16.7.16

come mai non metto ne bandiere francesi sul mio fb ne parlo qui sul blog ed sui miei social ma lo faccio fare a gli altri\e dell'ennessimo attentato fondamentalista islamico

  potrebbe interessare  
http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2016/07/padova-due-palazzi-corsi-anti-isis-per.html


in sottofondo  oltre la  guerra e la paura  - Modena  City  ramblers 
Lo so che  metto sempre  la  slita  canzone  ma   :<< 
"Oltre la guerra e la paura… ci aspettano grandi sfide, e grandi prove! Contro l’imperante cultura del
da www.traterraecielo.it 
tramite  gooogle
terrore, che si fonde col qualunquismo e la sfiducia e ci rende egoisti, e deboli. Una canzone sui questi tempi bui ed inquieti.">>dal sito ufficiale del gruppo

Ecco  infatti   i  Perchè  come da titolo  il mio atteggiamento  sui  fatti  di Nizza  .
  •   due parole  sono poche  ed una  è troppo ( lo  so  frase abusata   e  diventata  luogo comune  ma  non so  come  esprimerlo ) 
  • perchè non mi  ca  l'indignazione  a tempo   infatti  condivido  il post  di   Vincent Aldo .




2 h ·
come passa il tempo !Non fai in tempo a siamo tutti francesi che siamo tutti turchi
ehehehehe

Ma  soprattutto perchè condivido  in  pieno  , mi  ha  tolto le parole  di bocca     quando dice  la mia utente  di  fb  



Sono rimasta fra i pochi che ancora non hanno commentato quel che è successo a Nizza.
Volevo continuare su questa strada ma, scorrendo la home di fb, due cosine da dire le avrei.
Potreste ascoltare l'appello della polizia francese che chiede rispetto per le vittime e i loro familiari.
Potreste evitare toni vendicativi o analisi scellerate. Potreste evitare di trasmettere eccessiva paura ai vostri figli. Potreste lasciar stare l'idea e la voglia di acchiappare like ad ogni tragedia.
Potreste evitare di ridurre tutto a “noi e loro”.
Potreste invece chiedere uguaglianza e pace. Potreste difendere i valori di civiltà e libertà.
‪#‎passoechiudo‬
non prendetelo come  un autocensura  , ma  come il  fatto che    personalmente mi sono stancato rotto  le  .....     ( vedere  vignetta  sopra   )  di ripetere le stesse cose ad ogni tragedia..ma ringrazio che esistono quelli come   il mio contatto  spopra   che usano la testa  (n e non hanno mandato il cervello alll'ammasso  \  in cassa integrazione  )  e han capito molto.. agli stolti ed  ai malpancisti   è per  loro  principalmente  che  scroivo   auguro solo un pizzico di intelligenza e apertura mentale per vedere oltre alle apparenze ond e evitare  (....)

Mio fratello vede tutto
e il suo occhio non distingue,
mio fratello vede tutto
ma il ricordo si confonde,
urlano teorie, rincorrono morali,
la propaganda vince
con frasi sempre uguali

Mio fratello ha rinunciato
ad avere un'opinione,
mio fratello ha rinunciato
in cambio di un padrone
che sceglie al suo posto
e che non può sbagliare
perchè ormai nessuno
lo riesce a giudicare

(    da  oltre la  guerra  e la  paura   dei Mcr   testo e video   )

non so che altro dire alla prossima

15.7.16

Padova Due Palazzi, corsi anti-Isis per chi lavora in carcere Progetto finanziato dall’Europa per riconoscere i detenuti fondamentalisti.

Ecco  , per  evitare   l'ennessimo attentato   degli stronzi    fondamentalisti    e i  soliti  serminoni   pieni  d'odio  generalizzato     dei malpancisti \  populisti   e  non solo  .Oltre  alle   consuete   regole del buon senso
 1)    evitare generalizzazioni stupide  e  forvianti      non sempre  chi  è mussulmano  è  necessariamente   \  per  forza    terrorista  . E'  come     se   dicessimo  che  noi  cattolici     siamo    tutti per  i roghi  e l'inquisizione
2)  esistono nell'islam  , come  neele altre fedi  (  compresa la nosta  )  diverse correnti  \  scuole  di  pensiero  oltre  a quelle  fanatiche  \  fondamentaliste
3) vedere nele  diversi  fedi   anche le cose  positive  non solo  quele  negative   cioè 50  e  50 

ecco  come fare terra bruciata senza usare bombe ed armi o finanziare dittature o  i nemico
  vedere  la  storia

"TERRORISMO ISLAMICO"
(Breve lezione di storia per chi non sa o non vuole sapere)
Sino agli anni 80 l'Afghanistan era una repubblica democratica, laica e socialista. La religione era permessa ma non era tollerato alcun radicalismo. Le ragazze portavano la minigonna e compivano studi universitari. Un signore in cravatta vendeva dischi. Avevo un amico laggiù, faceva il medico. Gli Usa, reduci dal disastro Vietnam, per pure ragioni ideologiche (guerra fredda imperante) sobillarono una guerriglia antigovernativa, sino a che l'Afghanistan chiese l'intervento della Russia, nazione confinante e da sempre in strette relazioni. A quel punto Usa e Gran Bretagna cominciarono ad armare in modo massiccio le fazioni ribelli di stampo radicale, usando come mediatore un saudita la cui famiglia risiedeva a Boston, Osama Bin Lader. I guerriglieri erano addestrati in Pakistan dalla CIA. Dopo dieci anni i russi si ritirarono, vinse la guerriglia islamica e prese il potere la fazione più estremista, quella dei Talebani. Bin Laden fondò Al Qaeda. L''Afganistan tornò al medioevo e sparì dalla cronaca. Il mondo lo riscopri l'11 settembre del 2001. Il resto della storia ognuno se la racconti come vuole, a partire dalla guerra in Iraq.
foto di Raffaele Mangano.

