3.11.16

la battaglia ecologista di Sylvie Guillem ex ballerina dell'Opéra di Parigi



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http://www.wordsinfreedom.com/sylvie-dopo-guillem-vivere-secondo-natura/

Dopo essermi " marzullato "  con questa  domanda  -  risposta

vegani o vegetariani ( parziali nel mio caso in quando mangio formaggio e uova e raramente carne d'allevamento non industriale\ intensivo ) scelta morale o moda ?
Entrambi . Anche se,lo stesso vale per tutte le cose , la scelta viene fatta criticamente \ spontaneamente e non in maniera acritica \ passiva. Io preferisco la seconda .




Ecco la  storia  secondo me sincera   e coerente di Sylvie Guillem .  Essa è    rispetto a  quella del sottoscritto , cresciuto  fine  anni  70 primi 80   sul finire della cultura  egli stazzi e delle cussuggie   (  I II )  dove  gli animali ( galline  , mucche  ,  maiali , api )   s'allevavano   in maniera  naturale  \  biologica  e  non intensiva  \  industriale  ed  i loro prodotti ( salun ed insaccati , miele ed  uova  )  
erano sani  che   se magia  pochissima  carne    e molta verdura  quindi  è uno che  non disdegna la  cucina vegetariana   - vegana   ma  non ha  il coraggio pur piangendo  ogni volta  che vede  carne  e programmi  sugli allevamenti  non riesce  a  fare il passo   definitivo ad uyn  alimentazione  senza  carne  ed  prodotti animali  .

ma  ora basta  con il mio capriccio  )   e  veniamo alla storia in questione






Sylvie Guillem è una ballerina francese Conosciuta ed apprezzata come una delle più grandi ballerine che ha incominciato ad 11\12 anni e nel corso del 2015 all'apice della sia carriera la cui scelta è stata << Annunciata la sua ferma intenzione di interrompere la carriera (“Mi ritiro quando sono al massimo, non volevo essere obbligata dai segnali del corpo”) [1], danza per l'ultima volta, il 30 dicembre 2015, davanti al pubblico giapponese .[2] >> ( da  wikipedia

    l'icona della danza Sylvie Guillem è anche una donna impegnata per la tutela dell'ambiente e la lotta contro “l'assurdità di un mondo suicida, ignorante, avido e sanguinario”. 
    Conosciuta ed apprezzata come una delle più grandi ballerine, l'icona della danza Sylvie Guillem è anche una donna impegnata per la tutela dell'ambiente e la lotta contro “l'assurdità di un mondo suicida, ignorante, avido e sanguinario”.Una scelta  coraggiosissima   come è evidente  sia  dall'intervista    rilasciata   al programma di rai tre  indovina  chi viene a cena del 31\11\2016  ce  trovate   qui su http://www.vegolosi.it/
      e  da  questa    che    del  20134  che  dimostra      come  la sua  scelta    fosse già nell'aria    quando ancora  era  una balleria  e  non delle coversioni dell'ultimo momento  fatte per  moda  o  farsi  pubblicità  




    Danza e ambiente, la battaglia ecologista di Sylvie Guillem

    Conosciuta ed apprezzata come una delle più grandi ballerine, l'icona della danza Sylvie Guillem è anche una donna impegnata per la tutela dell'ambiente e la lotta contro “l'assurdità di un mondo suicida, ignorante, avido e sanguinario”.

    di Salvina Elisa Cutuli - 20 Marzo 2013

    sylvie guillem
    Sylvie Guillem, una delle più grandi ballerine, icona della danza dalla straordinaria tempra fisica e non solo
    A volte nella vita ci si ritrova a vivere incontri che non avremmo mai pensato di fare se non nei sogni. Chi di mestiere fa il giornalista è abituato a realizzare interviste, ma l'abitudine cede il passo all'emozione quando si incontrano persone che hanno segnato in modo particolare la propria esistenza.

    È stato dunque per caso, una lacrima di emozione dopo averla vista ballare e sentita parlare, una forte stretta di mano, un ripensamento per non averne 'approfittato', un passo indietro ed un'attesa trepidante nel corridoio dell'Auditorium Parco della Musica di Roma prima di avere un suo recapito.

