10.8.16

POLEMICHE SULLE ARCIERE ITALIANE A RIO 2016 SESSIMO - MASCHILISMO O BATTUTE PESSIME SULLA DIVERSITA' FISICA ?

Leggendo sulla mia bacheca fb il post   dell'amica 

CHE POI VI OSTINATE A RIPETERE CHE QUESTO NON è UN PAESE MASCHILISTA E SESSISTA

Pubblichiamo di seguito la lettera del Presidente FITARCO Mario Scarzella indirizzata al Direttore de Il Resto del Carlino




  credevo  rispondendo   al post

  spiegami cara tina   dove sarebbe il maschilismo o sessismo . è solo un titolo idiota ed offensivo verso coloro che hanno problemi di salute
Infatti  tale  giudizio  è  stato   dato  senza  tenere  conto che :  <<  ...  credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri. >>  (   da  https://www.youtube.com/watch?v=yHjygI_1gR0  ) .
Ecco  una interessante  discussione 



Daniela Tuscano Il sessismo consiste nel fatto che mai degli atleti maschi sarebbero stati valutati per l'aspetto fisico (che non c'entra niente, si tratta di atlete non di modelle) mentre le donne sono sempre e solo viste come corpi. Ecco in che cosa consiste. Chissà come poi era fisicamente l'autore dell'articolo (un cesso, scommetto). http://www.quotidiano.net/speciali/olimpiadi/le-nostre-scuse-alle-ragazze-dell-arco-1.2415389Comunque il fesso si è scusato. Imparino a scrivere. Non bisogna più sopportare un silenzio.



Daniele Jommi dove sarebbe "il paese maschilista e sessista"?
i "giornalisti" o i "titolisti" del Resto del Carlino, NON mi rappresentano! Perché generalizzare a tutto il Paese la magrezza intellettuale di quelli?

Daniele Jommi no no Tina, non ci siamo.
Attribuisci il comportamento di un giornalista a TUTTI gli italiani. Non mi sta bene.
Se c'è un giornalista sessista, non puoi dire che lo sia anche io.

Antonio Bocco Cmq fecero un titolo del genere anche Quattro anni fa, sul aspetto fisico del arciere italiano ,purtroppo nn ricordo il nome, probabilmente si ritengono spiritosi 😕
Tina Galante ok, ci sto, ma questo vale per tutto: non si generalizza MAI!
Giuseppe Scano

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Tommaso Scano Non avete capito che è stato fatto apposta per farsi pubblicità, adesso si è parlato del giornalista e del quotidiano, poi lui furbescamente si è scusato.
Daniele Jommi ....ora però sembra che abbia perso l'incarico.
Giuseppe Scano

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Daniele Jommi Regola del contrappasso:
licenziato per la leggerezza di non aver "saputo pesare" le parole!




io mi  schiero    sia     con   quanto afferma  u altra mia amica    sula  sua  bacheca 
Perde il posto (non lo stipendio) il direttore di Qs dopo l'ignobile titolo sulle "cicciottelle" e io sento una pletora di "addirittura, dai, era vezzoso". No. È una scelta giusta. E non perché quel titolo fosse irrispettoso, maschilista, e zeppo di tutto quel body shaming che ormai abbiamo interiorizzato, o peggio perché qualche cicciottella permalosa come la sottoscritta avrebbe potuto offendersi. Non solo almeno. Quel titolo è, professionalmente, sbagliatissimo. Un diretto...re di un quotidiano - e non di una rivista da parrucchieri - non si può e non si deve permettere, sul giornale, un titolo che non userebbe neanche sui social. Nemmeno se fosse stato "la rivincita delle cicciottelle" o qualcosa di variamente lusinghiero (?) di questo genere. Tra l'altro neanche minimamente pertinente col tema dell'articolo. Occupi una posizione di responsabilità, non puoi permetterti di trattare un atleta olimpico come un tuo amichetto, neanche se lo fosse e indipendentemente dalla possibilità di offendere. Anche un titolo incontestabilmente vezzoso sarebbe sbagliato. E non mi importa se ormai "si fa". A un titolista (e al suo direttore) si chiede di essere arguto, salace, ficcante o anche solo "cronachistico" (cit. Il suddetto ex direttore). Se sei greve lavori male. E un cattivo lavoratore in meno, in un settore già maltrattato da orde di pennivendoli, è una buona notizia. Il giornalismo si fa bene, altrimenti, per me sarà sempre meglio se non si fa.

