14.12.24

Diario di bordo \ settimana incom n 92 anno II La colpa dell'amico di Ramy, dubbi sulla svolta in siria , bonus rimpatrio , patriarcato non è solo occidente , anarchico capitalismo il centro è ancora necessario per vincere le elezioni o è una formula stantia ,

non  so cosa  sia  più  tremendo    il  fatto    che      de  rappresntanti  delle  forze dell'ordine  ,  i  questo  caso  carabinieri  ,   abbiano fatto degli  atti  falsi  , o la  responsabilità  dell'amico di  Fares Bouzidi, l’amico di Ramy Elgaml,il  quale    è stato interrogato in Procura a Milano e  secondo    IL GIORNALE  ha raccontato la sua verità
mentre Paolo Del Debbio mandava in onda il video clamoroso delle manovre azzardate dello scooter per sfuggire alle auto dei carabinieri. Come atteso, vero o meno che sia, Fares ha riferito di essere stato toccato dalla gazzella dei carabinieri, impatto che lo avrebbe fatto cadere finendo sul palo che ha poi ucciso l’amico che era dietro. Impossibile immaginare potesse affermare qualcosa di diverso, vista la presenza del testimone che parla di contatto tra auto e scooter, e soprattutto considerata l’accusa di omicidio stradale che si ridimensionerebbe non poco se i carabinieri lo avessero davvero toccato. Quello che sorprende della sua deposizione, tuttavia, è altro. Ovvero la futilità della motivazione che quella sera lo ha spinto a correre per 8 chilometri ad alta velocità, imboccando anche strade contromano, superando a destra, bruciando i rossi, rischiando di ammazzare qualcuno. Fares racconta di essere scappato “per paura, perché non ho la patente”. Cioè, vi rendete conto? Un ragazzo di 19 anni ha perso la vita perché l’amico non voleva perdere il privilegio di guidare o non voleva farsi sequestrare il TMax. Non so se questo configuri un reato, ma ad aver messo a repentaglio la vita di Ramy è chi non si è fermato e non l'ha fatto scendere per un egoistico calcolo personale

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Sulla Siria, ecco a voi il posizionamento dei grandi giornali. Il Corriere della Sera crede alla svolta dei ribelli islamici, convinto che al Jolani e i suoi  "amichetti col barbone"  come  li  etichettano  in  nostri   teocon    non imporranno la sharia in stile Isis. Repubblica, invece, è più cauta e riporta i timori delle ragazze che non vogliono la legge islamica. Una 20enne, per dire, due giorni fa si è sentita urlare da alcuni miliziani “copriti i capelli”, cosa che sotto Assad - che lei non rimpiange - non accadeva. Staremo  a vedere..   Altro appunto, sempre sull’interessante intervista di Andrea Nicastro a tre donne siriane. Dice una di loro: “Prendiamo il divorzio. Per la Sharia, la legge islamica, l’uomo può ripudiare la moglie mentre lei deve chiedere al giudice. Però le musulmane divorziano. Invece per i cristiani è vietato”. Verissimo. Ma i cristiani lo vietano moralmente sia all’uomo che alla donna, a parità di condizioni, e questo fa tutta la differenza del mondo. Poi sia chiaro: su Al Jolani e il suo governo di ribelli non si può che sospendere il giudizio, in attesa di quello che verrà. La speranza è che non finisca come la Libia che, quindici anni dopo la presunta primavera araba  e  le  bombe    Nato   è ancora lì a leccarsi le ferite.

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Chi scrive è dell’idea che chiunque intenda indossare il velo islamico o    coprirsi   i capelli     come hanno  fatto   le  nostre bisnonne  ed  le  nostre  nonne   e  ancora  si  trova     in  certi  paesi  del  sud d'italia  è libero di farlo. E poi :  per  gli  immigrati  ,  per  i  nuovi  italiani o italiani    di  fede   islamica    tra il burqa e le tette al vento ci sarebbe una giusta via nel mezzo che può anche contemplare l’hijab, se per libera scelta. Però quando si parla di certi argomenti occorre anche fare la tara sull’educazione ricevuta: sentir dire da una siriana che “Allah ci ha omaggiate con l’obbligo dell’uomo di provvedere a noi” non è proprio il miglior viatico per l’emancipazione della donna.  << Se al mondo esiste ancora una cultura patriarcale, nel senso inteso dalle femministe occidentali oggi, ecco dove si palesa  >>  come  dicono  a  destra  

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L’Austria ne inventa una che nemmeno i  nostri Salvinisti    hanno  fin  ora  propostoo fatto  invece del Superbonus, il “bonus rimpatrio”. In pratica lo Stato darà mille euro ai siriani che intendono tornare al loro Paese visto che le procedure di asilo per loro saranno sospese per un bel po’.

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 Trovo   divertente    la frase di Javier Milei, oggi a Roma per ricevere un premio: "Io detesto lo Stato: sono dentro per poterlo distruggere". Prendiamo i popcorn e godiamoci lo spettacolo del primo esperimento di anarco-capitalismo reale.E   vedremo se  sarà migliore  o  peggio del capitalismo  atttuale  

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Se  un  ragruppamento politico  a  prescindere    che  si tratti  di  maggioranza  o   opposizione   debba  per   per  poter   governare  o  farte  una lista  elettorale   affidarsi   ad  un  centrista  e quindi  al centrismo  formula   ormai logora   e  vetusta    della  politica  italiana  . E' il caso    di Ernesto Maria Ruffini   che  sarà una bravissima persona, come dice Prodi “conosce il Paese (di sicuro le sue dichiarazioni dei redditi), ma è sconosciuto e a quanto mi  risulta poco capace di scaldare i cuori. Una sorta di Mario Monti che non ce l'ha fatta, con la pecca ancor più tragica di aver guidato il Fisco per anni, cioè l’ente più odiato dai “borghesi moderati”   e  dagli evasori  il cui voto dovrebbe andare a conquistare. Avete idea a quanti milioni di elettori ha fatto recapitare una cartella esattoriale in questi anni? Gli avversari politici non glielo farebbero notare ogni tre per due? I titoli si sprecano: “Mr Tasse guida il campo largo”. Annamo bene. Infatti - Ernesto Maria Ruffini assicura che non scenderà in campo. Se ha imparato a fare promesse da Lucia Annunziata, stiamo freschi. Resta ancora un mistero glorioso il motivo per cui il governo Meloni, salito al potere, abbia lasciato l’Agenzia delle Entrate  uno dei  pochi  e   enti  non  assegnato   ai  clientes  o  ai  parenti    nelle mani di un signore nominato da altri e che forse un giorno diventerà leader dell’opposizione. Mah.