foto di Raffaele Mangano.


   da  http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2016/07/15/http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2016/07/15/

Due Palazzi, corsi anti-Isis per chi lavora in carcere

Progetto finanziato dall’Europa per riconoscere i detenuti fondamentalisti. Protocollo d’intesa con il Bo per il rispetto delle diversità culturali e religiose

PADOVA. Le carceri del Triveneto si preparano per meglio affrontare la sfida contro il fondamentalismo islamico, iniziando la lotta contro il terrorismo da dietro le sbarre. Padova è stata inclusa nel programma, finanziato dalla Comunità europea, per evitare la radicalizzazione nelle carceri e migliorare la valutazione del rischio. Tutti gli operatori penitenziari, di ogni ordine e grado, saranno formati ad hoc per riconoscere gli individui a rischio e farli desistere da posizioni estremiste. Progetto finanziato dall’Europa per riconoscere i detenuti fondamentalisti. Tutti gli operatori penitenziari, di ogni ordine e grado, saranno formati ad hoc per inquadrare gli individui a rischio e farli desistere da posizioni estremiste. Lo scopo è evitare che alcuni detenuti una volta usciti dal carcere passino dall’estremismo ideologico all’azione violenta, trasformando le strutture di detenzione in una palestra e un luogo di incontro
«L’obiettivo è analizzare i contesti detentivi», spiega Angela Venezia, direttore dell’Ufficio detenuti del Provveditorato penitenziario per il Triveneto, «e trovare chiavi di lettura che permettano di interagire con i soggetti, potenzialmente aggressivi, che dimostrano simpatia per il mondo islamico. Il progetto sarà avviato con la collaborazione di un agenzia di formazione e sarà in rete con università e dipartimenti penitenziari esteri». In Europa la radicalizzazione è una minaccia crescente, per questo la Commissione si è impegnata a sostenere gli stati membri finanziando programmi di formazione per gli addetti ai lavori del sistema giudiziario penale. Lo scopo è evitare che alcuni detenuti una volta usciti dal carcere passino dall’estremismo ideologico all’azione violenta, trasformando le strutture di detenzione in una palestra e un luogo di incontro.
Un rischio che si è già trasformato in realtà in altre città come Parigi. Amedy Coulibaly, uno degli attentatori che ha commesso la strage di Charlie Hebdo, era stato in carcere per rapina a mano armata e, stringendo legami con un secondo attentatore, Chérif Koauchi, è uscito intenzionato a portare a termine un attacco terroristico.
Attualmente circa 750 persone sono recluse al Due Palazzi. Metà dei detenuti provengono da 60 paesi diversi. A loro è dedicato un nuovo protocollo d’intesa per il rispetto delle diversità religiose, che nasce tra il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia e il Dipartimento di filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata (Fisppa) dell’Università. L'iniziativa è stata presentata ieri al Bo, alla presenza del rettore Rosario Rizzuto, del direttore Fisppa Vicenzo Milanesi e del provveditore Enrico Sbriglia. «Sono coinvolti
5 ricercatori con competenze multilinguistiche», specifica Mohammed Khalid Rhazzali, coordinatore, «sottoporremo ai detenuti stranieri questionari di indagine, con l’obiettivo di capire come organizzare gli spazi e i tempi per le diverse abitudini e pratiche religiose».

13.7.16

la violenza è ....

 in sottofondo    resta  vile  maschio  dove  vai   - rino gaetano

Leggo sulla  mia  bacheca m non ricordo chi o  ha  condiviso  ,   questo post   di Michele Citoni


  «La violenza non è un gesto di trasgressione o di devianza: è parte di una dinamica di riconferma di un ordine gerarchico. Un ordine gerarchico tra uomini e donne ma che ordina tutta la realtà: tra attivo e passivo, tra razionale ed emotivo, tra culturale e naturale in questa gerarchia il maschio bianco, eterosessuale, produttivo, occidentale, capace di dominare razionalmente il proprio corpo e la natura corrisponde a un modello di potere che va oltre le relazioni tra i sessi. Concepisce tutte le differenze come disparità e come soggezione. Il valore della virilità, a cui oggi molti si appellano pensando contrastare la violenza maschile ("i veri uomini non picchiano, chi è virile sa dominarsi"), è in realtà il riferimento che rappresenta come inferiori gli altri: gli uomini effemminati, le razze non civilizzate, le donne incapaci di dominare la propria corporeità ed emotività. La virilità chiede di essere continuamente verificata e riaffermata: da quando a tre anni veniamo incitati a dimostrare di non essere una femminuccia a quando l'insulto verso l'omosessuale è il gioco di gruppo di conferma e di vigilanza reciproca tra maschi. Ma questo dimostra anche come la violenza contro l'altro e l'altra sia un dispositivo di controllo e di disciplinamento per tutti gli uomini. Nella violenza c'è anche la perdita della nostra libertà.»

commento dell'ottima iniziativa lanciata da Trenta uomini sul blog del Corriere della Sera La27esimaora lanciano la proposta di una nuova giornata nazionale contro la violenza maschile per prendere parola come uomini e per "diffondere al massimo la sensibilità e l'impegno fra tanti ragazzi e adulti ancora troppo silenziosi, isolati e confusi".  e  ripresa da    http://noino.org/

Bambino salvato dall’incidente ferroviario ANDRIA E CORATO , festeggia il compleanno in ospedale. sciacallaggio dei social acchoappalink e del medico del reparto che la postano non oscurandone il volto

Sulla bacheca  facebook  di una mia  amica   è stato  condiviso  questo  post   della  pagina https://www.facebook.com/dituttounpoditutto/?pnref=story

foto di Amicizia.