   sia    da  questo    articolo

PESO FORMA E PREGIUDIZI  di ANDREA SARUBBI  da  la  nuova  Sardegna   del  10\8\2016

https://www.instagram.com/p/BI48anPB6dE/
Con i suoi 98 kg in un metro e 70 di altezza, l’angolana Teresa Almeida, portiere della Nazionale di pallamano, si è autodefinita «la portabandiera dei grassi a Rio». Ha poi aggiunto che si metterà a dieta per il matrimonio, ma per i Giochi va bene così: finché i risultati le danno ragione, e i medici non vedono rischi, la questione è solo estetica  e dunque soggettiva.
Se il tiro con l’arco non richiede un peso forma particolare, ma chiami cicciottelle le atlete della Nazionale, non fai giornalismo sportivo ma gossip: così come quando la tv, anziché mostrare un replay del colpo di beach volley, inquadra il sedere delle giocatrici in bikini o stringe sul sudore che cola nel décolleté. Pochi giorni fa era cicciottello Higuain, arrivato sovrappeso in ritiro con la Juve, e l’opinione pubblica era dalla parte del martello; ora che cicciottelle è riferito a tre ragazze, sono tutti con l’incudine e il direttore di QS viene rimosso. Vero è che un calciatore deve correre, quindi l’ironia su Higuain è meno gratuita, ma dietro c’è anche una questione di genere: quando i nostri
arcieri vinsero a Londra, infatti, la definizione di “Robin Hood con la pancetta” non urtò nessuno. Abbiamo contribuito  all’ostentazione del corpo della donna in ogni modo e in ogni luogo, abbiamo fissato canoni di bellezza da Barbie anoressiche, poi abbiamo inventato il politically correct perché ci sentivamo in colpa.

Quindi  un po'    di sessismo c'è  ma  è il più subdolo e  più   implicito  e difficile    ,  rispetto  ad  altri   da  individuare  al  primo impatto vedere la  mia risposta  dubbiosa  all'inizio  del  post 





8.8.16

Cardinal Tarcisio, Beati i poveri perché di essi è il regno dei cieli matteo tassinari


Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio. 