13.12.24

Ha suscitato indignazione la decisione dell’Amministrazione di Palermo di concedere UN BOSS DI MAFIA, MAI PENTITO, HA PARLATO DEL SUO LIBRO IN COMUNE!

 L'intervento  di nando della chiesa   riportato precedentemente  su questo blog  capita   a fagiolo davanti alla notizia e all'indignazione ed polemiche che ha creato e sta creando la notizia che Antonino Mandalà,detto Nino, 85 anni noto ache come L’Avvocato”, condannato a sette anni e otto mesi per associazione mafiosa,è stato vicino al boss Bernardo Provenzano.Suo !glio Nicola è all’ergastolo per omicidio: fu tra gli uomini di fiducia del capo di Cosa Nostra .  Ora   , non ci sarebbe  niente  di male   se  ,  un  ex denetuto per mafia  pentito  o  non pentito   , non avesse    elogiato    anche se  indirettamente  gli esponenti  mafiosi ,  e quindi mandìcando di rispetto a  familiari   delle  vittime    cosa  che  purtropppo   è  avvenuto    con  la  complicità di un istituzione 



 da Giallo di questa settimana


 A sollevare il caso è Ismaele La Vardera,31 anni, il deputato regionale, nonché ex inviato della trasmissione “Le Iene”, Mandalà sono stati vicinissimi a Provenzano. Eppure ad Antonino Mandalà è stata concessa una sala ufficiale del Comune di Palermo per presentare il suo ultimo libro. Sì, avete capito bene, a un boss che non si è mai pentito e che non ha mai collaborato con la giustizia viene concesso di tornare, in pompa magna, nei luoghi delle istituzioni con tanto di autorizzazione da parte del
Comune. Signor sindaco di Palermo, come è possibile una cosa simile? Mi auguro che prenderà
provvedimenti”. È indignato il deputato regionale nonché ex inviato della trasmissione Le Iene Ismaele La Vardera. C’È CHI LO DIFENDE: «HA SCONTATO LA PENA» In una terra di contraddizioni come la Sicilia, succede che Antonino “Nino” Mandalà, 85 anni, considerato dagli
inquirenti il capomafia di Villabate e vicino al boss Bernardo Provenzano, già condannato nel 2014 in via de"nitiva a seme anni per associazione mafiuosa e mai pentito, l'estate scorsa abbia presentato il suo romanzo “Marika” all'interno dei locali della Real Fonderia Oretea del Comune di Palermo. La vicenda ha suscitato clamore ed è defragrata in questi giorni con la denuncia pubblica da parte di La Vardera. La presentazione era stata organizzata dall'associazione “Amicizia fra i popoli”. Oltre all'autore c'rano il moderatore Antonio Dolce, la scrittrice Sandra Guddo, l'ex provveditore agli studi di Palermo Rosario Gianni Leone e Pino Apprendi, garante comunale per i diritti delle persone detenute. Quest'ultimo ha
difeso l!iniziativa: «Mandalà ha scontato la sua pena. Nei pochi incontri avuti con lui, ha manifestato la volontà di riconciliarsi con la vita a"raverso la scri"ura. Non sono un prete e non do assoluzioni, non sono un magistrato e non condanno nessuno, credo solo nel carcere che riabilita e alla vi"oria dello Stato». Non è però la prima volta che Mandalà, noto anche come “l!Avvocato” per la sua laurea in Giurisprudenza, presentava un proprio libro negli spazi del Comune di Palermo. Era già accaduto nel 2016, sempre alla Real Fonderia Oretea, per “La vita di un uomo”, romanzo dedicato al figlio Nicola all!epoca detenuto in regime di 41bis. In quella occasione al centro del diba"ito c!erano la vita dei detenuti e lo stato delle carceri, temi sempre cari a Nino Mandalà, che nel suo blog ha de#nito il 41bis «una misura disumana che contraddice tu"i gli standard proclamati dalla Costituzione italiana e dalla Dichiarazione internazionale sui diriti dell!uomo». La latitanza di Bernardo Provenzano è stata resa possibile da una rete capillare di pizzini, meticolosamente smistati da collaboratori ben rodati, mentre il boss rimaneva nascosto nelle sue masserie, nella sua terra, pronto a fuggire da un covo all!altro. Nicola Mandalà, figlio di Antonino e capo della famiglia di Villabate, condannato all!ergastolo per l!omicidio dell!imprenditore Salvatore Geraci, è stato proprio un uomo di #ducia di Provenzano, al punto da accompagnarlo nei suoi viaggi in Francia, dove veniva sottoposto a delle cure. In tanti oggi si chiedono: a cosa serve la memoria quando la stessa poi magicamente svanisce nelle sedi istituzionali in cui dovrebbe essere saldamente preservata? Nei giorni delle commemorazioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, lungo le strade di Palermo e nei luoghi della memoria si celebrano manifestazioni e si organizzano concerti e iniziative per sensibilizzare i giovani. Tu"o questo, con la ferma volontà di comunicare alle nuove generazioni la linea di demarcazione tra ciò che è giusto e sbagliato. Ma qualcosa, evidentemente, non ha funzionato.

UN UOMO MI DEDICA ATTENZIONI: PUÒ DIVENTARE UNO STALKER? Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Biancoqui puntata XIII PER DIFENDERSI NON SERVONO I MUSCOLI, MA IL CERVELLO

ho letto non ricordo su quewle rivista dal parruchiere di mia madre questo scambio d'opinioni fra un lettore e una psicologa
 
Un uomo mi dedica tantissime attenzioni. È sempre gentile ed educato, mi fa piccoli regali e complimenti. Io non sono interessata, ma lui insiste con questo tipo di comportamento.Devo preoccuparmi? Può diventare stalking? A.D.

