Mi viene una tristezza leggere commenti presenti all'interno del post dela pagina fb dela nuova sardegna ( da cui ho tratto questa foto) SULLA DIVERSITÀ DELLA PELLE! ..... 😢😢😢😢
ci bastano i salvisnisti , che purtroppo stanno prendendo piede anche qui in sardegna . E dove queloche era un partito sardo , il psdaz , s'è alleato con salvini .
Una bellezza caraibica sfila in costume sardo alla Sartiglia di Oristano. Questa foto è di Alessandro Bertone @alessandrobertone
Mostrate la bellezza dei vostri territori, della natura, delle tradizioni e dei luoghi storici usando l'hashtag #lanuovasardegna. Le foto più belle (possibilmente quadrate o verticali) e i video più spettacolari verranno pubblicati sul nostro profilo Instagram @lanuovasardegna e rilanciati su Facebook, Twitter e Tumblr. Mentre due o tre foto al giorno troveranno spazio anche sul giornale di carta nella pagina dedicata ai social
quindi dico ai malpancisti ed identitari estremi 1) andate a studiare la storia dell'isola che un incrocio di etnie di culture . Infatti :<< [---..] Attraverso un lungo ed elaborato percorso storico, alle iniziali culture indigene si aggregarono molteplici apporti di civiltà provenienti dal mondo mediterraneo, contribuendo a formare un'eterogeneità culturale dai tratti fortemente originali. L'archeologia ha evidenziato chiaramente questa lunga evoluzione, ritrovandone tracce nel variare dell'architettura delle costruzioni attraverso i secoli, ma questo lungo cammino si riscontra anche nelle tradizioni legate intimamente all'arte delle produzioni artigianali,[91] alle variegate espressioni musicali, alle regole interne del mondo agro-pastorale e alla cultura sarda in generale [---] >> https://it.wikipedia.org/wiki/Sardegna 2) io non ci trovo niente di male se una persona di un'altra etnia, qualsiasi essa sia, vuole indossare un nostro costume o prendere parte alle nostre tradizioni, soprattutto con un orgoglio e un'umilta che pochi hanno .
«Un minuto e mezzo. Ce la faccio». Questa l’unica cosa somigliante a un pensiero che — ore più tardi — il diciottenne Lorenzo Pianazza riesce a ricordare di quei trenta secondi di inconsapevole eroismo metropolitano.
Pochi istanti per decidere
«Un minuto e mezzo. Ce la faccio».
Questa l’unica cosa somigliante a un pensiero che — ore più tardi — il diciottenne Lorenzo Pianazza riesce a ricordare di quei trenta secondi di inconsapevole eroismo metropolitano.
Pochi istanti per decidere
Sono quasi le 15, fermata «Repubblica» della linea tre della metropolitana. Il ragazzo sta tornando da scuola e, scendendo le scale, guarda come prima cosa quanto manca all’arrivo del prossimo treno: il display indica un minuto e mezzo. Un attimo dopo si accorge che sta succedendo qualcosa: «Ho visto una donna disperata, china verso i binari e poi, sotto, c’era un bambino, piccolo, evidentemente caduto giù». Lorenzo non ha potuto vedere la sequenza, ripresa dalle telecamere della stazione, del piccolo Mohamed (due anni e mezzo) che sfugge al controllo della madre e scivola fuori dalla banchina. «C’era un po’ di gente che si avvicinava e allora mi sono detto «ce la faccio, salto giù, lo prendo e riesco a risalire». Ho anche immaginato di correre in fondo al binario casomai fosse arrivato il treno, sperando che la metro si fermasse prima».