Ecco il piccolo campione tratto in salvo dalla tragedia dell'incidente ferroviario in Puglia...Oggi è il suo settimo compleanno e festeggia il miracolo della vita... Gli facciamo tutti insieme gli auguri ???

 non ci sarebbe niente  di male   se :   non si usassero  tali metodi , al limite  dellosciacallaggio  e  violazione  delle   leggi  penali e  civili  ,  per  achiappare   clic  degli utenti  .  Infatti  nei media(  eccne  uno a  caso  )


Bambino salvato dall’incidente ferroviario, festeggia il compleanno in ospedale
Bambino salvato dall’incidente ferroviario, festeggia il compleanno in ospedale

Bari. Samuele ha conosciuto la linea sottile tra la vita e la morte. È stato uno dei passeggeri della tratta maledetta sulla quale si sono scontrati in tarda mattinata due treni nella provincia di Bari. Oggi quel bimbo scampato alla morte grazie all’abbraccio della nonna deceduta poco dopo, estratto dalle macerie e trasportato d’urgenza all’ospedale di Andria, festeggia il settimo compleanno. Samuele sorride nella foto postata su facebook da uno dei medici e scattata nella sua camera d’ospedale con davanti la torta e la candelina. Il peggio sembra passato.In tutta Italia risuona ancora la rabbia e fa male sentire i numeri di morti e feriti, rispettivamente 23 e 52, di uno degli incidenti ferroviari più tragici ed evitabili allo stesso tempo. Negli istanti subito dopo l’accaduto sono stati creati dei presidi di aiuto psicologico sul posto e negli ospedali per i feriti e le persone che erano presenti nei vagoni e che hanno assistito alla scena terribile dell’impatto. Ora continuano le indagini e a queste fanno da contraltare la pesante e comprensibile dichiarazione del presidente della Repubblica Mattarella: “Quello che è successo è inammissibile”.
Samuele ha festeggiato il compleanno con medici ed infermieri dell’ospedale. Un sorriso, il suo sorriso in mezzo a tante lacrime





su  fb  e  sui social   non c'è controllo  in quanto  averla diffusa    senza filtri    su fb  è un medico  del  reparto in cui  il nbambino    ricoverato ,  la foto è censurata perchè si tratta di un minore !!!

12.7.16

mio diario sul Rattle That Lock World Tour 2016 del10.7.2016 arena di verona di David Gilmour





N.b

le foto e il primo video dal cellulare prima che si scaricasse in quanto l'apparecchio per collegarlo all'accendisingari dell'auto era rotto ) il video ( tranne il primo che di mio cugino gli altri miei li trovate sulla mia bacheca di fb ) ritrovati per caso nella Sd della della digitale . In quanto nella ressa ho perso nella calca la schedina della video camera , meno male che le schede Sd sono compatibili , e quindi ho usato la scheda della digitale nella video camera perchè non avedndo una reflex ma una power point le foto fatte da lontano con macchina digitale vengono una cioffecca . Meglio fotografare con la video camera .






Fra autostrada ( Como -Verona ) trovare parcheggio e mangiare qualcosa arriviamo che la fila per i bihlietti non mumerati era gia molto lunga, sebbene avessero cambiato l'orario del concerto ( dalle 21 alle 22 ) e quindi l'orario d'apertura dei cancelli .
Ma per fortuna durante il tempo trasacorso , si è trovatyo da chiaccherare e sentire dai bar vicini l'andamento della partita della finale degli Europei di calcio 2016 .













dirti dove , solo dopo una decina di minuti e su pressione della calca si decidono ad aprire l'altra ala delle tribune a sinistra del nrel mio caso del palco . Un altra corsa sulle gradinate in dicesa per cercare
un posto più in basso dove si vedesse meglio . Riusciami a trovare posto all sinstra del palco ( foto vedi foto al centro  scattata   durante  l'intervallo  ) . Meglio  questa  posiione  che   niente  . Meno  male  che  avevo  la  fotocamera  .  E poi la  scarsa  visuale ed  il  cullo  rovvente   non essendo riusciti a prendere i cuscini all'ingresso    è  stata  ripagata  da  un ottima scaletta

 da  http://www.optimaitalia.com/blog/2016/07/10http://www.optimaitalia.com/blog/2016/07/10/
5 am
Rattle That Lock
Faces of Stone
Wish You Were Here
What Do You Want from Me
A Boat Lies Waiting
The Blue
Money
Us and Them
In Any Tongue
High Hopes
Astronomy Domine
Shine on You Crazy Diamond
Fat Old Sun
Coming Back to Life
On an Island
The Girl in the Yellow Dress
Today
Sorrow
Run Like Hell
Time/Breathe
Comfortably Numb

 e  da  una  magistrale  re interpretazione    dei pezzi , in culo  alla cultura Revival   , dei Pink  Floid  e ad  torio da  solista


Il tempo di fare una Zummata con il cellulare al pubblico dell'arena












e il concerto inizia .





  Il  video  il video di mio   cugino ( ero nel panico   per  i motivi   detti  nele righe precenti  )   poi  mi sono fatto coraggio  e    mi sono ripreso   e  ho fatto anch'io dei video   che  troveete  prossimente  sul mio canle  di  youtube

Un concerto stupendo     come potete vedere  da   quest  foto  . le altre  le rovate  qui sul mio album di facebook





 


Unico rimpianto  è stato quello  di  non aver potuto vedere  bene nè l'arena  nè  la  zona circostane ma    poi   il  rimpianto  l'ho fatto passare    e  mi  sono detto   come  suggrito da  un mio contatto di fb  << la città aspetterà altre occasioni. Goditi il concerto ! >>