Trovarsi in difficoltà nei confronti di una persona che continua a mostrare interesse quando questo non viene ricambiato è una reazione naturale poiché gli spazi personali vengono invasi senza che vi sia l"accordo di entrambi. Quanto descritto sembra avvenire con educazione,in assenza di segnali che indichino necessariamenteuno sviluppo in stalking. Tuttavia è opportuno monitorare e salvaguardare
gli spazi. In queste situazioni è bene esprimere in maniera chiara e gentile il proprio disinteresse. Se ciò venisse ignorato, linsistenza potrebbe essere  personalizzata a creare un debito di riconoscenzao al soddisfacimento egoistico di propri desideri. Segnali da non sottovalutare assolutamente. Essere decisi e rispettosi  nel mettere dei limiti non vuol dire necessariamente ferire l"altro, ma tutelare i propri spazi e pretendere rispetto. Elemento centrale di qualsiasi relazione.
  puntate precedenti 


 Se cio non dovesse servire eccovi la puntata XIII del Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco qui la puntata XII con gli url delle precedenti Quando pensiamo alla nostra incolumità fisica, non dobbiamo lavorare solo sul potenziamento muscolare o sulla prestanza fisica, quanto sulla coordinazione dei movimenti,che possono fare la differenza. La capacità di gestire al meglio il nostro corpo con azioni coordinate e controllate “dalla testa” può infatti fare la differenza. Se tu pensi di fare una cosa, ma ti manca la coordinazione per farla nella maniera giusta, ecco che i risultati possono essere pericolosi. Questo è il motivo per cui non mi stancherò mai di ripetere che per essere pronti a reagire a un aggressione non occorre avere una muscolatura eccezionale,quanto un approccio di pensiero equilibrato e coordinato. L'ideale è vincere senza dover combattere. Ma come fare? Prima di tutto
occorre lavorare sulla fiducia in se stessi.Se la si coltiva in maniera sana, non si avrà paura e soprattutto si riuscirà a mantenere un approccio calmo, che andrà a spiazzare l'avversario, o meglio l'aggressore,rendendogli inutile qualunque esibizione di forza. La difesa personale ha un obiettivo ambizioso, ma raggiungibile: la parità rispettosa delle differenze. Ecco perché è fondamentale allenare non soltanto il corpo, ma anche e soprattutto la mente. Ciascuno deve irrobustirsi facendosi forte anche delle proprie debolezze, proprio come accadde al Maestro del tè della tradizione zen che affrontò e vinse a duello il Samurai opponendogli non la propria spada, ma la serena consapevolezza della propria fragilità. Una donna che sceglie la difesa personale non crede di avere i bicipiti di Tyson, e soprattu "o non vuole dimostrare di essere un uomo. Non si sente so"omessa e nemmeno superiore all'uomo, ma si giudica e giudica gli altri come membri della stessa specie, conviventi nello stesso ambiente. La difesa personale di fatto è una disciplina psico-motoria, preziosa per proteggersi da qualsiasi evento di minaccia sia armato sia a mani nude, come metodo insostituibile di aggregazione sociale e come veicolo per la consapevolezza dei nostri limiti. Infatti Nella difesa personale l’equilibrio è una qualità fondamentale: mantenere la posizione eretta è un requisito importante per garantire maggiormente la propria incolumità e le potenzialità difensive. Se si considerano poi le particolari situazioni di stress, emotività e paura in cui ci si viene a trovare in condizioni di pericolo, lo sviluppo della capacità di equilibrio risulta di vitale importanza.

“REATI SPIA” IN AUMENTO: SERVE FORMAZIONE E CONSAPEVOLEZZA come ridurre il livello di aggressivita

 da Marilisa  d'Amico Ordinaria di diritto costituzionale all’Università Statale di Milano

Secondo i datidiffusi inoccasione dellaGiornata mondiale controla violenza di genere, nel primo semestre del 2024 in Italia sono aumentati i cosiddetti ‘reati spia’. Si tratta di reati ‘indicatori’ a cui corrispondono gli atti di violenza sulle donne. I più noti sono: violenza sessuale, stalking, maltrattamenti in famiglia, lesioni personali. L’aumento di questi di reati può essere letto in modi diversi. Da un lato può indicare un incremento reale delle violenze, dall’altro può essere il ri!esso di una maggiore consapevolezza da parte delle vittime, che oggi denunciano di più rispetto al passato. L’aumento dei ‘reati spia’ rappresenta comunque un segnale d’allarme. È necessario rafforzare le misure di prevenzione, come l’educazione alle relazioni sane e il supporto alle vittime, e garantire una risposta rapida da parte delle istituzioni. Inoltre è cruciale continuare a investire in campagne di sensibilizzazione e formazione per operatori sanitari, educatori e forze dell’ordine. In definitiva, creare consapevolezza nella società su questo tragico fenomeno costituisce il primo fondamentale passo per provare "finalmente a risolverlo”.

Infatti   ecco   , oltre   alla  alcuni  consigli su  come   ridurre   il livello     di  aggressivita  che spesso  è alla base     di  tali    fatti 

 1 PRENDETE CONSAPEVOLEZZA.
Prima di tutto è importante che  prendiate atto del grado di aggressività che muove i vostri
comportamenti e le vostre  scelte all’interno della vostra relazione di coppia o  d'amicizia  . La
consapevolezza è sempre un buon punto di partenza.
2PARLATE CON IL VOSTRO PARTNER e     AMICI\CHE  .
 Se ritenete di essere troppo aggressivi, cercate di moderare il vostro modo di porvi nei
confronti di  loro  . Se  invece ritenete di essere troppo  remissivi e soffrite per l’aggressività altrui, parlatene partner, facendogli presente come il suo comportamento  non vi faccia stare bene.
3CHIEDETE AIUTO.
Se nonostante il dialogo  non notate dei  miglioramenti concreti nella vostra relazione di coppia,
allora potete rivolgervi a un  professionista che possa  aiutarvi a migliorare l’aggressività che fa da
contorno al vostro rapporto.
4PRATICATE  GENTILEZZA.
Cercate di  comportarvi sempre con gentilezza. Non è la panacea a tutti i mali, certo  ,ma permette di
disinnescare la maggior parte  delle situazioni che possono  degenerare in una discussione  o in una espressione di  aggressività, in ogni sua forma

12.12.24

Troppi libri ed intellettuali che intellettuali che scrivono perché non hanno niente da dire e che hanno qualcosa da dire solo perché scrivono.


