del suo quasi omonimo Obama non può che spuntargli le armi. Hai voglia a latrare che Barack e Bush "sono la stessa cosa": evidente che non è così, e certo il barbuto miliardario annoiato che gioca con le bombe e i tagliagole rimpiange i bei tempi in cui alla Casa Bianca sedeva il suo corrispettivo wasp, tutto crocifissi, guerra "per la democrazia" e scontro di civiltà. Molto più facile e comodo, allora, ma George W. è tramontato: chissà che non lo segua, presto, lo stizzoso barbuto che sèguita a ululare alla (mezza)luna.

Rimane tanto da fare, beninteso. Tutto, o quasi: l'avanzata dei talebani in Pakistan che ha comportato il martirio in particolare delle donne, i colpevoli di Guantanamo che restano tranquilli e onorati nelle loro case, la guerra in Medio Oriente che prosegue. Ma, a volte, la forma è sostanza. Una frase, una parola, scatena un mondo di idee, sensibilità, azioni e aspirazioni. Obama ha molti amici e altrettanti nemici, dai razzisti alla potentissima destra neocon. Gli tocca persino succiarsi le fregnacce degli anti-abortisti, non di rado supportati o almeno benevolmente guardati dal Vaticano, che di fronte alla povertà incipiente, alla disoccupazione e alla guerra se ne sbattono l'anima, anzi approvano quest'ultima esattamente come sostengono con convinzione la pena capitale; e la scorsa settimana, in perfetta coerenza con la loro strenua difesa della Vita, hanno accoppato un medico reo di praticare quelli che essi definiscono con pio orrore "assassini".

Non amiamo l'agiografia, ma il Presidente dal nome islamico che recluta nel suo staff donne di valore, che proclama gli Usa "il più grande paese musulmano del mondo" (Oriana Fallaci si rivolterebbe nella tomba...) e, udite udite, osa persino dichiarare giugno "il mese dei diritti dei gay", un po' di simpatia la suscita. Se non altro perché queste sue prese di posizione mandano su tutte le furie i Bin Laden di cui sopra, i Ratzinger, i Berlusconi: che rispetto a lui ci stanno molto più antipatici. E sono pure più brutti, toh!

Qualcuno obietterà che la periferia Italia non meriterebbe nemmeno un cenno. E' vero, ma si dà il caso che noi ci si abiti, in questa oscura periferia, e i raffronti sorgono spontanei.

Perché qui va tutto a rovescio. A Milano Mohamed Ba, scrittore e attore senegalese [foto a destra], lo scorso mese protagonista di un appassionante Monologo dello schiavo all'interno dello spettacolo Traslochi e autore dello splendido Decalogo dell'intercultura, è rimasto vittima di un'aggressione da parte di balordi razzisti. Balordi razzisti, vale a dire gente perfettamente normale, però, cavolo, che fastidio quel negro. Allo stesso modo degli aggressori veronesi del procuratore Schinaia. La polizia ha fermato un diciassettenne, uno bravo, incensurato, tranquillo, tutto casa e scuola. Allo stesso modo degli omicidi di Nicola Tommasoli, che non era negro ma bianco, ma non bianco come loro. Portava l'orecchino, i capelli lunghi, forse era comunista, forse era pure frocio, forse semplicemente era alieno, estraneo, straniero come nel romanzo di Camus, forse rovinava il paesaggio. Tipi normali perché, adesso, proclamarsi razzisti non è più né esecrabile né meritevole di condanna. Lo si dice apertamente, vantandosene anche. E' diventata la norma, la regola, la giusta reazione dei bravi borghesi, dei figli affettuosi, d'impeccabili padri di famiglia. Ba e Schinaia se la sono cavata con un fracco di legnate, Nicola è morto. Sento già le proteste (stizzose) dei borghesi indispettiti: "Ma non siamo tutti così, noi vogliamo solo ordine". Solo ordine, certo, che diamine! E fingono di non capire, gli ipocriti, che non occorre far fuori materialmente qualcuno per alimentare odio e intolleranza. E' sufficiente accettare un sistema, appartenervi, sentirlo proprio. O, anche, lasciarselo vivere addosso, con indifferenza, con accidia.


In Italia la considerazione della donna è regredita a un'epoca pregoldoniana. E' tornata a essere puro corpo, meglio se fresco, freschissimo, quasi implume. Per le "altre", le diverse, nessun futuro e nessuna speranza. Anche in questo caso si è trattato di un processo cominciato una ventina d'anni fa, con la Milano da bere, i nani e le ballerine, le ragazze del Drive In, le ragazze Cin Cin dell'indimenticabile Colpo grosso con Umberto Smaila, le ninfette di Non è la Rai, le trasmissioni urlate, le corna in pubblico, la compravendita dei sentimenti, la morale liquida, le doppie, triple e mezze verità che corrispondono al nulla etico, contro il quale però nessun Ratzinger si scaglia mai, perché il patto d'acciaio tra la Chiesa e la destra è più che mai solido e, per quanto mi sembra, anche abbastanza manifesto: non condivido pertanto la definizione "accordo segreto" elaborata da "Repubblica". Ma tant'è.

E sale un'altra rabbia, verso le smaccate e irridenti ingiustizie, verso le promesse di cartapesta non mantenute, verso un'apocalisse prossima ventura che, però, non ha neppure i tratti d'una wagneriana grandezza ma somiglia al putridume accumulatosi a Palermo: non un fosco Moloch, ma una montagna di maleodorante zozzeria. Sembra che a metà degli italiani, la metà vincente (ripeto, non illudiamoci...), piaccia molto sguazzare in questa zozzeria; ci domandiamo per quanto tempo ancora. Intanto, lasciateci respirare la giovane America. E, se ci dànno degli esterofili, pigliamolo come un complimento.