    Un climax di emozioni ed eccomi finalmente lì, a realizzare un'intervista a Sylvie Guillem, una delle più grandi ballerine, icona della danza dalla straordinaria tempra fisica e non solo. Basta vederla danzare per capirlo. Passione, talento, intelligenza, impegno, abilità, espressività si servono di un corpo longilineo e sinuoso capace di dare vita a movimenti, linee ed equilibri in una continua sperimentazione che l'ha portata ad affiancare il mondo del classico, con la danza moderna e contemporanea.

    Come detto, però, non è solo una questione di fisico. Dietro il palcoscenico, infatti, c'è un'artista, una persona attenta e cosciente del mondo in cui viviamo che ha deciso di sostenere l'esempio di Paul Watson – a lui e a Rudolf Nureyev ha dedicato il Leone d'oro alla carriera per la danza che ha ricevuto nel 2012 a Venezia – e degli attivisti di Sea Shepherd, promuovendo e facendo conoscere il loro messaggio durante i suoi spettacoli.

    Prima dell'inizio dello spettacolo – Sylvie Guillem, lo scorso 3 febbraio, ha aperto la nona edizione del festival Equilibrio all'Auditorium Parco della Musica di Roma, con un trittico di pezzi che riunisce tre dei più importanti coreografi del momento: Mats Ek, William Forsythe e Jiří kylián – sono stati distribuiti alcuni volantini con un messaggio chiaro che porta la sua firma: “[...] Eppure tutti noi siamo coinvolti da questi crimini contro la natura e la biodiversità, assolutamente tragici per le generazioni future. […] Il mio impegno con Sea Shepherd è teso a sostenere la lotta contro l'assurdità di un mondo suicida, ignorante, avido e sanguinario. Un mondo che saccheggia ciecamente le risorse da cui dipende. [...]”.

    Durante la nostra conversazione, quindi, ho avuto modo di conoscere un altro volto di questa artista imprevedibile e audace che ha sentito da subito il bisogno e la necessità di libertà di ballare a modo suo, che ha piegato le regole del balletto classico sfidando anche le convenzioni più radicate. Un volto curioso, attento e consapevole che lotta affinché l'essere umano impari a salvaguardare se stesso e quindi il pianeta.

    sylvie guillem
    "Tutti noi siamo coinvolti da questi crimini contro la natura e la biodiversità, assolutamente tragici per le generazioni future"
    Cosa è per lei la danza?

    È una necessità, una fortuna arrivata senza cercarla, senza chiederlo. È arrivata e sembrava una evidenza forte, non ho pensato e mi sono sentita subito a mio agio, trovando uno spazio enorme di libertà, di comunicazione, dove poter dare e ricevere generosamente. La danza per me è tutto questo. È una maniera di essere, una maniera come un'altra, come lo è per uno scrittore, un pittore o un cantante.

    Come definirebbe la danza?
    È la maniera di raccontare una vita o un persona anche se talvolta passa attraverso personaggi o cose non descrittive. Ovviamente è il movimento del corpo che permette che le emozioni si sentano, passino da una persona all'altra, come le parole della bocca, come le immagini di un film...

    Cosa pensa dei tanti spettacoli di danza che si vedono oggi in giro?

    È bello che ci sia l'opportunità di realizzare tanti lavori, ma sono pochi quelli che, guardandoli, mi hanno cambiato la vita. Fa parte della società di oggi avere tante cose nuove, nuovi lavori, progetti, creazioni, ma poca originalità. Sono nuove perché qualcuno ha deciso di fare qualcosa, ma questo qualcuno non l'ha fatto perché sente la necessità, perché ha qualcosa da comunicare in una certa maniera.

    Per arrivare al suo livello c'è bisogno di tanto lavoro, sostenuto dalla passione, dal cuore e da tanta intelligenza. Cosa si sente di dire ai più giovani che intraprendono questa carriera interessati, spesso, più alla forma che alla sostanza?

