fonte unità online dl 4\1\2012
no alla supertassa
per i permessi degli immigrati
C'e' la crisi economica, va dunque ripensato il contributo chiesto agli stranieri per il rilascio del permesso di soggiorno. E' quanto spiegano i ministri dell'Interno, Anna Maria Cancellieri e della Cooperazione internazionale e l'integrazione, Andrea Riccardi, che hanno avviato una valutazione sul tema.
Cancellieri e Riccardi, spiega il Viminale, "hanno deciso di avviare un'approfondita riflessione e attenta valutazione sul contributo per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno degli immigrati regolarmente presenti in Italia, previsto da un decreto del 6 ottobre 2011 che entrerà in vigore a fine gennaio".
In particolare, aggiungono i ministri, "in un momento di crisi che colpisce non solo gli italiani, ma anche i lavoratori stranieri presenti nel nostro Paese, c'é da verificare se la sua applicazione possa essere modulata rispetto al reddito del lavoratore straniero e alla composizione del suo nucleo familiare".
«È davvero incredibile, per non dire vergognoso, vedere che autorevoli ministri del governo di Mario Monti, dopo aver taciuto di fronte alle pesanti misure adottate dall'esecutivo, che vanno a colpire i nostri pensionati e i nostri lavoratori che fanno fatica ad arrivare a fine mese, adesso si spendano in prima persona e prendano posizione contro la tassa sul permesso di soggiorno per gli immigrati», attacca l'ex ministro Calderoli (Lega) in una nota.
forse perchè si sono resi conto dell'imbecillità della legge .hanno paura che assumendo lavorati in nero succeda qualche scandalo come in America dove un politico s'era dimesso perchè aveva fatto lavorare in nero la sua colf
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
4.1.12
TRENTO DI STRADA:L'INDIANO NAPOLETANO di Corona Perer e FERMATE IL MONDO:VOGLIO DECRESCERE di Guglielmo Vasto
storia tratta con relative foto da http://www.giornalesentire.it/
Macchè: napoletano, come spiega in puro accento... toscano. Vive da anni a Firenze, ma ha per tetto il cielo. Al nord ci è salito a causa del caldo oppressivo di questa estate. Sessant'anni, si definisce un uomo felice. Ha fatto tappa con il suo inseparabile Mercadante in città con presenza fissa nella via dello struscio cittadino, seduto ai piedi dei palazzi di Via Calepina, sede della pontentissima Fondazione Caritro. Quando gli facciamo notare che sopra ...gli sta una banca, fa cenno di raccogliere le sue poche cose e volersi spostare. "L'odore del denaro mi ha sempre dato fastidio" dice tenendo bene in vista la ciotola del cane a mò di piattino.
Avvertito il rischio di un equivoco - viste anche le dimensioni del 'piattino' - specifica che ciò che raccoglie basta alla sussistenza sua e del cane.
"E quando ci sono 10 euro sono ricco, mi bastano a volte anche per due giorni. Allora in quei giorni non faccio l'elemosina e se non ci sono...se fà dieta" ha aggiunto.
Colpisce la serenità del volto e la ciotola linda riservata al denaro. Ancor di più stupisce Mercadante che non lo strattona durante tutto il colloquio. "Lascia stare, non è gente per noi!" sembra dirgli.
"Attento...questa è una giornalista, le interessa solo la foto e vendere la tua povertà".
Ma la vera povertà stava sul marciapiede, accanto allo struscio.
Perchè l'indiano, ignorato dai più, ha destato la curiosità dei passanti solo quando è stato visto in azione un obiettivo fotografico. Il mio.
A quel punto qualcuno si è fermato per chiedermi, sottovoce, donde venisse il misterioso indiano.
Il quale peraltro, lo avrebbe spiegato di persona, se solo qualcuno ogni tanto osasse perdere tempo con uno sconosciuto.
----------------
Come
può essere misurato il PIL della felicità? E ancora, come tale dato
può essere incrementato nell'era della globalizzazione?
Un
uomo, il suo più grande amico: un cane
Un uomo la sua unica fonte di vita: la strada
Un uomo, un sorriso, una scelta di vita: libera
TRENTO DI STRADA:L'INDIANO NAPOLETANO
Indiano? Asceta? Vagabondo?Macchè: napoletano, come spiega in puro accento... toscano. Vive da anni a Firenze, ma ha per tetto il cielo. Al nord ci è salito a causa del caldo oppressivo di questa estate. Sessant'anni, si definisce un uomo felice. Ha fatto tappa con il suo inseparabile Mercadante in città con presenza fissa nella via dello struscio cittadino, seduto ai piedi dei palazzi di Via Calepina, sede della pontentissima Fondazione Caritro. Quando gli facciamo notare che sopra ...gli sta una banca, fa cenno di raccogliere le sue poche cose e volersi spostare. "L'odore del denaro mi ha sempre dato fastidio" dice tenendo bene in vista la ciotola del cane a mò di piattino.
Avvertito il rischio di un equivoco - viste anche le dimensioni del 'piattino' - specifica che ciò che raccoglie basta alla sussistenza sua e del cane.
"E quando ci sono 10 euro sono ricco, mi bastano a volte anche per due giorni. Allora in quei giorni non faccio l'elemosina e se non ci sono...se fà dieta" ha aggiunto.