Cardinal Tarcisio,
Beati i poveri
perché di essi è il regno dei cieli

Quanto seguirà, è, papale papale, un'inchiesta su di un personaggio alquanto discutibile e controverso, il cardinale ed ex capo dello Stato Vaticano, Tarciso Bertone, quello che vive tra sfarzo e lusso. Dico da subito che ho ripreso dati che ho raccolto dalla Rete, per questo non firmo il pezzo, un lavoro d’assemblaggio per rendere il testo scorrevole, levigato e piallato, per rendere la lettura limpida e tersa. In questi casi bisogna stare attenti all'oceano delle parole che t’ammanta, dove affogare è un attimo come cestinare il testo scritto e sudato. Dopo questa premessa, i mastini, quelli che controllano sempre se il pezzo è mio o no, se ce ne sono, sono stati attenzionati, come direbbe quel grande comico che è Frassica. Buona lettura. (m.t.)
Immagine aerea tratta da Google Maps, mostra l'attico del cardinale Bertone. Gli altri luoghi indicati, sono connessi all'inchiesta in atto
Ho pagato
con i miei risparmi
Il cardinale Tarcisio Bertone, ex segretario di Stato, accusato di avere speso i soldi delle elemosine per ristrutturare il suo principesco appartamento, si è difeso così, in un'intervista al Corriere della Sera: "Erano due appartamenti disastrati e abbandonati da anni. Il Governatorato mi ha comunicato una spesa sui 300 mila euro. Ho pagato con i miei risparmi" e così, oltre a rendersi ridicolo come un comico involontario, secondo lui tutto è a posto. Epperò, così non è!
Ecco, appunto, quanto guadagna un cardinale tanto da poter accumulare 300 mila euro? Gian Guido Vecchi, il giornalista, gli ricorda che la Fondazione Bambin Gesù ha anch’essa pagato 200 mila euro per la ristrutturazione del suo mega appartamento, ma lui nega nel modo più assoluto senza però dare nessuna risposta precisa. Si limita a proferire: "Non è vero". Un pò poco.
Cioè, per far vivere decentemente il cardinal Bertone servomo 500 mila euro, 300 mila dei suoi risparmi e 200 mila del bilancio del Bambin Gesù. Si difende Bertone: "Io non ho visto nulla, ed escludo in modo assoluto di aver mai dato indicazioni o autorizzato la Fondazione ad alcun pagamento a mio favore. Ho dato istruzioni al mio avvocato di svolgere indagini per verificare cosa sia realmente accaduto". Come Scajola. Esattamente come Scajola. Qualcuno ha pagato a sua insaputa. Scajola (laico) vista Colosseo, Bertone (cattolico) vista cupolone. E sia chiaro, non erano 700 metri quadrati. Erano solo 296 metri. E non è un attico, è un terzo piano. Cardinale, ha tutta la nostra comprensione, ma come pretende che la si crefda con queste deboli difese? Come si fa a vivere in soli 296 metri quadrati con attico con vista al cupola di san Pietro?
L'attico del Prelato
"Accuse infamanti, ridicole, senza senso", dice il cardinale, mi piacerebbe sapere quale sia il senso che sottende. "Ormai sono nel mirino. Il nome Bertone richiama subito l’attenzione". Poverello, nelle riunioni di condominio non si parla d’altro, "umile" Bertone, così "modesto" e "dimesso". Chissà come sarebbe scomodo, per il martoriato cardinal Mendoza Bertone, abitare in un bilocale di 70 metri quadrati, come l'appartamento del Papa che vive in un bilocale? Bisogna anche capirlo, quest'uomo nerboruto e dai pugni decisi sventlati nell'aria per darsi quell'aria da illuminato quale non è, alto due metri e grottesco molto di più.
Il Palazzo con tanto di attico, che Bertone continua a negare l'esistenza
“I suoi risparmi”
Alle volte è meglio tacere e fingere che le cose non stiano così, piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio. Il cardinale Tarcisio Bertone è finito di nuovo nell’occhio del ciclone per via del suo appartamento, ristrutturato al costo di 300 mila euro. Dice che li avrebbe messi tutti di tasca sua, con “i suoi risparmi”. Secondo le accuse, però, lo avrebbe ristrutturato con i soldi della Fondazione Bambin Gesù per i bimbi malati: duecentomila euro arrivavano da lì. E’ difficile pensare che uno spenda 300mila euro per ristrutturare una casa che poi dovrà restituire al Governatorato che gliel’ha conferito.
Così com'è arduo comprendere come mai, se la ristrutturazione la pagava di tasca sua, le fatture arrivassero alla ragioneria della Confraternita e non a sé medesimo. E anche ammesso che uno abbia 300 mila euro da “buttare” per ristrutturare un appartamento che dovrà restituire, sono sempre soldi rubati ai poveri, e questo, per un "poprporato" è un dilemma disgustoso. Ciò significa che ne ha molti (ma molti molti) di più da parte, così anche al Fisco viene evaso il suo dovuto contributo. Un maneggione! E' molto difficile immaginare come faccia un cardinale, che predica povertà e sobrietà, ad accumulare simili fortune. Ma come li ha ottenuti tutti questi soldi? Con lo stipendio della Chiesa? Con gli oboli della Santa Messa? L’intervista del Corriere a Bertone sulla casa di 300 mq ristrutturata con 500 mila euro, spiega tutto e quanto quest’omone alto 2 metri e pieno di potere fino al plesso solare sia lascivo e indifferente a tutto ed a tutti.