    Non posso cambiare la società e i ballerini che ne sono parte. Ci sono persone che fanno questo lavoro con passione, onestà, rispetto e necessità – non facciamo questo mestiere perché non abbiamo niente di meglio da fare – altre che... sai, una piramide è fatta sempre da una base larga con una punta molto stretta perché, come le persone, la varietà è davvero tanta. C'è chi pensa con il cuore, chi si lascia andare per scoprire le cose, per impararle e trasmetterle ad altri e chi, invece, ha come obiettivo la carriera fine a se stessa.

    Secondo lei si può danzare senza tecnica?

    Sì, sarà differente perché quando c'è un vuoto o una debolezza bisogna trovare una compensazione. Talvolta la persona ha qualcosa di così importante da trasmettere che il problema della tecnica non si considera neanche, non ci si pensa. È chiaro che per discipline come la danza classica è meglio possedere una tecnica, anche se non formidabile, per non correre il rischio di cadere e per acquisire una certa eleganza e grazia. Bisogna considerare anche cosa vuole/cerca il pubblico. Spesso lo sguardo del pubblico è più eccitato per la performance che per un'emozione. Sul palcoscenico come nel pubblico la gente è variegata.

    sylvie guillem
    "6000 miles away" è uno spettacolo ideato e interpretato da Sylvie Guillem come omaggio al Giappone devastato dallo tsunami (Foto da “6000 miles away”)
    Qual è il segreto di Sylvie Guillem? Cosa la muove?

    Se avessi un segreto non lo direi (ride!). Non c'è un segreto, sto ancora scoprendo e imparando molte cose, cosa c'è da fare, come reagisco alla vita... Ho avuto la fortuna di fare qualcosa che mi è venuto così senza cercarlo. Mi è piaciuto dall'inizio, ho visto che c'erano delle cose incredibili da vivere ed esplorare. Cerco di fare il meglio possibile, di continuare e seguire questo cammino in modo onesto. Non voglio deludere. Sul palcoscenico non si può nascondere ciò che siamo veramente, si sente e si vede tutto. “I do my best”. Ho questo approccio con la mia disciplina.

    È possibile raggiungere la perfezione?

    Si può cercare, ma non so quale sia la perfezione. Ci sono momenti in cui ho sentito emozioni più forti, ho visto maggiore bellezza, ma non so se è la perfezione.

    Di recente l'abbiamo vista protagonista dello spettacolo “6000 miles away” alla nona edizione del festival “Equilibrio” a Roma. Partiamo dal titolo. Cosa significa? 6000 miglia lontane da chi?

    Mentre eravamo a Londra e provavamo la coreografia di Forsythe – era giunto anche il momento di scegliere il titolo per lo spettacolo – ci è giunta la notizia del terrificante tsunami in Giappone. Sono tanti anni che vado in Oriente ed ho imparato ad amare questo paese... ho tanti amici, tante persone che conosco bene. Guardavo la televisione e mi sentivo inutile e impotente, non potevo comunicare con gli amici e non sapevo come stavano. Oltre alle persone che conosco pensavo anche agli altri, al pubblico che mi segue da tanti anni.

    Questa sensazione di impotenza non era piacevole. Mi dicevo: “ok non sono in Giappone, non sono lì, facciamo qualcosa che possa alleggerire lo stato d'animo delle persone colpite da questo evento”. Ed ecco il perché di “6000 miles away”. 6000 miglia, infatti, sono la distanza tra Londra e Fukushima. Un omaggio all'amicizia. Un pensiero che potesse far sentire che l'amicizia esiste anche se ci sono tanti chilometri che ci dividono.

    Mi ha stupito molto il volantino che è stato distribuito all'ingresso della sala del teatro con un suo testo che richiama l'attenzione del pubblico sull'associazione fondata da Paul Watson, Sea Shepherd. Perché divulgare e far conoscere proprio Sea Shepherd? Cosa rappresenta per lei la figura di Paul Watson?