Colpisce la serenità del volto e la ciotola linda riservata al denaro. Ancor di più stupisce Mercadante che non lo strattona durante tutto il colloquio. "Lascia stare, non è gente per noi!" sembra dirgli.
"Attento...questa è una giornalista, le interessa solo la foto e vendere la tua povertà".
Ma la vera povertà stava sul marciapiede, accanto allo struscio.
Perchè l'indiano, ignorato dai più, ha destato la curiosità dei passanti solo quando è stato visto in azione un obiettivo fotografico. Il mio.
A quel punto qualcuno si è fermato per chiedermi, sottovoce, donde venisse il misterioso indiano.
Il quale peraltro, lo avrebbe spiegato di persona, se solo qualcuno ogni tanto osasse perdere tempo con uno sconosciuto.
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Il
professor Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, spiega che
"l'economia della lentezza" può essere la soluzione di
contrasto alla crisi internazionale diffusasi con la rapidità degli
scambi. Esistono esempi concreti che confermano vincente il paradigma
della lentezza. La rapidità non coincide con l'approfondimento dei
temi e le riflessioni.
Allo stesso tempo, essa favorisce anche un incremento delle disuguaglianze, incidendo visibilmente sull'allargamento della forbice tra ricchezza e povertà. "È necessario - sottolinea ancora Roma - riappropriarsi di valori quali l'autenticità, la salubrità e la convivialità". In una parola, per perseguire il vivere bene bisogna prestare maggiore attenzione agli aspetti relazionali. Fortunatamente, secondo Roma, in Italia l'economia della lentezza esiste ed è ben sviluppata: non a caso il 3% del Pil (44 miliardi di euro all'anno) proviene dai comparti della ristorazione, del wellness e dal settore vinicolo. A queste "buone pratiche" è opportuno aggiungere anche lo sviluppo del mondo e della cultura rurale, il turismo e le energie rinnovabili.
Allo stesso tempo, essa favorisce anche un incremento delle disuguaglianze, incidendo visibilmente sull'allargamento della forbice tra ricchezza e povertà. "È necessario - sottolinea ancora Roma - riappropriarsi di valori quali l'autenticità, la salubrità e la convivialità". In una parola, per perseguire il vivere bene bisogna prestare maggiore attenzione agli aspetti relazionali. Fortunatamente, secondo Roma, in Italia l'economia della lentezza esiste ed è ben sviluppata: non a caso il 3% del Pil (44 miliardi di euro all'anno) proviene dai comparti della ristorazione, del wellness e dal settore vinicolo. A queste "buone pratiche" è opportuno aggiungere anche lo sviluppo del mondo e della cultura rurale, il turismo e le energie rinnovabili.
Un
ulteriore miglioramento della qualità della vita può dipendere
dalla dimensione della città. L'Italia dei borghi (già scoperta dal
poeta Mario Luzi negli anni ‘40) è l'emblema di una economia
sviluppata ed integrata nel territorio. Sono 7.536 i comuni al di
sotto dei 50.000 abitanti e sono abitati dai 56% degli italiani
ovvero 33 milioni di persone, per la maggior parte imprenditori,
lavoratori autonomi ed operai che animano la vita lavorativa e la
produzione.
La caratteristica di questi piccoli centri è di non cercare l'internazionalizzazione, ma di creare un'economia di nicchia che viva bene nel contesto globale. Tale processo non può che passare attraverso le scelte politiche di un'amministrazione che punti all'eccellenza, ma anche alla multisettorialità, all'efficienza e all'apertura internazionale, tutto secondo una logica di comprensorio e di policentrismo, "come avviene a Trento" ha specificato Roma.
La caratteristica di questi piccoli centri è di non cercare l'internazionalizzazione, ma di creare un'economia di nicchia che viva bene nel contesto globale. Tale processo non può che passare attraverso le scelte politiche di un'amministrazione che punti all'eccellenza, ma anche alla multisettorialità, all'efficienza e all'apertura internazionale, tutto secondo una logica di comprensorio e di policentrismo, "come avviene a Trento" ha specificato Roma.
È
inevitabile, quindi, scindere lo sviluppo di un territorio dallo
studio dell'urbanistica. Il preside della Facoltà di Architettura
dell'Università di Stoccarda, Helmutt Bott, sulla base di numerosi
esempi provenienti dalla Cina come dalle capitali mitteleuropee,
lancia alcuni spunti per migliorare la qualità della vita.
Per non creare "quartieri dormitorio" o isolati da altre attività, Bott suggerisce una soluzione, già adottata in Germania, di zone ad uso "misto" che prevedano edilizia abitativa, commercio ed uffici. Questi concetti fanno parte della "triade della sostenibilità", che presta attenzione agli aspetti sociali, economici ed ambientali del territorio, richiedendo lo sforzo e la convinzione dei politici quanto dei cittadini.
Per non creare "quartieri dormitorio" o isolati da altre attività, Bott suggerisce una soluzione, già adottata in Germania, di zone ad uso "misto" che prevedano edilizia abitativa, commercio ed uffici. Questi concetti fanno parte della "triade della sostenibilità", che presta attenzione agli aspetti sociali, economici ed ambientali del territorio, richiedendo lo sforzo e la convinzione dei politici quanto dei cittadini.