Daniela Tuscano

Favola vera - 1

Scatola di ricordi


                                                          Disegno di franca bassi: "Scatola di ricordi"                                       



                                     


                                            "La bambolina"
In un paese lontano...lontano viveva una fanciulla di nome Prisca. La sua tristezza era ormai conosciuta da tutti nel villaggio, ma tutti le volevano bene. Aveva sempre una carezza, una parola buona per tutti, ma Prisca non riusciva a comprende perché sul suo bel volto non appariva mai un sorriso, eppure lei dentro era felice. Spesso si fermava dietro il trullo per odorare il profumo degli alberi di bergamotto e quando il sole tramontava si fermava per sentire il respiro della terra. Udiva le voce degli anziani che avevano faticato per lasciare quello spettacolo. Lo chiamavano "il giardino di Principessa".
Prisca aveva sentito tanti racconti di fate e folletti e sapeva che le radici di tali racconti affondavano in una terra lontana: la Tuscia. Nella terra rossa, l'antica terra dei Messapi, Principessa era venuta in un periodo della sua vita e si era fermata. Ormai gli anni erano passati veloci, gli oggetti dispersi. Di Principessa restava solo il giardino profumato, recintato da muretti a secco, posto alle spalle dell'antico trullo.
Spesso Prisca sognava, una bella fanciulla dai capelli color del sole, nel sogno le sorrideva e la prendeva per mano, poi insieme sedute sotto un antico albero di "fragno" aspettavano il calar del sole. Prisca giocherellava sempre con la sua mano e nel sogno la guardava piena di terra. La bella donna le sorrideva e le diceva di cercare una scatola nascosta nella terra rossa. Al risveglio la fanciulla si chiedeva se veramente doveva cercare una scatola nascosta nel terreno o doveva lasciare i suoi sogni e continuare la solita vita.
Un giorno dell'anno 2218, quando la primavera incominciava a scaldare la terra, improvvisamente il cielo si fece notte. Un fulmine spaccò in due l'antico fragno. Prisca pianse per giorni per la morte del bell'albero, accaduta in quella notte di tempesta. Anche l'antico albero si era arreso, restavano solo rami bruciacchiati e ancora alcune ghiande grandi come ambre. Una mattina, alle prime luci dell'alba, uomini armati di lance infuocate, finirono di abbattere l'antico albero. Prisca non capiva perché anche il tronco doveva finire in quel modo crudele. Solo una grossa voragine restava a ricordo del suo amico albero. Era così grande che una casa vi entrava dentro. A cosa serviva piangere? Ormai il suo bell'albero non c'èra più, restava intorno solo il profumo di bergamotto, che lei amava tanto. A Prisca piaceva alzarsi presto, prima che quelle macchine infernali iniziassero a sollevare la terra e che uomini armati di spade infuocate, iniziassero a tagliare i teneri rami. Non le piaceva affatto, si sentiva ferita nel profondo. Era estranea a quel mondo spesso crudele. A lei piaceva accarezzare con le sue mani i tronchi. Sentiva che dentro c'era la vita. Silenziosa girava intorno alla grande buca in parte illuminata dai primi raggi di sole. Vide qualcosa nel terreno che risplendeva. Prisca si chinò, scostò con la mano lo strato di terra che ricopriva l'oggetto e apparve una grande scatola di metallo. Ecco! Nella sua mente il ricordo del sogno... Seduta su una pietra, iniziò ad accarezzare il coperchio. Intimorita non sapeva se aprirlo oppure rimettere la scatola sotto uno strato di terra, senza svelare a nessuno il ritrovamento. Non ebbe il coraggio di aprirla e la nascose sotto il suo giaciglio. Di notte controllò più volte che la scatola fosse ancora al suo posto. Si addormentò e anche quella notte il sogno le venne d'aiuto. La stessa donna sorridente la prendeva per mano, le faceva un cenno e le diceva: "Prisca, ormai hai trovato la scatola puoi aprirla, ma la devi anche proteggere". La voce gentile smise di parlare, poi riprese come se la sua voce fosse un canto: "Prisca, dentro ci sono degli oggetti a me molto cari, li ho portati sempre con me. Semplici monili. Non sono d'oro, ma per me sono stati molto importanti". Il sogno continuò fino all'alba, quando le macchine avevano già ultimato la chiusura della grande voragine nel terreno. Uno sguardo veloce sotto il suo giaciglio per accertarsi che la scatola fosse ancora lì. Prisca, rimasta sola, si nascose in una camera dove c'erano vecchie cianfrusaglie, alzò delicatamente il coperchio e diede un rapido sguardo. Un profumo noto entrò nelle sue narici. Le sembrò di riconoscere il profumo del bergamotto. Una strana fibula di bronzo, una pallina colorata con disegni in azzurro ed una scritta: "Regnat Amor". Una collana con sfere colorate, ancora una collana con un uno strano pendaglio grigio, un vecchio lume rotto, una piccolissima bambolina dai capelli color del sole e tanti fogli scritti ordinati con le pagine numerate. Prisca iniziò a leggere quei fogli. Incuriosita accarezzò la piccola bambolina e sentì che dal suo stomaco saliva verso il volto uno strano solletico. Le labbra iniziarono a tremare. Prisca, scossa da un gesto repentino, alzò il suo avambraccio e, con la manica del suo vestito, spolverò un vecchio specchio, guardò dentro fino a trovare l'immagine e il suo viso s'illuminò di uno splendido sorriso. Era la prima volta che vedeva un sorriso sul suo volto. Incuriosita e felice continuava a guardare, voleva capire il significato di quegli strani oggetti e cosa volessero raccontare. Iniziò a leggere il primo foglio: “Quando troverai questa scatola, questo foglio ti svelerà cosa hanno significato per me questi oggetti. Sono una tua antenata. Il mio nome è Franca detta "Principessa". La scatola è appartenuta a mia madre Olga. Ci conservava i suoi sogni, i suoi ricordi di moglie, di madre felice. La piccola bambolina, la trovai in un vecchia casa nell'antica terra dei Sabini, dove avevo un casale dell'anno 1845. Una mia vicina, un'anziana donna, me la donò. Era priva di capelli. Tagliai una mia ciocca e le feci la parrucca. Con merletti antichi la vestii. Era povera e sola e nella mia casa trovò la sua nuova vita, il suo splendore. La fibula di bronzo a forma di chiocciola è appartenuta all’antico popolo dei Romani. Trovata sempre nel terreno vicino al casale, la tenevo sempre con me. Mi piaceva portare una fibula antica e spesso mi chiedevo chissà quale tunica fermava. La collana di sfere colorate era composta dai frutti essiccati della pianta del chinotto e del bergamotto. Mi piaceva quando la indossavo. Le sfere sprigionavano ancora quel profumo che io ho amato tanto. Ecco perché ho piantato moltissimi alberi di bergamotto in questa terra. Sai le nostre radici affondano nell'antica Tuscia e questo lume era di mia nonna Elisabetta. Mi dispiace che si sia rotto, ma l'ho conservato ancora per te. Quando lo prenderai in mano potrai vedere ancora la luce che manda. La collana con il pendaglio grigio è una sfera "Etrusca" trovata nel terreno. Come vedi sono oggetti molto antichi. Si tratta delle nostre radici. Bastano pochi oggetti per darti la sicurezza, non servono grandi tesori. Serve sapere che tutti abbiamo delle profonde radici, molto lontane. Sii fiera di te. Ama le piccole cose, ama e difendi la natura e ti sarà amica come lo è stata per me. Questi miei fogli sono storie vere. Leggile e raccontale quando incontri un bambino triste. Dagli un po' del tuo amore, una carezza. Non servono grandi doni, ma solo amore. Conserva con te questa mia scatola di ricordi. Mettici qualcosa di tuo e lasciala a una tua discendente, sempre se pensi che comprenda e la meriti. Altrimenti trova un bell'albero e nascondila bene. Un giorno qualcuno la troverà e saprà di noi". Franca Bassi
 