11.7.16

testamento © Daniela Tuscano

Le guardi e non hai scampo, non sono dipinti, sono profezie realizzate, la Chyniere che si squarcia come una Madonna nera e poi sviene in chiesa, annullata in un urlo munchiano, e la povera crista nera di botte, la sindone del femminicidio, la Federica spolpata, anch'essa con un grido ultimo, digrignato per l'eternità. La prima ha perso un amore, gliel'ha strappato via l'infame furia del razzismo, la seconda ha perso per amore, per un'altra infame furia dalla stessa radice. Signori, questo è l'odio. L'odio per il diverso, l'odio per la donna, anch'essa diversa, anch'essa da punire. Emmanuel, il marito di Chinyere, è stato trucidato semplicemente perché era lui, perché era nero, perché occupava lo stesso suolo, respirava la stessa aria del suo assassino. Perché aveva una moglie che non ha tollerato di sentirsi chiamare scimmia, perché non lo voleva lui, perché la dignità non ha prezzo, perché curvarsi non si può e non si deve più. Francesca, rea d'aver lasciato Luigi Alfarano, il marito-padrone, è stata ingiuriata anche dopo morta dal parroco che ha assolto e commiserato l'assassino (anche del figlioletto di quattro anni) e suicida, attribuendo la responsabilità del delitto al "Demonio".

 di Mauro Biani pagina
Perché Alfarano "era un uomo buono, amava la famiglia e adesso è senz'altro in paradiso". Come se il demonio non fossimo noi, come se il diavolo, colui che divide, non fosse in quel pugno che ha letteralmente diviso il bimbo dalla madre e massacrato il corpo d'entrambi.
A lui il paradiso spetta di diritto in quanto maschio devoto "alla famiglia", ecco il senso delle sciagurate parole del prete, ministro d'un dio con un solo sesso, davanti a cui è fatto obbligo inginocchiarsi, e servire, e morire.
Signori, questo è l'odio, e questa la cultura che troviamo nei libri, le frasi che sentiamo al bar, lo sguardo che leviamo sul mondo, da millenni, dagli albori dell'umanità. Questa la summa del darwinismo sociale, dell'apartheid dei sessi, del mondo a una dimensione: quella del maschio bianco, arroccato in una normatività criminale.
Sono baratri senza fine, queste donne. Rapprese in un definitivo "no". Stremate eppur possenti. Signori, questa è la guerra. L'avete in casa, ogni giorno. Sta solo a voi, a noi, disarmarla. Adesso, per sempre, ne vediamo il volto.

© Daniela Tuscano

9.7.16

ALLE SPALLE di © Daniela Tuscano


Eri lì, con quell'aria timida, provvisoria, ingannevole. La faccia degli studenti quando non son più studenti. Ed è sempre un giorno tiepido, e c'è sempre silenzio.
E ti scoppia nel cuore una gioia vorticosa, un senso di pianto che il mondo non saprà; muori in un attimo, in un attimo risorgi.
E sei adulto, e la vita ti seduce, fatale Armida senza delizie. Sei grande e diventi minimo. I tuoi progetti falliscono; sei costretto a fuggire. Tu, figlio di popoli giovani, guardi oltre le vetrate, nell'aria azzurra, straziante come un addio. Partendo, non piangi. Non ne hai il tempo. Subisci tutto e non sai perché: furto, violenze, percosse. Domani, ripeti, domani sarà finita, appena un poco e tornerò.
Ma non torni. Sei fuggito dal fanatismo, ti uccide il fanatismo. Cioè il nonsenso. Ti aspettava da quel giorno, covava alle tue spalle fra le congratulazioni e i sogni d'avvenire. Era dietro di te. Una croce spessa e nera. Ti sarebbe piombata addosso, l'avresti replicata sotto colpi assurdi, privi di dignità. Sì, una croce nera, nera come te. Nera come il buio. E muta, come il gorgo nel quale sei sceso.

© Daniela Tuscano

8.7.16

Tempio Pausania, Affollato sempre di più il circo dei ben pensanti Bullismo da social. il video di due ragazzi minorennni che cercano un po' d'intimita nei vicoli del centro storico divenmta virale


Sulla    scia  dell'articolo  di  Gallura news   (  vedi   url   sopra   )   sul  recente  bullismo da  social 


foto archivio google - www.bullismoedoping.it

avvenuto  nella mia  cittadiba      da  social  dedico  questa  cover  de Andreiana 


   specie questo verso 


Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio. 
 
a chi ha rovinato con il suo video e con le chiacchere la vita a due ragazzini  qui in un  post  sulla mia  bacheca  di  fb  una  mia  riflessione   ed  uno scambio d'opinioni  . e su questo chiudo sull'argomento per  evitare  di scendere  al livello  della mali lingue  di paese  . Aggiungo solo  lo questa  vigletta  qui  a destra  

la condivisione ai tempi di fb e dei social puo essere equivocata e mal interpretata

Ormai  dovrebbero saperlo anche i muri   che  in tempo di social       condivisione  non  vuole  dire  per  forza  che  tu  accetti o sia  d'accordo   su quella  cosa  o meno   .  Esistono     due  tipi di  condivione    quella  CRITICA     cioè quando  si    condivide   con una introduzione ma   anche  non  una  cosa   che contesti o su  cui non sei d'accordo per  contenstarla  o propporre   su d'essa un  dibattito  \  discussione  )  queola  ACRITICA  \  PASSIVA   tanto  per  farla   cioè    perchè  se 
d'acordo   e pensi  che gli altri\e  siano del tuo  stesso parere o quanto meno  vicino  ad esso  .
 Ora  Certe persone, che non distinguono la differenza  tra le due   codivisoni  : La  prima  i cui condividi cose    contrarie   al tupo modo di  pensaee   per poter smerdare / contestare mettere sull'avviso che sono idiozie xenofobe populiste come nel caso  successomi recentemente  sulla mia pagian di  fb  in  cui  commentavo  la disinformazione    sulla   fatto di Fermo   riportando    con un introduzione   critica   l'articolo  mi pare del il  giornale  ripreso   in maniera  distorta  dal sito   fogna  \  bufalistico   http://www.riscattonazionale.it/  . E   La seconda   . Ciò mi ha  portato  alla  considertazione   che   certa   gente , specie     quella  che   ti rimuove   senza    contestarti la  cosa   e   senza darti  diritto di replica   per  poterglierlo spiegare   ė meglio a volte perderla che trovarla

