Questa volta avrei evitato qualsiasi intervento, lasciando spazio o, meglio, parola alle fotografie e soprattutto ai video. Del resto, blog come
Il corpo delle donne (da cui attingo anche per il presente post) e, più modestamente, la mia rubrica
DadonnAdonna già svolgono un ruolo. Qualche appunto, però, si rende necessario.
Al min. 7.21 Nina Moric, ex moglie di Fabrizio Corona, viene usata come "prosciutto" durante una puntata di Striscia la notizia sotto lo sguardo divertito di Pino Insegno.
Alcuni giorni fa è giunta a "Repubblica" la lettera piccata di
Antonio Ricci, l'ex-preside più giovane d'Italia ormai affermato e spumeggiante autore di moltissimi programmi di enorme successo, da
Drive In a
Striscia la notizia, da
Paperissima a
Emilio, a
L'Araba Fenice (che destò scandalo per la partecipazione nuda di
Moana Pozzi, le cui "gesta" verranno presto celebrate in un film), all'impareggiabile
Velone, e via di seguito. Offeso dall'accostamento, fatto da diversi commentatori, tra le soubrette del suo
Drive In e la successiva, dilagante subcultura delle
escort, Ricci ha rivendicato invece l'importanza della sua trasmissione
"libera e libertaria degli esagerati anni '80, osannata all' epoca da tutti gli intellettuali", definendola
"comica e satirica". E a proposito delle ragazze
"Fast Food", ha aggiunto:
"...come allora ebbi modo di dire, erano iperboli: figure retoriche viventi, caricature parodistiche al pari del paninaro, del bocconiano, del Dott. Vermilione". Ricci ha pure ricordato come, in quegli stessi anni (un po' prima, in verità: si trattava di trasmissioni dei tardi '70) la Rai mandasse in onda le nudità di Rosa Fumetto, Ilona Staller e Barbara D'Urso.
C'è del vero nelle sue affermazioni: la più vera sembra essere la prima: che
Drive In fosse uno spettacolo comico e satirico. E' stata un'autentica fucina di talenti, credo che tutti i maggiori comici del tempo siano passati di lì. Ed è vero che anche in Rai si era tentato qualche azzardo. Ma il paragone, in tal caso, non regge: la mia precisazione "dei tardi anni '70" non era oziosa. Negli show cui allude Ricci, accanto a qualche bellezza
piccante - per usare un termine desueto, ma caro al nostro
premier - si esibivano anche Amanda Lear, Grace Jones, Patty Pravo: donne irrequiete e, nel bene e nel male, simboli non solo di sensualità, ma anche di un'epoca che sfidava il puritanesimo, la censura, le convenzioni piccolo-borghesi. E rischiava grosso. Ci fu un tempo, in Rai, in cui ogni tanto, per strane e miracolose alchimie, simili esperimenti erano possibili: ricordo vagamente talune inchieste dell'ultimo Pasolini (ripescate e assaporate oggi grazie a Youtube), persino servizi sulle "minoranze" sessuali che oggi non troverebbero posto nemmeno in quindicesima serata.
Negli anni Ottanta, invece - come ricorda efficacemente Antonio Labranca - la bizzarria era codificata, a tempo, girava a vuoto per le vie centrali della città cercando inutilmente di sbalordire i turisti o di spaventare qualche vecchietta. Ma non si trattava più di
épater le bourgeois: erano invece gli stessi figli della nuova borghesia che, improvvisamente sazi e avidi di materia, cercavano un antidoto alla noia che li opprimeva.
Drive In rifletteva appieno lo "spirito" di questa "materialità". Non era dunque uno spettacolo
libertario, ma soltanto
esagerato.