Un Cardinale molto "avanti"

L’INDIGNAZIONE
DELL’EX SEGRETARIO DI STATO

Ma fin qui si tratta ancora di ordinaria amministrazione. Anche se fosse di gente che ha avuto case “a sua insaputa” ne abbiamo già vista e ne vedremo ancora. Senonché, la parte buffa dell’intervista arriva quando gli viene chiesto a Bertone: “Il Papa vive in 50 metri quadrati e lei nel lusso". Al che lui replica, candidamente: “L’appartamento non è di 300 metri quadri, bensì di 296. E non ci vivo da solo. Abito con una comunità di tre suore che mi aiutano, c’è anche una segretaria che il Santo Padre mi ha concesso per scrivere le memorie di tre Papi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. C’è la biblioteca, l’archivio, le camere per tutti e ci sono anche le stanze dei diversi ospiti”. Quel pover’uomo del cardinale Tarcisio Bertone!
Bisogna prendere il toro per le corna, oibò!
Quindi, stando a sentirlo, lui non vive nel lusso! In fondo non ha che 296 e non 300 metri quadrati con tre domestiche (aggratis), una segretaria (aggratis), una sala adibita ad archivio, una biblioteca e Dio solo sa cos’altro. Forse Bertone, per lusso, intende un superattico sulla Luna con vista Marte. O una villa sulle nuvole, alle porte del Paradiso, con San Pietro a fargli da portinaio, il Papa come segretario e Maria Maddalena per sventolargli due rami di palma nelle giornate afose (ogni tanto, d’estate, dall’inferno sale un po’ di calura). Chissà cosa ne direbbe quella buonanima di Gesù Cristo, se solo potesse ancora fare il suo Discorso della Montagna, dove gli ultimi saranno i primi e viceversa.
La reazione del Papa

Il cardinale Tarcisio Bertone, da 6 mesi non più Segretario di Stato e questo è il vero motivo di questa sua impuntata, inaugurerà presto il suo attico a Palazzo San Carlo, la cui ampiezza viene data di poco inferiore ai 700 metri quadrati. In Vaticano, entrando dalla Porta del Perugino, la Domus Sanctae Marthae e il Palazzo San Carlo sono edifici vicini. La prima di dimensioni ridotte, il secondo imponente. 

"Presuntuosi
sontuosi e untuosi"
Quando Bergoglio, dopo aver osservato i complessi lavori di ristrutturazione nella struttura a fianco, è stato informato su chi sarebbe stato il suo vicino di casa, si è arrabbiato non poco. Ora non può certo cacciare di casa l'inquilino. Ma la sua ira su chi in Curia ancora resiste al suo titanico tentativo di cambiamento non è passata inosservata il Giovedì santo prima di Pasqua quando, davanti al clero riunito in San Pietro, si è scagliato contro i preti "untuosi, sontuosi e presuntuosi", che devono avere invece "come sorella la povertà".

La casa dove presto, prima dell'estate, il cardinale Bertone si trasferirà, ha dimensioni sontuose perché unisce due appartamenti: quello un tempo assegnato a Camillo Cibin, capo della Gendarmeria per tutto il pontificato di Karol Wojtyla, fra i 300 e i 400 metri, da cui è stata infine sloggiata la vedova e quello di monsignor Bruno Bertagna, deceduto nel 2013, di metratura intorno ai 200. A questi metri interni vanno però aggiunti circa 100 di terrazzo. Ma lui non molla. L’81enne segretario di Stato emerito Tarcisio Bertone sbotta con il Corriere della Sera: "È una vergogna, difendersi dalle calunnie è quasi impossibile. Di nuovo la faccenda dell’appartamento. Gli appartamenti assegnati ai cardinali di Curia sono di proprietà del Governatorato vaticano o dell’Amministrazione patrimonio della Sede Apostolica (Apsa) e vengono ristrutturati dalle amministrazioni. L’appartamento mi è stato assegnato, d’accordo con Papa Francesco e il Governatorato. Ho pagato coi miei risparmi, capito”.
 “VOGLIONO DISTOGLIERE L’ATTENZIONE DA VATILEAKS”