La cabina di controllo blocca il treno in arrivo
Non sono autentici pensieri, sono fotogrammi immaginati e che precedono i suoi gesti istintivi. Lorenzo non sa che in quello stesso momento Claudia Castellano, 32 anni, assunta dall’Atm soltanto l’estate scorsa, dalla cabina di controllo ha visto tutto e ha bloccato il treno in arrivo su quel binario. Il ragazzo si libera dello zaino, salta giù dalla banchina, afferra il bambino, lo porge alla madre, uno sguardo verso la galleria da cui dovrebbe arrivare il treno, poi si china ancora a raccogliere qualcosa («una trombetta di plastica che gli era caduta»), un’altra occhiata lungo i binari, poi si gira di schiena e facendo leva sulle braccia si issa sul marciapiedi. Sono passati meno di trenta secondi in tutto. È fatta. «Quando sono risalito il bambino piangeva — ricorda ancora — gli ho messo una mano sulla spalla per tranquillizzarlo, anche la mamma era terrorizzata. Mi ha detto grazie e poi io sono andato via».Lorenzo non poteva sapere che, nella cabina di controllo dell’Atm, Claudia Castellano visto tutto sui monitor ha immediatamente premuto il grande pulsante rosso che impone lo stop al convoglio in arrivo. «Ho fatto quello che dice la procedura», si limita a dire la trentaduenne in servizio dall’agosto scorso. Per fortuna aveva gli occhi incollati su quel monitor e nessuno, nel via vai ai tornelli, l’ha distratta proprio in quei secondi decisivi. Intanto sulla banchina è arrivato il suo collega Luca Mancuso, in servizio dalla cabina sul lato opposto. È lui a verificare che tutti sono in salvo e che quindi si può dare il via libera al treno in attesa in galleria (nella foto PhotoMasi, Claudia Castellano nella cabina di controllo Atm)
laura flora castellano all'opera
L’incontro tra Claudia Flora Castellano e Lorenzo Pianazza
in un frame dal TG1 (PhotoMasi )
Non sono autentici pensieri, sono fotogrammi immaginati e che precedono i suoi gesti istintivi. Lorenzo non sa che in quello stesso momento Claudia Castellano, 32 anni, assunta dall’Atm soltanto l’estate scorsa, dalla cabina di controllo ha visto tutto e ha bloccato il treno in arrivo su quel binario. Il ragazzo si libera dello zaino, salta giù dalla banchina, afferra il bambino, lo porge alla madre, uno sguardo verso la galleria da cui dovrebbe arrivare il treno, poi si china ancora a raccogliere qualcosa («una trombetta di plastica che gli era caduta»), un’altra occhiata lungo i binari, poi si gira di schiena e facendo leva sulle braccia si issa sul marciapiedi. Sono passati meno di trenta secondi in tutto. È fatta. «Quando sono risalito il bambino piangeva — ricorda ancora — gli ho messo una mano sulla spalla per tranquillizzarlo, anche la mamma era terrorizzata. Mi ha detto grazie e poi io sono andato via».
ecco il testo co traduzione di Plaisir d'amour (letteralmente Piacere d'amore) è una celebre romanza composta attorno al 1785 da Jean-Paul-Égide Martini su parole di Jean-Pierre Claris de Florian. Chi vuole può cliccare qui per ulteriori news sulla sua storie e le varie reinterpretazioni in chiave moderna
Originale in francese
Plaisir d'amour ne dure qu'un moment.
chagrin d'amour dure toute la vie.
J'ai tout quitté pour l'ingrate Sylvie.
Elle me quitte et prend un autre amant.
Plaisir d'amour ne dure qu'un moment.
chagrin d'amour dure toute la vie.
Tant que cette eau coulera doucement
vers ce ruisseau qui borde la prairie,
Je t'aimerai, me répétait Sylvie.
L'eau coule encore. Elle a changé pourtant.
Plaisir d'amour ne dure qu'un moment.
chagrin d'amour dure toute la vie.
Traduzione italianato,
La pena d'amore dura tutta la vita.
Ho lasciato tutto per l'ingrata Silvia,
E lei mi lascia e prende un altro amante.
La gioia dell'amore non dura che un momento,
La pena d'amore dura tutta la vita.
"Finché quest'acqua scorrerà lentamente
Verso quel ruscello che costeggia il prato
Io ti amerò", mi ripeteva Silvia.
L'acqua scorre ancora. Lei invece è cambiata.
La gioia dell'amore non dura che un momento,
La pena d'amore dura tutta la vita.
Apprendo sul sito della sergio boneli editore del'iniziativa degli autori di Zagor di Un albo speciale, "Il richiamo della foresta", che vede protagonista Zagor e uno dei suoi più grandi fan, Lorenzo Jovanotti! Dedicato a tutti quelli che, come loro, "non hanno radici, ma piedi per camminare"!
ha ragione Fabio Gianello <> anche se ogni tanto ci sono delle storie bellissime ( poi dipende dai punti di vista ) come quella di topo maltese o quella in cui riadatta moby dyck o sula strada di keruac << proprio da quando ha preso a "paperizzare" gli ospiti VIP ( tutti vecchie glorie, tra l'altro, senza nessun appeal per i giovani ).