    Ho visto per la prima volta, due anni fa circa, un documentario in televisione su Paul Watson e Sea Sepherd. Subito dopo, insieme a mio marito, abbiamo cercato su internet altre informazioni sull'associazione di volontari presieduta da Watson. Mi è sembrato qualcosa di utile, realizzata con senso e intelligenza. Ho sempre avuto coscienza dell'importanza della natura e degli animali e avevo la sensazione che le cose non stessero andando nella direzione giusta. La vita di Paul, le sue parole, ma soprattutto le sue azioni mi hanno aperto gli occhi ancora di più e ho visto la dimensione del problema che è molto maggiore rispetto a quello che pensavo.

    sylvie guillem
    "L'arte è la vita, fa parte dell'essere dell'umano, è tutto. L'arte prende ispirazione dalla natura, con le emozioni che noi sentiamo e proviamo"
    Io sono un'ecologista per indole, amo l'aria e quando arrivo in un posto nuovo mi fermo sempre a sentirla, a respirarla... non sono cieca rispetto a quello che c'è intorno a me, so che sono una piccolissima parte rispetto ad esso e da cui dipendo, ma non mi rendevo conto che la situazione fosse così drammatica nonostante facessi parte - come tanti - di associazioni conosciute. Mi sono detta: “Paul, Sea e i volontari agiscono personalmente, vanno sul posto e non lottano solo contro la caccia alle balene, quella loro è una lotta molto più ampia”.

    Noi non siamo il centro di tutto, siamo parte di un tutto che ha bisogno di un equilibrio e se ci comportiamo e pensiamo di essere superiori rispetto alle cose intorno a noi è finita. Stiamo facendo danni terribili. Avrei voluto scoprire Paul Watson e Sea Shepherdmolto tempo prima. Non posso andare sulle navi, non sono capace di “attaccare” i laboratori che torturano animali, vorrei essere capace ma non lo sono almeno per ora (ride), come posso aiutare ed essere utile per la natura e la vita in generale? Allora ho capito che forse potevo contribuire ad aprire gli occhi ad altre persone.

    Non è giusto che solo una piccola parte dell'umanità, considerata spesso terrorista o fanatica, provi a salvare l'altra grande parte del mondo. Tante persone non vogliono rendersi conto, non vogliono vedere e questo mi fa molto arrabbiare. Non vogliono sentirsi dire che le proprie scelte non sono buone e non hanno nessuna intenzione di cambiare le proprie abitudini perché vanno bene così, permettono di vivere in modo più comodo e semplice. Molti non pensano nemmeno al destino dei propri figli! Non considerano tutti gli animali torturati; un vero olocausto per quanto ne vengono uccisi ogni anno nel mondo.

    Quindi l'arte può avere un ruolo importante...

    L'arte è la vita, fa parte dell'essere dell'umano, è tutto. L'arte prende ispirazione dalla natura, con le emozioni che noi sentiamo e proviamo. L'arte parla, dunque può aiutare. Ma l'arte è fatta dagli essere umani quindi è la parola di una persona.

    sylvie guillem
    "Io sono un'ecologista per indole, amo l'aria e quando arrivo in un posto nuovo mi fermo sempre a sentirla, a respirarla"
    Visto che l'arte può contribuire a svegliare le coscienze delle persone ci vorrebbero più artisti che, come lei, contribuiscano alla battaglia ecologista

    Anche se ci sono molte persone note impegnate il problema, purtroppo, permane. Le decisioni vengono prese valutando le conseguenze immediate senza ragionare e progettare “in prospettiva”. In una tribù indiana, ad esempio, qualsiasi scelta viene ponderata e presa considerando le sette generazioni future. Oggi viviamo in un mondo pazzo.

    Paul Watson non ha passaporto, è chiamato terrorista e spesso è perseguitato dalla giustizia. Volontari che vogliono salvare l'umanità vanno in prigione, mentre chi distrugge gli altri e la vita con l'inquinamento, le armi, le guerre ha la possibilità di prendere tranquillamente le proprio decisioni e non viene ostacolato. Non si tratta di salvare solo gli animali, ma si va molto oltre. Il nostro comportamento con gli animali riflette quello che abbiamo con gli esseri umani; se non sappiamo prendere buone decisioni per gli animali non lo sapremo fare per noi, per il nostro futuro e per i nostri bambini. È una lotta fondamentale.