Questionario sulla religione, prof sospeso


 


Corriere della Sera.it
MILANO - Lo hanno sospeso per due mesi per avere distribuito tra i suoi studenti un questionario sull'ora di religione. Ma contro un atto che viene definito «ingiustificato e gravissimo» è stato promosso per mercoledì a mezzogiorno un sit-in di protesta davanti all'istituto in cui l'insegnante lavora, il liceo scientifico di «Righi» di Cesena. Destinatario del provvedimento - che prevede Leggi ancora...

JoyCut > La Stranissima Storia di Mr.Man continua nella Foresta degli Alberi Fantasma




Il Signor Uomo,
in cerca di Ossigeno,
si sposta dallo scenario SubUrbano
all'estrema desolazione
delle aree ambientali complessamente violentate.
Dove gli Alberi.
Come fantasmi soffocati.
Rappresentano l'unico rifugio.
L'unico non-luogo da Evocare.
La sola linfa da sfrondare.
Per Svanirci.
Disintegrandosi di Vita".

Decalogo dell'intercultura

1. Non avrai altro io all'infuori di te.


2. Non nominare la nazionalità degli altri invano.



3. Ricordati di valorizzare le feste di tutte le culture presenti nella tua città.



4. Onora la memoria dei tuoi nonni e raccontala ai tuoi ospiti.



5. Accogli spontaneamente il punto di vista degli altri, non imporre il tuo.



6. Non rubare la parola ai nuovi compagni, prima di tutto impara ad ascoltarli.



7. Non testimoniare sulla cultura degli altri se non ne sai niente.



8. Non desiderare solo la tua cultura: rischi la solitudine e l'arretratezza.



9. Non desiderare solo la cultura degli altri: rischieresti di far morire la tua.



10. Non uccidere le differenze culturali: sono la bellezza dell'umanità.






COGLIETE L'ATTIMO: ACCOGLIETE.






Mohamed Ba


 


 


Ecco invece come la pensa in materia Borghezio, europarlamentare leghista.


Due Italie, due mondi

Bella lezione, quella tenuta da Philippe Daverio lo scorso 31 maggio, alla Villa Manzoni di Brusuglio, nell'ambito del 3° Festival della Biodiversità. Un anfratto, quello dove sorge l'edificio, ancora tutto da scoprire: "E che, fra quindici anni o anche prima, diverrà mèta turistica tra le più ambite". Ma che ora, grazie anche a una cura dei privati non sempre negativa, ancora conserva il suo sobrio splendore. "La villa che ha ospitato Giulia Beccaria, Margherita Sarfatti, Anna Kuliscioff: non è un caso che donne simili, l'esatto contrario del modello allora imposto e che oggi è tornato prepotentemente di moda, avessero deciso di stabilirsi qui".

L'occasione ha fornito a Daverio lo spunto per osservazioni di carattere più generale o, meglio, ampio. "Il Sud milanese è luogo di marcite e fontanili, il Nord di fontane sorgive. In un luogo come nell'altro grande impulso all'economia venne fornito dai monaci. Fu nel Medioevo che venne delineata l'accidia come peccato capitale, che noi traduciamo come pigrizia, ma che, in realtà, è la lentezza a fare il bene, l'indolenza, l'indifferenza". Sempre i monaci combattevano la superbia e la vendetta, che invece, per i cavalieri teutonici, erano considerati virtù indispensabili. Tutto quanto per dire che il monachesimo s'impegnò moltissimo per frenare gli istinti al tempo stesso svogliati e belluini, alimentando parallelamente la collaborazione, la solidarietà, il senso di comunità.


Un senso di comunità che però, a un certo punto, s'incrinò: "Noi parliamo di contadini, i francesi di paysans. C'è una differenza sostanziale. Il contadino era colui che si trovava sotto la giurisdizione del comites (conte), il funzionario di Carlo Magno che, col tempo, in Europa divenne stanziale mentre nei territori italiani era itinerante; il contado, quindi, si adeguava ai voleri del comites di turno, alienandosi dall'originario senso di comunità. Il contadino divenne perciò simile al plebeo, un personaggio fuori del tempo e della storia, passivo, schierato col più forte".


"L'Italia è sempre stata divisa tra queste due 'fazioni'. Ogni tanto si scatenano fra di loro autentiche 'guerre civili'. Adesso sembra prevalere la parte plebea, aggressiva, intollerante, appiattita sui grandi numeri, ma noi abbiamo anche altro, perché non tirarlo fuori, una buona volta?".



