15.11.09

Margherita

Margherita di cotogneImmagine di franca "Margherita"


Cari amici, oggi per passare il tempo visto che non potevo andare ai miei boschi, ho fatto questa margherita per voi. Il centro è una torta di mele cotogne bagnata con il profumo del bergamotto, fatto per me dalla fata Mina del bosco di Ceglie. Nel mio studio oggi c'è un bel profumo.


Non posso rimandare


Questa mattina ho provato ad uscire
ma dopo poco ho desiderato tornare indietro.
La luce mi disturba
sarà effetto della cura non so!
Davanti allo schermo dopo un po'
gli occhi mi lacrimano
e devo abbandonare la scrittura.
Guardo il mio studio e penso
 quanti anni mi sono fermata tra queste pareti?
troppi...troppi!
Adesso che avevo deciso di evadere
dagli arresti domiciliari
devo ancora rimandare ancora non posso!
Qualche giorno fa...
ha bussato alla mia porta il signor Glaucoma!
Non lo conoscevo si è presentato
mi ha spaventato poi si è seduto alla mia scrivania
Ogni mattina  lo guardo non mi spaventa più
ci parlo le dico:
“Non mi fermerò lotterò fino a scacciare
le tenebre dalla mia vita non mi fermerai!”.
Ringrazio Dio per avermi donato ancora la luce.
franca bassi


 

Nemico pubblico(Public Enemies), 2009





 


Regia di Michael Mann, con Johnny Depp (John Dillinger), Christian Bale (Melvin Purvis), Marion Cotillard (Billie Frechette), Billy Crudup(Edgar J. Hoover), Giovanni Ribisi (Alvin Karpis), Stephen Dorff (Baby Face Nelson).


 


 


Nell’America della Grande Depressione John Dillinger, ex detenuto con un’infanzia difficile alle spalle, diventa il nemico pubblico numero uno: la sua specialità infatti è quella di rapinare banche, alle quali dà l’assalto con la sua banda. Nonostante la sua attività criminosa, per cui è strenuamente ricercato dall’ agente FBI Melvin Purvis, per molti americani è un eroe: Dillinger diventa famoso come “Rapinatore Gentiluomo”, che preferisce usare cortesia ed educazione alla violenza, alla quale ricorre solo se costretto.


Condivide la sua vita spericolata la compagna Billie,ma nonostante numerosi fallimenti l’FBI  è sempre più vicino…


 


BELLISSIMOOOOOO!!!!


Ispirato all’omonimo best seller di Bryan Bourroghs, il film a differenza del romanzo taglia completamente o quasi le storie dei vari “nemici pubblici”di quegli anni (Bonnie e Clyde, Mà Barker e i suoi figli, Baby Face Nelson e altri)concentrandosi solo sulla storia di John Dillinger, il principale tra i nemici pubblici. A dire la verità il film trascura la caratteristica principale per cui Dillinger, a differenza di altri”nemici pubblici”, era amato dalla gente, cioè il fatto di usare la violenza solo quando costretto dalla circostanze(vera o falsa che fosse questa cosa…): infatti in molte scene lo si vede menare le mani per nulla, mentre anche a detta di varie “vittime”delle sue rapine, non era così.


Il film mette in luce anche le varie magagne dell’FBI, dalla poca (quando nulla) organizzazione  e preparazione dei suoi uomini, che si lasciano spesso sfuggire malvivente che passano loro davanti senza che essi se ne accorgano, alla crudeltà usate negli interrogatori(il pestaggio di Billie, fermato solo da Purvis).


Comunque sia, il film è davvero ottimo: regia asciutta e ferma, attori bravissimi,sceneggiatura un poco rivisitata rispetto sia al libro che alla realtà(le figure dei compari di Dillinger vengono ridimensionate, volutamente per lasciare più spazio alla figura del “capo”…tant’è vero che non sembrano poi così importanti, mentre nella realtà non era affatto così) ma molto efficace e solida, splendida colonna sonora, ritmo incalzante e pieno di suspense: che dire?Davvero un film da Oscar.


Johnny Depp ci regala un’altra delle sue magistrali interpretazioni(vabbè, non mi spreco in lodi perché poi sembro di parte! J), grazie a lui percepiamo il carisma emanato dal personaggio di John, rapinatore di banche di grande astuzia e intelligenza(grazie alle quali fa fare un sacco di brutte figure all’FBI), amante del cinema, dei bei vestiti, desideroso di godersi la vita dopo dieci anni di prigione; la sua storia d’amore con Billie è  bellissima, passionale e commovente, come dimostra la scena finale(e qui…ho pianto come una fontana!), un amore vero che poteva passare sopra tutto(soprattutto sopra la non proprio edificante professione di lui).


Billie è interpretata dall’attrice francese Marion Cotillard, è una meticcia che ha sempre vissuto nell’indigenza e nella discriminazione, quindi è comprensibile che quando trova John che l’adora, si abbandoni  a lui senza pensarci, nonostante le paure e le difficoltà che sa le costerà questa scelta. L’attrice interpreta una Billie dolce, solare, convinta, e lo fa in modo convincente e intenso, soprattutto nell’ultima parte e nella terribile scena del pestaggio di Billie da parte degli agenti che la interrogano.Quando ho saputo che era lei a interpretare Billie non ero la vedevo molto al fianco di Johnny, ma mi sono dovuta ricredere: è perfetta.


Che dire di Christian Bale, l’attore che interpreta Melvin Purvis, l’agente di punta dell’FBI impegnato nella cattura di Dillinger?E’ bravo, convincente..ma io lo noto a malapena, e non solo perché c’è Johnny! Anche in altri film che ho visto lui me lo ricordo proprio di striscio..e poi perché sempre quell’aria sofferente?!


Molto curati anche i particolari: costumi, musiche, scenografie…insomma..sto già aspettando il DVD.






 


Tiziana


 


 

Senza titolo 1698

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12.11.09

non denunciare le mafie non conviene tanto per i nostri politici non esiste





 << Per quanto mi riguarda  non darò mai autorizzazione a procedere contro chiunque venga chiamato  in causa per concorso esterno in associazione mafiosa... È un’ipotesi
di reato inventata da certa magistratura. Elio Belcastro, parlamentare del Movimento per le autonomie, 11 novembre 2009 >>

Crocifisso e poveri cristi

 

Poveri cristi, minuscoli e con la minuscola, sono i cassintegrati e i licenziati cui nessuno bada. Irrisi con la corona di spine dell'indifferenza e, addirittura, dell'inesistenza; di loro non si parla, anzi, la crisi sarebbe addirittura finita: la loro vita, quindi, non è. "Nell'area dove lavoro - mi scrive un'amica di Sesto San Giovanni - ci sono lavoratori fuori dai cancelli in continuazione, gente che aspetta gli stipendi da mesi... come se fossero fatti d'aria". "Fatti d'aria", un'immagine potentissima proprio per il suo evocare l'inconsistenza; eppure l'aria è presente, l'aria fluttua nell'aria, cova, scalcia, strepita, grida. L'aria può esplodere. E, concretissimamente, distruggere tutto. Guai a chi uccide l'aria.