Un uomo la sua unica fonte di vita: la strada
Un uomo, un sorriso, una scelta di vita: libera
Tiziano Ferro, o della semplicità
Adesso è la consacrazione. Sempre piaciuto a tutti, amato da tutti, persino simpatico, umile, irresistibile con quel sorriso largo e comunicativo. “Bono”, anche. Questione di gusti. Non è il mio tipo, forse ha il naso troppo corto, non è eccessivamente alto, tende alla pinguedine. Ma chissà, un domani questi difetti potrebbero rivelarsi un pregio, rendere il suo aspetto più intenso. E poi si porta dietro, diciamo che ora sfoggia con un certo vezzo, quell’aria provinciale che presto entrerà, è già entrata, nella leggenda. Tutto normale e prevedibile. “Semplice”, direbbe lui, col lampo sornione negli occhi di chi sa che “tutto“, in realtà, è terribilmente complicato. Perché appartiene alla vita, è la vita stessa; forse la parte più interessante dello speciale a lui dedicato, ieri sera su Raidue, è stato proprio l’accenno alla felicità e alla possibilità di cantarla restando ispirati. Semplice? Macché, incasinatissimo: evitare la disperazione e le sere nere (pur nel loro abisso d’angosciante bellezza), aprirsi alle azzurrità potenti e meravigliate dell’affetto “puro”, o almeno realizzato, è impresa titanica. Perché poi subentra sempre quella dannata natura umana, insoddisfatta, alla ricerca dell’orizzonte, quindi dell’impossibile. Un amico scrittore ha confessato: scrivere è come camminare. Un cammino o, se si vuole, una maratona, lenta ed eterna, cosparsa di panorami e di soste, ma continua, acciottolata, fumigante di fatiche. Anche noiosa, prevedibile, ripetitiva. Racchiudere la variegata semplicità in pochi versi è dono di rari poeti. Ma un pizzico di poesia può annidarsi in ogni cuore, in qualsiasi professione, in sperduti e impreveduti scampoli d’esistenza. Non è ineffabile, ma pop - altro genere di cui Tiziano non si vergogna, ben consapevole, ormai, di poterselo permettere: il suo popular è, anch’esso, complesso, sincopato, soul, inattendibile e al tempo stesso ampio e tradizionale. E ha ragione il suo amico Jovanotti, a tratti ricorda un po’ Ranieri, ne ha la teatralità soprattutto nella possanza vocale come pure in certa enfasi saporosa. Ogni epoca ha il suo portavoce, e Ferro è diventato lo specchio delle ultime generazioni, ne ha saputo svelare l‘inaspettata intimità, la ricerca d‘un senso che non è, forse, voglia di cambiare il mondo, ma almeno, prima, di comprenderlo, e di darsi una direzione. Tiziano giunge tra le macerie di un paesaggio spersonalizzato, senza memoria, e cerca di costruirsene una. Nell‘ambiguità, naturalmente. Ovviamente. “Uno sorride di com’è, l’altro piange cosa non è/e penso sia un errore”, che poi si tramuta nel misterioso “e penso sia bellissimo”. Non si tratta di alta poesia, però è efficace nella molteplicità delle interpretazioni. Certo, è un errore la troppa sicurezza di sé così come il senso di colpa, ma può diventare “bellissimo” se ci si riconcilia con noi stessi, coi nostri errori, se accettiamo le stranezze della nostra affettività, e si sorride e si piange al tempo stesso, sensibili alle foglie come tutti i depressi - che non sono tristi, bensì spalancati alla vita, quindi capaci di gioie superlative - e inermi, pure. Il futuro ci dirà se quegli “issimi” saranno rivelazioni sabiane o sciatteria lessicale. Per ora, ci piacciono e ci rincuorano. L’ispirazione giunta al giovane Tiziano attraverso non solo il “nobile” gospelma anche dalla musica elettronica - e a me, personalmente, già aliena - degli anni Ottanta, conferma l’intuizione di Proust: “Detestate la cattiva musica, ma non disprezzatela”. E poi, chi non s’è emozionato con Forever young, sì, proprio quella degli Alphaville? Pur formatami in un diverso contesto, ne fui rapita anch’io, un giorno in Francia, nella pienezza del tumulto amoroso. A proposito di quest’ultimo, e della vicenda personale di Ferro, ieri sera solo confusamente accennata, ho scritto qualcosa altrove, e in futuro forse ne parlerò ancora. Per adesso, resta l’artista consacrato ma schivo, furbo la sua parte da non volersi trasformare in bandiera di nessuno (siamo avvertiti), protagonista di spettacoli coinvolgenti e caldi, perfettamente studiati - e supportati da uno staff abile ed efficiente - ma non showman né divo puro. Un minimalista affettivo nel senso migliore del termine, quasi tondelliano. Scopriamolo e lasciamolo auto-scoprirsi, senza attenderci nulla, ma quietamente, facendoci stupire dalle nuove, possibili invenzioni. Oggi, la diversità non s’esprime attraverso costumi particolari o atteggiamenti eccentrici, ci passeggia accanto e tutto resta mescolato, vicino a noi eppure distratto. A Tiziano il compito, non facile, ma semplice, di marcare quella differenza, di personalizzare l’intimo di ognuno. Se ci riuscirà, sarà il vero, significativo successo.