Rino T.



BORGHEZIO

Ciao Massimo

                             


 



 

                                                Ciao Massimo...


Addio mio mare
lascio  la bici
smetto di lavorare
e vado a riposare.
Tra poco ti vedrò
da un'altro mare
é azzurro come te.


franca bassi


Passeggiata al contrario

Eravamo vicini, io ed te
come su un binario, avanzavamo
sognavamo su due mondi
senza mai confonderci.
Eravamo felici in certi momenti
eravamo storditi dall'amore
sordi di noi, invisibili ora.
Ti sfioravo nel tuo fare
ascoltandoti per ore
soffrendo per un dolore
un amore finito, solo.
Lentamente deformati
ingialliti dal sole
sfilacciati dal tempo
logorati all'anima
amore addio.

3.6.09

Senza titolo 1510

  L'AVETE LETTO IL LIBRO IL SEGRETO DEL MILLENNIO ?  :-)


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4-5\6\1989-4-5\2009 tiennamen

Si celebra  oggi  l'anniversario  della rivolta  di piaza  tiennamen   , aspettiamoci in solito  fiujme  d'inchiostro  che dice   e non dice  per  pi evaporare    fino al  prossimo  anniversario  .
Per  celebrare questo anniversario   , poichè due parole  sono  troppe  e  una  è poco lascio che  a parlare  sia  questa  foto  (  che    chi  all'epoca   aveva  13  anni   o  più ricordera  ,  per chi  non  la  conosce  o  non ricorda   c'è  sotto  l'url  con la  storia  )


eccovi i  link 

La  storia  della  foto 
it.wikipedia.org/wiki/Il_rivoltoso_sconosciuto

la  rivolta  (  con un  ottima biobliografia   e  rimandi  , e  fotografie    fra cui  quella  che  trovbate  qui ) it.wikipedia.org/wiki/Protesta_di_piazza_Tiananmen

intervista ad un cdv vegano

Ora  visto che sui Vegan  ci sono molti luoghi comuni , derisione ,  e pregiudizi   anche  ( esperienza personale in merito   )   anche  in  famiglie  t e  gente   olleranti  \  libertarie  disinformazione   ho deciso  d'intervistare  un mio  amico  \  compagno di strada  ,  collega  dellì'associazione  nord-sud  boittega  cittadina   del commercio equo e solidale  Giampaolo Scolafurru


1) come è avvenuto il tuo passaggio da vegetariano a vegano ?
In modo molto repentino, ho acquistato il libro "vegan la nuova scelta vegetariana per il corpo,la mente ,il cuore! edito dalla Giunti demetra, l'ho letto in un pomeriggio il giorno dopo ho deciso di non mangiare piu uova, latte e derivati.

 2) i tuoi familiari come hanno reagito ?
hanno fatto commenti abbastanza severi, però, ho fatto ugalmente la mia scelta.
3)riesci a resistere ? hai mai avuto cedimenti o ripensamenti ?
non devo resistere a nulla perchè comunque i cibi vegan soddisfano il mio gusto e il mio palato,qualche volta ho avuto dei ripensamenti riguardo ai formaggi, pensando che potevo contianuare a mangiarli acquistando da un contandino locale, però nel frattempo ho scoperto che anche i formaggi non mi attiravano piu!!!!
4)come ti comporti "in ambienti estranei " ( mense , ristoranti , mjatrimoni battesimi , cresime ) dove non puoi ( o e raro che lo possa fare ) seguire la tua dieta
Ai matrimoni preferisco non andare, anche perchè vedere la gente strafogarsi di tutto quel cibo, va contro i miei principi di sobrietà, quando devo andarci per forza, ovviamente trattasi di parenti o comunque persone di famiglia, con cui c'e una certa confidenza dico cosa voglio mangiare e allora partecipo! per quanto riguarda gli altri "ricevimenti" mangio cio che posso mangiare evitando gli altri cibi.
5) hai , da quando sei passato dal vegetariano semplice o vegetariano complesso ( vegano ) problemi di salute ?
la mia salute da quando sono diventato vegan è nettamente migliorata! nel frattempo però accanto a una dieta precisa e sana ho associato anche il nuoto!
6)che consigli daresti a chi vuole iniziare questo stil di vita ?.
il mio consiglio a chi vuole diventare vegan è quello di seguire scrupolosamente una dieta bilanciata e equilibrata come la si puo trovare sul sito www.vegpyramid.it ! inutile dire che oltre una convinzione prettamente salutilista è auspicabile avere convinzioni e sensibilità spiccate nei confronti dei non umani,comunque anche il motivo salutilistico e equo-sostenibile puo essere una buona partenza!
7)qualcosa d'aggiungere o da retificare

nessuna rettifica, anzi vorrei che le persone prendessero consapevolezza di cio che vuol dire essere oggi onnivori! a voi l'onere dell'informazione e della documentazione per convincersi, rimango cmq a disposizione per qualsiasi approffondimento al riguardo