E tentano di uccidere l'aria quando quest'ultima si fa colore, lampo. Le squadracce fasciste che organizzano raid punitivi contro i manifestanti dell'Ex-Eutelia non sono teppisti isolati, ma rappresentano, sempre più, la tragica normalità. Anche nel 1919 i ras locali, capitanati dal giovane Benito, andavano all'assalto di sindacati, operai e contadini, col beneplacito degli industriali del tempo e il tacito assenso delle autorità, politiche e religiose: i principi dei nuovi farisei. E, come allora, i poveri cristi erano costretti al silenzio.


Poveri cristi sono i precari della scuola che, giunti laceri alla soglia dei cinquant'anni, mai potranno sperare in un posto fisso. Assieme a loro, altrettanto poveri, gli ex-studenti del liceo serale Gandhi, ai quali, più che agli altri, la cultura serve come il pane; il pane quotidiano. Ma meglio tacitarlo, questi bisogno; renderlo inesistente, aria. Himmler, il teorico dell'ignoranza scientifica, aveva ben chiaro questo concetto, già settant'anni fa: "Per me, basta che la gente sappia contare fino a cento".


Poveri cristi sono i giovani e i senza diritti, come denunciano don Ciotti e don Andrea Gallo. Già altrove scrissi che la nostra società esalta astrattamente la gioventù (esiste anche un Ministero apposito) ma annichilisce i giovani; spezzandone i sogni, costringendoli a navigare a vista nel mare fangoso d'una quotidianità avvilente, consci che nulla potrà cambiare, che la parola futuro è loro preclusa. Gli immigrati, degradati a non-persone, vengono evocati a mo' di spauracchio in un'altra categoria di individui: i nemici, in genere, si ignora se oggetti o bestie, o qualche indistinta entità, ma comunque fuori dell'umano consesso.


Povera crista è quella che don Bottoni chiama democrazia in agonia, e di cui Salvatore Borsellino tratteggia un quadro inquietante. Le cronache dovrebbero esserne piene. Ma ben altri, invece, sono gli argomenti gridati quotidianamente dai media. Parola d'ordine, la mancanza di parola. Abbiamo letto le dichiarazioni di mons. Crociata, secondo cui "i mafiosi non possono appartenere alla Chiesa". Bene, sembrerebbe una tautologia, di fatto però non lo è, quindi accogliamole con piacere, benché assai intempestive. Peccato che poi si precisi che proclamare la scomunica per i mafiosi è "inutile, perché un mafioso si colloca già fuori della Chiesa". In teoria, solo in teoria. Infatti la scomunica "automatica", sempre scrupolosamente attuata, e sonoramente ribadita, nel caso di aborto, per i mafiosi non scatta affatto, se un vescovo non la applica. E certuni evitano di farlo. Mons. Bregantini, da due anni "promosso" a Campobasso, quando si trovava a Locri era uno di quei prelati coraggiosi che scomunicavano gli "uomini d'onore" (...). Ma quanti ne abbiamo visti, di questi ultimi, a fianco dei religiosi nella processione per il santo patrono? Quanti mandanti di stragi sanguinarie hanno giurato e spergiurato sulla Bibbia?


Poveri cristi sono i milioni di morte per fame, un record negativo mai toccato da settant'anni a questa parte. Si sostiene che la speranza può arrivare dalle donne. Ma le donne sono le povere criste per eccellenza.


Marinella, infatti, è stata violentata da bambina; bambina lo è ancora. E' accaduto in Italia, ad opera di italiani. Il suo paese e il "primo cittadino" (Pd), però difendono gli stupratori. D'altra parte, una donna non è nemmeno degna di rappresentarlo, il crocifisso; per la sua stessa natura, peccaminosa e imperfetta, ne è esclusa. Qualcuno di voi ancora ricorderà la querelle sulla crocifissa di Milano, lo scorso anno. Il manifesto venne poi censurato perché il corpo femminile, esclusivamente materiale e inferiore, non poteva in nessun modo raffigurare "il" Cristo. Solo, appunto, "le" povere criste, che non commuovono nessuno.


Ma in questi giorni le cronache, a malincuore, straripano di colui che è diventato, suo malgrado, il povero cristo per eccellenza: e ne avrebbe fatto volentieri a meno. Stefano Cucchi aveva gli occhi persi e fragili fin dall'inizio. Vagolava impercettibile, confuso tra mille altre anime, lontano dal tramestio di qualunque riflettore. Stefano era uno sconfitto in partenza; un martire per caso, come il nome che fatalmente gli era piombato addosso quel giorno, all'anagrafe. Non desiderava testimoniare niente, e le fotografie che ce lo restituiscono ora, col volto tumefatto poco prima di abbandonare per sempre quella periferia d'esistenza da qualcuno chiamata vita, ci raccontano d'un uomo spaurito, indifeso, svaporante in un labirinto incomprensibile. Che ci faccio qui?, sembrava chiedersi. Già: che ci faceva lì? E soprattutto: perché in quel modo? Perché lo si è dato per vinto a 31 anni? Perché lo si è ucciso, ben prima che il suo corpo divenisse la sagoma legnosa che ormai tutti conosciamo, per nulla diversa, tranne che nel colore, dalle salme dei deportati di Auschwitz?


Perché Stefano era, appunto, un povero cristo. La cui appartenenza al genere umano non era per nulla scontata, anzi. Stefano era altro: un drogato, un anoressico, un sieropositivo. Altro. Fatalmente, per forza, nell'ordine delle cose, poteva finire solo così. Perché stupirsene? Il ministro Giovanardi riteneva la sua fine normale, è probabile si sia pure stupito di tanto clamore. Poi Giovanardi ha chiesto scusa. Un sussulto di pietà in un mondo che ha perso l'elementare percezione delle nostre comuni radici. Oggi, quando si parla di radici, non è per unire, ma per separare. Le radici cristiane tanto invocate da Giovanardi a tutela della nostra tradizione gli hanno impedito di vedere in Stefano il volto di quel (povero) Cristo davanti alle cui immagini (in gesso) piamente s'inchina. E l'hanno reso dimentico del fatto che il primo santo della Chiesa, quella Chiesa che tanto gli starebbe a cuore, era un altro povero cristo più disgraziato di Cristo: era un ladro; una nullità, uno sconfitto anche lui. Spazzatura umana, decretano gli americani in questi casi.


Eppure, mai come ora quel corpo infimo, quel rifiuto senza storia, quell'inesistenza così anonima secondo Giovanardi, mai come ora quel silenzio è possente, carnale, vivido. Adesso Stefano finalmente parla e accusa, senza odio, col suo semplice nome. E costringe anche chi voleva silenziarlo a occuparsi di lui. E' stato percosso e umiliato, testimonia un suo compagno di sventure, un nero, un vinto anche lui, che però no, ora "non vuole più tacere". E si scoprono, vieppiù, tanti altri Stefani, tanti altri anonimi confinati nell'anonimato: come quel Giuseppe Saladino defunto a Parma in circostanze oscure. Coetaneo di Stefano, coetaneo di un povero cristo che si credette Cristo duemila anni fa.