7.7.16

"Gli americani sbarcheranno in Sardegna". All'asta i cimeli della spia che ingannò i nazisti

in sottofondo  The Rain Song - Jimmy Page & Robert Plant HD [No Quarter 1994]

Cronaca » Sardegna

"Gli americani sbarcheranno in Sardegna". All'asta i cimeli della spia che ingannò i nazisti

Ieri alle 14:30 - ultimo aggiornamento alle 16:50

John Masterman


Sono state messe in vendita, in Gran Bretagna, le medaglie al valor militare conquistate durante la Seconda guerra mondiale da John Masterman.
Ai più il suo nome non dice nulla.
Gli studiosi, invece, sanno che senza di lui la Storia europea avrebbe preso una piega diversa.
Masterman, ufficiale inglese specializzato in azioni di spionaggio, fu infatti l'ideatore dell'operazione "Mincemeat", che nel 1943 consentì agli Alleati di sbarcare in Sicilia pressoché indisturbati per dare il via alla riconquista dell'Italia sotto occupazione tedesca.
I dettagli di tale operazione farebbero venire l'acquolina in bocca a diversi sceneggiatori e produttori di Hollywood.

Navi alleate nel 1943 in Sicilia
Navi alleate nel 1943 in Sicilia 
 
Masterman ideò infatti un incredibile depistaggio, per ingannare l'esercito nazista e permettere alle truppe statunitensi di raggiungere le coste siciliane senza trovare una feroce opposizione: ai tedeschi venne fatto ritrovare il cadavere di un uomo, abbandonato da un sottomarino della Royal Navy davanti alle coste spagnole, con indosso un passaporto inglese e alcuni documenti "segreti", nei quali si accennava a un imminente sbarco degli Alleati, non in Sicilia, bensì in Sardegna e in Grecia.
Credendo di essersi imbattuti in un pezzo grosso dell'esercito nemico in possesso di informazioni preziose e riservate (in realtà il corpo apparteneva a un senzatetto morto in Galles), gli ufficiali del Reich diramarono l'ordine di monitorare le coste sarde ed elleniche, di fatto sguarnendo la sorveglianza alla Sicilia.
Il diversivo si rivelò un successo e gli Alleati poterono iniziare la loro controffensiva.
Il tutto, grazie allo 007 (ante litteram) Masterman.
Secondo le stime, il suo piano, oltre che alla disfatta nazi-fascista - contribuì a salvare circa 40mila vite umane.
Le medaglie di Masterman messe all'asta
Dopo decenni, i riconoscimenti ottenuti dalla diabolica spia britannica saranno messi all'asta da un anonimo collezionista che li ha gelosamente custoditi e che ora ha deciso di privarsene.
La vendita, riferisce il Mail Online, avverrà il prossimo 22 luglio.
Base fissata per accaparrarseli: 5mila euro.
Una cifra irrisoria, dicono i responsabili della casa d'aste Dix Noonan Webb di Londra dove avverrà l'incanto, per dei cimeli appartenuti a uno degli artefici della sconfitta di Adolf Hitler e del suo Reich.

Le medaglie di Masterman messe all'asta

La polizia lo cerca per 37 anni. Quando lo rintraccia fa una scoperta incredibile






Cronaca » USA
Lunedì 04 Luglio alle 14:54 - ultimo aggiornamento alle 16:24   www.unionesarda.it




La polizia lo cerca per 37 anni. Quando lo rintraccia fa una scoperta incredibile



                                   Bill Burchfield alias Harold Arnold

Nel 1979 era stato condannato a 16 anni di carcere per omicidio volontario, ma era riuscito a fuggire, facendo perdere le sue tracce.Oggi la polizia è riuscita a riacciuffarlo.
Trovando però un uomo incredibilmente diverso da quello che 37 anni fa finì sotto processo.Lui è Bill Burchfield, 67 anni, rintracciato dalle forze dell'ordine nello Stato Usa del Kentucky. Secondo quanto riferito dai media americani, dopo l'evasione ha assunto l'identità di un suo cugino deceduto, tal Harold Arnold. Ed è andato a nascondersi nella cittadina di Laurel County, 59mila abitanti, famosa per aver dato i natali al primo ristorante della catena Kentucky Fried Chicken e per il Festival mondiale del pollo fritto che si tiene ogni anno per le sue strade.Qui Bill, alias Harold, ha iniziato una nuova vita, avvicinandosi alla religione, fino a diventare diacono.Non solo: per anni si è speso per i più bisognosi e si è prodigato per i poveri, impegnandosi come volontario al servizio degli ultimi e distribuendo pasti ai senzatetto. "Altro che assassino. È l'uomo più buono che abbiamo mai conosciuto", raccontano i suoi concittadini.Che ora, dopo l'arresto, hanno avviato una petizione per convincere le autorità a concedergli la grazia.O, comunque, ad esere clementi, alla luce delle tante, documentabili opere di bene a favore della società. La vicenda ha fatto il giro del mondo, rilanciando il dibattito sul recupero e le possibilità di riscatto per i detenuti.

