28 giugno 1914: un esercito silenzioso e peloso va in guerra



28 giugno 1914: un esercito silenzioso e peloso va in guerra


1916, fronte del Trentino: Schnurry von Hohenstein, cana poliziotta decorata con medaglie d’oro, argento e bronzo per le sue prestazioni in servizio, riposa all’ombra di un albero
Ottobre 1917, fronte dell’Isonzo: un cane da guardia e vedetta sta fermo accanto al segnale d’allarme in una trincea del 25° reggimento austro-ungarico di fanteria.

Estate 1918, fronte dell’Isonzo: l’artiglieria inglese arriva al galoppo sulla linea del fuoco.
1918, ultimi giorni di ottobre: all’alba 30 reparti di bersaglieri e cavalleggeri passano il Monticano.
Fronte francese, estate 1918: cavalli e militari, tutti con le maschere antigas, attraversano un tratto di bosco sulla Marna.
Cinque istantanee di quella guerra degli invisibili che è stata la guerra degli animali. Della mostra in corso all’Hic Caffè di Gorizia vi ho già parlato.

Oggi, nell’anniversario dello scoppio della prima guerra mondiale, voglio raccontare un libro che raccoglie centinaia di immagini di cani, cavalli, muli, piccioni, colombi, cammelli, dromedari. Tutti impegnati al fronte.
“Animali al fronte. Protagonisti oscuri della grande guerra“ è stato pubblicato nel 2003 dalla casa editrice Ediciclo di Portogruaro e scritto da uno storico appassionato, di Oderzo nel trevigiano, qual è Eugenio Bucciol.
Bucciol ci offre immagini straordinarie sull’utilizzo degli animali nel corso della Grande Guerra.
Ci sono i cavalli (milioni ne morirono in guerra) ma anche gli orsi che avevano il compito di rallegrare lo spirito dei soldati. Prigionieri fra prigionieri.
Ci sono i colombi viaggiatori come quello che fu protagonista di 200 voli sopra al fronte. Più volte ferito, portò sempre a termine la sua missione.
Ci sono i cammelli kirghisi che trainano le provviste per la sussistenza delle truppe cecoslovacche in Siberia.
I cavalli dell’esercito serbo che raggiunsero Valona in Albania con20mila animali ormai scheletri: la metà dovette essere abbattuta sul posto.
Ogni immagine è una piccola storia che ci lascia senza parole.
Ma Bucciol ci avverte che in ogni guerra di ogni tempo gli animali affiancarono le truppe.
Lo fecero gli elefanti con Annibale, così come le otarie e i delfini che nel 1991, durante la guerra del Golfo, vennero utilizzate dagli americani per localizzare le mine posate dagli iracheni.
O le galline che sempre in quel massacro venivano mandate in avanscoperta perché prima di ogni altro riuscivano ad avvertire segni di gas.
Ha ragione Margherita Hack che firma la prefazione di questo libro: “La lettura e le immagini di questo libro serviranno a farci amare e rispettare di più gli animali e a farci capire le atrocità e inutilità delle guerre”.

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