è  quello che   è successo  a 
 Più libri più liberi,     il filosofo condannato per molestie diventato star dell'edizione anti-molestie, il boicottaggio bluff di Zerocalcare, il flop di presenze, il calo di vendite e un impagabile regolamento di conti tra editori di sinistra, intellighenzia   murgiana e la stampa femminista che prova a superare a destra la destra. Il problema non è avere «più libri». Ma di migliori.

"Idioti gli slogan anti-Israele nelle piazze. I fanatici dell'islam? Criminali e mafiosi" intervista al IL GIORNALE DELL Imam Pallavicini (Coreis)

 ogni  tanto    a  destra      ci  sono  degli interventi interessanti    come  questo  

  da  ILGIORNALE   tramite  msn.it  

Imam Pallavicini (Coreis) dall'Europa alla Siria si parla di movimenti islamici. Perché c'è un problema islam?

«C'è, consiste innanzitutto nel problema del riconoscimento dei suoi interpreti autentici. Ci sono, schematizzando, due tipologie di rappresentanti dell'islam, il principale è quello che da 14 secoli vive le fede come dimensione civile e religiosa, interagendo e dando un contributo. Il secondo, da pochi secoli, sono altri interpreti, che abusano della religione e si servono dell'Islam in modo estremo e caricaturale come copertura per rivoluzioni di potere, fanatiche o formaliste».

L'islamismo è totalitario?

«Non ridurrei la questione al jihadismo. Hanno avuto dimensione autoritaria tutti coloro che hanno usato l'islam, ma anche chi lo ha rimosso, dopo la decadenza del califfato ottomano, nei vari tentativi di stampo nazionalista o panarabo o socialisteggiante che puntualmente non hanno funzionato, lasciando un vuoto riempito da fanta-califfati».

Non ne se esce. E Houellebecq vede in Occidente la «volontà di scomparire».

«Il problema è in tutte le correnti che hanno strumentalizzato o escluso l'islam. Ci sono esempi interessanti in Indonesia, Emirati, in Asia centrale, Marocco e Senegal, ma per il resto l'impatto con la modernità e la democrazia è tuttora irrisolto. Fra secolarizzazione estrema e fanatismo tribale, l'unica possibilità che vedo è l'islam d'occidente. Chiarendo su quali interpreti vogliamo investire. La fede in Dio è un diritto. L'Occidente non può sottostare ai ricatti. La sua eredità è anche una dimensione di pensiero profonda».

Fanatismo e rimozione della spiritualità sono due facce della medaglia?

«Se in Europa sparisce questa dimensione spirituale non so cosa succede. Mi preoccupa che i cristiani d'oriente diano per sconfitto il Cristianesimo d'occidente. Da imam dico che dobbiamo lavorare al risveglio dell'Occidente e delle sue nobili origini. Politica e fede sono stati profondamente corrotti».

Ma non c'è un fanatismo degli altri monoteismi.

«Ci sono stati cicli e fasi. Ora ci sono quei barbari e eversivi ma in 2 miliardi di musulmani. Una minoranza rumorosa arrogante, ignorante e violenta ma minoranza. Come la mafia rispetto alla Sicilia o le Brigate rosse a sinistra. I criminali devono essere trattati da criminali. Non legittimati come interlocutori. In Occidente la democrazia è confronto ma si è persa l'idea di un confine per condizionamenti di buonismo, ideologia e lobbies».

Anche Ratzinger parlava di un'Europa scristianizzata.

«Sì è vero. E la sua dottrina dava un preallarme all'occidente. Occorre sviluppare la fede autentica e la cultura vera, non le emozioni dell'arcobaleno, per indifferenti ed estremisti che non contribuiscono al bene comune».

Cosa pensa dei cortei in cui si inneggia a una Palestina «dal fiume al mare».

«Ci vedo arroganza e ignoranza. Questo slogan stupido dove porta? Gli ebrei non devono più stare in quella regione? Quale fondamento c'è in quest'espressione idiota? Io ho seguito la risoluzione Onu su Srebrenica. Genocidio è termine giuridico complesso. Diciamo le cose come stanno. Ci sono qui crimini di guerra, deportazioni, impedimenti agli aiuti umanitari alla popolazione e necessità di difesa e sicurezza dai terroristi e rapitori di Hamas. Il governo italiano sembra avere una politica chiara: no al terrorismo, difesa dei popoli e aiuti umanitari. Quelli che manifestano come aiutano i palestinesi? Come li aiutano se fanno l'errore di confondere Hamas con i palestinesi e i musulmani. Io sono un musulmano che non vuol confondere i musulmani con Hamas. Sostengo il popolo palestinese e quello israeliano e vorrei che vivessero insieme senza odio».

  Rispondo  alla  sua  domanda  :  « Gli ebrei non devono più stare in quella regione >> ?  Secondo  me  si    ci posso  e devono  stare  . La  palestina è  stata abitata   da  sempre   da   arabi e  ebrei (  prima  non sionisti  cioè    tutti  quelli  presenti   in loco   nonostante  la  diaspora   e quelli sionisti   cioè  delle varie  fasi  dell'Aliyah  )    e    mi  sembra   giusto  che   i due  popoli ( o  unico   popolo secondo  alcuni  in  quanto  entrambi  di cepo  semitico  )    vivano insieme  non importa se  in  due  stati  o  in unico  stato  . 