3.1.12
FORSE DIVENTERO' VEGETARIANO
sono cresciuto fino all'età di 11-14 anni , prima che la mia campagna fosse trasformata nella sua quasi totalità in azienda florovivaistica , in una famiglia ( bisnonni , nonni paterni ed oggi anche se in maniera ridotta senza i : maiali,galline,api e la vigna ) di contadini e quindi quando mangiavo la carne sapevo cosa mangiavamo ricorrevamo pochissimo alla macelleria .
Poi hom continuato , visto che in sardegna è piccolissima ( se si esclude quella importata da fuori o qualche grosso allevamentgo industriale ) gli allevamenti sono biologici o quanto meno all'aria aperta , ho continiuato a mangiare carne di macelleria .
Ma dopo qualche scambio d'esperienze e altro ( siti internt, libri, documntari film ed altro vedere url fine blog e video sotto ) con amici\che non solo di fb vegani e vegtariani , ne ho diminuito da un anno a questa parte l'uso .
Ora Dopo aver visto sul banco della maccelleria , dove ero andato a comprare la carne per i mii cani e ritirato la carne per natale , ho vsto ( una scena orrippilante ) esposti sul bancone esposti 4\5 piccoli maialetti a forma di salsiccia \ salume , sembravano imbalsamati \ impagliati . proprio menmtr m'indirizzavo alla cassa , commento fra me e me ( ma forse a voce troppo alta , in quanto , avendo ed ho tutt'ora , problemi d'udito non risco a regolare il tono della voce ) << non sapevo che uccidessro i maiali femmina \ le scrofe incita pr toglierli i piccoli e farne simili cose >>.Il maccellaio ride e mi risponde << non siamo a quel livello vengono gettati via , scrive la legge .la forma che vedi è riocavata da carne avanzata dalla fabbricazione di salsiccie e budello >> . La stessa cosa mi è stata confermata da un collega di lavoro che ha la campagna e che alleva gli animali .Comunque sia che sia vwro qul ch dice il macellaio o il mio amico \ collega di lavoro , gii animali specie quelli d'allevamento intensivo sono da quello che mi ha detto riccardo alias Alan Adleril responsabile del sito http://www.animalstation.it/public/wordpress/ : << le scrofe usate come animali da riproduzione vengono uccise dopo 2-3 anni per la carne, i piccoli (maschi o femmine) di queste scrofe vengono messi subito all'ingrasso e poi uccisi per la carne dopo circa 6 mesi o un anno. Questa cosa dei maialetti a forma di salsicce mi suona assai inquietante, ci vuole davvero coraggio a mettersi in bocca un maialino ridotto così, anche se non mi stupisco più di nulla oramai. Comunque o è roba che costa parecchio, perchè con un maialino che fai crescere e ingrassare l'allevatore ci tira fuori molti più soldi, oppure possono maialini morti alla nascita e subito preparati in questo modo. Per saperne di piu' eccoti questo articolo http://www.animalstation.it/public/wordpress/?cat=228 >>
Ora se prima mangiavo la carne due tre vbolte alla settimana senza contare quella , soffro di fame compulsiva \ da stress , ch mangiavo fuori pasto soprattutto ai banchtti , qui in sardegna e specie nel sud ( nel resto d'italia non sò ) i comitati ( da noi si chiamano classi ) ch organizzano le feste patronali fanno banchtti con arrosti grigliate di carne non so se mangerò carne , o se la mangerò o d'allvamenti biologici ( soffro di meno di quelli intensivi )
VIDEO SCONSIGLIATO A CHI è ULTRA SENSIBILE E DEBOLE DI STOMACO
La ltre puntate le trovate qui sul canale youtube del sito agireora
con i sensi di colpa o per dovere perchè mi da fastidio \ mi viene il rimorso se avanza o si butta (n anche se a dir il vero noi abbuamo i cani a cui possiamo dare gli avanzi , ma ni ristoranti o in altri posti come si fà , spcie se te la fanno ) si spreca un bene alimentare , mentre nel mondo c'è chi muor di fame .Ma comuque ci proverò con la speranza di riuscire
film
qui ,purtroppo in inglese , il documentario integrale
sotto il promo in inglese
libri
2.1.12
Stangata sugli immigrati: + 200€ per i permessi di soggiorno degli extra comunitari
ma non si rendono conto che cosi aumentano i reati e le truffe o lo sfruttamento del sistema social italiano per raggiungere quelle cifre per avere l'agognato permsso di soggiorno .Oltre che il lavoro nero perchè , chi può permetterselo vorrà regolarizzarlo
Vivere senza soldi ( reprise ) la storia di Mark Boyle
riprendo l'argomento del vivere senza denaro affrontato qui nel precedente post
Vivere senza soldi, la storia di Mark Boyle
Immaginate di scegliere di vivere senza denaro. Immaginate, in altre parole, di seguire l’esempio di Mark Boyle. Soprannominato 'the no money man', questo trentenne di Bristol ha deciso due anni fa di escludere i soldi dalla propria esistenza ed oggi è più che felice che mai.
di Alessandra Profilio - 10 Settembre 2010 storia tratta da ttp://www.ilcambiamento.it/persone/
31 anni e nemmeno un soldo in tasca. Una condizione comune di questi tempi. Eppure c’è qualcosa che distingue Mark Boyle
da quella moltitudine di giovani che si ritrovano tristemente al verde: questo ragazzo inglese ha volontariamente deciso, nel novembre del 2008, di escludere il denaro dalla propria esistenza.