Giuditta e Oloferne

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Artemisia Gentileschi è una starordinaria pittrice del seicento che giustamente figura, per la sua sagace e forbita "pennellata" tra le allieve di scuola Caravaggesca. I suoi quadri, una grande produzione artistica di grande pregio, raccontano attraverso le storie bibliche e profane la sua vita di giovane donna che vive un ambiente maschile e che ne viene travolta in tutti i sensi. Bene e Male sono trattati e figurati con gli occhi di chi è stata tradita dalla vita e ha dovuto subire l'oltraggio più blasfemo e turpe per una donna. Il quadro che più rappresenta questa sua voglia di rivincita è per chi vi scrive, senza dubbio, Giuditta e Oloferne, che colpisce per l'elevata dose di violenza che lo contraddistingue, per l'immediatezza dei soggetti raffigurati, per il gusto teatrale tipicamente barocco e per la sapienza con la quale vengono impiegati i colori, una sapienza già messa in evidenza da Roberto Longhi in un suo famoso saggio del 1916, Gentileschi padre e figlia. La freddezza e l'impassibilità di Giuditta, il suo sforzo nel tenere ferma la testa di Oloferne, il generale che a sua volta tenta di respingere la serva che aiuta la protagonista a decapitare il nemico; il tema era già stato affrontato, con la stessa veemenza, da Caravaggio, ma la tela proposta da Artemisia Gentileschi assume anche una connotazione autobiografica. In questa tela c'è la pittrice che ha subito una violenza e che non paga della Giustizia Umana vuole che il suo stupratore, un amico di famiglia che approfitta dell'ambiente comune di lavoro per dar sfogo alla sua voglia  di animale senza "padrone", abbia una punizione che la purifichi e le ridia la sua giovinezza violata. Non vuole sporcarsi del sangue del gigantesco OLOFERNE ( dal libro di Giuditta Antico testamento- Oloferne è il generale mandato da Nabucoidonosor, Re degli Assiri, per sottomettere i ribelli Giudei e trova morte per mano dell'eroina giudea, già provata dal dolore per la morte del marito, ma pronta a sacrificarsi per la salvezza del suo popolo; Giditta ( in ebraico La Giudea)  dopo aver fatto ubriacare di lei e di vino il generale, gli sottrae la scimitarra e invocando Dio con due colpi netti gli taglia la testa e getta lo scompiglio nel campo avversario che viene ad essere privato del suo condottiero...) Caravaggio aveva ritratto Giuditta raccontando di lei il suo ribrezzo e la necessità dell'atto brutale, le ha posto vicino una vecchia serva, la saggezza che suggerisce l'atto, e un Oloferne decisamente meno giovane e bello di quello ritratto da Artemisia. La pittrice, invece, ritrae un gigantesco Oloferne, giovane e bello, quasi bello animalescamente, e la serva diventa una giovane complice della Giustizia che lei cerca per se, ma non solo per se. La cerca per tutte le donne che devono nascondersi dietro gli uomini piuttosto che avere i mezzi per competere ad armi pari. E' una forma di Femminismo ante litteram!


Ugo Arioti


 

Poesia sperimentale di Natalia Bondarenko

donna crocifissa

Potrei camminare sulle pietre ardenti


per distrarre il mio spirito bollente,


o


dormire su un  letto di chiodi, senza mai svegliarmi,


– uno, fisso, mi sta lacerando la fronte.


 


Ma non posso camminare sull’acqua;


nel frattempo una semplice pozzanghera


si è trasformata in un oceano d’incomprensione.


 


Non sono Il Cristo.


 


Sono Una… quella, della  costola


una sua versione.


 


 


Natalia Bondarenko   24.05.2009

GLI UOMINI CHE ODIANO LE DONNE, IL FILM E IL LIBRO

                                           

I





Prodotto dalla Nordisk Film, uscito in Svezia a Marzo del  2009



SCRITTO e SCENEGGIATO Da: Nikolaj Arcel e Rasmus Heisterberg, 
DIRETTO Dal regista:   Niels Arden Oplev






TRATTO DAL ROMANZO:  Del giornalista e scrittore Svedese, Stieg Larsson, “Gli Uomini che odiano Le Donne” è il primo della trilogia  Millennium, divenuto un best sellers dopo la morte dell’autore.
Cast principale: Michael Nyqvist, Noomi Norén (nei panni, rispettivamente, del giornalista Mikael Blomkvist e della hacker Lisbeth Salander), Peter Haber e Lena Endre.





Sinossi:
 Sono passati molti anni da quando Harriet, nipote prediletta del potente industriale Henrik Vanger, è scomparsa senza lasciare traccia. Da allora, ogni anno l'invio di un dono anonimo riapre la vicenda, un rito che si ripete puntuale e risveglia l'inquietudine di un enigma mai risolto. Ormai molto vecchio, Henrik Vanger decide di tentare per l'ultima volta di fare luce sul mistero che ha segnato tutta la sua vita.l'incarico di cercare la verità è affidato a Mikael Blomkvist: quarantenne di gran fascino, Blomkvist è il giornalista di successo che guida la rivista Millennium, specializzata in reportage di denuncia sulla corruzione e gli affari loschi del mondo imprenditoriale.Sulle coste del Mar Baltico, con l'aiuto di Lisbeth Salander, giovane e abilissima hacker, (interpretata da Noomi Norén, fantastica rivelazione, un attrice dodata, e di rara abilità interpretativa, colpisce lasciando il segno) al suo fianco ribelle e inquieta, Blomkvist indaga a fondo la storia della famiglia Vanger. E più scava, più le scoperte sono spaventose...



Da alcuni anni gli Svedesi ci stanno mostrando che, non bisogna per forza essere americani per produrre buoni thriller e gialli di tutto rispetto, passando con disinvoltura dall'horror al fantastico come nel caso del bellissimo film "Fammi Entrare" sempre tratto da un romanzo di successo. Da sempre seguo questo genere che amo, come voi ben sapete e, che pare impossibile da realizzare in Italia, per pochezza di vedute produttive. Spesso penso al mio romanzo "Prendimi e Uccidimi"(buon successo nel mio piccolo, e tutti quelli che lo hanno letto hanno detto che non potevano staccarsi fno alla fine, due ore o al massimo tre per finirlo) e che ottimo film potrebbe diventare, ma adesso voglio parlarvi di questo film, (la trilogia di millenium, la sto ancora leggendo) che mi ha colpita per tempi registici e lo sviluppo narrativo della storia. Il film è girato come si usava fare anche da noi negli anni settanta, ossia con tempi lunghissimi per quanto l'occhio odierno è abituato sopportare, ma il coinvolgimento narrativo che naviga su tre diverse storie parallele, dopo quindici minuti di .... lentezza .... ti prende di prepotenza trascinandoti all'interno della storia, e da protagonista, mai da spettatore passivo. Questa è la cosa che ho apprezzato di più. Il film è bellissimo, carico di atmosfere. Coinvolgente, terrificante e disgustoso in alcune scene, vero e profondo per sentimenti umani e la pochezza delle "nostre" esistenze lasciate in balia degli venti per mancanza d'amore (altro tema a me caro). Non posso raccontare più di quanto è scritto nella sinossi, dovete solo andarlo a vedere e lo amerete come l'ho amato io. Il connubio: freddezza emotiva e passione ed odio, è micidiale ve lo assicuro. La protagonista femminile poi, è una rivelazione assoluta, finalmente un'attrice giovane che non s'impone sugli schermi per la misura di protesi siliconate al seno, ne per sculettamenti vari, o rinoplastiche, zigomi e labbroni, ma per la sua bravura, fascino e classe innata. Noomi Norén è la vera rivelazione del film, buca letteralmente lo schermo lasciandoti addosso la sua malinconica e struggente solitudine interiore, la sua fame d'amore ..... Buona visione a tutti, baci dalla sempre vostra Buona visione a tutti, baci dalla sempre vostra Rossella Drudi