La comicità, anche quando diventava autentica satira (e accadeva spesso, va riconosciuto) e non semplice sfottò, seguiva ritmi veloci (
fast, appunto) ma scontati. Soprattutto nella rigida differenziazione dei ruoli maschile e femminile. Ricci avrà parlato anche allora di
"iperboli, parodie, figure retoriche" ecc. a proposito delle sue
Fast Food, è un insegnante di lettere e il suo vocabolario ricco e fiorito, furbo - mica per tutti... -, benché ridondante (iperboli e parodie sono già figure retoriche: attento alle tautologie, prof. Ricci). Io ricordo bene che dichiarò:
"Il pubblico vuole le donne? E noi diamogli le donne!". E il ruolo delle donne di
Drive In era quanto di più antico il suo scapigliato autore voglia far credere oggi; tanto è vero che da quel programma non emerse praticamente nessuna attrice comica di qualità. Perché il genio folle, l'attore vero, insomma la testa pensante, anche se matta, era l'uomo, come nella più classica delle tradizioni; di là da iperboli e parodie, e anche prescindendo dalle ultime notizie secondo cui alcune di loro
servivano come svago per i potenti di turno, compito delle
Fast Food era invece, molto più semplicemente, eccitare.
Ricci se la piglia poi con l'architetto Fuksas, colpevole, secondo lui, di aver confuso le sue "parodie" con le ultra-disinibite
Ragazze Cin Cin di
Colpo grosso. Sarei curiosa di sapere quanti, in tutta onestà, ne sappiano cogliere la
differenza; in ogni caso, le une e le altre si ricomposero proprio a
Paperissima, in una puntata dedicata, chissà come, agli errori delle procaci figliole. (Consiglio pure, in particolare per il link appena citato, di leggere alcuni commenti a questi filmati, tutti redatti da uomini. Alcuni raggiungono il sublime:
"questo e [senza accento]
il ruolo vero per le donne",
"anche le più feroci femministe depongono le armi: la freschezza e l'ingenuità di quei tempi fanno solo sorridere",
"Ti guardano con quelle acconciature e ti salutano ammiccanti! T***e! Le amo",
"grazie a questa trasmissione ho scoperto il ruolo della donna... erano le prime volte che mi veniva duro...").
Per concludere con Ricci, la sua autoperorazione suona tanto scomposta e patetica quanto quella delle spogliarelliste che si difendevano argomentando:
"No, io non sono una pornostar. Io faccio il burlesque
".Su
Non è la Rai forse non è neppure il caso di soffermarsi molto, però questa versione de
Lo shampoo di Gaber (!!!) magistralmente interpretata da
Antonella Elia (con "piuma" al posto di "schiuma") una sbirciatina
la merita. In tal caso concordo con l'anonimo commentatore che, rivolto alla bionda starlette, ha concluso:
"Beh, quella una voglia ce l'ha".
Sempre in
Scherzi a parte edizione 2009, condotta dal "sinistro"
Claudio Amendola, ecco la nuda
Belen circondata da maschi vogliosi e vestitissimi. Da notare l'espressione di
Paolo Brosio, recentemente
miracolato - come ha reso noto
lui stesso -.
L'umiliazione del corpo femminile viene pertanto da lontano e, benché più marcata sulle tv commerciali, si ritrova ormai dappertutto, sia sulle reti private sia su quelle pubbliche. E son tutti programmi di prima serata, alcuni (
Non è la Rai) destinati a un pubblico di giovanissimi/e. Non delle eccezioni, ma la regola. L'
amnesia della morale cui accenna
Edmondo Berselli ha radici antiche.
Tuttavia, il vero emblema di questa amnesia a me sembra una trasmissione di cui
mi occupai qualche anno fa:
La pupa e il secchione. Anche qui il giochetto non cambia,
Il pupo e la secchiona sarebbe stato improponibile, il maschio, benché sfigato, è comunque il cervello, la femmina il corpo. Mica un corpo da nulla. Lo testimonia l'esibizione delle "pupe" (dalle fattezze, con ogni probabilità straniere) qui sotto:
Sono consapevole del fatto che agli uomini piacciano molto, hanno palesato cosa in realtà desiderano da noi, ma può darsi che qualcuno capace di guardare oltre le... fessure esista pure, da qualche parte. I commenti sono irripetibili, ma uno, in ogni caso, vale la pena di menzionarlo, perché nella sua crudezza dà l'esatta misura di quel che accade di questi tempi, in giro:
"Nora è da stupro violento". E quinci sian le nostre viste sazie.
****
N. B.: Marrakech festeggia
Fatima al-Mansouri, 33 anni, la sua prima sindaca.
"Sono onorata di rappresentare Marrakech, mi auguro di vivere fino in fondo quest'avventura", ha dichiarato la signora Mansouri. Le porgiamo i nostri migliori auguri di buon lavoro.