Tutto è iniziato in un pub: "Il mio amico ed io stavamo parlando di tutti i problemi del mondo - ricorda Boyle - come ad esempio lo sfruttamento della manodopera, la distruzione ambientale, gli allevamenti industriali, la sperimentazione sugli animali e le guerre per le risorse energetiche. Ho capito che erano tutti, in un modo o nell’altro, collegati al denaro. Ho deciso quindi di rinunciare ai soldi. Ho venduto la mia casa galleggiante a Bristol e ho lasciato il mio lavoro in una società di prodotti alimentari biologici".
Da ormai due anni, dunque, Mark Boyle vive in un caravan (messo a sua disposizione da Freecycle, gruppo di persone che si scambiano gratuitamente oggetti) parcheggiato in una fattoria alle porte di Bristol, dove lavora come volontario tre volte alla settimana.
Vegetariano già da sei anni, 'the no money man', come è stato soprannominato, si nutre ora delle piante che coltiva, produce elettricità con un pannello solare, ha un telefono cellulare che utilizza solo per ricevere chiamate ed un notebook che si alimenta ad energia solare.
Tutto è iniziato in un pub: "Il mio amico ed io stavamo parlando di tutti i problemi del mondo - ricorda Boyle - come ad esempio lo sfruttamento della manodopera, la distruzione ambientale, gli allevamenti industriali, la sperimentazione sugli animali e le guerre per le risorse energetiche. Ho capito che erano tutti, in un modo o nell’altro, collegati al denaro. Ho deciso quindi di rinunciare ai soldi. Ho venduto la mia casa galleggiante a Bristol e ho lasciato il mio lavoro in una società di prodotti alimentari biologici".
Da ormai due anni, dunque, Mark Boyle vive in un caravan (messo a sua disposizione da Freecycle, gruppo di persone che si scambiano gratuitamente oggetti) parcheggiato in una fattoria alle porte di Bristol, dove lavora come volontario tre volte alla settimana.
Vegetariano già da sei anni, 'the no money man', come è stato soprannominato, si nutre ora delle piante che coltiva, produce elettricità con un pannello solare, ha un telefono cellulare che utilizza solo per ricevere chiamate ed un notebook che si alimenta ad energia solare.
"Ho fatto un elenco di tutto ciò che ho comprato e ho cercato di capire quali cose avrei potuto ottenere in altro modo". Ed ecco che Mark ha sostituito il tradizionale dentifricio con una miscela di ossi di seppia e semi di finocchio ed ha rimpiazzato il comune detersivo con un sapone ricavato bollendo frutta secca.
"Ho avuto un’infanzia normale. Penso che in un primo momento i miei genitori si siano chiesti cosa mai stessi facendo. Ma ora mi sostengono completamente e dicono che potrebbero provare anche loro".
Nel 2007 Boyle ha fondato laFreeconomy, comunità online che promuove la condivisione di abilità e proprietà e che ad oggi conta 17.000 iscritti. Ha anche pubblicato un libro, The Moneyless Man: A Year of Freeconomic Living.
Come ha dichiarato Mark Boyle, ad aver giocato un ruolo determinante per la svolta della sua vita è stata la visione di un video di Gandhi: "Mi ha insegnato una lezione enorme, di essere il cambiamento che volevo vedere nel mondo. Il problema era che non avevo idea di che cosa fosse quel cambiamento".
"Filosofare un pomeriggio con un mio amico ha cambiato tutto. Stavamo analizzando le questioni del mondo e mi sono reso conto che stavo guardando il mondo nello stesso modo in cui un medico occidentale osserva un paziente, osservando i sintomi senza pensare alla loro causa principale. Così ho deciso di diventare un omeopata sociale, un pro-attivista, e di indagare la causa principale di questi sintomi".
E ancora, dice Mark: "Una delle principali cause di quei sintomi è il fatto che non vediamo più le ripercussioni che i nostri acquisti hanno sulle persone, sull’ambiente e sugli animali. I gradi di separazione tra ilconsumatore e il consumosono aumentati così tanto che siamo completamente all'oscuro dei livelli di distruzione e sofferenza determinati dalla roba che compriamo. Lo strumento che ha causato questa separazione è il denaro".
Quelle di Boyle sono dichiarazioni che fanno leva quindi su un cambiamento pratico: "Se coltivassimo da soli il nostro cibo non avremmo un terzo dei rifiuti che abbiamo oggi. Se noi stessi costruissimo i nostri tavoli e le nostre sedie, non li butteremmo via al momento di cambiare l’arredamento. Se dovessimo pulire la nostra acqua potabile, probabilmente non la contamineremmo. Quindi, essere il cambiamento che volevo vedere nel mondo, purtroppo, significava rinunciare ai soldi contanti, cosa che inizialmente ho deciso di fare per un anno”.
Eppure Mark adesso è talmente felice da voler proseguire su questa strada.
"Che cosa ho imparato? Che l’amicizia, non il denaro, è la sicurezza reale. Che la povertà più occidentale è di tipo spirituale. Che l’indipendenza è realmente interdipendenza. E che se non possiedi un televisore con schermo al plasma la gente pensa che sei un estremista.
La gente spesso mi chiede che cosa mi manca del mio vecchio mondo di profitto e affari. Stress. Traffico. Conti bancari. Bollette.Beh, ogni tanto c’era la pinta di birra naturale con gli amici".