Trento Cacciatrici e «modelle»: gli insulti corrono sul web Una delle doppiette che aveva posato per il calendario 2016 ha denunciato i commenti alle foto su Facebook ritenuti diffamatori e anche minacciosi

premetto che sono  per  amare  gli animali  contro la caccia  ( salvo che  questa   non  sia  inevitabile  es nel caso di animali in sovranumero  e creando dei  problemi di aquilibrio  ambientale  tra prede e predatori  , cme esempo il  caso dei cinghiali in sardegna ) e la sua esaltazione . Ma  qui si tratta  di mancanza  di  rispetto  . Un vero amante dela natuira  e    dovrebbe  avere  rispetto    verso  tutte le forme  uomo  comnpreso . Non ti  piace  la esaltazione , denucciarlo se  c'è un reato penale  o  criticalo  pure  ,  ma   senza  minacciare ed  insultare  .  E' per  questo   che  vado  contro corrente  è  dico  hann fatto bene le  protagoniste   a denuciarli  i fanatici  animalisti   OVVIAMENTE SENZA GENERALIZZARE

da http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2016/07/07/news

Cacciatrici e «modelle»: gli insulti corrono sul web
Una delle doppiette che aveva posato per il calendario 2016 ha denunciato i commenti alle foto su Facebook ritenuti diffamatori e anche minacciosi









TRENTO. La finalità dell’iniziativa era (ed è) benefica: la raccolta di denaro per sostenere associazioni che aiutano famiglie, bambini e anziani in difficoltà. Il mezzo è collaudato: un calendario. Particolari le modelle unite dal fatto di essere tutte cacciatrici trentine e di mettersi in posa - assolutamente vestite - con le «divise» delle doppiette anche di altri tempi. E proprio il calendario delle cacciatrici trentine è entrato nel mirino di alcuni animalisti che hanno bersagliato le «modelle» con una serie di messaggi offensivi (anche pesanti) su Facebook. Tanto da spingere una di loro a rivolgersi all’avvocato Marcello Paiar per denunciare alcune di queste persone per diffamazione, minacce e ingiurie.
Una denuncia contro la quale la procura ha chiesto l’archiviazione ma il legale ha presentato opposizione aggiungendo altro materiale a quanto già depositato a gennaio quando era stata presentata la querela.
Ma per spiegare la vicenda è necessario fare un passo indietro al novembre dello scorso anno quando il gruppo cacciatrici trentine presenta (e non si trattava della prima edizione) il calendario. Cercando su Facebook la notizia della loro iniziativa si sono imbattute nel profilo di un trentino (animalista) e soprattutto nelle sue riflessioni pesanti e anche in qualche modo grevi. Seguite da commenti di altri utenti del social network dello stesso tenore.
Con paragoni con i calendari dei camionisti con gli pneumatici sostituiti dai fucili. Oppure frasi come «vogliamo parlare delle “donne” (le virgolette sono dell’autore del post, ndr) di questa provincia succhiasoldi. A parte che sono una più.... dell’altra, (...) la cosa allucinante è che sono delle assassine».
Una frase fra le tante che riportiamo per far capire il tenore degli interventi. Corredati da alcune immagini del calendario presentato nei giorni immediatamente precedenti.
Ma a spingere una delle cacciatrici a presentare la denuncia sono state quelle frasi che lei ha avvertito come una minaccia diretta alla sua attività commerciale e ai suoi clienti. Con la promessa di un’attività di boicottaggio. Che, nei fatti, non si sarebbe mai tramutata in azioni «reali».
Pensieri e frasi che hanno causato nella donna un profondo stato di malessere tanto da spingerla ad affidarsi
ad un legale per veder condannati chi l’aveva diffamata e minacciata. Una denuncia per la quale, come detto, la procura ha chiesto l’archiviazione e ora la «palla» passa al giudice che dovrà esprimersi sull’opposizione all’archiviazione che è stata presentata dal legale della cacciatrice.

6.7.16

.Si laurea a 82 anni per amore della moglie Carmelo Toscano aveva finito gli esami già nel 1974 e ieri ha presentato a Sociologia la sua tesi sul capitalismo in agonia


Lo so che molti di voi ,  come non biasimarli , mi diranno   :   è che  palle   è già il terzo articolo    che riporti su argomenti   simili  in queste due settimane  ;  ma stasi diventando vecchio.;  non sapevo che t'interessassi    d  tematiche   da  giornali rosa  e  tipo  harmony  ; ...  ecc  . 

Ma   se   leggete  questa storia   fino in fondo  , prima di sparare  cazzate    a  random   capirete  che tale  vicenda   non puo' essere  in modo riduttivo in quadrata   in tali categorie  


Si laurea a 82 anni per amore della moglie

Carmelo Toscano aveva finito gli esami già nel 1974 e ieri ha presentato a Sociologia la sua tesi sul capitalismo in agonia 
                             di Giorgio Dal Bosco