Un albo speciale, "Il richiamo della foresta", che vede protagonista Zagor e uno dei suoi più grandi fan, Lorenzo Jovanotti! Dedicato a tutti quelli che, come loro, "non hanno radici, ma piedi per camminare"!
grazie alla canzone Grazie Job Act (La Locomotiva) - Checco Zalone , di cui riporto la parte finale
per chi voleva la canzone completa lo trova qui
si capiva in maniera sempre più chiara anche a chi non mastica politika e politica e si beve teore complottiste e bufalistiche come quelle di Povia o peggio si disnteressa . Anche se in realta soprattiutto quelli che lo avevo già capito da molto ma ancira speravano o avevano pauera d'essere accusati d'essere menegrami e cassandre ma continua va a riconsoscersi in tale canzone
lo so che dovrei liberarmi dalle esperienze del passato e dovrò prendere l'esperienza è traformarla ovvero fare cosi :
(...) Prenderò la tua miseria
vecchio servo
Ne farò la mia esperienza
Prenderò la tua gran rabbia
vecchio servo
Ne farò il mio solo affetto
Prenderò la tua speranza
vecchio servo
Ne farò la mia allegria
(...)
figlio del re - Piero Marras qui il testo integrale
e trovare la forza d'amare nonostante tutttele delusioni , due di picche , ecc ricevuti
Infatti soprattutto in amore ma ancora non trovo , almeno non completamente , la forza di uscire dall'amore cieco . << come un articolo di cronaca nera, riporta la drammatica vicenda di un uomo onesto e probo per conquistare l'amore di una donna che non lo ricambia e richiede sadicamente prove sconcertanti della sua passione: il cuore della madre, il taglio delle vene e, infine, la morte. Chi vince? In realtà è il trionfo della vanità che da una parte e dall'altra emerge per l'affermarsi di entrambi i risvolti dell'animo umano, quello cinico e spudorato e quello cieco e irrazionale. Con il tragico contenuto del testo contrasta l'allegro andamento swing, accompagnato da tanto di sezione fiati dixieland. >>[Matteo Borsani - Luca Maciacchini, Anima salva, p. 17] . Infatti la ballata di De andrè << è l'incontro tra una vanità e una dedizione assoluta, ma è anche il ricordo di una mitica forma del rapporto tra i sessi, in cui la donna impone al pretendente prove terribili ("l'ultima tua prova sarà la morte"). >>[Doriano Fasoli, Fabrizio De André. Passaggi di tempo, Edizioni Associate, Roma 1999, p. 80] De andrè nella Ballata dell'amore cieco ci fa ritrovare Ancora Baudelaire (cfr. Le passanti) . Essa narra di un uomo così perdutamente innamorato da accettare tutte le volontà della donna amata; e costei gli ordina prima di portarle il cuore della madre per darlo in pasto ai cani, poi gli impone di sacrificarle la sua stessa vita: "se mi vuoi bene / tagliati dei polsi le quattro vene". Ritroviamo in questa ferocissima donna i tratti fiammeggianti (così frequenti in Les fleurs du mal e in tutta la poesia che da Baudelaire discende) della femme fatale, la donna fatale, cioè della donna-idolo, spietata e bellissima, fredda e crudele, assetata di sangue, assetata di morte; ricorderò un esempio di questa figura nell'opera del poeta francese, in cui è la donna stessa a strappare il cuore a colui che l'ama, dandolo in pasto alla sua bestia preferita:
Je poserai sur lui ma frêle et forte main; Et mes ongles, pareils aux ongles des harpies, Sauront jusqu'à son coeur se frayer un chemin. Comme un tout jeune oiseau qui tremble et qui palpite, J'arracherai ce coeur tout rouge de son sein, Et, pour rassasier ma bête favorite, Je le lui jetterai par terre avec dédain.
