25.6.14

MATRIMONI SIMBOLICI, UN ALTRO MODO PER DIRSI SÌ martina marras di http://www.ladonnasarda.it/

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In spiaggia al tramonto, con parenti, amici e damigelle. Oppure nella caletta più nascosta, durante una romantica fuga d’amore. La celebrante laica Claudia Murroni racconta i riti animisti.


Claudia Murroni  [  foto a destra ]  è una bella ragazza, capelli lisci in un caschetto lungo. Ha .39 anni, ma ne dimostra molti meno: un passato da sportiva alle spalle (è stata campionessa regionale nei 400 ostacoli, anche se sembra non ricordarsene più), una laurea in Scienze politiche. Ha vissuto a Barcellona e poi in Inghilterra dove ha lavorato nel campo degli eventi. Qualche anno fa è tornata in Sardegna e oggi si dedica all’attività di
I matrimoni di cui Claudia è celebrante sono promesse d’amore accorate, ma assolutamente simboliche: non hanno valore legale e non si ispirano al credo di nessuna chiesa. I matrimoni laico-umanisti, un’assoluta novità nell’Isola e in Italia, sono riconosciuti nei paesi anglofoni. La moda, manco a dirlo, parte dagli Stati Uniti. La filosofia è molto semplice: la celebrazione dell’amore non conosce credo e si può giurare fedeltà e sostegno al proprio partner senza bisogno di un dio garante.

Per Claudia fare da celebrante laica è una sorta di missione, animata dalla convinzione che la condivisione dei sentimenti tra due persone sia più forte di qualsiasi convenzione, legge, fede, opinione e genere. «Capita – spiega - che si decida di abbinare il matrimonio simbolico a quello civile, visto che il rito laico consente maggiore flessibilità: si può scegliere la location che si preferisce, mentre la cerimonia civile può avvenire solo nelle pertinenze comunali, a Cagliari esclusivamente in municipio».I passaggi obbligati sono quelli della tradizione: lettura delle promesse, scambio degli anelli, bacio alla sposa, firma della pergamena. «C’è chi opta per le promesse tradizionali e chi invece preferisce un testo personalizzato – racconta Claudia – non ci sono regole precise, ampio spazio è lasciato al volere degli sposi. In genere si tratta di cerimonie molto partecipate: intervengono gli ospiti, i parenti raccontano qualche aneddoto, gli amici recitano poesie. Tutti prendono parte al rito ed è molto emozionante. Ho cominciato a celebrare nel 2008, ma ancora devo fare forza su me stessa per trattenere le lacrime durante le promesse».

La celebrante costruisce il rito ad hoc di volta in volta per la coppia: «Mi faccio raccontare ogni cosa, dal primo bacio all’anello di fidanzamento e insieme a loro decido quali dettagli inserire: ci sono vari riti accessori, come quello della sabbia, delle candele o delle corde che simboleggiano l’unione in un corpo solo». Claudia è ministro della Universal Life Church e fa parte del circuito dei celebranti laici italiani.

Il servizio è richiesto anche dalle coppie omosessuali, dal momento che si tratta dell’unica possibilità per ufficializzare, sebbene in maniera simbolica, il patto di cuore. Eppure, in Sardegna, la prima unione simbolica fra persone dello stesso sesso non è stata ancora celebrata. 
«Il rito laico, per me, è la proclamazione assoluta dell’affetto fra due persone – precisa Claudia - Ogni matrimonio è diverso: ci sono le fughe d’amore, di turisti arrivati con un volo low-cost che decidono di giurarsi amore in una caletta al tramonto. Altri vengono appositamente in Sardegna, perché ci sono stati o semplicemente perché ne hanno sentito parlare, con parenti, amici, testimoni e damigelle».In media Claudia celebra 30 unioni simboliche all’anno prevalentemente in inglese o in spagnolo, perché a sposarsi in riva al mare sono soprattutto stranieri. 
«I sardi storcono un po’ il naso, vi è la convinzione che si tratti di matrimoni finti, anche se in tanti sono affascinati». Un buon compromesso, in realtà, per indossare l’abito bianco che quasi tutte sognano, senza imbrigliarsi nelle maglie di un credo che non sentiamo addosso e senza il peso di un freddo contratto. 
«È tutto più rilassato, più sentito, più bello – continua Claudia – per noi italiani il matrimonio è quasi una tappa obbligata, i nostri riti sono rigidi. Le coppie straniere sono coppie di fatto da anni, quando arrivano al matrimonio, civile o simbolico che sia, generalmente convivono da tempo». E allora cosa cambia? verrebbe spontaneo chiedersi. «Dopo il rito simbolico io annuncio il signore e la signora X e credo che si sentano realmente marito e moglie».

Il posto più romantico per sposarsi in Sardegna? Claudia non ha dubbi: le calette della Costa Smeralda o Costa Rei.

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