I poveri cristi non possono essere oscurati dal crocifisso in legno, o gesso. Per me, quindi, la falsa polemica di questi giorni sarebbe chiusa, anzi, non avrebbe nemmeno dovuto esser aperta. D'altro lato, a parte i già menzionati Ciotti e Gallo, sono stati più esaustivi di me, pur nella diversità di pensiero, Aurelio Mancuso, don Farinella e, soprattutto, Marco Travaglio, nel cui intervento m'identifico del tutto. Riguardo alla famiglia "offesa" dalla presenza della suppellettile, e ai "laici razionalisti libertari" che ne lodano il "coraggio" (naturalmente in Italia, al sicuro e al calduccio) non occorrerebbe spendere neppure una parola, se non fosse per precisare che i fondamentalisti, da qualsiasi parte arrivino, non mi garbano. Li invito a rileggere, anzi a leggere Pasolini in proposito, e per me è chiusa qui.


Qualche parola in più la spendo, invece, dopo aver assistito, su Youtube, alla sarabanda del trittico Santanché-Sgarbi-Meluzzi-Parietti, con la complicità compiaciuta della conduttrice Barbara D'Urso, andata in onda domenica scorsa durante il contenitore per famiglie (!) Domenica Cinque. Anch'essa, come la puntata sullo stupro di Marinella, trasmessa in fascia protetta, in orario di massimo ascolto e alla presenza di bambini.


Il video, certo, si commenta, o dovrebbe commentarsi, da sé, anche perché sia la D'Urso sia gli autori del programma sia i protagonisti di quell'immonda canea hanno artatamente omesso di puntualizzare che, nella diatriba sul crocifisso, i musulmani non c'entrano nulla. La Corte europea ne ha ordinato la rimozione non per loro, che venerano Gesù come profeta dell'Islam, pur giudicando un falso la sua crocifissione; ma per venire incontro alle rimostranze d'una laicissima e perseguitatissima famiglia italo-finlandese, sdegnata dalla presenza di "quell'acrobata sulle pareti" (è uno dei commenti che mi è toccato leggere da parte di uno dei "voltairiani" assertore della "causa"). In effetti qualche parola conviene spenderla, specie dopo aver passato in rassegna - schifati - le "osservazioni" di alcuni utenti. E allora ripenso a Pasolini, un laico autentico (e, per questo, religiosissimo), totalmente alieno dalla parodia dei "razionalisti libertari" alla pastasciutta dei nostri giorni. Rammento le sue pagine sull'arte medievale e rinascimentale, il suo Vangelo secondo Matteo. Il suo Usignolo della Chiesa cattolica, le ultime, terribili pagine sulla Fine della Chiesa nell'incompiuto Petrolio. Quanto ci manca, un empirista eretico sano come lui.


E Pier Paolo l'aveva già individuato, quello scadimento della religione da cultura a tradizione (oggi diremmo: radici cristiane), che inevitabilmente rivelava l'anima pagana del popolo italiano. Oggi un'animatrice del Billionaire, fascista dichiarata, rappresentante d'una formazione politica apertamente antisemita, la paladina delle donne che milita in una combriccola di machisti fin nelle ossa, gorgheggia su "Maometto pedofilo" precisando, per rimarcare la differenza, che "per la NOSTRA cultura questo è inammissibile". E il Meluzzi, il filosofo berlusconiano del Vangelo secondo don Gelmini, assente rumorosamente col capoccione squassato dai lunghi capelli, "che Gesù non era palestinese ma ebreo, e Paolo un cittadino romano". Testuale.


La Bibbia, di cui è innervata la NOSTRA cultura, mette in piazza sacrifici umani dei propri figli (Isacco), patriarchi incestuosi (Lot che giace con le proprie figlie per garantire la continuità della specie dopo la distruzione di Sodoma), lapidazioni d'adultere, roghi di streghe e maghi, ostracismo dei lebbrosi (trattati peggio dei cani rognosi e costretti a munirsi d'un campanello ogni qual volta si avvicinavano a un villaggio abitato, per annunciare la loro orribile presenza), sterminio di omosessuali, schiavismo, legge del taglione, imposizione del velo e del silenzio alle donne (proprio il "romano" Paolo, pur se il passo andrebbe, ovviamente, contestualizzato). Eccetera eccetera per quasi settantasette libri.

 

 


Cristiani, ebrei e musulmani nel grembo dell'unico Dio, miniatura del XII sec. (Istanbul, museo Topkapi).




La Billionairina ne è all'oscuro, per il semplice e banale motivo che l'unico testo sacro esistente a casa sua è il catalogo delle protesi di chirurgia estetica. Il filosofo secondo don Gelmini pure, perché lui è convinto che gli ebrei provengano da Alzate Brianza e i palestinesi, invece, appartengano a un'"altra razza"; quanto a Paolo, nato Saul in quel di Tarso, autodefinitosi "ebreo per nascita e, per cultura, fariseo", credete che tutto questo importi? Non siamo più nel campo della cultura; qui, veramente, siamo nello sterco, ma i Meluzzi e le Billionairine crescono e prosperano proprio nel pantano dell'ignoranza, delle radici marce, di tradizione e distinzione senza passato e prive di futuro.


"L'uomo di Nazareth, Gesù il crocifisso, è figlio integro di una cultura e di una civiltà non occidentale, - ricorda don Farinella - Ebreo, figlio di madre ebrea, cresciuto nella dimensione civile palestinese [checché spiaccia a Meluzzi] e nella cultura semitica del suo popolo, egli è latore di una cultura palestinese-semitica che ancora oggi possiamo assaporare negli scritti del NT. Molti difensori d'ufficio del crocifisso, politici e anche cristiani, se prendessero consapevolezza della ebraicità di Gesù, lo crocifiggerebbero per la seconda volta su una croce più alta e più sicura della prima" (il grassetto è mio).


Il messaggio di Gesù è, al tempo stesso, specifico e universale; in una parola, umano. Nel senso pieno. Per i "laici razionalisti" come per i devoti alla triade "Silicone, Fascio e Billionaire", resta una pietra d'inciampo e mai una testata d'angolo, di cui sbarazzarsi o da usare come arma contundente in nome di radici, identità, tradizione e carote varie.



"Gli idoli delle genti sono argento e oro,/opera delle mani dell'uomo" (Bibbia, salmo 114-115).


Daniela Tuscano







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10.11.09

Usa: la riforma sanitaria passa sopra i diritti delle donne

Usa: la riforma sanitaria passa sopra i diritti delle donne


By donnaweb


L’approvazione alla Camera della riforma sanitaria Usa costa al Governo Obama un retromarcia in tema di aborto. Il compromesso, utile a ottenere il voto degli antiabortisti, prevede la restrizione del finanziamento con denaro pubblico per gli interventi di interruzione di gravidanza. Dubbi anche sulla  possibilità, per i casi di aborto, di poter comprare una copertura dall’assicurazione pubblica che il progetto di riforma vorrebbe istituire.