diffidate dalle imitazioni http://www.diteloame.splinder.com

2.6.09

Schivitù moderna



schiavi moderni
E’ alquanto difficile ammetterlo, ma la verità è che non vi sono grosse differenze tra lo sfruttamento della schiavitù che praticavano gli antichi Greci, o gli antichi Romani, rispetto a quella praticata dall’occidente moderno nei confronti dei paesi del terzo mondo, se non per il fatto che quest’ultima è stata opportunamente mascherata dalla ipocrisia dei nostri governanti.

pesieri sparsi \ seghe mentali

prima, che  una  cosa  che  vale male  ,  si chiude  è meglio per  te  e  per tutti uelli che ti stanno attorno  .

La  porno  dipendenza   si può sconfiggere  : <<  devi capire   che  è  una cposa   che non  solo   non ti  dà  niente  , ma  ti  svuota  l'anima  >>  (  sms   di una  cdv.esterna   al nostro  blog    )  .  .Vero    a questo  c'ero arrivato anch'io  vedere post    basta  tette  e culi in tv  ,  ma  come   applicarlo    visto che continuo  a farne uso  ? 

 spesso  c'è  più logica   nell'assurdo   che nella  stessa realtà

Saper  mentire  è  un arte  . Infatti la menzogna  non può (  almeno  no n dovrebbe  ) cambiare    di continuo    dev'essere  credibile  , altrimenti  non è  più  tale   , ma  è  verità   . 

Senza titolo 1509


Cari Amici
per una buona causa
Vi prego di andare a visitare questo link
http://www.facebook.com/event.php?eid=106101375848&ref=mf
grazie Veronica


1.6.09

WiWa l'ITALIA e WiWa la LIBERTA'

La forma ha sovrastato la sostanza



Ugo Arioti


Viviamo in un mondo che guarda più all'apparenza, alla voce più forte, al gridatore di maggior fama, nessuno bada alla sostanza e ai valori che sottendono ogni nostro gesto. La parola in libertà, dicono, ma è un inganno. Troppe parole e slogan e atti dimostrativi nascondono il vuoto di pensiero e azioni eticamente corrette e oneste intellettualmente. Così succede che tutto diventi "ludos" e ogni cosa umana viene sovrapposta continuamente alle altre e in summitate il grido più forte che copre ogni opposizione senza vergogna e senza correttezza, senza ideali senza morale, puro grido di POTERE. Oggi la politica in Italia non è più il luogo delle scelte, ma sempre più il teatrino della vanagloria che serve solo a creare un popolo di tifosi ignoranti intorno a chi ha i mezzi e le possibilità di coprire con la sua voce la voce degli altri e con la sua forza, creata sull'inganno mediatico, il suo destino politico. Così passa la logica mafiosa del più forte, quasi un ritorno alle caverne, alla preistoria! Allora la crisi, il degrado, la mancanza di sicurezza o di solidarietà sociale diventano una sfrangiatura brutta e inutile che nessuno vuole vedere. Allora i genitori inculcano ai figli la regola della forma e i ragazzi vogliono e pretendono senza confronto, senza un dialogo vero. Tutto quello che è sgradevole viene eliminato, sottaciuto, scanzato, fino al giorno che la malasorte non tocca qualcuno di questi "scaramantici falsari tifosi del potere" che osannano il modello televisivo del CORTILE MEDIATICO e della lotta tra ragazzi per stabilire chi è più bravo, più bello, più FORMALMENTE ACCETTABILE DAI SELEZIONATORI DEL TEATRO POPOLARE DEMAGOGICO DEL BASTONE DI COMANDO. L'etica? la Democrazia? La solidarietà? la Giustizia? Il valore umano? Purtroppo in questa italietta felix  non sono altro che merci da vendere o da usare per perpetuare un campionato del POTERE che si preoccupa solo di se stesso e della sua immagine "forte". Così siamo dinuovo alle porte del FASCISMO, ma di un fascismo più pericoloso perchè travestito, con l'inganno mediatico, da volgare populismo masmediatico! Un populismo che si identifica con un solo uomo, pensate un pò! Allora, scusate se indulgo in un ottimistico pensiero colorato di vera ITALIA, spero che il mondo cattolico, quello sinceramente legato a Don Sturzo e ai suoi valori e il mondo socialista e democratico si sveglino in tempo, prima di dover tornare alla clandestinità e alla lotta PARTIGIANA, che qualche utile idiota, oggi solo per vendere libri, non vuole accettare per quello che è stata e non per i piccoli episodi di disturbo che si possono trovare in qualsiasi "Mondo"!


WiWa l'ITALIA e WiWa la LIBERTA' contro tutte le mafie e tutti i fascismi e le dittature


Ugo Arioti


31.5.09

...come foglia - ...amati.

…come foglia.

 

(Sonetto)

***

…forse  perché aldilà , calda è la luna

Tu  sei calore   a me  si  amore dai

O foglia ! E come  ti raccolsi  fosti vera

Le stelle azzurre e i  ruscelli vivi ,

 

E quando dal rossore appresi

Nella fatale vita mi giochi ancora

E’ il bene che io  ti voglio…ti vorrei

Le foglie cadono, vestite di perle e di aurora .