Non ha dubbi Bertone, il porporato, sulla ragione del clamore: “Mi pare una manovra evidente per distogliere l’attenzione dal processo Vatileaks. Che altro motivo ci sarebbe per uscire adesso? Bertone fa sempre notizia, ma il punto vero è il Vatileaks. Ho ristrutturato l'attico con i miei soldi, non sapevo dei fondi del Bambin Gesù", un po’ monotono nella sua difesa.
80anni del Cardinale. Party, tartufo, cristalli
A sua discolpa non ha da dire proprio nulla. Ha detto lo scrittore e giornalista Fittipaldi: “Come risulta da documentazione, ho versato dal mio conto al Governatorato circa 300 mila euro". Così il cardinale Tarcisio Bertone si difende ancora in merito ai fondi utilizzati per ristrutturare l'attico della sua abitazione. Il cardinale ha una tempra di ferro, proprio come quegli occhiali scuri che gli coprono occhi da lupo, freddo, distaccato, disinteressato, menefreghista, insensibile, sempre e solo dedito ala carriera pontificia, imperturbabile come il peggior ateo, estraneo a tutti i problemi del mondo. Ma questo lo rende cieco, alle versioni che tira fuori. Una volta si diceva: “Quel prete predica bene, ma poi razzola male”. Questo è un cardinale ed ex capo di stato del Vaticano. Cosa dobbiamo pensare di questo Al Capone che ha scambiato la sua vocazione nel modo di vivere in mezzo a lusso e sfarzo.

La bigiotteria di Nancy di matteo tassinari

in sotto  fondo 



Nancy vista da Gustav Klimt
 Tempo  fa     Nancy
era senza          compagnia
      Dicevamo...

        di Matteo Tassinari
che era libera e nessuno era sincero, come non l'avremmo mai corteggiata nel Palazzo del Mistero, avremmo, forse, fatto finta di non conoscerla. Nancy, oltre ad essere perduta, è la traduzione aderente all'originale di una canzone di Leonard Cohen, maestro di ritratti femminili di grande profondità, intitolata "Seems So Long Ago". De André quasi la ricostruisce e fa conoscere in Italia "Nancy", compresa nell'album "Songs from a room" datato 1969. Ma si sa, non si può ascoltare una canzone di Cohen se fuori scoppia il sole
Cohen stesso, in più di una occasione, ha commentato la canzone sia presentandola durante i concerti, sia parlandone in alcune interviste, dicendo che forse Nancy era uno dei suoi brani a cui era più vicino, in quanto conosceva molto bene Nancy. Molti avevano ipotizzato che Nancy in realtà fosse Marilyn Monroe, ma l'artista canadese ha sempre ribadito che si trattava di una Nancy "reale", una ragazza di 21 anni, di Montreal, che si suicidò perché le tolsero il bambino senza motivo, un anima profondamente infelice, ma anche avvolgente di grazia nel Palazzo di Giustizia, nel Palazzo del Mistero, tanto un bacio legale non potrà mai valere un bacio rubato.

Il Palazzo del Mistero

Si chiuse nel bagno della casa del padre e si sparò alla testa col fucile da caccia del fratello. Nancy nacque nel 1943 e morì nel 1965 a 21 anni. Da adolescente manifestò problemi psichici e rimase sotto cure per molti anni e rinchiusa in svariati manicomi. Una delle confessioni più intime e personali che De André rubò a Leonard Cohen e abbia messo in canzone un capolavoro del Cavaliere errante canadese.

