Vediamo adesso come reagirà la sorella di Rino davanti ad ulteriori prove che mettono sepre più in crisi la versione ufficiale della morte di Rino .
da http://www.scomparsi.eu/rino-gaetano-fu-ucciso-documenti-lo-provano/
«Rino Gaetano fu ucciso, i documenti lo provano»
“Chi ha ucciso Rino Gaetano? “, è il nuovo saggio di Bruno
Mattone. Circa tre anni fa l’avvocato salernitano pubblicava un libro
dedicato a Rino Gaetano, il cantautore crotonese scomparso
prematuramente all’età di 30 anni a seguito di un tragico sinistro
stradale avvenuto a Roma il 2 giugno 1981. La pubblicazione del volume
ha suscitato grande interesse e pure una polemica reazione di Anna
Gaetano, sorella del cantautore, in ordine a due precipui punti. Una
presunta affiliazione massonica di Rino Gaetano e la dinamica
del’incidente mortale secondo Mautone fortemente sospetta al punto da
ipotizzare che non fu legata al caso ma frutto di una deliberata
pianificazione.
QUELLO STRANO INCIDENTE
Con il secondo volume Mautone ha portato una serie di riscontri
documenti che indubbiamente riaprono le questioni rimaste insolute e che
gli scettici hanno voluto liquidare frettolosamente come frutto di
fantasia. Ed ecco che viene portato alla luce del materiale
oggettivamente interessante, infatti
il legale salernitano ha
scoperto addirittura la esistenza di una interrogazione parlamentare
rivolta il 4 giugno 1981 per iscritto al governo Forlani, in carica nel
giugno 1981, con la quale si chiede in via ufficiale e in sede
politico-istituzionale chiarimenti sulla drammatica morte di Rino
Gaetano.
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Bruno Mautone |
I due senatori Di Crollalanza, già ministro di Mussolini, e Mitrotti
invocano dall’Esecutivo risposte su quanto successo sulla via Nomentana
e su cosa accadde effettivamente al Policlinico e nei vari ospedali
coinvolti a vario titolo nella vicenda. La esistenza di tale documento
ufficiale rappresenta un indubbio sostegno a quelle teorie che legano la
morte dell’artista ad una macchinazione.
L’autore ha pure “scovato” la risposta, sopravvenuta con vari
mesi di ritardo, fornita dall’Esecutivo, tramite il ministro della
sanità dell’epoca, il liberale Altissimo (vicino, peraltro, ad
ambienti massonici. Il dominus politico del PLI, ad esempio, era Valerio
Zanone, politico affiliato alla massoneria). Ebbene nel saggio si
rimarca la assoluta genericità della nota governativa di risposta
fornita in Parlamento, ai limiti della omertà. Effettivamente non si
chiariscono tantissime circostanze della drammatica vicenda, ad esempio
non si precisa l’ora dell’incidente, chi allertò i soccorsi e come,
perché intervenne una unica ambulanza in loco nonostante il camionista
coinvolto svenne e rimase giacente sull’asfalto esanime e nello stesso
tempo l’artista era immobilizzato nella sua automobile,non si precisa
perché la unica ambulanza venuta sui luoghi era un mezzo poco attrezzato
dei vigili del fuoco e perché Rino, una volta prelevato con una
gravissima ferita cranica, venne condotto fatalmente in un ospedale
privo del reparto di traumatologia cranica. Non si fanno neppure i nomi
dei medici che avrebbero curato o cercato di curare il ferito in gravi
condizioni, non si fa nessunissimo cenno ai presunti motivi che spinsero
altri ospedali, pur se allertati, a non approntare nessunissima forma
di soccorso ulteriore al paziente in condizioni di estrema gravità. Né
si fa cenno su chi convocò medico- traumatologo, fatto venire da altro
ospedale poiché al Policlinico non vi era il reparto, né a che ora
sopraggiunse al Policlinico tale medico, né se ne precisano le
generalità, così come non si indicano i nomi
dell’anestestista\rianimatore che pure si dice fosse intervenuto. In
sostanza la risposta del Governo non forniva alcun chiarimento
limitandosi ad una dozzinale nota burocratica destinata, per la evidente
vaghezza,a moltiplicare i dubbi e gli interrogati sulla intera
drammatica vicenda. Tali riscontri documentali provano che sin dai
primi momenti la morte prematura morte dell’artista calabrese suscitò
interrogativi e dubbi. Ma nel libro la vicenda viene accostata ad
un’altra morte prematura che colpì un caro amico di Rino, pure seguita
ad un incidente stradale.