Il compromesso era necessario, si è detto (o si è sottinteso), per ottenere un risultato che, se approvato dal Senato, avrà una valenza storica.


D’accordo, Obama sta portando avanti una battaglia importante e i grandi cambiamenti hanno sempre bisogno di mediazione e di qualche concessione. Peccato, solo che, ancora una volta, e anche nell’America democratica, la mediazione passi sopra il corpo e i diritti delle donne.


 


Vescovi USA dietro la riduzione dell’accesso all’aborto



Da uaar.it


Per avere i numeri necessari alla riforma sanitaria di Barack Obama la speaker democratica alla Camera, Nancy Pelosi, ha dovuto accettare le pressioni del gruppo minoritario pro-life del suo stesso partito esplicitamente attivato dai vescovi cattolici USA. Lo rende noto il New York Times. Sono dunque limitati i casi in cui i fondi federali copriranno le spese per l’interruzione di gravidanza (donne con malattie mentali, in pericolo di vita, vittime di stupri o incesto).


 


L'accordo con i vescovi sull'aborto
apre la strada alla riforma sanitaria


 


Di Maurizio Molinari


Da lastampa.it


 


Emendamento contro i finanziamenti pubblici all'interruzione della gravidanza in cambio del voto democratico moderato alla Camera


 


E’ stato il compromesso sull’aborto con la Conferenza episcopale americana a spianare la strada all’approvazione della riforma sanitaria da parte della Camera dei Rappresentanti di Washington. Poco prima del voto sulla legge voluta da Barack Obama e confezionata da Nancy Pelosi, la maggioranza democratica ha infatti portato all’approvazione un emendamento anti-abortista che impedisce di usare le nuove coperture sanitarie per consentire interruzioni della gravidanza tranne nei casi «di violenza, incesto o quando la vita della madre è in pericolo».
Redatto da Bart Stupak, deputato del Michigan, l’emendamento è passato con 240 voti contro 194 grazie alla convergenza fra 64 eletti democratici e 176 repubblicani che non se la sono sentita di votare contro i loro principi. La mossa ha portato ad un immediato plauso da parte della Conferenza episcopale che, in una nota scritta, ha osservato come «l’approvazione di questo emendamento consente alla Camera di accettare i nostri criteri per preservare nella nuova legislazione le esistenti protezione contro il finanziamento dell’aborto».
E’ stato questo testo a dare luce verde ad una consistente pattuglia di democratici moderati che avevano fino a quel momento esitato a pronunciarsi a favore della riforma, consentendo così a Nancy Pelosi di arrivare al quorum di 220 "sì" che ha significato il tanto atteso via libera dell’aula. «Grazie all’emendamento 40 deputati democratici anti-abortisti hanno votato a favore» assicura Thomas Reese, ex direttore del settimanale cattolico «America».
Il nodo del finanziamento dell’aborto aveva accompagnato le trattative sulla riforma sin da fine luglio ed era stato il presidente Obama, in agosto, a far sapere alla presidente della Camera di essere favorevole ad un compromesso in forza di quanto da lui stesso detto a metà maggio nel discorso pronunciato all’Università cattolica di Notre Dame, quando suggerì la necessità di trovare un «terreno comune» fra filo-abortisti e anti-abortisti per lasciarsi alle spalle una delle spaccature ideologiche che più segnano la società americana. «Ognuna delle parti continuerà pubblicamente a difendere le proprie posizioni con passione e convinzione - furono le parole di Obama - ma dobbiamo scoprire gli spazi per un compromesso». A identificarli è stato proprio il testo di Stupak, cattolico praticante ed anti-abortista convinto, infliggendo una secca sconfitta all’ala liberal dei democratici che con i deputati Louise Slaughter e Diana DeGette - co-presidenti dell’assemblea pro-aborto - ha parlato di «grave passo indietro nella tutela del diritto della donna di decidere sulla propria gravidanza». Non è la prima volta che Obama scontenta la sinistra del proprio partito - che già lamenta il ritardo nella chiusura del carcere di Guantanamo, il mancato sostegno alle nozze gay e l’aumento dell’impegno militare in Afghanistan - confermando la direzione di marcia pragmatica promessa agli elettori lo scorso anno. D’altra parte proprio la cautela di Obama sull’aborto - dicendosi personalmente a favore ma tendendo alla comprensione delle ragioni avverse - gli consentì di ottenere nelle urne il 54% del voto cattolico, in gran parte degli immigrati ispanici, azzerando i progressi che erano stati compiuti dai repubblicani di George W. Bush nel 2004.
Il compromesso sull’aborto assume inoltre un’importanza più ampia per due motivi convergenti. Primo: la Conferenza episcopale Usa è fedele portavoce delle posizioni conservatrici sulla fede di Benedetto XVI. Secondo: la Chiesa cattolica registra già un’ampia convergenza di valori con Obama sull’idea della fede come impegno sociale contro la povertà come anche sulla necessità di ridurre l’inquinamento per difendere l’ambiente, considerato una creazione divina. Alla base di tali convergenze ci sono le idee sul cristianesimo inteso come giustizia sociale che Obama ha maturato da giovane a Chicago, quando faceva il "community organizer" aiutando le famiglie povere su mandato di una dozzina di Chiese locali, e poi ritrovato negli scritti del reverendo evangelico Jim Wallis, fondatore della comunità Sojourners. Non è un caso che a guidare l’ufficio della Casa Bianca per le "iniziative basate sulla fede" ci sia il 26enne pastore di Nashville Joushua Dubois sostenitore della declinazione della fede cristiana nell’impegno per i poveri.


 




Senza titolo 1696

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9.11.09

Glaucoma

tramonto negli occhi6

Cari amici, non fate come me! Siccome vedevo bene e non ho mai avuto fastidio agli occhi, non mi sono fatta visitare spesso, non conoscevo le insidie, che si nascondono dietro un occhio sano. Mi ricordo, anni indietro ho fatto una visita e stavo bene. Non ho più ripetuto il controllo,  nessuno mi aveva avvisato che anche senza sintomi l'accertamento  andava rifatto, per colpa di questa cattiva informazione  stavo per diventare cieca. Il Glaucoma non ti avvisa, stacca la luce e non ci si vede più. Vi metto questo articolo e il filmato, che vi aiuterà a comprendere. I nostri occhi sono importanti, conserviamo la nostra luce.franca


http://www.farmacoecura.it/occhi/glaucoma-allocchio-sintomi-e-cura/

8.11.09

9.\10 .1989-9\10. 2009








TG a confronto: 1961 - Il muro divide l'Europa (da La Storia siamo Noi)
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=58
1989 - E' caduto il Muro!
http://www.focus.it/storia/049/

LE ALI DEL CUORE racconto di Ugo Arioti @2009


 


Breve descrizione


un bambino cresce libero in una borgata contadina sui monti che contornano la
Conca d'oro e da bambino è una creatura che appartiene al bosco, agli animali
come alle case e alle persone care. Così impara a volare...