De Andrè era un vampiro sempre pronto a succhiare l'anima ai suoi collaboratori, i suoi personaggi inventati, musicisti, giornalisti e tutto il mondo che l'amava e lo circondava. Figlio d'una cultura francese e trobadorica, era aggressivo per quanto remissivo, ma comunque sempre generoso nell'ascolto e nell'aiutare anime come Princesa, il travestito che Faber ha pagato l'operazione perché la sua aspirazione era avvicinarsi il più possibile all'idea di donna che viveva con grande dolenza, spasimo, afflizione e passione.

Un corpo chiuso in un mondo che non gli apparteneva. Da queste presupposti nasce un numero di disagi incalcolabile, una complessità cospicua di privazioni, incognite, dubbi. Ma Pincesa voleva dimenticare interamente quella parte maschile di se che non accetta e rifiuta. Una gabbia che corrisponde al proprio corpo. Certo, talvolta era faticoso andarci d'accordo, ma semplicissimo da amare. Sono passati trent'anni circa e il tempo ha affievolito la memoria, ma una traversia così influente è impossibile da obliare.

Sappiamo che invece lei era mezza pazza, proprio per questo volevano stare con lei. 
Nancy è un simbolo di abbandono mascherato da un'apparente emancipazione di costumi, poteva darti quel che volevi. Un pò di tempo fa Nancy era senzacompagnia all'ultimo spettacolo e aveva disinvolto la sua autonomia fra fiale e silicone per aumentare le curve del seno, del sedere, e tutto il corpo fimno all'operazione definitiva, come un punto d'approdo.
Donna affranta, usata, sventurata e poi abbandonata alle sue ombre oppressive centinaia di volte. Una donna afflitta nel cuore abbandonato in diversiMotelLacrime certe, sicure, precise e preziose come il supplizio fino al spasimo. Basta essere poco più sensibili di un paracarro per capire l'esistenza di Nancy donna maltrattata. Alla gente non piacciono i soggetti "ambigui" come Nancy, troppo difficili da catalogare, salvo poi andare verso le 23 per pagare una parcella di euro sul ciglio di una strada per sbottonarsi i pantaloni, Nancy era illimitatamente gentile e generosa: "Sono contenta che sei venuto, sono conteeenta che sei venuto".
Spirito         libero
Nel 1961, appena diciottenne, già viveva per conto suo, lontana da casa. Faceva la guida turistica a Kingston e usciva con i ragazzi del Royal Military College. Nel dicembre del 1963 incontrò un ragazzo di nome Mike, dopo pochi mesi rimane incinta e sola. Iniziò un calvario di quelli a cui era abituata, ma forse questa volta era più autorevole e dominante nel suo spirito rispetto altre crisi. Ma questa ottusa situazione la distrusse fino ad essere ancora rinchiusa in manicomio. 
Le convenzioni sociali vigenti allora nell'ambito di una famiglia importante che comprendeva membri del parlamento e giudici della Corte Suprema, obbligarono Nancy (mai sposata) a “dare il bambino in adozione” in quanto a loro avviso non era adatta come madre, inadatta alla sua crescita. Per Nancy fu un autentico ed ennesimo dramma. Per questo cadde di nuovo in una derpressione profonda. Anni di scosse di elettroshock che lambirono nuovamente i suoi nervi, la sua mente. le sua ossa, i suoi nervi e chissà che altro. Eravamo distratti e contenti, lei dormiva con tutti e portava calze verdi e un cappello viola, questo lo ricordo.
  Pochi mesi          dopo la 
     nascita
del figlio, in un momento di disperata depressione si uccise, secondo il nipote Tim, con la pistola del fratello. Tim è anche entrato in contatto con Leonard Cohen, che gli ha risposto con un commento: "Era la sua bellezza e coraggio che trasparivano. E un po' di tempo fa, col telefono rotto cercò dal terzo piano cercò la sua, serenità...molti hanno usato il suo corpo molti hanno pettinato i suoi capelli e nel vuoto della notte quando hai freddo e sei perduto.
Molte ragazze a quel tempo cercavano di ribellarsi contro le dure limitazioni della famiglia e della società, e non tutte le sfide finivano così tristemente". Ma Nancy era senza compagnia all'ultimo spettacolo con la sua bigiotteria e mi chiedo a chi regali i tuoi pensieri? Nancy ad ascoltarti è sempre pronta anche se sapeva che alla fine si sarebbe chiuso con una scopata.
 Leonard Cohen Montreal 1982
La Vita
promi scua