Non solo, ma questa è una pagina tenerissima di un libro rosa dove, tuttavia, di realismo non manca niente. Non manca l'ambizione di lei «desidero essere la moglie di un dottore» e nemmeno la smorfia di assenso di lui che, prima, sbuffa un «vabbè, mi arrendo, mi laureo» e, poi, le sussurra un « sono contento di ...accontentarti». Questa, in maniera stringata, è la storia di Carmelo Toscano, nato nel 1934, siciliano di Lentini, bolognese d'adozione, ragioniere, sposato con Antonietta, venuto a Trento nel 1968 ad iscriversi alla già quasi famosa Sociologia.
La sua, professionalmente, è una vita tutta dentro “Timo” e Sip, rispettivamente “nonna” (emiliana) e madre di Telecom, fino al pensionamento nel 1987. Con la passione, oltre a quella del contestatore che presagiva come la tecnologia si sarebbe fagocitata centinaia di migliaia di posti di lavoro, una grande passione – si diceva - per tutto ciò che è “sociale”, in particolare per una diversa modalità dell'organizzazione del lavoro che avrebbe dovuto ubbidire all'imperativo «far lavorare meno ore per far lavorare tutti».
Carmelo si è sempre messo di buzzo buono anche in questo almanaccando sistemi organizzativi migliori. Quella tesi dal titolo «Capitalismo in agonia», scritta quando aveva 38 anni, intanto , però rimaneva lì in casa tra gli scaffali come un impolverato album di foto di famiglia. Antonietta la moglie, - come sussurra la figlia Alessandra «moglie sì, ma con un'espressione più intima io definisco meglio una compagna di vita, una donna che ha condiviso con il marito ogni decisione e ogni grande o piccola emozione» - ha covato per qualche tempo un segreto desiderio.
Lo covava, forse, anche tra un gorgheggio e l'altro, tra un'opera e l'altra, cantando come soprano lirico al Teatro Comunale di Bologna. Poi, l'anno scorso Carmelo si è trovato tra le mani quel fascicolo «Capitalismo in agonia» che ha portato , non si sa mai, alla casa editrice Pendragon che subito ha pubblicato l'opera in due volumi. Involontariamente Carmelo ha così dato il “la” alla sua laurea. Sì, perché la moglie Antonietta e la figlia Alessandra come due carbonare hanno tramato nell'ombra.
Qualche telefonata a sociologia, qualche distinguo e infine la certezza di una cosa importante: il laureando, all'epoca dell'ultimo esame, per motivi tutti suoi e non per eventuali ripensamenti sulla eventualità di laurearsi, si era fatto certificare dall'Università di aver superato tutti gli esami. E questo attestato che gli ha permesso di laurearsi a distanza di 42 anni.
Così per Carmelo è arrivata la “bomba”: la richiesta della moglie, ossia, la preghiera di andare a Trento, discutere la tesi già pubblicata. La “carboneria” di madre e figlia aveva vinto. D'altra parte 60 anni di matrimonio vissuti senza tentennamenti e con un grande dolore, supportandosi (attenzione, non sopportandosi) vicendevolmente dovevano essere festeggiati.
Ecco, appunto, supportandosi. Sì, perché quando Carmelo, allora già impiegato alla Sip, aveva deciso di iscriversi a Sociologia, la moglie aveva apprezzato e stimolato l'iniziativa anche se lo studio avrebbe distolto Carmelo, almeno parzialmente, dal ruolo di grande padre e di bravo marito.

5.7.16

come educare i bambini contro il bullismo in maniera originale e formativa .il caso di una maestra inglese

musica  in sottofondo

Giorgio Gaber - Non insegnate ai bambini

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http://liberofamily.altervista.org/non-insegnate-ai-bambini-troppo-bella-leggetela-tutta/
Non si educa alla libertà con metodi che portano all’obbedienza



tale  esempio      vale  più  di mille  paole  e  bla  ... bla  . Perchè  con  i  bambini    sono   piu'  formativi i gesti   e  gli esempi che le  parole  . 


Una maestra inglese, Rosie Dutton  ( foto a  destra  )  , ha trovato un modo davvero efficace per spiegare ai suoi alunni gli effetti del bullismo e per farlo ha usato un mezzo semplicissimo: una mela.  Essa  Ha postato su facebook il resoconto della lezione e il suo post ha avuto ,  come   riporta  con tanto di traduzione   e  articolo   dalla fonte  original il portale  http://www.cosedamamme.it/ un enorme successo perché la sua idea è stata tanto semplice quanto potente.
Perché le parole sono facili da dimenticare ma l’esperienza e le immagini rimangono scolpite nella mente e quei ragazzini difficilmente riusciranno a dimenticare l’immagine di quella seconda mela.

 Eccome  come   ha  fatto 
http://ischool.startupitalia.eu/education/55659-20160702-bullismo-spiegato-con-mele

I danni del bullismo spiegati con le mele: l’idea di un’insegnante

Un esperimento per svelare che le parole fanno soffrire gli altri e creano danni, anche se non li vediamo .


Rosie Dutton di Relax Kids, un’azienda che crea programmi di supporto psicologico ed emotivo di studenti da 10 e 11 anni, scrive un post su Facebook dove racconta come, con due mele, è riuscita a spiegare in modo innovativo i danni che il bullismo può causare nelle vittime: «Spesso non vediamo il dolore che causiamo alle persone con le nostre parole. Ho trovato un modo per mostrarlo» scrive.

rosie duttonCome parte l’esperimento

La Dutton racconta di aver portato in classe due mele apparentemente simili. A insaputa dei ragazzi ha gettato sul pavimento ripetutamente una delle mele: «Ho iniziato col dire loro quanto odiassi una delle due mele, quanto la trovassi disgustosa e orribile. Dopo aver spiegato perché non mi piaceva, li ho invitati a fare lo stesso» spiega Dutton che poi si spinge oltre e spinge gli studenti a insultare il frutto, mentre lo mostra tra i banchi. ”Sei una mela puzzolente”, “Preferirei che non esistessi”, sono alcune delle parole che gli studenti hanno rivolto alla “povera mela”.

Altro trattamento per l’altra mela

L’esperimento prosegue con l’insegnante che prende l’altra mela e questa volta invita gli studenti a tesserne le lodi, “la tua buccia è splendente”, “Che bel colore che hai”…Dopodiché racconta di aver messo le due mele sulla scrivania e chiesto agli studenti di notare le differenze: «Nessuno ha saputo dirmi nulla, le mele sembravano uguali a tutti, malgrado tutto» spiega. La prova prosegue con lei che le taglia a metà. Come prevedibile dentro appaiono completamente diverse, una chiara, fresca e gustosa. Mentre l’altra, quella che ha ricevuto il peggiore trattamento della classe si mostra rovinata e molliccia.