Biografia dell'autore


Nasce a Palermo nel 1955 e vive la sua prima infanzia nella casa dei nonni materni
a Villagrazia di Palermo.
si laurea in architettura e oggi è funzionario pubblico, la sua passione è scrivere,
lui ama dire: raccontare. Dipinge e fa attività culturali con l'associazione Scuola
di Ecologia Culturale Euro Mediterranea di Marsala di cui è cofondatore insieme
alla sua musa ispiratrice:Daniela La Brocca; il suo amore ha sciolto l'amarezza
della sua vita e lo ha restituito all'incontro con gli altri.



Senza titolo 1695

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...la trilogia degli esseri.

…la trilogia degli esseri.

( le tragedie umane)

 

…e si maschera di poteri magici e di potenza fisica

la trilogia degli esseri umani :

in culti d’ogni credo che manifestano frivole pretese

animano l’osmosi biblica alle coppie sterili ,

a un ritegno che non ritorna ma mortifica e trafigge l’anima

lascia nausee    e mali odori…

 

…è un ibrido felino che si accoppia con l’incesto fobico

profana il feticcio pubico e insozza l’insolenza ambigua,

ed è la sua carne a marcire orgasmi

carne debole che nel corpo suo è labile

purga fugaci attimi dando sfogo ad approcci sterili…

 

….e si trascura l’animismo osferico

e con occhi umidi si lacrima in alchemiche formule,

si differenziano le specie umili e si evolvono in intrecci cosmici

dove la lava vulcanica copre spazi inutili,

e ne costituisce motivo di eccitazione la partener lesbica

che annaspa nelle esecrazioni corporee dagli esseri ludici

in apparenza gioca  e lascia dolori futili …

 

…e si distingue l’aristocratico gotico

va in difesa della  spiritualità ideologica

col sol pensiero fa l’intellettuale,  si dedica al platonico amore ,

lo condivide con quelli che i sentimenti animano

e col l’amorevole vezzo fuoriesce dai canoni logici …

 

…ed è peccaminoso l’essere che ferma il battito di un cuore isterico

l’amore preso con l’inganno fa oltraggio all’essere umile,

egli può solo stare negli inferi m’isterici a spaziare nelle arterie

e tra le vene dei dannati vomita…

 

…e non c’è spazio per una dolce tenerezza ,la tua?

solo i duri e i forti hanno sangue da battaglia,

in loro la belva gli fa dimora :

arriva dalle tenebre e con voce li seduce…

 

…e tutto gira nel silenzio e nessuno vede,nessuno ascolta !

sciami di anime vagano danzando;

ballano a cerchi e sostituiscono l’amore agli innamorati,

mentre la morbosità iniqua sputa nel piatto antropico

e viene così  trafitto il sentimento dagli immondi epatici..

 

…ed è la trilogia degli esseri a distinguersi tra gli umani biblici

il brutto il buono,il cattivo ,ci aggiungo il sognatore !

 i tre sensori dell’umana vita ,i pensatori!

si divide   tra questi il più tribale

il figlio dell’uomo è il migliore…

poetanarratore.

7.11.09

storia d'amore all'hotel erotika parte IV




dopo alcune email che mi chiedevano che  fine   avessero fatto le altre puntate in cantiere , di questa  storia   , mi sono deciso a vincere la mia incostanza e la mia timidezza e ho deciso   di portare al termine quel lavoro che avevo iniziato per il progetto  colettivo \  a  quattro  mani   ( poi chiuso ) di hotelerotika , il blog che ha ospitato la mia prima puntata . Per chi avesse perso le puntate precedenti eccovi i link dove potete recuperarle .






Ultima  note  le    fonti  d'ispirazioni    oltre  quele  citate   nelle  puntate precedenti   ( il film  l'ultimo re  di scozia   e la mia  africa  , il romanzo  omonimo    da cu è  tratto il film  ,     i racconti   della mia amica  e  suo  zio  missionario in Mozambico   e quelli dei  amici  senegalesi     e  camerunensi    venditori  ambulanti   nel mio paese   o  dell nmia provincia  )  ci   sono anche alcune    canzoni  dell mio viaggio  fin qui intrapeso  :  Io vagabondo   dei Nomadi .,   La  strada  e  Grande  famiglia dei MCr  ,  la  canzone   Les diserteurs  di Boris  vian  ( imparata in lingua  originale  alle superiori  (   qui  un  soito  con il  resto  del  testo , le  varie  versioni  , le  cover     le traduzioni in iitaliano e  el altre lingue      e  i retroscena  storici  della  canzone )  segnati in rossso  e il  primo capitolo   del  romanzo (   da  cui  ho tratto deliberatamente    e rielaborato sia per  un racconto  che  ho scritto per  il sito internet  dell'associazione escursionistica  cittadina     camminalimbara    lo trovate  qui  in pdf   con le mie foto delle  nostro monte  )       Il  voltagabbana  di Davide Lajolo   segnato  in  neretto   e  altro materiale  non catalogabile preso  dagli amici\che   di Fb  e   dai loro  blog  \  siti , e  in giro per  la rete  in parte  rielaborata  e  in parte  no . Non essendo stato possibile contattare tutti gli autori  ,  resto a  disposizione per  l'eventuali  citazioni o rimozioni   del loro materiale 

 Adesso riprendiamo il discorso interroto 

 