    Visto che si parla di cambiare, per lei cosa è il cambiamento?

    Io sono diventata vegetariana e per me è stato un passo enorme. Amavo, specialmente in Italia, mangiare i salumi, ma ho deciso, e non per la mia salute, di fare parte della soluzione e non del problema. Se fossimo in tanti a fare delle scelte di questo tipo potremmo cambiare le cose prima che sia molto tardi. Nel 2045 non ci sarà più a disposizione pesce da mangiare. Se gli oceani muoiono, moriamo tutti. D'accordo non posso cambiare il mondo ma uno più uno più uno… se non c'è domanda, se la gente non va al supermercato per mangiare una carne, tra l'altro tossica, non ci sarà più un tipo di allevamento industriale che distrugge gli animali, la natura e quindi il nostro habitat. Da tanti anni non vado più al supermercato.

    Quando ero giovane dicevano che mangiare carne e bere latte era sano, oggi sappiamo che non è più così. È una scelta morale non salutare. Per me il cambiamento è questo, aiutare anche altre persone a raggiungere questa consapevolezza. Avrei voluto avere qualcuno che mi avesse fatto conoscere Paul Watson tanti anni fa, non solo adesso. Il cambiamento è aprire gli occhi anche agli altri.

    È ottimista per il futuro?
    No, perché si è perso il senso, l'intelligenza, la compassione nelle cose e nei comportamenti. Non è più accettabile con i mezzi di informazione che oggi abbiamo a disposizione fare finta di non sapere, di non scegliere, di non cambiare. La gente non pensa agli altri, ma a se stessa. Non è la politica che può risolvere le cose. Ammiro Paul Watson, gli attivisti e coloro che hanno il coraggio di agire e non parlano solamente. Meglio combattere che mettere la testa nella sabbia. Questa è una lotta contro il denaro e il potere, ma anche contro l'ignoranza della gente.

































































































































































































































































    1.11.16

    eccellenze sarde Oristano, il pasticciere artista vince l'Olimpiade della cucina in Germania e Londra, tenore gallurese canta 'O Sole mio a sorpresa e fa impazzire la folla

    Oristano, il pasticciere artista vince l'Olimpiade della cucina in Germania


    ORISTANO. Gareggiando per la categoria dedicata alla Pasticceria artistica e confrontandosi con più di sessanta pasticceri provenienti da tutto il mondo, Marco Deidda, 32 anni, di Oristano, ha lasciato senza parole la giuria internazionale delle Olimpiadi della cucina di Erfurt, in Germania, meravigliandola con la sua scultura interamente realizzata con lo zucchero artistico e portando in Sardegna il primo oro in questa particolare tipologia di arte pasticcera.

    Che voce! Giuseppe Serra, 23 anni, tenore di Golfo Aranci, ha incantato centinaia di persone che si trovavano a Covent Garden, con un acuto finale degno dei migliori tenori italiani almeno  da   quel poco  che  ne  capisco di  voci  e   d'opera  lirica  

    Londra, tenore gallurese canta 'O Sole mio a sorpresa e fa impazzire la folla




    LONDRA. Ha sorpreso tutti, dal pubblico alla cantante che si stava esibendo nel classico italiano 'O Sole mio e che non si aspettava l'ingresso di una voce maschile. E che voce! Giuseppe Serra, 23 anni, tenore di Golfo Aranci, sempre più apprezzato dai vip, ha incantato centinaia di persone che si trovavano a Covent Garden, con un acuto finale degno dei migliori tenori italiani. Serra si trova a Londra per alcune esibizioni, in particolare alla festa privata di un grosso banchiere in una sala del Ritz Carlton hotel, uno dei più lussuosi della capitale inglese e del mondo


    effetti colaterali di hallowen Olbia, allarme carneficina: mobilitati carabinieri e 118 ma è solo un equivoco in quanto i cadaveri erano ma i cadaveri erano manichini e il sangue vernice colorata



    non sono uscito sia perchè ero stanco dal tour de force lavorativo dei giorni precedenti , ma sopratutto perchè non mi piace l'americanata ( anche se l'origine è europea ) di hallowen .Ma mi sono fatto quattro risate leggendo questa storia

    da la  nuova  sardegna  del 31 ottobre 2016

     
    Olbia, allarme carneficina: mobilitati carabinieri e 118
    Una telefonata ha allertato forze dell'ordine e ambulanze, ma i cadaveri erano manichini e il sangue vernice colorata