Poserò su di lui la mia fragile e forte mano;e le mie unghie, simili alle unghie delle arpie,sapranno scavarsi un cammino fino al suo cuore.Come un uccellino che trema e palpita,strapperò il suo cuore rosso dal suo petto,e, per saziare la mia bestia preferita,glielo getterò per terra con disprezzo
Ma ecco: << anche questa volta, dobbiamo constatare in De André un processo di umanizzazione; la donna fatale di Baudelaire, infatti, non si pente mai della propria crudeltà, che le è sostanziale, poiché è un gelido idolo privo di cuore e di qualsiasi sentimento. Invece, donna fatale solo per poco tempo, la donna di De André è costretta all'amarezza della solitudine: "ma lei fu presa da sgomento / quando lo vide morir contento / morir contento e innamorato / quando a lei niente era restato / non il suo amore, non il suo bene / ma solo il sangue secco delle sue vene". Non c'è nulla da fare: pur in presenza di un così autorevole modello, De André non può non lasciare alla sua donna alla sua donna almeno una umana fragilità. >>[Liana Nissim, in Fabrizio De André. Accordi eretici, pp. 133-134]
Una delle mie canzoni preferite di De André adattata ad animazione! Ho trovato anch'io come il commento d'incorerenza ottimo lo stile retrò e semplice dei personaggi, un po' stereotipati forse, ma li ho apprezzati.Buona anche la regia con i suoi zoom enfatici ed i fondali geometricizzati ed essenziali. Un buon prodotto d'animazione per un paese in cui questo settore è continuamente gambizzato dall'importazione di materiale estero (non ho nulla contro cartoons ed anime,e comicis americani sia chiaro) che sfavorisce la produzione di opere proprie o quanto meno porta ad una loro americanizzazione vedi il fumetto Orfani della Bonelli ! Comunque Spero tu possa lavorare ancora ad altri progetti! concluso con questa canzone di dado canta la notizia
come spesso mi capita ci sono delle circostanze e dei fatti ( una e l'articolo sotto riportato ed il post che seguira a questo ) in cui si rimane basiti senza parole per commentare in maniera decente questi fatti e replocare a chi mi dice che dico ...... perchè ascolta la propaganda e non riesce a controllare la paura diventandone succube \ schiavo .
Vicenza, alla Fiera delle armi: bambini in gita e candidati a caccia di voti
Si sta tenendo in questi giorni a Vicenza il salone Internazionale della Caccia, del tiro sportivo e della difesa personale. Come nelle scorse edizioni, associazioni pacifiste e politici locali hanno fatto pressione, senza ottenere risultato, sull'organizzazione che cura la Fiera per impedire che i minori possano accedere agli stand dove sono in mostra armi di tutti i tipi (da caccia, da tiro sportivo, ma anche fucili simili a quelli in dotazione agli eserciti). A pochi giorni dalla sparatoria di Macerata, dove un ventottenne fascista ha sparato a otto persone con una pistola calibro 9 detenuta legalmente con licenza di tiro sportivo, Giorgio Beretta, dell'Osservatorio Permanente sulle armi leggere: "Sono in aumento le richieste di licenze sportive da parte di persone che non si recano al poligono ma vogliono semplicemente possedere un'arma"
Pienone di visitatori all'inaugurazione della fiera "Vicenza Hit". Proteste per la presenza dei minori. Passa la manina sul metallo opaco della canna. "Papà, questo serve per ammazzare le giraffe?", domanda. "No, le giraffe non si possono ammazzare. Serve per i terroristi", risponde il padre, pancia importante, pantaloni mimetici. Insieme al figlio, dieci anni al massimo, è in adorazione dell'espositore della ditta Bushmaster.
Il fucile ammazza terroristi si chiama Aac 300 Blackout. Una carabina semiautomatica da 29 colpi in uso agli eserciti di 50 Paesi. Per la legge italiana è un'arma da tiro, non da guerra. Quindi può essere esposta. Ieri decine di bambini hanno potuto apprezzarla e studiarla, al fianco di armi simili, nella prima giornata di apertura della quarta edizione di Vicenza Hit, fiera "della caccia, della protezione individuale e degli sport di tiro" in programma fino a domani: 380 imprese in 41mila metri quadrati di capannoni.
Al fianco degli appassionati di caccia e tiro a volo - che sono la grande maggioranza fra i visitatori - ci sono i genitori in cerca di armi con cui difendere casa. "Cerco una compatta, che però abbia un po' di manico", dice una donna sui quaranta, capelli corvini, mentre maneggia una minuscola pistola allo stand Beretta. Al suo fianco, un bambino paffuto.
"Lui è il più grande, ha otto anni. La sorella è a casa. Vivo in una villetta fuori Rovereto, mio marito è spesso via, ho paura delle rapine". Lei non è mai stata rapinata. Nemmeno i suoi vicini. A pensarci bene, non conosce nessuno che abbia subito rapine. "Ma armarmi è mio diritto, quindi mi armo. Di pistole ne ho già due", taglia corto.