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la copertina del libro |
Tale persona lavorava in importanti uffici
consolari-diplomatici a Roma e Mautone chiede alla Procura di Roma di
riaprire le indagini non solo sulla morte dell’artista ma anche
di tale suo caro amico che l’avvocato indica come coraggiosa fonte di
tante notizie e fatti trasfusi altrettanto coraggiosamente nelle
canzoni. Tra l’altro l’amico di Rino venne seppellito al Verano, così
ristabilendo una vicinanza ideale già riscontratasi in vita e tuttavia
vicende
post mortem danno delle inquietanti connotazioni a
fatti illustrati. Infatti , senza nessunissima plausibile ragione,
l’amico dell’artista viene disseppellito dopo pochissime settimane e
portato in un altro cimitero di Roma. La vicenda già strana diventa
ancora più oscura poiché l’autore dello spostamento dei resti mortali ha
una identità che coincide con un personaggio storico dello spionaggio
italiano, collegato addirittura al Noto servizio segreto, cioè ad un
apparato riservato dello stato che compiva atti di intelligence in modo
autonomo rispetto ai Servizi istituzionali (prima il SID poi il SISMI e
il SISDE), spesso sfociando in atti illegali e gravissimi. Specialità
inquietante del Noto servizio segreto risultò essere, con atti
sequestrati e acquisiti dalla magistratura, la uccisione di persone
ritenute “scomode” con incidenti stradali!! Nel volume di Mautone sono
indicati i nomi delle persone protagoniste delle illustrate vicende e
riferimenti documentali e bibliografici di tutti gli avvenimenti.
UNA PRESUNTA AFFILIAZIONE MASSONICA
Nel volume l’avvocato salernitano ha raccolto le
testimonianze dirette di due carissimi amici del cantautore, Mimì
Messina, amico di infanzia e di scuola, frequentate assieme a Narni, e
Franco Pontecorvi, addetto artistico e compagno assiduo di ogni tournèe e
dei viaggi all’estero, entrambi hanno escluso in modo
convintissimo che Rino fosse massone, così come lo ha escluso Anna
Gaetano. Nel libro Mautone, quindi, perviene alla conclusioni che il
cantante calabrese non fosse affiliato a qualsiasi loggia massonica e
che riferimenti agli ambienti dei liberi muratori fatti in via continua
in vari brani e anche in interviste siano il frutto di un interesse da
studioso e di interessato osservatore. Nel libro si rimarca una
clamorosa dichiarazione rilasciata da Rino dopo i trionfi sanremesi al
giornalista Manuel Insolera, il festival della canzone viene paragonato
in modo esplicito ad “un ordine massonico(!!). Sempre proseguendo nella
sua opera di certosina ricerca Mautone dimostra come la ventilata
colleganza Rino Gaetano-Universo massonico non sia una tesi nata in
questi ultimi anni. Infatti l’autore del saggio ha reperito un
interessante articolo del 3 giugno 1981, quindi risalente al giorno
appena successivo alla morte, pubblicato sull’importantissimo e diffuso
quotidiano La Stampa nel quale esplicitamente e senza mezzi termini
testi gaetaniani vengono rapportati a fatti inquietanti della p2, la
famigerata loggia guidata dal Venerabile Licio Gelli.Quello che
sconcerta è la identità del coraggioso giornalista che sul giornale dei
bilderberghiani Agnelli ha stilato l’articolo, è una
identità…misteriosa, infatti il notevole pezzo giornalistico è siglato
solo da due lettere e il quotidiano di Torino, a richiesta esplicita di
Mautone, ha risposto che a distanza di 35 anni non è possibile risalire
al nome e cognome poiché vari giornalisti si firmavano con sigle non
corrispondenti alle proprie iniziali e che poi mutavano frequentemente.
Nel libro si rimarca, altresì, la singolare circostanza rappresentata
da esplicite citazioni dedicate a Rino Gaetano da Stefano Bisi cioè il
Venerabile Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, la loggia massonica
più potente della penisola, addirittura nel suo discorso di
insediamento alla guida della potentissima obbedienza massonica. I versi
di una misconosciuta e inedita canzone di Rino vengono fatti propri da
Bisi per sottolineare che i dignitari massoni devono operare in unione e
concordia per rafforzare il potere e la forza della loggia.
Sempre in tale quadro una notizia di grande interesse è rappresentata
da una stretta frequentazione di Rino, precisamente nel cerchio delle
sue più care amiche si annovera la giornalista Elisabetta Ponti figlio
di un medico, Lionello Ponti, che risultò inserito nella lista della
P2. Ma il dr. Ponti non è un medico qualunque ma è addirittura il
sanitario di fiducia di Licio Gelli, quindi a tutti gli effetti e in
concreto la persona più in stretto contatto e in intimità col
Venerabile maestro piduista. Elisabetta Ponti ha detto che dopo la
pubblicazione della lista degli affratellati alla p2 parlò molto volte
di massoneria con Rino e che l’artista, pur riferendo dei concetti
alquanto indecifrabili, non espresse alcuna attenzione e\o interesse
particolari per la fenomenologia massonica. In realtà tale ricostruzione
della Ponti, forse per il gran tempo trascorso, non risulta plausibile.
