Io non lo so cos'è il comune senso del pudore : << lo sapevamo 50, 60 anni fa. Oggi non lo sappiamo più. È tutto da ridefinire. >>Marta Boneschi autrice de Il comune senso del pudore ( copertina al lato ) . visto s'alternano spinte : " pudiche " quella avvenuta di recente dove una ragazza mussulmana barbaramente uccisa dai parenti perchè vuole vivere come gli occidentali .Ora viene " uccisa " una seconda volta anche da morta per il un modo di pensare troppo pudico del fratello che ha fatto togliere la foto dala lapide perchè : toglie la foto dalla tomba: "Troppo scoperta ".
La seconda troppo " spinta " di certi manifesti pubblicitari troppo sessisti e pieni di luoghi comuni \ stereotipi sull'altro sesso .
Quindi il senso della decenza ( come si diceva un tempo ) e del pudore sta nel mezzo . Ma per poterlo usare avere \ formarselo dobbiamo capire e conoscere come s'era prima . Consiglio quest'altro bellissimo libro , su ''Gli italiani e il senso del pudore, tra libertà e ordine pubblico'' , di Liliosa Azara, docente di storia contemporanea e storia delle donne, I sensi e il pudore. L'Italia e la rivoluzione dei costumi
(Donzelli) racconta i cambiamenti del senso del pudore in Italia fino
al fatidico 1968. Data emblematica, nel suo racconto, è l'anno 1954
quando - per la prima volta - apparve nelle cronache il termine "ragazza
squillo" (traduzione dell'inglese "call girl"). Erano gli anni in cui
si combattevano due concezioni della pubblica decenza, in termini però
prettamente maschili, in particolare nel dibattito sulle case chiuse. In
pochissimi, come la senatrice Merlin, consideravano il punto di vista
femminile.
Ora dopo questo lungo spiegone veniamo ai fatti .
Iniziamo dal primo fatto che sembra una storia d'altri tempi " prima dei pc " dove bastava avere le spalle scoperte per passare delle .... scostumate
Brescia, non c'è pace per Hina Saleem. Il fratello toglie la foto dalla tomba: "Troppo scoperta "
Hina Saleem e la sua tomba
La ragazza pakistana era stata uccisa dal padre nel 2006 perché voleva vivere all'occidentale. Un misterioso benefattore aveva realizzato una lapide per lei, ma il fratello ha tolto la foto in cui è in canottiera: "Ne metterò un'altra" [...] da
https://milano.repubblica.it/cronaca/2018/11/17/
Una storia \ vicenda di quando la religione viene interpreta in maniera fondamentalista , fanatico e cretino secondo me . Sembra una storia avvenuta nellaultra cattoliccissima italiana degli anni 50 e che vide come dice questo articolo riportato sotto
Scalfaro: la leggenda dello 'schiaffo' a signora in decolte'
Il caso del 'prendisole' sulle cronache del luglio 1950
Ansa 29 gennaio, 14:24
Oscar Luigi Scalfaro
ROMA
Oscar Luigi Scalfaro fu protagonista il 20 luglio del 1950 di un episodio che fece molto scalpore sulle cronache dell'epoca, il famoso "caso del prendisole". Il fatto ebbe luogo nel ristorante romano "da Chiarina", in via della Vite, quando insieme a due colleghi di partito, ebbe un alterco con una giovane signora, Edith Mingoni in Toussan, da lui pubblicamente ripresa in quanto il suo abbigliamento, a suo parere, era sconveniente poiché ne mostrava le spalle nude.
Secondo alcune ricostruzioni dell'epoca, la signora si sarebbe tolta un bolerino a causa del caldo e Scalfaro avrebbe attraversato la sala per gridarle: E' uno schifo! Una cosa indegna e abominevole! Lei manca di rispetto al locale e alle persone presenti. Se è vestita a quel modo è una donna disonesta. Le ordino di rimettere il bolerino!. Sempre secondo alcune ricostruzioni, il futuro presidente della Repubblica avrebbe dato anche uno schiaffo alla signora, cosa che Scalfaro ha sempre smentito definendola una "leggenda". Sicuramente uscì dal locale e vi rientrò con due poliziotti. La vicenda finì in Questura dove la giovane donna, tra l'altro militante del Movimento Sociale Italiano, lo querelò per ingiurie.
ed estreme come questa
da
https://milano.repubblica.it/cronaca/2018/11/17/
L'olio per motori con la ragazza in lingerie: polemiche per la pubblicità sessista a Milano
La maxi affissione è apparsa in viale Forlanini. La protesta con il Comune, che anni fa ha varato un regolamento contro i manifesti offensivi e volgari
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la pubblicità contestata |
Un olio per motori pubblicizzato su maxi cartelloni con una donna in body e posa ammiccante accanto a una macchina. Ancora polemiche, a Milano, per una pubblicità sessista: una delle tante che, periodicamente, compaiono su muri e spazi per affissioni e che, puntualmente, vengono criticati per l'accostamento tra foto di donne poco vestite e prodotti di vario genere.
A denunciare il nuovo cartellone ( proma foto sopra ) apparso su viale Forlanini - la strada che porta all'aeroporto di Linate - è la pagina Facebook 'La pubblicità sessista offende tutti'. Che, oltre a stigmatizzare la scelta dell'azienda napoletana di oli lubrificanti per auto - commenta: "Complimenti al Comune di Milano : non dimentichiamo che aziende e pubblicitari possono fare questo perché c’è qualcuno che dà le concessioni". Ci si ricorda --- sempre repubblica --- il casi di
Pandora, il dietrofront dopo le polemiche: nella nuova pubblicità banditi gli stereotipi
Tra i commenti al post ce ne sono diversi che tirano in ballo direttamente il Comune di Milano che, già da qualche anno,
ha approvato un regolamento per evitare pubblicità volgari e offensive negli spazi pubblicitari del Comune. Infatti, tra quanti invitano a chiamare gli uffici di Palazzo Marino per protestare, c'è anche chi si rivolge direttamente a Diana De Marchi, consigliera comunale del Pd e presidente della commissione Pari opportunità. Che già era intervenuta un anno fa per una pubblicità
di un noto marchio di gioielli considerata offensiva da alcune donne e che subito risponde: "Cerco di capire se questo spazio è del Comune: purtroppo possiamo intervenire solo in quel caso".