La signora non è fra il milione e 100mila italiani (dato 2017) che hanno il porto d'armi. È nella schiera più numerosa - circa sei milioni, ma di dati ufficiali non se ne hanno dal 2008 - di chi detiene almeno un'arma denunciata. Da mesi, associazioni pacifiste e politici locali fanno pressioni sul sindaco di Vicenza, Achille Variati del Pd, perché "eserciti la sua preziosa moral suasion nei confronti degli organizzatori", al fine di "evitare la compresenza in fiera di bambini" e fucili d'assalto.
Lo scorso 21 settembre, 23 consiglieri comunali di ogni schieramento hanno firmato una mozione. Il Comune di Vicenza è uno degli azionisti di Italian Exhibition Group (Ieg), società nata dalla fusione di Rimini Fiera Spa e Fiera di Vicenza Spa. La fiera si è attrezzata con decine di cartelloni, che mettono in guardia sul fatto che i minorenni non possono toccare le armi. Ma evidentemente non basta.
Le associazioni che criticano la presenza dei bambini si sono date appuntamento ieri, sempre a Vicenza, in un convegno dal titolo "Insicurezza, rancore, farsi giustizia: dentro l'Italia che si arma". Nella sala dell'istituto Missionari Saveriani ha parlato fra gli altri Giorgio Beretta, presidente dell'Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di difesa e sicurezza (Opal), secondo cui "quella vicentina è l'unica fiera nell'Unione europea in cui siano ammessi tutti i tipi di armi, e non sia vietato l'accesso ai bambini".
Un'accusa che Ieg e l'Associazione nazionale dei produttori di armi e munizioni respingono, sostenendo che tutte le fiere europee di settore aperte al pubblico - da Salisburgo a Dortmund, fino a Rambouillet - avrebbero regole simili o ancor più permissive. A Vicenza, i minorenni devono essere espressamente accompagnati da un adulto, altrove no. Ma Opal e del Movimento nonviolento replicano: "Altrove ci sono solo armi da caccia o sportive".
Ed è questo il punto. A Vicenza Hit, la maggioranza delle armi esposte sono fucili da caccia e tiro. Molti sono italiani. Punte d'eccellenza dell'industria italiana delle armi non da guerra, che vale 7 miliardi e 293 milioni e impiega 87.549 lavoratori, con il 90,3 percento di esportazioni. Delle 63 medaglie assegnate nel tiro a Rio nell'ultima Olimpiade, 61 sono state vinte con fucili italiani. E come ha detto ieri in fiera Luciano Rossi, presidente della Federazione italiana tiro a volo (la più titolata al mondo), "ben venga se i giovani si avvicinano allo sport". Solo che, arrivati in fiera, sugli scaffali trovano anche gli Ak 47.
Arriveremi a questo ?
L'unica cosa che mi sento di dire è che forse la prevenzione ed u,n educazione non violenta è sempre piùnecessaria . Essa sarebbe dovuta iniziare in contemporanea alla campagna d'odio della nuova destra parlamentare ed extra parlamentare . Ma io sono abbastanza fiducioso . cjhe con le nuove tecnologie social ed internet si possa recuperare . Si dovrebbe iniziare Oltre che dalla scuola con ore all'interno di quellache una volta si chiamava educazione civica o assemblee d'istituto , dal linguaggio di tutti i media ( televisivo , internet , giornali ) . lo dice benissimo questo documentario su una dele stragi che avvengono negli Usa per le armi
indirettamente sempre su tale evento ma anche non ma sempre sulle armi , questi film qui
La multa è da 217 euro, ne paga 21.700 al Comune di Treviso Treviso. Usa l’home banking ma dimentica una virgola. Accortosi dell’errore, il Comune restituisce la somma non dovuta
di Federico de Wolanski
TREVISO.