Cohen non era un amico intimo di Nancy, anche se l'aveva incontrata molte volte tramite amici in comune. Quando De André presenta questa canzone che narrava di una prostituta e artista di varietà, incapace di adeguarsi ai codici già designati e disegnati da altri e anche per lei, e lei, ciò, non l'accettava. Brevi o più distesi nella riflessione e nell'impostazione, coriandoli di diario ripercoronno lo spettacolo sanguinante dell'emarginazione non cercata che "ti sottrae al potere e t'avvicina al puto di vista di Dio", scavando nelle guerra, si muovono tra politica, calcio e sociologia della violenza e il rapporto trai sessi.
Si capisce però che era accusata dalla legge di promiscuità e la morale della gente ne era turbata. L'accusavano di prostituzione, con l'aggravante "giovanile". Non era molto importante, per Nancy, quello che diceva la gente di lei, pur essendo morta a soli 21 anni buttandosi dalla finestra del terzo piano, pur vivendo gli orizzonti del candore, come un esito senza sorte e tanta morte nel cuore. Ma la fonte inesauribile di cultura, un patrimonio di conoscenze "esperenziali" di De André non è una fornitrice di brillanti filosofici o erudizioni a se stanti, bensì una polla che irrora e fa sbocciare altri impulsi emozionali e generi di poesia in musica davvero mirabili.
Alcol e amicizia e la puttana, la sua volontà precisa di rimanere distaccata dalle sfumature di ferro sociali, ma vivere in un solo modo: il suo. Una ragazza che condivideva il proprio dolore, il proprio disarmante pianto dorato e le calze verdi che indossava da sempre. Solo un po' di tempo fa, col telefono rotto in una camera d'albergo, cercò dal terzo piano la sua serenità. E nel vuoto della notte quando hai freddo e sei perduto, è ancora Nancy che ti dice: "Amore, sono contenta... che sei venuto".
Isolamento sociale
E' altrettanto chiaro che la sua condotta di ragazza giovanissima che viveva da sola soprattutto a quei tempi, era considerata donna trasgressiva, o più comunemente di facili costumi, quando, nei primi anni sessanta la donna era relegata a precise funzioni cucina e figliolanza. Decise di schierarsi col Movimento libertario, che si batteva per l'indipendenza della donna. Ma in questo caso direi che è importante notare come Cohen si sia superato nella sua capacità di tracciare volti femminili abbaglianti e affaticati, indebolita e spossata, snervata e sfiancato fino allo sfibramento stremato e abbattuto. Molti uomini le hanno toccato il corpo con la mente e pettinato  capelli. In questo caso, a mio avviso, supera l'altro personaggio femminile ben più famoso Suzanne.
Suzanne










 