11.12.24

Mentre in Parlamento condonavano le multe ai no-va*, al Policlinico di Bari, nel silenzio quasi generale, la dottoressa Mimma Rizzo e la sua equipe hanno somministrato per la prima volta al mondo un vaccino anti-tumorale per prevenire le recidive dei tumori alle vie urinarie.

 leggi anche
  https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2024/12/analfabetismo-funzionale-i-suoi-danni.html

Una bellissima notizia in questo mare di ignoranza e saccenza da bar. Purtroppo queste notizie sono sempre state messe in secondo piano, o relegate a un trafiletto, indipendentemente dalla testata giornalistica e dal colore di chi sta a Palazzo Chigi…  Infatti  mentre in Parlamento condonavano le multe ai no-vax al Policlinico di Bari, nel silenzio quasi generale, la dottoressa Mimma Rizzo e la sua equipe hanno somministrato per la prima volta al mondo un vaccino anti-tumorale per prevenire le recidive dei tumori alle vie urinarie.
Si tratta di un vaccino,alla faccia dell'ignoranza scientifica ( nella maggior parte dei casi ) e alla paura , personalizzato sul singolo paziente, una donna di 75 anni, sulla base delle specifiche mutazioni nel campione tumorale.Merito di una donna lucana che dal Nord ha scelto di tornare a lavorare al Sud, in quella Puglia e quel Meridione che qualcuno vorrebbe isolare dal resto d’Italia  o  che  ancora  maltratta  politicamente  e  culturalmente  .
Una notizia del genere dovrebbe aprire i telegiornali. Qui, invece, a malapena se n’è parlato. purtroppo
La dottoressa Rizzo è una pioniera della medicina del futuro, sempre più personalizzata e specifica.
È una di quelle eccellenze italiane di cui, in un Paese drammaticamente    sempre   piùprivo di cultura scientifica, non dovremmo mai smettere di parlare  e  di  far  fuggire  all'estero    come  dice  in un commento  trovato   su  fb    di 

Sonia Bachet
La ricerca è importante dove abito io vicino a Trieste c'è la SISA vengono da tutto il mondo a studiare li a fare ricerca e vari esperimenti mia nipote che frequentava l'università a Trieste andava spesso li ed era incantata partecipava agli esperimenti soprattutto quelli per le malattie ancora incurabili mi raccontava che nei tavoli della mensa c'erano sempre penne e notes perché magari mentre uno mangiava poteva avere un' idea e la scriveva li. Bene tutte queste menti finiscono in America dove non vogliono neanche il curriculum basta dire che escono dalla Sissa e li prendono subito offrendogli un ottimo stipendio l'appartamento e soprattutto un laboratorio super, ecco doppio plauso a questa dottoressa che è rimasta qui e soprattutto al sud che ha bisogno di persone così, grazie

SE QUESTA È LA MUSICA CHE GIRA INTORNO, L’ITALIA È MESSA MALE . la MUSICA NON E' MORTA MA IL GUSTO MEDIO DEGLI ITALIANI ( LA MAGGIOR PARTE ) SI



premetto che non sono un critico musicale , ma Scanzi ha centrato il problema della musica d'oggi in italia  sul  il  Fq  del  10\12\2024.
Infatti  La top ten degli “artisti” più ascoltati dagli italiani nel 2024 su Spotify recita così: Geolier, Sfera Ebbasta, Lazza, Tedua, Anna, Guè, Kid Yugi, Capo Plaza, Shiva e Tony Effe. E la canzone più ascoltata è “I p’ me, tu p’ te” di Geolier. Devastante.

 «Tutto ciò non denota solo il crollo del gusto medio musicale » e  fin qua  sono  d' d'accordo con Scanzi  « ma anche lo svilimento della cultura e – conseguentemente – l’abbrutimento della società. Tutti aspetti che, poi, deflagrano (anche) quando ci sono le elezioni. »qui  nonsono   completamente d'accordo  visto  che   in mezzo  alla merda  ci   posso essere delle  perle .  Oltre   all'articolo  ,   da  me commentato   , Andrea Scanzi   Su    questo argomento ha fatto anche  due     video    su Youtube, che sta generando un bel dibattito (persino Vasco si è esposto mettendo un like)   che  conferma  in  gan  parte     quello   che  dico d'anni   cioè   che  alla   musica  di qualità (  ovviamente  senza  generalizzare  )  si  sta    sostituendo   una mussica di  merda    dozzinale  . Infatti      nei  due  video  sotto specie  nel  primo Scanzi  lo  dice   chiaramente   
 













 




eccone    alcuni    spunti  interessanti   da  lui   analizzati  (  i  corsivi sono  miei   )  sull'articolo   de  il FQ  prima  citato