                    IV  MISSIONE  e HOTEL   ADDIO   \  CLANDESITINITÀ

Dopo l'allontamento   e la sua  scomparsa   fra  i  desaparesidos  della  dittatura ,  di padre  F  o padre G  (  come lo chiamavano  tutti  perchè era stato  prete  in una prigione   dell'ex regime  cooniale )  o il prete  rosso  \  comunista  come lo chiamavano    i simpatizzanti   e i sostenitori  delle  frazioni   delle aresistenza   anticomuniste   e  diventate poi  ( salvo eccezioni  )  sosteniitori efiancheggiatori    della dittaura , subentrò  un nuovo prete  , più conservatore   e meno   aperto  al dialogo alla  contaminazione  e convivenza  fra le  culture   . Sotto  di lui    ,   ho rimosso il nome  talmente   lo detestavo  ,  i laici  credenti  e non credenti , prima  rispetttati e ben acettti  all'interno   della  missione  ,  in quanto  per  don F    i  non credenti eo  credenti  tiepidi   cioè i non praticanti  sono più  credenti  degli stessi   credenti  ,mi fecero prendere per  non compromettermi    . in una notte  di settembre  ,   il vento sulla pelle, sul mio corpo il chiarore delle stelle  la decisione    di  abbandonare  la missione   con grande  nostalgia  e  dispiacere   visto i   forti legami  d'amicizia   ,  con alcuno  anche fraterno ,  ma  soprattutto perchè essa  era legata  alla  mia storia   d'amore  e per  il forte legame  che  avevo    ogni  vota  che  lo vedevo  , in quanto  dalla  missione e dal suo circondario  erano in linea  d'aria   uno\ due km   .  Esso  nel bene e nel male, nella bella e nella cattiva sorte mi è  entrato dentro  .
L'addio  fu   triste   , ma pieno di speranza     , m'augurano  (  sia  don F   venuto a  salutarmi  all'uscita  della missione    con questo  augurio  : <<  che  la  tua  strada   strada sia sempre emozionante e ricca di fantastiche avventure ! >>  )  sia  gli abitanti  , e  forse  se non ricordo male  ,  anche  il nuovo prete   Buon viaggio hermano querido e buon cammino ovunque tu vada  forse un giorno potremo incontrarci di nuovo lungo la strada.  Ultimo  squardo  prima di lasciare la missione   e lavorare  sempre  nella stessa regione  , ma più lontano  dalla  collina dell'hotel erotika   che   si è radicato dentro fino a diventare una parte di me, tanto che posso dimenticare quello che ho fatto ieri , ma di esso ricordo tutti i particolari    soprattutto  di quella notte   e  il suo abbandono .
Ora    c
he mi sono  diventato  un  senza  fissa  dimora  , in quanto faccio il medico condotto ,   e  continuo    sempre  più  in più  clandestinità  a  curare  nostante  gli  ordini  del governoe le  la  crisi sanitaria  sempre  più Grave    , le  etnie   perseguitate   e  i dissidenti   a non .
Mi trovavo nel  vilaggio di  **** e stavo curando  una ragazza  picchiata   e violentata  dalle milizie  del governo  , quando arrivo   un generale    , fortunatamente   con un briciolo di  umania   adifferenza  degli altri  sgherri   del regimme e mi lascio portare  al termine  il mio  dovere di emedico  ,  in quanto  tutto l'ambulatorio (  se  coosi si può chiamare  un tugurio  fatiscente 




 
                                               presa dalla rete




 fra cu anche  gente   favorevole  a militari  era  insorta  a  mia difesa  . Si arrivo con le armi  spianate , grazie  alla mediazione  di Hubutu   che sarei stato arrestato  dopo  aver  finito  di curare  la  ragazza  . Mentre  il resto dell'ambulatorio  rimaneva inerme   in quanto sotto  minaccia delle armi dei militari   venivo   picchiato  \ ,manganellato  ed    brutalmenente  ammanettato  ,  rivedi  e  ringraziai in silenzio  suo fratello\fratellastro liguardai  negli occhi sorridendo ( credo che sia stata l'ultima  perchè seppi  in carcere    che  fubarbaramente ucciso   durane  una  dele tante rapressaglie ed incursioni  delel armate   dittatoriali )  in quanto mi riotorno alla mente   che fu il custode  dell'hotelerotika  .In carcere  rimasi   circa due anni  risèeto ala prena  che  è  di   4\5   , perchè  per  aver  fu graziato dal dittatore  , in quanto  visitando il carcere   vedendomi si  ricordò  che  lo salvai da  una  grave crisi  eplettica  e  che  gli diedi l'indirizzo di uno specialista  europeo dove  si curò . Durante  il periodo trascarso nelle  carceri del regime   , oltre  i sopprusi tipici delle dittature e di   di quelle   forme  di governo pseudo democrativco  che   nel sud  del mondo vengono chiamnate democradura  trovai  molta umanità  sia  ( anche se più rara  dato che  a stragrande maggioranza dei quali, tolte alcune,rarissime eccezioni, considerano i detenuti come una scocciatura e niente di più. )  tra le  guardie  , sia  l'ambiente  carcerario  che  gli esponenti  e la cricca del regime chiamano   \ etichettano come feccia , ma che  mi aiutarono a far  si che  le  mie condizioni di salute  non degnerassero  uleriormente  in un tumore    . In esso , oltre ai normali opositori   c'erano anche ex sostenitori e fiancheggiatori  , alcuni vicini all'E'elite   del governo e ora     passati  a dissidenti  , che   ( come   me  )  s'illusero  facendosi  treascinare dal  carisma  del capo del regime   , cedendo che fosse  un leader carismatico  che avrebbe  portato il paese  fuori dalla quella  di bande  (  ridotta  ed istinta   con il suo  governo  )  alla democrazia  vera  . A  ripensare  al carcere mi viene  in mente  questa  strofa  di    Les  deserteurs di Boris   Bian   :
<< (....)
 Quand j'étais prisonnier
On m'a volé ma femme
On m'a volé mon âme
Et tout mon cher passé
Demain de bon matin
Je fermerai ma porte
Au nez des années mortes
J'irai sur les chemins

 (...) 


Quand'ero prigioniero
mia moglie hanno stuprato
ed anche il mio passato
e la mia dignità.
Domani, a buon mattino,
io chiuderò la porta
su un'esperienza morta
e in strada me ne andrò.

>>

Qui   vidi  ed in parte  le subii'  anch'io, riuscendo  ad evitare  ,  forse  per la pena  breve o forse perchè  avevo curato anche  le  varie  appartenti alle varie frazioni essendo  la missione sita   in una zona   di piena  guerriglia quelli che  poi   sarebbero diventati sgherri  e non ero    un grande  oppositore   e critico   ,   le  violenze e le  torture  più  terribli  (  scariche elettriche ai genitali, pestaggi  ,  somministrazione forzata  d'acqua  salta  ,  unghie  strappate  , andare  in bagno  sorvegliato    e  con la porta aperta  , senza  che mi fornissero carta igenica  o  di che pulirmi ,    operazioni  ---- questa la subi anch'io  , quando   con le  bastonature  mi ruppero  un braccio   e una costola  --  legati al letto  mani e piedi  , ecc  e  altro campionario  di  torture e  umiliazioni  che evito di raccontare    per  stomaci sensibili   . Queste  brutture  furono   almeno nel periodo che capitai io ,  sotto controllo medico , in quanto  al regime  davano fastido , le  denunce   delle  associazioni internazionali  per i diritti umani  , ancora presenti   nel paese  . 
Fu questro che  mi Salvo psicologicamente  e mi fece rimanere  vivo    anche se   con  delle   ferite  nell'animo .
Quando usi  dal carcere  chiesi ad una  guardia del regime  , che mi  zitti   per poi riprendere il discorso quando fuummo soli  a  tu per  tu  senza  i coleghi  ( più ligi  alle disposizioni  governative  )  <<   come mai    coe mai  l'hoel erotika   , i cui muri avvolti  dalla   vegetazione  sempre  più fitta  ,  erano   rimasti e non abbattuti >>   e lòui << perchè  ess  oltre ad essere sede  dei vari  movimenti contro il regime \  governi fantoccio coloniali  ,  fu anche  il osto in cui nacque  e  lavoro la madre    del nostro  Capo spremo . E  che lui   , fin quando era viva sua madre  non  poteva  o voleva  abbatterlo  ,  ma neppure  restaurarlo per non attirarsi l'ira  della chiesa  che lomvedeva  come luogo di perdizione   , allora si raggiunse un compromesso e si lascio li , e ad abbaterlo e  a condannarlo all'oblio , sarà il tempo e la vegetazione   >>  . Poi   fui caricato  su idrovlantre  e trasferito a  70 km di distanza da lla  mia  zona   dove  avevo sempre  lavorato   e  vissuto da  quando  fui  qui in Africa  . E piansi   e in silenzio  ed  è come   se  fossi morto dentro   , visto che vedevo allontanarsi sempre  più  dall'hotel erotika   . Fui trasferito a  ****  zona in totale  dominio dela dittatura  ,  e ripresi il lavoro in un ospedale  dove   curavo solo  gente   del regime  , e  della povera  gente   registrane la morte   o rinunciarla  a curarla, in quanto   la precedenza  e el poche medicine  rimnaste andavano  ai più ricchi  e  a uelli vicini al re gime .