 

 

…sei lo spazio a me sempre più  vicina

all’alba serena , del  mattino ,

universo candido ,mi ispira....

 

…come foglia avanzi e ti quieti

tra  i  corridoi bui ,l’inverno sprechi

fai il tuo  nido in cuori e taci…

 

****


…amati.

 

(Sonetto)

***

…si saziano di voglia i fini amati

consumano l’amplesso nei boschi della selva

ciechi e innamorati fan cornuti i mariti

si purificano l’anima andando in una chiesa…

 

…vivono di insonnia le donne maritate

il diavolo le tenta e non si danno tregua

la notte le accalora e le fa signore

scelgono la preda a loro comunanza…

 

…chè io ingenuo sognatore gli vado appresso

col capo chino gli mostro il mare

mirando lei mi vezzeggio e fo l’oppresso…

 

…ed è ciò che la vita sfuma

questa aria calda non ha più profumi

ti scansi o ti pigli la puttana…

 

il poeta narratore.

Senza titolo 1508


 Prato - Un ultimo incontro presso il comitato lettorale dell'Italia dei Valori prima dell'election day avrà luogo

Martedì 2 giugno 2009 alle ore 19 presso la sede del comitato elettorale in via Muzzi.

 Parteciperanno il coordinatore regionale IDV Giuliano Fedeli, l'On. Fabio Evangelisti e l'On. Nicola Tranfaglia, candidato alle elezioni europee per l'Italia dei Valori.

Le tematiche della serata saranno legate al distretto e all'integrazione sociale per quanto riguarda Evangelisti, e alla questione dell'informazione nella politica per quanto concerne Tranfaglia.




 

30.5.09

Amici vi presento...

Cari amici oggi ho fatto copia incolla e vi presento Pino Santoro.



Il mio amico è bravissimo ha realizzato anche le copertine della mia trilogia oggi ho fatto copia incolla e ho scritto per lui una mia poesia.

Questo è il suo post:

 


Non è una favola




Una farfalla, per nulla intimorita dalla mia presenza, si posa leggera sulla mia mano. Non mostra nessuna voglia di allontanarsi svolazzando dalle spalle alle mani. Decido di fotografarla e, come una perfetta modella, si è fatta immortalare in diverse pose. Finalmente si libra nell'aria e, compiendo alcuni giri intorno a me, si allontana dirigendosi verso una rosa.



...forse sperava di essere immortalata in questo modo.




Questo è il mio commento. 


Sogni per noi


Ogni tua immagine
nasconde una favola.
I tuoi dipinti...
narrono storie d'amore,
di sofferenza, di odio, di pace.
Radici ben piantate
nella tua amata terra.
Raccontaci o poeta errante
con i tuoi colori
le tue parole d'amore
perchè tutti
possono comprendere
i tuoi sogni che per noi
hai lasciato sulla bianca tela.


franca bassi


 


IMMERSI NEGLI ETNOMONDI








Cari amici, ecco finalmente il NUOVO numero 29 di Etnomondi, BELLISSIMO!



 


http://etnomondi1.splinder.com/


 


IN QUESTO NUMERO:


EDITORIALE                                      


NEWS FROM…EL ALAM


INTERVISTANDO…GIORGIO DALL’ETIOPIA


I KOALA


ULURU


MOSTRE E RASSEGNE


NUOVI FUMETTI MEDIORIENTALI


ISLAM IN AUSTRALIA


TRACCE SULLA SABBIA


LE TELENOVELAS BRASILIANE


NI HAO MA?


ANUTA


RADIO NI HAO


RISTORANTI ETNICI


METROPOLI MULTIETNICA


DARFUR: CRISI O GENOCIDI?


SPECIALE CORTOMETRAGGI PARTE II


ANIME GIAPPONESI: GUNDAM


NAM JUNE PAIK


VOCI DAL NILO


I CALCIATORI BRASILIANI IN ITALIA


LA POESIA HAIKU


LE PORTE DELL’ORIENTE: SINGAPORE


MASCHERE INDIOS


VISIONI ESOTICHE


DENTRO AL DRAGONE: SAN VALENTINO IN CINA


IL RICETTARIO


I MARONITI


DAL SOL LEVANTE: BAMBOLE KOKESHI


ETNOSITI


FIUMI DI VITA: SELENGA 

Tutti Fratelli

Photobucket

29.5.09

I Ragazzi Che Si Amano - 1




 
Ecstasy_by_NoBarriers      Foto dal Web.  


I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è soltanto la loro ombra
Che trema nel buio
Suscitando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo i loro risolini
la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Loro sono altrove ben più lontano della notte
Ben più alto del sole
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.


Jacques Prévert
Dal Volume Poesie d'Amore e Libertà

Ascoltare la paura per esprimere il coraggio di vivere


Viviamo in anni di grandi cambiamenti e trasformazioni che ci coinvolgono a tutti i livelli:
naturale, sociale, tecnologico. La velocità che muove queste trasformazioni spesso ci
travolge, ci crea difficoltà, ci fa avvertire un disagio interiore. Non riusciamo a seguirla
tanta velocità, non riusciamo ad adeguarci al nuovo, perché il nuovo non si ferma, è in
mutamento costante e a questo mutamento costante di ciò che ci sta al di fuori, spesso
non corrisponde una altrettanto profonda ricerca interiore, necessaria alla creazione e al
mantenimento dell’equilibrio e dell’armonia tra dentro e fuori. Come dire, restiamo
dissestati, frammentati: ci barcameniamo nell’attesa che qualcosa cambi, quando
potremmo – avendo a disposizione tutto questo ben di dio – indirizzarci al concreto
miglioramento della nostra qualità di vita.