Hit parade. E’ vero che ogni epoca ha avuto classifiche di vendita pieni di obbrobri, come è vero che Spotify è usato soprattutto da adolescenti e che queste classifiche sono figlie di algoritmi paraculi e forse pure “gonfiate”. Il punto però è che, se ieri accanto alle Aserejè e ai Sandy Marton c’erano pure La cura di Battiato o Anime salve di De André, oggi il decadimento è trasversale e generalizzato. La musica di qualità ci sarebbe anche, ma non riesce ad emergere, per colpa principalmente di radio (e tivù) che trasmettono quasi sempre rumenta e di un mercato discografico (o quel che ne resta) che insegue solo il venduto facile   e predilige  la  quantità  alla qualità 
Talent. Mentre scompaiono sempre più i locali dove un tempo le nuove leve si facevano le ossa, oggi per emergere ti tocca quasi sempre passare dai talent. E fin qui  niente    di male se   fossero  fatti  bene     e  da   gente  neutrale   e  preparata  .  E chi sono i giudici? Bob Dylan e Fossati? No, Achille Lauro e Jake La Furia. Per emergere, un giovane deve piacere ad Achille Lauro. Che è come se un aspirante politico, per emergere, dovesse piacere a Gasparri.  Mi    ha  😁😂 anticipato la battuta  
Boomer. A queste critiche, gggiovani & giovanilisti rispondono che “sei un boomer”, e che in ogni epoca i vecchi hanno contestavano la musica cosiddetta nuova. Entrambe le argomentazioni sono pietose. Nei Sessanta i “vecchi” contestavano fenomeni come Elvis e Beatles, e chi crede che Tony Effe o Kid Yugi (chi?) verranno studiati tra trent’anni come John Lennon, capisce meno di niente.  Mi    spiace      contraddire   Scanzi .,  perchè chi può dirlo  .  Quanto all’essere boomer: e menomale! Chi lo è ha fatto in tempo ad ascoltare musica irripetibile, mentre chi reagisce con il sempiterno “ok boomer!” è convinto che Tedua valga i Pink Floyd. Ma fatevi curare, su.  ha  ragione  una stupida  contrapposizione   da    entrambe  le  parti  che non  orta neinte  di costruttivo 
Autotune. L’abuso dell’autotune è un cancro culturale. Se hai bisogno dell’autotune per non far sentire che sei stonato come una campana, vuol dire che hai sbagliato mestiere. Fine. Infatti   vuol  dire  che fai musica    tanto   per   fare    e cerchi  la  via  facile  del successo  . ma :«Voi fate sogni ambiziosi: successo, fama… Ma queste cose costano ed è esattamente qui che s’incomincia a pagare: col sudore!»(  cit  Saranno famosi serie televisiva )
Luciocorsismo. Ultimamente va di moda citare Lucio Corsi, che fino a due settimane fa conoscevamo in sei e che ora (grazie a Verdone prima e Sanremo poi) paiono conoscere tutti. Benissimo: Corsi è molto bravo. Ma sembra persino più bravo di quel che è proprio in virtù del vuoto che ha attorno.  e se  magari  fosse  il contrario ?
Fruizione. Perché la musica è ridotta così male? Perché la discografia “storica” è agonizzante (per questo la bellezza di un disco splendidamente “artigianale” come Alaska Baby di Cremonini ci pare un prodigio venuto dal passato). Perché anche i live sono pieni di basi pre-registrate, e di musicisti veri se ne vedono sempre meno (gli assoli di chitarra sono ormai più rari di una frase intelligente di Salvini). Perché certe generazioni sono irripetibili. Perché la fruizione della musica (ormai divenuta liquida e gratuita) è cambiata. Perché ieri i cantautori erano “fratelli maggiori” le cui parole erano importantissime, mentre oggi contano meno di un influencer scrauso. E perché la musica non è più centrale, bensì relegata a mero contorno: la si ascolta distrattamente, mentre si mangia o meglio ancora si è al cesso.  ha detto tutto su questo me sempre Andrea!
Quanto disagioface-blue-covering-eyes

Concludendo. La musica (o presunta tale) italiana sta  vivendo   a  parte   qualche perla e  qualche  promessa    seminascosta  uno dei momenti più bassi nella sua storia. E – come sempre è stato – si rivela una volta di più spietata cartina al tornasole di un paese culturalmente esangue, catatonico, pigro, involuto e spento. Allegria!

10.12.24

analfabetismo funzionale i suoi danni

Il governo Meloni ha pensato bene di inserire nel Milleproroghe un articolo con cui verranno cancellate con un colpo di spugna tutte le multe e le sanzioni ai no-vax che hanno rifiutato il vaccino durante la pandemia.
Non solo.
Tutte le sanzioni irrogate saranno annullate e rimborsati quelli che hanno già pagato.
Un gigantesco condono per una delle più populiste, irresponsabili e antiscientifiche propagande di marketing di sempre.
Va detto senza mezzi termini.
Il condono tombale per le multe ai no-vax è un’autentica porcheria politica e legislativa.
Il cui messaggio è devastante: se te ne sei fregato della salute collettiva, se non hai avuto rispetto per niente e per nessuno, se le tue conoscenze scientifiche sono al livello di un post di Paragone, tranquillo, con noi è tutto a posto.
Basta saperlo. Per il 90% di italiani che si sono vaccinati anche per loro.
Il 35% degli italiani adulti è analfabeta funzionale.Tradotto? Oltre un italiano su tre non è tecnicamente in grado di leggere un testo semplice nella propria lingua e comprenderlo.
Sono gli ultimi dati Ocse. Devastanti. Che fanno dell’Italia - ancora una volta - l’ultima nazione tra i Paesi industrializzati.
È un tema serissimo che merita soluzioni complesse. Ne va della democrazia. Spiega, ad esempio, perché abbiamo un governo che toglie le multe ai no-vax. E perché la maggioranza relativa di italiani, invece di insorgere, continuano a votarlo belanti, come se nulla fosse. Infatti Non è solo un fatto scientifico e di civiltà. Il condono tombale delle multe ai no-va* è anche e soprattutto un clamoroso disastro economico.
Con un solo articolo il governo Meloni ha, in pratica, rinunciato a incassare tra i 150 e i 170 milioni di euro stimati di sanzioni dovute e SACROSANTE per chi non si è vaccinato, aprendo l’ennesima crepa nei conti pubblici.
Chi credete che pagherà quei 170 milioni di euro?
Li pagheranno, con le proprie tasse, tutte quelle persone che responsabilmente si sono vaccinate contribuendo a fermare una pandemia senza precedenti.
Li pagheranno con le loro tasche o sulla loro pelle. In tasse o in prestazioni sanitarie che latitano, in liste d’attese infinite per una Tac o un Pap test, in odissee nei pronto soccorso al collasso.
Non sono mai solo soldi. Non sono mai solo multe.
Per un pugno di voti di orde di analfabeti disfunzionali, la maggior parte , che in queste ore ululano ed esultano, il governo ha offeso e impoverito il 90% di italiani che hanno fatto il proprio dovere.
È un messaggio di una volgarità, di una sconcezza e di una pericolosità che scoraggia e ferisce.