Continua prossimanente  

5.11.09

Fame ( 2009

Non avendo  voglia  di leggermi il mattone    (un testo in spagnolo    aragonese  \  catalano  di uno storico del 1550 )  pr lla tesi  mi sono messo alla  ricerca  di film in streaming  ,  è trovato  il remarke  di Fame  (  1980  )  di Alan Parker  .  Fin dala prima meta  del film mi   mi   sono trovato nella stessa  situazione  di http://www.ilcinemaniaco.com/fame-saranno-famosi-recensione  : << (....) Bisogna dire che ero decisamente prevenuto verso questo remake, di Fame, come peraltro Flashdance e A Chorus Line sono ognuno per un motivo diverso capaci di raccontare di che materia sono fatti i sogni e trasmettere un indiscusso amore per l’arte, quindi pronto a sorbirmi una versione edulcorata dell’originale mi sono trovato invece piacevolmente sorpreso dal rispetto che l’esordiente Kevin Tancharoen ha dimostrato per il background a cui si è ispirato, e che deve aver amato molto, visto che la sua occupazione principale è quella di coreografo >>. 
Cerrto il film  , è per molti aspetti  una  fotocopia (  capita  mnella maggior  parte dei remarke  ) , ma  è riuscito  nel    suo intento  a differenza   di come  spesso avviene  nel campo dei remarke    a mantenere  intatto lo spirito  dell'originale  . Buona la  colonna sonora  , più ricca  (  confrontare  url sotto    ) dell'originale  . Fra  i film del  genere  è niente male , anche se  più che un remarke  di Fame  . mi  sembra  di più  un remarkke  della serie tv passso adelante  . Un film   discreto senza  infamia e  senza  lode , a differenza del mio vecchio che mi ha costretto  ad   continuare  a vedermelo più tardi  , in quanto  i dialoghi e  la  visione  gli davano fastido che lo reputato  : <<  xome dice  paolo  vilaggio in fantozzi  ...  una cazzata pazzesca  . Mi fa meraviglia di te   Passi  da cose  colte    e intellettualistiche  a  porcherie  >>  .
Visto il sucesso   che  hanno questi  film   \   serie  tv  , scometto  che ne  faranno  una  o più serie  tv serie  tv   , ma   sarebbe a mio avviso   la snaturalizzazione  del film strasformandolo  e snaturandolo  in qualcosa  di poco originale   , finendo  dopo la  prima  serie   in un flop  come  Paso Adelante  e simili  in quanto   tale  esperimento  già fatto  è ri uscito ala perferzione    con fame  di Alan Parker   cioè l'ìoriginale  ,  riesca  a ripetersi   .

 Concludo per  i nostalgici  dell  film \ serie tv originale  con questo video 





  Buona  visione     sia  che  guardiate  l'originale  che  guardiate il remarke
  per  chi volesse  confontare   ui due  film
 





farme  2009

Fame  1980 


 

Piccole cose di valore non quantificabile






Anche un cortometraggio può essere è indescrivibilmente bello !! sorprendente , geniale oltre che toccante . Un  gioco di linguaggui fra il linguaggio del cuore , quelo della donna e quello burocratico e mentale dell'uomo , un tentativo  di unire  cuicuore  e mente   . Solo alla fine , io all'inizio avevo capito che si trattasse di una donna che volesse fare una pratica di divorzio , poi alla fine si capiisce che denuncia un incesto