C’erano una volta solo i bollettini postali in bianco, quelli che servivano per pagare tasse, more, multe, prestazioni varie, e che imponevano di far la fila allo sportello e soprattutto scrivere tre volte le stesse cose per completare tutte le tre parti del lungo cruciverba schematizzato: quella per le poste, quella per il cliente, quella per il beneficiario. E c’è una ragione se i bollettini, oggi come ieri, impongono questo sforzo di calligrafia: la correttezza dell’informazione, se ripetuta tre volte – e non serve scomodare la religione – è indubbia. Poi alla fila si sono sostituiti i clic, quelli dei portali home banking che permettono di evitare code e attese, ed effettuare tutti i pagamenti comodamente seduti da casa tramite pc, e oggi pure telefonino. Sempre sicuri certo, ma molto più rapidi, e la fretta alle volte si sa... Ne sa qualcosa un padovano di settantanni, che a fine dicembre si è visto recapitare a casa dal Comune di Treviso una sanzione da 217 euro per non aver comunicato alcuni dati a seguito di una multa comminata da uno dei tanti occhi elettronici della città. Una cifra di non poco conto, anzi, una bella mazzata tra capo e collo e per di più in pieno periodo natalizio. L’uomo non si oppone, e paga. Come lo fa? Home banking. Digita diligentemente l’iban, il codice della sanzione da pagare, la somma. Se fosse stato in banca il cassiere gli avrebbe chiesto di confermare. Fosse stato in posta lo avrebbero soccorso le tre schede da completare.A casa invece no, era da solo: ha autorizzato il pagamento e via. Un po’ più povero, ma con un pensiero in meno, si è detto, salvo poi rendersi conto di essersi dimenticato di un piccolo ma preziosissimo particolare: la virgola.Doveva pagare 217,33 euro, ne aveva bonificati 21733. «Averli...» vien da dire. Ma non è certo una colpa per l’uomo, che per la cronaca è l’ex sindaco di centrodestra di Rovolon - comune del Padovano - Francesco Baldan, 69 anni, medico di base in pensione. Rendersi conto dell’errore e saltare sulla sedia è sta questione di poco. Comprensibilmente allarmato, e un po’ imbarazzato, l’ex medico ha sfidato le ferie del periodo natalizio e si è attaccato al telefono per contattare il comando dei vigili urbani e l’ufficio ruoli, ha mandato mail con la copia del bonifico e la copia del verbale. Ha spiegato e rispiegato. «Me li restituite vero? E quando?». Col pubblico non si sa mai. Ma per sua fortuna la pratica è stata celere, «sono stati gentilissimi» racconta lui stesso». Con l’anno nuovo l’amministrazione ha restituito il dovuto: 21.515 euro. Tramite bonifico, chiaramente.
.canzoni consigliate ignoranza - dei Fast Animals and Slow Kids
... "che sempre l' ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte",
"che sempre l' ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte",
"che sempre l' ignoranza fa paura... ed il silenzio è uguale a morte" cit musicale --- di Francesco Guccini Inizialmente appena ho letto questo post dell'amica e compagna di viaggio
Scoprono una tipografia di denaro falso gestita da italiani... Ma gli analfabeti funzionali colpiscono ancora.
mi viiene a pensare in automatiche fradi del tipo : Quanto squallore! Ma come si fa? 😔 ., Due cose sono infinite: l'universo e la stupidaggine di certe persone ! ( Albert Einstein ) .
Ma poi mi vine da pensarla ( succede come nel post precedente di non riuscire a trovare parole mie davanti a simili commenti e\o fatti ) come questo commento di un suo contatto
Alberto FumagalliPermettimi di dire che questi non sono analfabeti funzionali ma solo individui ignoranti e biliosi incancreniti nella loro stupidità e carogneria. Non trovando modo di migliorarsi devono spalare m.... addosso agli altri per cercare di sentire meno il loro stesso tanfo. Puoi spiegargli le cose milioni di volte che tanto non capirebbero.☺
lo che non non dovrei pubblicità a questa immondizia,ma
Infatyti i commenti ovvviamente senza generalizzare aI monologo di #Favino nella giornata finale del festival ddi San RTemo e gli insulti di Gasparri non consno a tali figuracce ( la più comica è quiella in cui scambio Jim Morrison per un criminale slavo e si merito questa parodia di Dado)
lo su Twitter,insieme a tanti pseudo italiani lo insultano sui social mostrando al mondo i
ntero di essere degli analfabeti funzionali. La piece recitata è tratta dall'atto unico La nuit juste avant les forêts che parla del dramma universale di chi deve scappare per cercare lavoro. In particolare è stata scritta per gli emigranti francesi ed italiani. I commenti , Favino è la prova di quanta malafede c'è nelle cose che fanno , scrivono , dicono i malpancisti o beceri populisti