27 Novembre 2011 14:53, Free-consocience ha scritto:
@ Maurizio Capisco il tuo punto di vista, vorresti avere un sistema senza interscambio creditizio, ma solo: io lavoro, contribuisco al servizio comune, per esempio coltivo la terra, tu costruisci case, ma invece di farlo pe se stessi lo si fa per tutti così che ogni uno abbia il necessario (spero di non aver capito male). Ma devi contare che così si crea un caos a livello di risorse, conta che in un negozio, un cittadino che può prendere vestiti senza soldi ne prende tanti anziché uno solo, e per evitare questo dovrebbe esserci un sistema meritocratico, cioè chi fa di più merita di più. Abbastanza complicato. Guarda, in Italia siamo più o meno 60 milioni di persone, calcola tassare solo 200 euro al mese come unica trattenuta (togliendo i bambini) viene 8 miliardi al mese, in un anno sono 96 miliardi, in 5 anni 480. Questo per dire che i soldi ci sono, solo che finche abbiamo soldi fisici (che si possono rubare) non cambierà nulla mi dispiace. Cmq vada spero che la gente si svegli e cominci a ragionare per cambiar e il mondo da sola non chiedendo ai LADRI AL GOVERNO di cambiare qualcosa. :)
25 Novembre 2011 22:18, MAURIZIO nullaTenente ha scritto:
ma ci prendiamo per il CULO? dopo aver esposto un articolo del genere, si conclude con... "SE PENSI CHE IL CAMBIAMENTO VALGA ALMENO UN EURO AL MESE CLICCA QUI" non sarebbe piu in linea INCITARE alla distruzione di tutti I SOLDI che possediamo!! una distruzione REALE da effettuarsi di fronte alla massima istituzione Governativa della propria citta o Villaggio. E dichiarare la propria intenzione di viviere delle TERRA che calpestiamo, della terra in cui viviamo, DOVE le TASSE non esisteranno ma solo un Governo di (non INTERSCAMBIO) ma un Governo di OBBLIGO di CONTRIBUIRE con le PROPRIE risorse (il proprio corpo e non i propri soldi) al BENESSERE proprio e DELLA COMUNITA! E APPROPRIARSI delle proprie terre e decisioni! ribaltando tutto il sistema!! Sono sposato e abbiam bimba di 3 anni. Entro fine anno Di Fronte al Municipio di UDINE: taglierò in mille pezzi tutti i soldi che ho! Nonostante viva in appartamento in Affitto e non abbia terra; ho un lavoro a t. d. Un lavoro che lascerò volentieri se non mutasse da lavoro remunerato a Denaro in Lavoro prestato a scambio di un bene o servizio. !!! la_verita_ti_far@libero.it
15 Ottobre 2011 15:51, Free-Conscience ha scritto:
Ciao a tutti ragazzzi, secondo me dovremmo togliere il denaro per far posto ad un sistema di crediti ovvero soldi nn materiali. Mi spiego meglio. Partiamo dal fatto che le società non devono essere private, ma della comunità italiana. Con i soldi italiani si costruiscono le fabbriche, che varanno un manager o gestore, non un proprietario. Ogni mese Verrà distrubuito, in base al livello professionale di ogni dipendente un compenso, il resto, il guadagno, torna alle casse Italiane. Con i crediti i soldi vengono gestiti da un sistema che limita l'erogazione in base alla classe lavorativa. Se un manager ha classe AA per esempio il sistema erogherà per lui 4000%u20AC al mese, su una carta che sarà di credito e conterrà altre informazioni, tipo patenti, tessere sanitarie ecc.. diciamo funzionerà oltre a carta di credito tipo memory card con tutti i dati gestiti intermanete dall'anagrafe, che poi ogni 5 anni dovranno essere rinnovati. Ogniuno ha cosi i crediti che gli spettano e in nessun modo potrà rubarne poichè le entarte mensili di ogni individuo sono proporzionali al suo livello professionale e poi i crediti non esistono fisicamente. Inoltre siccome tutte le grandi fette di guadagno delle aziende ritornano al paese, tutto il credito verrà usato per comprare materie prime e finanziare il prorpio paese, paese dove non ci sono politici che decidono per te, ma persone che studiando, elaborano delle leggi, poi tramite voto tramite internet o voto fisico, i cittadini stessi dovranno approvare o abolire la legge, poichè siamo noi coloro che ne subiranno gli effetti. Immaginate che il popolo approvi leggi sull'ambiente, sulla giustizia ecc..tramite maggioranza. Ogni stato sarà come lo vogliono coloro che ci vivono.