Tutto questo accade per una ragione ben precisa, che si chiama paura.
La paura di non essere idonei. Di non essere accettati. Di non essere amati.
Ciascuno di noi, sia pure in diversa misura, si trascina sulle spalle l’enorme senso di colpa
di non essere degno d’amore.
La paura ci rende aggressivi. La paura crea barriere, difese. La paura ci allontana da noi
stessi e dagli altri. La paura crea separazione.
È una grandissima illusione, la paura. Ci coccola custodendoci in un bozzolo tiepido e
accogliente, ci consola con ogni pretesto disponibile, ci seduce con la promessa di salvarci
dalla sofferenza primordiale. Come potremmo mai deluderla, non nutrirla.
In realtà è proprio così che, nel momento stesso in cui la alimentiamo, stiamo creando il
terreno fertile per la nostra sofferenza. Non ne siamo coscienti. È solo che, a causa di
questa paura, viviamo giornalmente la nostra vita in modo talmente automatico, così
lontani dall’essere nel momento presente, che non ce ne rendiamo conto.
C’è una soluzione a tutto questo?


La soluzione è una fusione composta da molteplici ingredienti, a cui è necessario attingere
per la completa realizzazione del sé.


Il primo è il Genitore Omologo: la profonda radice della nostra identità psico-sessuale.
Il Genitore Omologo è il genitore del nostro stesso sesso.
Amare il genitore dello stesso sesso e accettarlo così come è – ora non dico che sia
semplice, soprattutto ove vi siano situazioni di conflitto – è la chiave per aprire il nostro
cuore. Con questa chiave preziosa apri la porta e all’interno trovi il regalo più bello: l’amore
per te stesso. Questo processo d’amore porta ad amare il genitore del sesso opposto, ad
accettarlo, a comprenderlo, e porta ad amare tutta la famiglia d’origine.
Il puzzle adesso è completo.
L’accettazione e l’amore per se stessi sciolgono la paura. L’accettazione e l’amore per noi
stessi ci fanno superare la paura di essere amati.
Forti di questa nuova consapevolezza, sostenuti da questa esperienza, siamo
conseguentemente portati all’integrazione nel sociale.


Il secondo ingrediente della nostra fusione è il corpo.
Il corpo è il fantastico contenitore della coscienza. Ci permette la nostra unicità visibile
(siamo tutti diversi) e di essere, contemporaneamente, tutti sullo stesso piano (siamo tutti
mortali). Ci permette di riconoscerla, l’unità. La nostra e quella degli altri esseri viventi.
La corporeità ci consente di sentirci uniti agli altri esseri viventi.
Accettare il corpo, in particolare il nostro corpo, ci permette di superare la paura di non
sentirci all’altezza, o di non essere idonei.


Terzo componente della fusione è la mente.
Attraverso i pensieri generati dalla nostra mente ci permettiamo di essere felici o infelici: è
una nostra libera scelta aderire alla negatività o alla positività anche se, spesso, non ne
siamo consapevoli. Superare le credenze limitanti, trasformare i pensieri negativi ci
permette di superare la paura di realizzarci.


E, infine, il mondo emozionale.
Il mondo emozionale è il cibo dei nostri pensieri.
Conoscerlo e trasformarlo ci permette di esprimerci e realizzare ciò che vogliamo
veramente. Trasformare le emozioni ci permette di superare la paura di non saper gestire
la parte emotiva di noi, o di non saperla completamente controllare.


Tutte queste componenti sono sorrette dal grande mistero che costituisce la nostra parte
spirituale, quella parte che è la fonte da cui sgorgano fiducia, fede e forza.
Quella parte che, riuscendo a mantenerne la percezione, ci consentirà risultati fino ad ora
per noi inimmaginabili.
La spiritualità, attraverso la preghiera e la meditazione, ci permette di avere fiducia e di
mantenere la percezione, che la storia è a lieto fine.


Tutte queste componenti sono quelle che ci permettono di essere delle persone solide e
amorevoli, radicate e solari.
Ancora, per sapere interamente chi siamo, abbiamo continuo bisogno di confronto e di
dialogo con l’esterno, con gli altri.
È attraverso la relazione che noi possiamo riscoprirci: è attraverso la relazione che ci si
riconosce in quanto se stessi.
Ed è sempre attraverso la relazione e il confronto che, una volta che ci siamo riconosciuti,
possiamo passare dalla famiglia d’origine alla famiglia più allargata, che è quella
planetaria.
Amando la famiglia, amando noi stessi, possiamo davvero permetterci di amare gli altri.

28.5.09

Andiamo al mare?


altri tempiAndiamo al mareAndiamo al mare2

Cari amici avete preparato: il secchiello, la paletta, e il rastrello per fare le telline? E' tempo di mare, se  vi manca il costume prendente spunto. Visto i tempi magri, aprite  un vecchio baule, sicuro che troverete qualcosa alla moda. Che belle queste immagini antiche! Come erano eleganti gli uomini e le signore, portavano tutti, scarpe di pezza alla schiava. Avete notato, le cabine di legno su palafitte? "Lungomare di Ostia". Che tempi! Io ancora non ero nata. Ma ricordo ancora negli anni 50, quando prendevamo il vecchio tram su rotaie, poi il treno alla Piramide Cestia, finalmente si arrivava a Ostia, noi bambini  tutti felici di corsa a giocare sulla sabbia nera; in mutandine e canotta, ci nascondevamo sotto il pontile di legno, ancora ricordo l'odore delle alghe sui tronchi viscidi. Che  festa! Si sentiva solo la voce  di noi bambini e il rumore delle onde, vabbè anche qualche mamma che gridava per la paura quando noi ci nascondevamo e sparivamo al suo sguardo, con poco eravamo felici: un cerchio di legno, ossi di pesca seccati al sole, e facevamo tanti castelli di sabbia.  Quando era l'ora del pranzo, mia madre apparecchiava  sull'arenile riparati dal sole, un telo a quadretti profumato di bucato. Come era buono, il purè di patate fatto la mattina all'alba.Franca Bassi


la chiesa prointa ad un passo indietro sull'ora direligione a scuola

   Per qualcuno era una noia mortale, un’imposizione statale   e  poi  dei genitori in un’Italia, quella degli anni precedenti  al  rinovo  ...