No, la laicità non significa togliere il crocefisso, simbolo d'amore


Non sono d’accordo con la sentenza della Corte europea dei diritti e non mi piacciono la gran parte delle reazioni della politica e della chiesa italiane. D’impulso direi: giù le mani dal crocefisso, chiunque voi siate, cattolici, cristiani, atei, agnostici, giudici europei o italiani, cardinali, leader politici. Non si cancellano consuetudini (non tradizioni) con sentenze anche illuminate e dal punto di vista della difesa della laicità dello Stato ineccepibili. So che mi attirerò le ire di tante e di tanti, ma trovo la polemica sul crocefisso inutile, sopra le righe e soprattutto ipocrita. L’Italia è un paese cattolico e non si può offendere il sentimento popolare rispetto alla religione? Forse no, forse sì, non è questo il punto. Il nostro paese ha un lungo percorso da fare dal punto di vista dell’emancipazione dai poteri superstiziosi delle gerarchie cattoliche. Il misticismo cristiano, dopo alcuni falliti tentativi di correzione da parte del Concilio Vaticano II, è di nuovo ripiombato nella magia blasfema, nei riti di guarigione fisica e spirituale saccheggiati da tutte le tradizioni religiose precedenti e coeve. In questo clima, si è scientificamente lavorato per l’ampliamento della devozione infantile del popolo di Dio, che è tagliato fuori da qualsiasi dibattito e determinazione teologica, dalle approfondite riflessioni esegetiche. Quando una religione è utilizzata da ristrette schiere, che a seconda delle posizioni dominanti propinano visioni parziali se non strumentali del Vangelo, è destinata a essere tragicamente faraonica, imbellettata da ori, pietre preziose, incensi, pompose processioni. Un’egoistica aridità che negli ultimi ventanni ha dato sfoggio di se, facendosi scudo di migliaia di nuovi santi presentati come il rinnovato pantheon a difesa di una fede, che lascia il posto alla credulità. Naturalmente certa politica ci va a nozze: più c’è dipendenza morale, incapacità di discernere, e più il potere agisce indisturbato, tronfio di un’alleanza affaristica con i gerarchi cattolici. Tutto questo non centra proprio nulla con il crocefisso che è il simbolo dell’estremo amore, del disinteresse, del rifiuto di ogni compravendita della fede. Cancellare di colpo il simbolo della cristianità dagli uffici pubblici sarebbe un buon passo in avanti verso un completamento della laicità dello Stato? No, credo solo che riproporrebbe una antica e non paritaria lotta tra credenti e non credenti, élites guelfe e ghibelline, cui non interessano affatto comprendere che il sentimento religioso travalica i loro maneggi di potere. Farsi il segno della croce dentro una chiesa o davanti a un cimitero è usuale, mentre quasi nessuno pensa di compiere quel gesto davanti a un crocefisso appeso in un’aula di tribunale. Ritornare al pre fascismo sarebbe auspicabile, ma la storia dovrebbe aver insegnato che ogni tempo ha bisogno di soluzioni possibilmente nuove. Con quale educazione religiosa dobbiamo fare i conti? Quale senso civico e gelosa separazione tra Stato e chiesa sono maturati grazie all’opera delle classi dirigenti italiane? Strappare il crocefisso da quei muri, non ascoltando le starnazzanti urla delle potenti sottane degli eunuchi per il regno dei Cieli, o peggio dei disgustosi politici devoti (non al Cristo, ma all’organizzazione del papa Re) significa offendere non Dio, ma l’amore che milioni di italiani hanno nei confronti di un simbolo di genuina pietas. In questi tempi di sprofondamento morale, se proprio dobbiamo togliere simboli religiosi, separare i mercanti del Tempio da Dio, inizierei dalle pesanti collane d’oro, di cui si ornano schiere di monsignori, cui sono appesi orribili croci tempestate di preziose pietre. Riporterei all’essenza il messaggio cristiano, senza arrivare alla spogliazione, almeno cercando di avvicinarmi al buon gusto. Invece di perdersi in assurde diatribe, perché non apriamo una vera e concreta riflessione su cosa oggi è la religione cattolica, perché continua a persistere nel 2009 il Concordato, perché a ogni inaugurazione, cerimonia ufficiale dello Stato siano necessarie schiere di edonisti preti, che senza alcun senso di preservazione della decenza, benedicono eserciti, monumenti, onorificenze, e così via? La croce, simbolo per quanto mi riguarda anche di tutte le malefatte e tragedie consumate nel suo nome, è la nostra possibilità per ricordare come esista una volontà altra di amore, di cui gli umani difficilmente riconoscono l’importanza, che siano cristiani o meno. Vi è poi un punto non indifferente che va indagato con serietà: quanto quel simbolo sia oggi percepito come invasivo dalle minoranze religiose non cristiane così fortemente in ascesa nel nostro Paese. Anche in questo senso mi sembrerebbe utile aggiungere nuove culture, credenze e aspirazioni, più che cancellare un simbolo che per la stragrande maggioranza degli italiani significa unità e non divisione, nonostante il cattivo spettacolo che i suoi tanti interessati sostenitori propugnano sulle televisioni nostrane. E ai miei amici e compagni Radicali e del Prc, vorrei solo dire, che testimoniare la laicità come hanno sempre fatto, è un bene prezioso per tutta l’Italia, quindi, comprendo le loro prese di posizioni. Mi permetto di rilevare che la sottrazione di quel simbolo non sarebbe oggi una vittoria della libertà sulle visioni autoritarie, ma sarebbe interpretato dai più come un protervo gesto di violenza culturale. Le posizioni devono rimanere ferme: dai a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. La commistione tra politica e pregiudizio è talmente forte che il primo segno di buon senso è quello di impegnarsi in un lungo percorso di cambiamento educativo, che non passa attraverso le scorciatoie, come troppe volte ultimamente sta imboccando la sinistra politica e mediatica italiana; alla fine si sbatte sempre la testa.


Aurelio Mancuso - presidente Arcigay

Senza titolo 1694

  L'AVETE LETTO IL LIBRO LA LUNA FREDDA ?  :-)


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2.11.09

Sul limitare

dal  blog  di Daniela tuscano dimelaltra.blogspot.com


"Sono nata il 21 a primavera". E sullo straziante inganno di ieri, il crepuscolo di ieri, Alda Merini ha lasciato questo mondo. Perché ieri novembre ha voluto sorridere, inondando di sole la campagna lombarda. Non sembrava, non era, l'estate fredda dei morti, ma un tocco di rinascita. Questo clima così bislacco, che ormai muta pelle, e dipinge inquieti arcobaleni. E invece, semplicemente, lo spirito le stava preparando una casa degna. Una casa felice: debordante, come la felicità troppo invadente per quel fragile corpo. Quanto doveva arrabbiarsi, Alda Merini, nel sentir descrivere i matti come individui tristi. Lei lo era diventata, matta, dopo il primo parto, gravata dall'eccesso di vita che sentiva scoppiarle dentro. Il suo sguardo, infatti, non era né mesto né dolente. Era uno sguardo di gloria, di vette, di alture. Uno sguardo di viandante, di note orientali. Alda Merini ha segnato il limite di Dio. La vetta l'aveva ormai raggiunta, col passo cadenzato e placidamente sicuro. Dio stesso le aveva addobbato quel giorno. Aveva fatto confezionare per lei ingressi di Scritture sacre: l'eunuco redento di Isaia, il padrone di casa che invita storpi, ciechi, mendicanti, folli. Era il Dio dei diversi che aveva sempre cantato, impossibilitata a costringerlo dentro un rito, poiché Egli stesso era rito. Era il Dio escluso e degli esclusi, che in quel fatale giorno, in quello ieri, le lastricava la strada dorata delle nuvole di grano, degli anni miti.





Ma era, anche, il Dio impotente di fronte al dramma dell'umanità. Ben consapevole della tragedia che il suo troppo amore, la sua squassante gelosia, avrebbe prodotto in noi, poveri naufraghi terrestri. Destinati, d'improvviso, a piagge vaste e deserte. Perché senza Alda Merini saremmo stati davvero tutti più orfani, defraudati.
Dio incatenato dal nostro destino di finitezza, che lui pure ha prodotto, è lo stesso Dio della leggenda ebraica, turbato dalle preghiere del suo popolo per l'imminente morte di Mosè, il primo dei suoi viandanti: "'O Signore e Dio nostro, noi amiamo il corpo puro e santo di Mosè e ti supplichiamo di lasciarlo in vita'. Allora Dio portò Mosè su un monte alto, lo fece distendere a terra, gli susurrò di chiudere gli occhi e, in quell'istante, accostò le labbra alle sue, e gli rapì l'anima. Poi Dio pianse'". Anche oggi, sul limitare dei santi e dei morti, il cielo si è oscurato. Dio ha trasportato Alda nella sua primavera, e oggi le sue lacrime ci domandano perdono per averla nascosta ai nostri sguardi.



(grazie a Stefano Monti Gianolini)

L'ultima del ministro Scajola, dice «stronzo» a un operaio


L'ultima del ministro Scajola, dice «stronzo» a un operaio




In piazza Duomo a Firenze la bottega dei colori che resiste al mangificio., Il negozio di vinili che dice no al Black Friday: «Clienti da tutta la Toscana, il nostro segreto è la roba popolare»

 Corriere della Sera In piazza Duomo la bottega dei colori che resiste al mangificio In questi anni hanno visto la città intorno cambiare, ...