27 Luglio 2011 14:33, Marco . ha scritto:
@Masterpiga. Non te ne accorgi ma ripeti molti dogmi parziali e interessati del capitalismo, a cominciare dal classico paragone con i documentari a-la- national geographic, interpretati con una dose abbondante di darwinismo sociale. La natura ha la sua saggezza (e abbiamo perso un bel po' anche di quella) ma l'obiettivo della società è superare la natura e la wilderness, non eguagliarle. Da quando Darwin è stato interpretato come un ideologo della lotta permanente e della prepotenza (ma non lo era, era uno scienziato e forniva modelli adatti a constatazioni fattuali, non politiche cultural-economiche fallimentari e classiste) travisando volutamente il suo "survival of the fittest" in un brutale "survival of the strongest", che apparirebbe puerile anche ad un animale, non abbiamo mai fatto che ripeterci, ingannandoci, che la moralità della natura non si può superare e che tali condizioni sono naturali, dunque inevitabili. Lo sforzo titanico della civiltà, quella che si vuole smarcare dalle pulsioni e dalle interpretazioni biologiche, quella con un sogno, è proprio quello di andare oltre la mentalità di un branco di lupi. E se proprio dovremmo rinunciare ad un contributo originale della razza umana alle strategie non di sopravvivenza (questa emergenza, questa penuria perenne, pretesto per ogni deroga, ogni sopruso, ogni autoritarismo, ogni spietatezza) ma di vita, potremmo non scegliere di essere lupi ma formiche. Sono anche loro "fit" pur non essendo "strong" e in ogni caso l'evoluzione non opera più sugli umani singoli o su gruppi isolati, ma sulle culture e non è affatto detto che la più adatta ad una vita soddisfacente sia la più aggressiva (ripeto, si parla di adattamento non di imposizione e di forza).
14 Giugno 2011 16:11, Christian ha scritto:
@Masterpiga: Grazie per le interessanti osservazioni. La mia impressione è che innanzitutto le risorse sarebbero potenzialmente sufficienti (se non abbondanti) per tutti, se si ridistribuissero equamente e si applicasse efficacemente le tecnologie disponibili a questo preciso scopo. In secondo luogo, per come intendo io l'educazione, questa serve a far emergere le componenti più evolute dell'essere umano promuovendo la predominanza di queste su quelle "bestiali". Nella scalata evolutiva si è passati dalla fase rettile, a quella di mammifero (cure parentali), a quella di ominide (sviluppo dell'intelletto e delle società complessa), fino allo sviluppo dei "valori spirituali" propri dei grandi uomini, che potenziano l'identificazione dell'essere umano con la propria componente più evoluta, e quindi meno soggetta alle leggi biologiche. In una società media si avrà una specie di gaussiana lungo la linea evolutiva appena descritta, le cui code saranno gli individui eccellenti da una parte, quelli meno evoluti e più sottomessi alla propria biologia dall'altra. L'educazione avrebbe lo scopo di spostare la gaussiana in avanti, rendendo le persone libere di scegliere. Finora la nostra società ha agito inconsapevolmente, permettendo ai fenomeni socioeconomici incontrollati di determinare il destino dei popoli (come a suo tempo facevano le leggi naturali per quel che riguardava l'alimentazione e la salute). Quando parlo di approccio sistemico intendo (concordemente con te) che non esiste la "ricetta sicura", ma come avviene nella medicina che mira alla salute dell'individuo, la cura dovrebbe coprire molti fronti, compresi quelli di cui abbiamo parlato, tenendo presente che i diversi fronti in qualche misura si aiutano a vicenda (per esempio una persona educata alla sobrietà consuma meno risorse, e quindi può vivere nell'abbondanza soggettiva, quando quella ingorda vive, a parità di risorse, in uno stato di scarsità soggettiva).
13 Giugno 2011 14:32, Masterpiga ha scritto:
@Christian: Ciao Christian, grazie per la tua risposta. Il tasso di natalitá é inversamente proporzionale al benessere di una comunitá. Questo fenomeno é documentato sia su scala planetaria (vedi paesi ricchi vs. paesi in via di sviluppo vs. paesi del terzo mondo) che su scala piú locale (le fasce piú povere di ciascuna societá sono quelle con le famiglie piú numerose). Il meccanismo alla base del fenomeno é in parte biologico, in parte socio-antropologico: piú figli = maggiore probabilitá che almeno qualcuno sopravviva, e piú figli vivi = piú forza (e potenzialmente maggior benessere) al nucleo di appartenenza. Riguardo il fatto che l'educazione possa essere un'alternativa alla violenza, permettimi due considerazioni. In primo luogo, l'educazione é un sottoprodotto del benesser. In ogni societá di cui si ha evidenza storica, l'educazione é sempre stata ad esclusivo appannaggio degli strati piú ricchi della società. La ragione é molto semplice: se devi lavorare 16 ore al giorno per garantirti la sopravvivenza, tutto sto tempo di essere educato non ce l'hai. In secondo luogo, la scarsitá di risorse necessariamente ed invariabilmente porta a conflitti, per il semplice fatto che quando si tratta di scegliere tra la sopravvivenza tua (o della tua prole) e quella di qualcun altro, quasi sicuramente non ci vai molto per il sottile. Nota bene che questo non é un fenomeno sociale, ma un fenomeno biologico. In ogni popolazione di qualsiasi specie vivente, gli individui che insistono sulle stesse risorse sono in competizione l'uno con l'altro. E organismi appartenenti a diverse specie, ma che insistono sulle stesse risorse, sono pure in competizione. E' un efficacissimo meccanismo di autoregolazione a livello di eco-sistema, che funziona proprio grazie al fatto che le risorse sono, per definizione, limitate. Le uniche societá in cui modelli di bonaria condivisione delle risorse come quello implicato dall'esperienza di Boyle (auspicabilissimi in teoria) siano applicabili sono quelle in cui le risorse disponibili sono sovra-abbondanti rispetto alle esigenze della comunitá. Gli esempi vanno da tribú isolate in aree naturalmente prosperose, a intere e moderne societá contemporanee, come quelle nord-europee, vedi Svezia e Norvegia. Qui, i fenomeni di corruzione e le altre storture del capitalismo sono molto meno evidenti che in altre societá (come quella Italiana) per il semplice fatto che le risorse economiche sono piú che sufficienti per far star bene tutti, e quindi non c'é bisogno di competere strenuamente e prevaricare. I modelli di societá che partono dal presupposto che tutti i parametri della convivenza siano in qualche modo suscettibili di essere controllati (tutti sono educati, tutti sono disponibili a condividere, tutti mettono il bene della comunitá di fronte al prossimo), perdono di vista il fatto fondamentale che le societá sono, per definizione, entitá caotiche. Detti modelli hanno solo tre possibili sbocchi: 1) morire prima di nascere, perché inapplicabili; 2) fallire; 3) degenerare (vedi fascismi e comunismi, che alle origini si proponevano solo di creare societá perfette). Invece di immaginare tanto radicali quanto improbabili modelli di societá alternative, non sarebbe piú utile cercare di impegnarsi per correggere le storture piú evidenti di quello che giá abbiamo?