9.12.24

non sento l'atmosfera del natale e voi ?

  in sottofondo   
 canto  di natale  dei  Mcr 


Dopo  anni  e fare   guide e  post  natalizi , da  un paio  d'anni  più precisamene  dal covid  , non riesco a farmi coinvolgere e  poi   non sapevo cosa  inventarmi  e che  consigli originali dare  , visto  che  ormai  : tutti i quotidiani ,tutte le riviste e    le trasmissioni  tv    fanno  la  stessa   cosa  . Infatti  anche  se  ho  già  regalato a  " mio


figlioccio "  l'abbonamento  al  settimanale  topolino  , quest'anno   , nonostante  :  la  pubblicità  tv  ,  gli  addobbi delle vetrine  e le luminarie dei comuni   e  dei supermercati  ,  
f ilm ,  le  pubblicità delle  associazioni  Ong   che stranamente   si  risvegliano  a  Natale  ,ecc    non sento  quell'atmosfera  caramellosa      che  si respira    già dalla  fine di  novembre   . Starò visto che mi  sto avvicinando a  i 50    vecchio e   ho ucciso lo spirito natalizio    come  suggerito   dal fumetto  a  babbo morto di zero calcare   da me  precedentemente recensito  https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2024/11/spettliliana-segre-ipocrisia-culturale.htm ( è l'ultimo  post   della    rubrica  diario di Bordo   )  sono il solo a  pensarla cosi  ?.

Un sogno di carriera interrotto per scegliere DIO la storia di Chiara Franco









Chiara Franco, una giovane di 22 anni originaria di Sapri, stavavpreparando il suo futuro come membro dell’Arma dei Carabinieri, seguendo le orme del padre, comandante della stazione di Torchiara.




 La sua vita sembrava tracciata: un percorso di studi dedicato, un fidanzato con cui sognava un matrimonio e una famiglia. Tuttavia, il destino ha preso una piega inaspettata. Durante un viaggio con il suo compagno, Chiara ha sentito un richiamo interiore che l’ha spinta a riconsiderare le sue scelte. La vocazione religiosa, che fino a quel momento era rimasta in secondo piano, ha iniziato a farsi strada nel suo cuore
La vocazione che cambia tutto
Il 8 dicembre, una data simbolica per molti, è diventata il giorno della sua prima professione religiosa come suora delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Questo passo ha segnato un cambiamento radicale nella sua vita. Chiara ha deciso di abbandonare i sogni di una carriera nei Carabinieri per dedicarsi completamente al servizio degli altri e alla sua fede. La sua scelta, sebbene sorprendente per molti, è stata accolta con rispetto e ammirazione da chi la conosce. La giovane ha trovato nella vita religiosa una nuova dimensione di realizzazione personale e spirituale, un cammino che promette di essere ricco di significato.
Un esempio di coraggio e determinazione
La storia di Chiara è un esempio di coraggio e determinazione. In un’epoca in cui le aspettative sociali spesso spingono verso carriere tradizionali e successi materiali, la sua scelta di seguire una vocazione religiosa rappresenta una sfida alle convenzioni. La giovane suora non solo ha abbandonato un percorso professionale promettente, ma ha anche scelto di dedicare la sua vita al servizio degli altri, incarnando i valori di altruismo e dedizione. Chiara è diventata un simbolo di speranza e ispirazione per molti giovani che si trovano a un bivio nella loro vita, mostrando che la vera realizzazione può trovarsi in luoghi inaspettati.
 

DIARIO DI BORDO N 91 ANNO II .Lucertole triocchiute ed storie bizzarre ., meglio perdere 3-0 a tavolino che subire il becero razzismo di un suo giocatore il caso del Gymnasium di Sassari, ., stadio di Maglie dedicato al padre del presidente della regione come la statua del megadirettore Catelani di fantozzoi ., funtanazza ( Arbus ) azienda agricola dei fratelli Lampis una pecora nera allevata come un cane ,Black è una pecora che crede di essere un cane.

 tra  i fatti   e   le storie  di  questa  settimana    ci sono  oltre  queste  storie     curiose   \bizarre 



Lucertole triocchiute

Ha 130 anni e tre occhi: il tuatara Henry è un idolo della nazione

Vi presentiamo Henry, una delle bestie più strambe del globo. È un tuatara di 130 anni, un rettile che vive e prospera in Nuova Zelanda, ultimo discendente di una specie risalente all’era dei dinosauri. IL tuatara è un animale particolarmente amato dai Maori, può vivere fino a 200 anni e riprodursi dopo i 100.

 Originario dell’isola di Stephens, Henry è ospitato in un recinto a Invercargill. Per anni isolato e poco socievole, dopo un intervento chirurgico nel 2007 è diventato più attivo ed è riuscito a diventare padre alla tenera età di 111 anni. I tuatara sono rettili bizzarri e peculiari: hanno un terzo occhio sul capo, crescono lentamente e possiedono gli spermatozoi più veloci tra tutti i rettili. Un tempo diffusi nell’intero territorio neozelandese, oggi sopravvivono solo in alcune isole protette. Henry ha ormai raggiunto lo status di icona nazionale. Nel suo nuovo habitat ha già attirato 2.000 visitatori ed è diventato un simbolo della cultura nazionale.







Inghilterra Acquista una barretta di Mars liscia e si lamenta online, l’azienda gli invia un risarcimento da due sterline

Che valore ha una barretta di Mars liscia, senza la sua tradizionale increspatura? È il dilemma esistenziale che ha travolto Harry Seager, 34enne inglese, dopo aver acquistato una barretta di cioccolato priva della sua caratteristica “ondulazione” durante un viaggio. Tornato a casa, è corso a sfogarsi su internet. La foto del Mars “difettoso” ha generato grande interesse sul gruppo Facebook “Dull Men's Club” (club degli uomini noiosi), dove alcuni utenti hanno definito il dolce “orribile”. Non pago del riscontro online, Seager ha contattato l’azienda produttrice – Mars Wrigley UK – per domandare cosa fosse successo. La risposta è arrivata in fretta: la barretta dev’essere “scivolata” attraverso la linea di produzione ed è uscita così, liscia e bruttarella. Con grande onestà intellettuale, ma non altrettanta munificenza, la Mars ha inviato a Seager in risarcimento un buono da 2 sterline. Seager, finalmente soddisfatto, ha annunciato che lo utilizzerà per acquistare ben due Mars gratuiti.