Infatti Rino morì appena 10 giorni dopo la pubblicazione della lista
della p2 e in un lasso di tempo così ristretto non era possibile che
avesse potuto parlare “molte volte” di massoneria con la Ponti,
oltretutto impegnato come era, fino all’ultimo, nella sua frenetica
attività artistico-canora.
I CONTENUTI DELLE CANZONI
Nel volume si sottolineano pure i tanti mirabili significati dei testi gaetaniani, dimostrandosi che
l’artista faceva trapelare le proprie cognizioni, frutto di fonti di alto profilo, di fatti e personaggi. Ad esempio Mario e Gino de
La Berta Filava
non sono due baristi della RCA come taluni riduttivamente hanno
sostenuto,ma indicano i ministri Mario Tanassi e Gino (Luigi) Gui.
Infatti nel 1976, anno in cui venne inciso il brano, l’artista non era
nella casa discografica RCA ma cantava ancora per la IT di Vincenzo
Micocci. Inoltre Rino in vari concerti, compreso quello immortalato in
una registrazione “storica” a San Cassiano, in Puglia, dichiara
esplicitamente che il brano è dedicato al mondo dei grossi politici ed
altri enigmatici mondi, quindi conferma che il brano non è assolutamente
rapportato alla figura di …due baristi. Inoltre anche un altro
coraggioso, per quanto più controverso, testimone di quegli anni scrive
in una propria filastrocca di Mario, Gino e Berto e accosta tali suoi
versi allo scandalo Lockheed e fa coincidere, per sua stessa
ammissione, le identità di Mario e Gino con le figure politiche di
Mario Tanassi e Gino (Luigi) Gui.
Sempre in modo minimalistico taluni hanno individuato il Cazzaniga nominato in Nuntereggaepiù in un giornalista sportivo non certo passato alla storia per chiarezza di argomenti e acume nei commenti.
In realtà Mautone evidenzia che si tratta di Vincenzo Cazzaniga, già
amministratore delegato della Esso Italia e poi vice-presidente della
Bastogi un carrozzone pubblico, oggi non più esistente, che si
interessava di energia e costruzioni. Tale Vincenzo Cazzaniga risulto
essere un collaboratore dei Servizi americani e per conto degli USA
finanziava segretamente la DC in chiave anti-sinistra. Ebbene in
Nuntereggaepiù Rino, mostrando ancora una volta di avere conoscenza di fatti assai riservati, canta
DC DC DC DC CAZZANIGA….
mostrando di sapere il ruolo occulto che quest’ultimo rivestiva, cioè
di finanziatore segreto della Democrazia Cristiana. A ulteriore
dimostrazione che si tratta di Vincenzo Cazzaniga, posto alla direzione
della Bastogi, sotto l’ala protettiva quanto asfissiante di Giulio
Andreotti e di Eugenio Cefis, supermanager del mondo energetico,vi è una
intervista di Rino Gaetano ove nomina esplicitamente la BASTOGI di
Vincenzo Cazzaniga, rispondendo in maniera del tutto avulsa ad una
domanda di musica che gli pone un giornalista.
Ma sono innumerevoli i casi ove Rino mostra di avere notizie
di fatti inquietanti, e nello stesso tempo li svela in modo geniale
inserendoli in contesti musicali apparentemente ironici ed allegri. In
Mio Fratello è figlio unico
menziona il treno Taranto-Ancona, cioè il convoglio e tratto
ferroviario che qualche anno dopo emerse essere sotto controllo dei
servizi segreti deviati. Infatti due ufficiali dei servizi segreti,
“fratelli” affiliati alla p2, Belmonte e Musumeci, furono condannati per
aver architettato sul treno Taranto-Ancona falsi attentati per
confondere le indagini della magistratura sui drammatici e purtroppo
reali attentati ai treni avvenuti in Italia attorno alla metà degli anni
settanta.
Anche i riferimenti allarmati in taluni brani rivolti ad una “rosa”
nonchè allusioni altrettanto allarmate ad un “pugnale USA” sono altri
geniali riferimenti a fatti inquietanti di cronaca politica e
giudiziaria contemporanei al cantautore, infatti Rino, tra le righe,
richiama vicende giudiziarie di pericolosissime associazioni riservate
quali la “Rosa dei venti” e “Gladio” (come è noto un lungo pugnale, una
piccola spada).
Con il secondo saggio Mautone ha avuto e trovato conferme documentali alle ipotesi che aveva lanciato nel primo libro
e in ogni caso dimostra che le questioni da lui sollevate non erano il
frutto avvelenato di una immaginazione galoppante ma avevano già
trovato origine e dibattito sin da primo giorno della morte di Rino
Gaetano, pur occultate da organi di stampa “distratti” se non proprio
colpevolmente silenti.