Una clausura fredda
e non richiesta, ma inflitta
Nancy è ancora più commovente, struggente della celebre Suzanne. Diventa un simbolo dell'isolamento collettivo a causa di stili di vita che non rientrano nelle sue abitudini che necessariamente cozzano contro norme giuridiche, statuti, elenchi, principi, schemi, metodi classici di vita mascherata, come un carnevale senza coriandoli, un'apparente libertà di costumi, ma assolutamente ingannatrice, una libertà sottomessa e ipocrita da chi non è abituato alle aperture dell'anima e abbandonare uno stile di vita che provoca solo isolamento, distacco e segregazione mentale. Una clausura violenta e fredda non richiesta, ma inflitta.
I sensi di     colpa
di De       Andrè
DAndré, durante i concerti, spendeva molto volentieri tempo e parole per spiegare la valenza della canzone di una potenza indescrivibile, anche per ripararsi dall'angoscia di una storia troppo pesante da pensare e raccontare per la sua infinita umanità strozzata e l'atroce ed efferato finale della storia, se posso, animalesca. De André disse che in certi casi si vergognava d'essere uomo orripilante, senza cuore, sensazioni che si provano solo quando si è smesso di aspettare certi destini perché troppo brigosi, da qui quella staffilata: "Dicevamo che era libera e nessuno era sincero non l'avremmo corteggiata mai, nel Palazzo del mistero". Di Nancy emerge un profilo di una donna che priva di ogni forma pregiudiziale, viveva una vita da lei voluta e non imposta da qualcuno, per questo motivo ad appena venti anni scappò dalla propria famiglia, troppo oppressiva per una donna che cercava qualcosa di più rispetto alla maggioranza.
Automaticamente diventi minoranza e questo è marchio infamante che ti porti dietro per tutta la vita, seppur breve, è come un tatuaggio che sempre t'ammonisce che esiste sempre una morale, ma non s'è mai conosciuta. Perché molti hanno usato il suo corpo, molti hanno pettinato i suoi capelli, molti le hanno chiesto il suo caldo, senza vergogna lei non s'è mai negata a nessuno, quasi fosse una vocazione la soddisfazione altrui in questo modo.
Ecco,
nell'immediatezza del parlato quando Faber introduceva Nancy ai suoi concerti, come per afferrare uno scudo e chiedere scusa a Nancy, anche se non l'ha mai conosciuta, ma la sua storia lo faceva sentire in colpa. Del resto lo sappiamo che De André soffriva sulla sua pelle problemi altrui: "Questa canzone si chiama Nancy - diceva tutte le volte prima di cantarla e con grande rispetto per le parole espresse - ed è la storia di una prostituta, e non perché per sua vocazione avesse piacere a dare questa propria parte anatomica in cambio di denaro. Ma una donna indipendente che vuole rendersi autosufficiente spesso si trova costretta a cercare mestieri poco dignitosi per la morale del tempo e anche di oggi".
Femminista ante litteram
Nancy è stata costretta ad essere, suo malgrado, una femminista ante litteram, una donna che ha cercato di crearsi il proprio spazio di potere personale, privato ed esclusivamente suo. La propria possibilità di vivere al di fuori di quello che era un tentativo, da parte dell'autorità, in questo caso fallocratica, di cercare di farla vivere sotto di sé, sotto il suo comando sotto il suo imperio, anzi sotto il suo "cazzio imperio"!!!.
Che poi si tratti di un padre, di un promesso fidanzato che di solito rimane promesso, questo non vuol dire niente. E’ inquietante l’immagine metaforica di Leonard Cohen quando parla del misterioso Palazzo del Mistero, cioè un'immensa casa di appuntamenti. Così va intesa. E un po' di tempo fa col telefono rotto cercò dal terzo piano la sua serenità dopo l'ultimo spettacolo con le sue collane ancora addosso. E nel vuoto della notte quando hai freddo e sei perduto, sai che Nancy è sempre pronta ad aspettarti. 

"S'innamorò di tutti,
non proprio di qualcuno"
con un sottile velo di rimorso da parte di uno dei suoi amanti, moltissimi, ma solo per mezz'ora ognuno. La si prefigura in un bordello, il padre con problemi giudiziari ("sotto processo", "innocente" per De André, comunque in tribunale).
Agli uomini amanti occasionali, fa comodo immaginarla come una donna libera che si innamora facilmente di tutti ("dormiva con tutti", "s'innamorò di tutti, non proprio di qualcuno"), salvo poi rendersi conto che: "era libera, ma nessuno era sincero", lasciandola sola con la sua bigiotteria nel camerino dell'ultimo spettacolo. L'ultima strofa è un incontro con Nancy ed i suoi assilli mentali, probabilmente con un po' di senso di colpa da parte di tutti coloro che l'avevano "usata" voledole anche bene, alcuni, ma molto pochi. Pochi hanno "pettinato i suoi capelli" e "toccato il suo corpo con la mente" con un eccesso d'estrema leggerezza. A per

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