  da  la nuova  Sardegna  8\112\2024 
Usini
 Dopo gli episodi di razzismo della scorsa domenica, 1 dicembre, accaduti sugli spalti della Folgore Mamoiada, a danno di Ba, attaccante 27enne originario del Gambia, la Gymnasium di Sassari, società che milita nel campionato di terza categoria, ha deciso di ribellarsi pacificamente alla mancata applicazione di sanzioni da parte del giudice sportivo. La squadra non è in campo oggi, 7 dicembre, per la gara casalinga contro l’Ebadottu. Sconfitta 3-0 a tavolino rimediata, ma sul terreno di gioco è andata in scena una grande dimostrazione di fair play per dire no al
razzismo con magliette, striscioni a tema e un terzo tempo di festa all’insegna dell’inclusività 
Perdere non  è mai stato così bello. Soprattutto quando serve a lancia reun messaggio sociale che evidentemente, nel 2024, necessîta di essere tenuto ancora attuale: “No al razzismo". Un messaggio urlato nean che tanto a bassa voce, ma pacificamente, sul campo di Usini, da calciatorie dirigenti della Gymnasium di Sassari contro la (in)giustizia sportiva. Anche a costo di non scendere in campo e di perdere3-0a tavolino.Un segnale forte, vero, dopo quanto accaduto al termine della gara in trasferta contro la Folgore di Mamoiada di.una settimana fa con un giudice sportivo che ha prima dato, poi annullato,.un provvedimento di “partita a porte chiuse” alla Folgore inflitto dopo che un gruppo di suoi tifosi si era esibito in un horror show di insulti razzisti e ululati ai danni di Ba, 27 anni, attaccante della Gymnasium originario del Gambia. Un provvedimento sostituito con un anno di “messa alla prova”. Una sorta di sospensione condizionale che di fatto ha lasciato l'episodio di razzismo impunito.
«Visto che non ci ha pensato la giustizia sportiva, a dare'un segnale ci abbiamo pensato noi — spiega il presidente della Gymansium, Fabrizio Usai. Abbiamo deciso di fare rumore in maniera educata e  rispettosa e di scendere in campo col numero minimo di 5 atleti con maglie e striscioni per dire no al razzismo. Non è un'azione pensata contro Mamoiadada dove ci sono stati vicini da subito, ma contro gli organi di controllo che dovrebbero.tutelare tutti i tesserati a prescindere dall'etnia e invece fanno passare il tutto come che non sia accaduto. Le uniche vittime di tutto questo sono gli atleti e le società,mai i diretti responsabili. C'è da impegnarsi per individuarli per poi punirli non solo con gli strumenti previsti dalla legge, ma. più efficacemente. allontanandoli per sempre da tutti i campi, anche da quelli di provincia come questo».| Sul campo di Usini intorno a Basi stringono tutti, anche gli avversari dell'Ebadottu che pur sapendo dell'’inziativa, si sono voluti presentarelo stesso in segno di solidarietà. Ba, che di mestiere  fa.il muratore e che a Sassari è arrivato tre anni fa, è emozionato anche se ancora molto scosso dopo l'episodio di  razzismo a Mamoiada. 

Razzismo sugli spalti, la Gymnasium di Sassari non scende in campo



«Non mi piace, è stata l'esperienza più brutta della mia vita — racconta l'attaccante del Gambia —. Quello che ha accaduto domenica scorsa mi ha fatto male, queste cose sui campi da gioco non devono accadere mai più. Adesso sto un po’ meglio ed è tutto merito della società, del mister e dei miei compagni che mi hanno protetto e dato tanti consigli su come affrontare questa brutta faccenda ». Ma la faccenda ha colpito molto tutto lo spogliatoio del Gymnasium: «È diverso da come si vedono certe cose alla televisione, non auguro a nessuno di vivere l’esperienza che ci è capitata domenica scorsa - dice Roberto Gani, 25 anni, capitano della squadra —. Vedere Ba piangere è stato brutto, in21 anni di calcio non avevo mai vissuto così tanta tristezza. Lo spo-gliatoio però è come una famiglia, da quel momento non ci siamo mai stancati di stare accanto al nostro compagno. Ma anche i calciatori della Folgore sono stat incredibili, sono stati loro i primi a ribellarsi al razzismo».E così il gesto del Gymnasium di scegliere di perdere 3-0 a tavolino pur di promuovere l'inclusione, in un lampo ha catapultato il calciuo di proivincia dalla Terza categoria alla Serie A, almeno sotto l'aspetto dei valori umani e sociali. «Continueremo a promuovere momenti di condivisione e promozione sociali- conclude il presidente Fabrizio Usai - anche dedicati ai portatori di disabilità è l’unica strada utile a superare ignoranza e pregiudizi».

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Il  fantozzi  che   è  in  noi  non muore  mai . E'  notizia  di questi  giorni    che   a Maglie  il  presidente  della  regione  Fitto   ha  dedicato lo  stadio  a    suo padre     come apunto  la statua della mamma del mega direttore galattico, "l'onorevole Cavaliere Conte" Diego Catellani,  che  tutti  gli impiegatoi  dovevano   omaggiare e   sulla quale  sbatteva la testa ogni mattina il ragionier Ugo Fantozzi 


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Black è una pecora che crede di essere un cane. Rifiutata dalla mamma, subito dopo la nascita nell’azienda agricola dei fratelli Lampis a Funtanazza, è stata portata nella casa di famiglia ad Arbus, nutrita con il biberon e cresciuta come un cane. Lei è affettuosissima e quando vede i proprietari corre loro incontro e fa le feste.

in tempo di crisi e di fame busa e non si vuole emigrare meglio addattarsi a tutti i tipi di lavoro anche queli per cui non abbiamo studiato la storia di La scommessa di Paolo Ladu, noto “Cipolla”: lava vewtri da 40 anni

  dala nuova  sardegna   9\1\2025  di Valeria Gianoglio Nuoro La bottega di Paolo Ladu, noto “Cipolla  "è un furgone vissuto, un ampio...