I danni del bullismo si vedono dentro non fuori

L’esperimento così giunge alla sua conclusione. L’insegnante spiega ai ragazzi che i maltrattamenti, i comportamenti e le parole cattive che utilizziamo con gli altri, creano “danni all’interno delle vittime” che non si vedono, “come è successo con la mela, se non la avessimo aperta non avremmo notato quanto dolore le abbiamo causato”.
L’insegnante spiega che la singolare lezione ha aperto un dibattito costruttivo in classe con i ragazzi che “hanno iniziato a parlare tra loro, della loro vita, a comunicare i loro disagi”. La speranza è che l’esperienza sia utile per sviluppare un maggiore senso di empatia e compassione: «A differenza di una mela, abbiamo le competenze per fermare tutto questo (il bullismo e i danni che provoca, ndr). Possiamo farlo insegnando ai ragazzi che non è giusto dire cose spiacevoli agli altri. E discutendo con loro sul dolore e i danni che le parole possano causare nelle vittime. La lingua non ha ossa, ma è abbastanza forte da distruggere un cuore» conclude, auspicando in una nuova generazione più gentile e più attenta ai ragazzi e ai loro disagi.

Il “sì” sott’acqua di Martino e Elisa sposi in muta da sub


Marito e moglie di Campocroce di Mogliano coronano il loro sogno. Dichiarazioni, baci e abbracci sedici metri sotto il mare
di Rubina Bon



Una volta tornati in superficie, Elisa Nicorelli e Martino Pivato sono stati salutati da una pioggia di petali. I due novelli sposi di Campocroce, titolari di due pizzerie da asporto a Mogliano e Frescada, hanno voluto così ri-celebrare la loro unione, dopo le nozze con rito civile il 12 giugno a Torre di Mosto, in fondo al mare. La cerimonia, orchestrata dal Centro Sub Treviso e dal Diving Nord Adriatico di Jesolo, era in programma domenica, ma le previsioni avverse hanno imposto di anticipare a sabato il primo matrimonio subacqueo nell'Alto Adriatico. La location scelta non è stata casuale.

«Al nostro matrimonio mancava una persona importante, ossia Luciano Roma detto Ciano, morto in un incidente», racconta Elisa che era stata allieva sub di Ciano, «abbiamo deciso di andarlo a trovare, coronando il nostro sogno di sposarci sott'acqua». Giovanni Alban, responsabile del Centro Sub e del Diving oltre che celebrante, ha organizzato tutto alla perfezione con il suo staff: la moglie ha realizzato le mute per gli sposi, il tavolo delle promesse era agghindato con fiocchi e tulle, sul fondale è stata stesa una corsia bianca per non rovinare le formazioni naturali. Anche la formula del "sì" è stata adattata al matrimonio speciale: "Non osi separare l'uomo ciò che il mare ha unito

4.7.16

NATURALMENTE STRANO di © Daniela Tuscano

Dacca, uno studente musulmano ha preferito morire piuttosto che abbandonare le amiche



Non fanno rumore. Camminano tra noi, con la levità degli angeli. Ma non hanno nulla d'etereo. Sono volti e storie come tanti, come tutti. Percorrono lo stesso destino, e quando fanno il bene, spesso, non se ne accorgono. L'assaporano, come fosse un bicchier d'acqua, poi irrompe l'imprevisto, l'efferata eccezione, e li trova attoniti ma pronti. Così la loro normalità s'impone e giganteggia.
Portano nomi diversi a seconda delle nazionalità. In questi giorni erano italiani. Ma oggi ne scopriamo altri. Uno di loro si chiamava Faraaz, bangladese. 

 
 
Aveva un bel viso liscio, i tratti delicati, l'occhio acuto e docile, come molti delle sue parti. La magrezza del Sud-Est asiatico non stona in abiti occidentali, non ha mai avuto nulla di coloniale; ha conservata intatta la sua anima meditativa e anarchica. Faraaz non faceva eccezione. Studente, immaginiamo brillante, di qualche Università americana, era rientrato nel suo paese per una breve vacanza, portandosi dietro due amiche come lui bangla, come lui musulmane, come lui antiche e moderne. Facce da melting pot, tè e buoni libri, rock and roll e tende di sguardi. Poi sono arrivati quelli là che dicono figli di riccastri, che non hanno mai fatto altro che abbaiare, e non se ne capisce il motivo. Ma non ne esistono, di motivi. Esistono spazi d'arrivo terribili in cui i Faraaz provano sgomento e paura, com'è normale. Ma gli ululanti lo rassicurano, non ce l'hanno con lui ma soltanto con gli stranieri e però vogliono far fuori le sue amiche che proprio straniere non sono. A questo

Faraaz Hossein, lo studente bengalese ucciso
da http://www.quotidiano.net/

punto nella mente dei Faraaz avviene un cortocircuito: se già gli sembra assurdo pigliarsela con altri che per lui sono semplicemente esseri umani, figurarsi violare le sue amiche.
Ma per gli ululanti quelle non sono amiche e nemmeno bangla, bensì femmine vestite all'occidentale, quindi apostate e meritevoli di morte. Siccome Faraaz non ha mai letto nulla di simile nel Corano e ha vissuto il suo Islam come un compagno di viaggio, naturalmente si ribella, quelle ragazze sono persone e non femmine e soprattutto non abiti. Quindi non fugge, le difende e gli ululanti li ammazzano tutti. Fine.
O piuttosto inizio. Non fanno rumore, camminano tra noi. Faraaz non era un eroe, anzi sì, perché abbiamo assunto l'ottica degli assassini. Sono loro gli stranieri, gli strani, gli estranei, gli alieni. Faraaz no, rappresenta la normalità. È lui l'uomo, lui il musulmano, lui l'amico e lo studente e il camminatore della vita, il naturalmente strano e la maggioranza. Lo vediamo quand'e' spento. Sappiamo che visse. Lo piangiamo e avvertiamo mancarci una voragine. Fossimo meno distratti, però. E più fiduciosi nell'altrui umanità. Che non è così male, né così rara.

                      © Daniela Tuscano

culturamente mainate ha presentato Donna Fenice V – Crisalidi” di Barbara Cavazzana“

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