                       Uno dei manichini trovato nel capannone in zona industriale

    OLBIA. È scattato l'allarme questa mattina (31 ottobre) a Olbia per un duplice omicidio in zona industriale che ha visto la mobilitazione in massa delle forze dell'ordine. Ma i cadaveri erano manichini e il sangue vernice colorata: un allestimento per una festa in maschera per la notte di Halloween, di cui però era completamente all'oscuro il proprietario del locale teatro della macabra piece.
    Tutto è cominciato con una telefonata al 112 di due operai che segnalavano una 'carneficina" in un capannone di viale Italia, nella zona industriale della città: almeno due cadaveri, fatti a pezzi, sangue dappertutto, una donna con una forbice infilzata nella schiena. Una scena agghiacciante che ha terrorizzato a tal punto i due operai che solo dopo essere fuggiti a gambe levate dalla supposta zona del crimine hanno trovato la forza per dare l'allarme.
    Auto di carabinieri, ambulanze del 118: un imponente schieramento di uomini in divisa, medici e infermieri si è messo in moto e ha raggiunto il luogo indicato dalla telefonata. La sorpresa è stata grande: niente cadaveri, solo manichini vestiti di tutto punto con ferite di arma da taglio e grondanti di vernice rossa a simulare il sangue, gambe e braccia staccate dal corpo, pavimento completamente imbrattato così come le pareti.
    I carabinieri non hanno dubbi: si è trattato di un macabro allestimento per una festa in maschera in occasione della notte di Halloween. Probabilmente un evento da tenere nascosto - il proprietario del capannone non se sapeva niente - destinato ad una platea di prescelti amanti dell'horror.



    Sapienza perduta © Daniela Tuscano



    Che fatica Sant'Ivo, per il suo autore ma anche per chi vi entra. È un ottovolante, un maroso, starei per dire un terremoto. Esito un attimo a scriverlo. Poi proseguo con decisione. 
    Sant'Ivo è esattamente questo: interminato vortice, grido di marmo. Non vi entri, la penetri. E subito anneghi in tutto quel bianco, che non illumina ma acceca. Per capirlo, devi arrenderti. Dimenticare la razionalità. Assecondare quei flutti, le ingannevoli lesene, la preghiera inascoltata.
     Sei nel cuore di Francesco Borromini, nell'attimo precedente la sua disperazione, i tormenti d'elvetico smarrito nella Roma papale. Quando il cervello si svuota, e sei illuso di veder luci, voli d'angeli e spazi nimbici. 


    Risposta logica non c'è. La vita è ricerca oscura, leopardiana. La sapienza, forse, risiede nella consapevolezza di questa fatica, d'un cammino apparentemente senza scopo, del cervello che all'improvviso parte, e non cogita più. Ma tu, sei. L'assioma cartesiano è un inganno. L'umanità non viene annullata. Anzi, in quel momento di sperdutezza, d'abbandono e bestemmia si erge più forte e prepotente che mai.
    Ecco il messaggio di Sant'Ivo, chiesa eretta da un suicida, testamento eretico dell'uomo solo.
    Ieri Sant'Ivo ha ondeggiato ancora. Lo spirito di Borromini è parso ridestarsi, terribile e vacuo come Efialte. Ma era brutalità, stupro. Sant'Ivo dal nome discreto, fiammingo, forense, ora è chiusa al pubblico. Le porte della conoscenza ci sono precluse. Non sarà che, nel frattempo, ne avevamo smarrite le chiavi?
    Sant'Ivo velata agli occhi è l'estremo urlo. Una Commedia che si straccia, impedendoci di riflettere sulla vanitas. E ci accorgiamo, d'improvviso, che è troppo tardi, e non c'è più niente da fare.

    © Daniela Tuscano

    cinquecento anni fra cattolici e protestanti




    Cinquecento anni, per sorridersi ancora.

    Cinquecento anni, perché un uomo abbracci una donna.
    Nella rispettiva, intangibile maestà.
    Cinquecento anni, per ritrovarsi nobili e vuoti,
    Con la tenacia dei reduci,
    In quest'Europa dissacrata.
    Cinquecento anni, per capire 
    Che lo straniero è Dio, è l'altro, siamo noi
    Al nostro fianco, nella stessa via
    Solo se doniamo, abbiamo tutto
    Senza possedere niente.

    © Daniela Tuscano 


    (Nelle foto: papa Francesco con l'arcivescova luterana Antje Jackelen e altri esponenti evangelici davanti alla croce salvadoregna, nel pellegrinaggio in Svezia per il 500^ della Riforma)

    ognissanti © Daniela Tuscano

    OGNISSANTI

    Altrove, ovunque
    Ci son donne, anziani, storpi.
    Qualche sparuto frate
    Dai nudi calzari
    Che mai varcheranno
    Le soglie del potere.
    Sfidano iliadi
    Con candore silente
    E son pietre, radici
    Divelte ma vive:
    Sorgono, vanno
    Nel rotear dei tempi
    E tornano lì
    Ove il sangue è rappreso
    A sciogliere un cantico
    Di polvere e incenso:
    Sul loro dorso poggia
    L'attesa del cielo.

    © Daniela Tuscano
    (Norcia/Baghdad, ottobre 2016)
    .
    .

    DONI FORZA © Daniela Tuscano

    DONI FORZA


    Si convive, la morte addosso
    Anzi dentro - ti siede accanto -
    Nelle stanze di mite luce
    E il sentiero fresco e solo Si convive, a dorso curvo
    E tu solo puoi capire
    La dolente, folle gioia
    Che t'afferra fra le tende Sei il tuo unico compagno
    Nei viaggi in palmo di mano
    E il diluvio non può assalirti
    La voragine l'hai dentro Quando i ciottoli smembrano vie
    Come efelidi su un volto
    Tu lo sai, la vita è un ciglio
    Vano pendolo di tempo Sei funambolo, già altrove
    Nulla porti assieme a te
    Doni forza, perché il cuore
    Non ha tasche e non ha gloria

    © Daniela Tuscano
    (A Massimo - Fermo, 30/10/2016).

    anche quelli che per l'italiano medio sono crteinie stupidi sono capaci di pensieri profondi il caso di Giovanni Allevi ed il recente terremoto nell'italia centrale

    Infatti , come dicevo dal titolo , io avevo sottovaluto Allevi e lo definivo in cattiva luce per le dichiarazioni \ battute che fece riguardo a Beethoven uno \ due anni fa ( vendere archivio blog ) .



       da  repubblica  del  31\10\2015
     "Ancora una volta la mia terra ed il mio cuore sono feriti dal terremoto. Forse è l’occasione per
    prendere coscienza della nostra fragilità e caducità. Tante questioni improvvisamente perdono importanza e noi, con umiltà, ci ritroviamo a gioire di essere semplicemente vivi.
    La Natura non è né buona né cattiva. Mezzo metro di crosta che sprofonda è un  capello, un niente in scala geologica, eppure quanta sofferenza! Sta all'intelligenza dell’uomo far sì che il respiro della natura non si trasformi in una catastrofe.
    Ma c’è una forza che è ancora più potente, ed è la solidarietà, la determinazione, la fede,quel calore umano che  questa volta e cento altre  sarà in grado di avere la  meglio sulla distruzione.
    Dunque viviamo più intensamente possibile i nostri  affetti, ricordando che la Persona è il maggior valore su cui  si fonda la società, e per questo va tutelata sopra ogni cosa.