13 Giugno 2011 13:36, Christian ha scritto:
@Masterpiga: Ciao, relativamente a quel che dici, secondo me andrebbero fatte delle riflessioni riguardo ai presupposti dai quali parte quel che affermi: 1) E' vero che le economie di scala sono l'unico modo per produrre a sufficienza? Dovremmo aver presente che queste contribuiscono all'inquinamento e all'impoverimento del terreno, creando un circolo vizioso di scarsità alimentare. 2) La sovrapopolazione mondiale deriva tra l'altro da particolari condizioni di certe società. Non è un caso che nell'occidente acculturato si assista ad una forte diminuzione del tasso di natalità. Non conosco esattamente le condizioni sociali in base alle quali si ha un sovraffollamento o viceversa, una diminuzione delle nascite, ma sarebbe interessante saperlo, in modo da ricercare una soluzione sistemica. 3) Presupponi che la scarsità di risorse produca automaticamente violenza. Questo dipende dall'educazione della popolazione. In uno scenario nel quale attori "educati" (p.es. alla mutua assistenza) si trovino in scarsità, si potrebbe anche giungere ad una collaborazione al fine di aumentare la produzione (a parità di terreni)
12 Giugno 2011 20:34, Masterpiga ha scritto:
Interessante esperimento sociale. Alcune considerazioni di Mark (o del reporter) sono però poco realistiche, per non dire errate. Per esempio, l'idea che sia possibile un mondo in cui ciascuno coltiva il suo orto e produce il suo cibo. Solo le economie di scala sono in grado di produrre abbastanza da soddisfare il fabbisogno di 7 miliardi di persone. Gli attuali problemi di inquinamento, sfruttamento delle risorse naturali e deforestazione sarebbero solo aggravati in un mondo in cui ognuno produce per sé, perché necessariamente la produzione sarebbe meno efficente, e perché ciascun individuo (o nucleo familiare) sarebbe in lotta con gli altri per accaparrarsi le risorse. Immaginate di avere il vostro orto, circondato dagli orti dei vicini. Vi nasce un figlio, ed avete bisogno di aumentare la vostra produzione. Chiedete aiuto ai vicini, ma sono tutti nelle vostre condizioni. Alla fine, l'unica soluzione é una bella guerra col vicino. Insomma, il modello di Boyle funziona solo perché lui é l'unico a vivere in quel modo. Condivido invece la riflessione sulla necessità di avere maggiore informazione sul ciclo di vita dei prodotti che consumiamo, e la chiamata ad un consumo responsabile che non produca sacche di ricchezza creando bolle di povertà.
7 Dicembre 2010 01:55, aVrion ha scritto:
Ragazzi, come gia qulcuno ha citato, esiste un movimento basato su una documentazione, precisa, logicamente impeccabile fatta da un regista e attivista americano, attraverso 2 film: zeitgeist e zeitgeist addendum.quanti di voi hanno visto questi film? sicuramente, non tutti.e di conseguenza, non potete realmente comprendere la natura, e l'importanza del gesto di mark boyle senza la visione completa che possono e DEVONO DARVI questi film-documento, sulla realtà della società odierna.ecco, lo noto soprattutto dall osservazione di fabio: "il denaro è uno strumento.. il male deriva da come lo si usa." purtroppo hai assolutamente sbagliato fabio, perche forse non sai che il denaro, è il motivo è la causa principale di ogni comportamento criminale. il denaro è il motivo per cui esiste il terzo mondo in espansione, perche la scarsità delle risorse, VOLUTA da un elite criminale ai vertici dei nostri governi, la produce perche è sinonimo di profitto. il denaro è il motivo pr cui oggi non usiamo fonti di energia rinnovabile, perche purtroppo le tue parole, e le mie da sole, non sono niente, contro le industrie petrolifere, che hanno comprato i brevetti delle auto elettriche per non metterle in commercio. potrei elencare tanti motivi qui del perche dovremmo fermare questo sistema monetario che è sinonimo di PURA CORRUZIONE voi avete una visione riduttiva di questa situazione, perche non conoscete questi film. noi tutti abbiamo il diritto, e IL DOVERE, di SAPERE, quello che sta succedendo, e quello che ci stanno facendo. vedete su youtube i film di zeitgeist e riprenderemo la discussione. ;)
11 Ottobre 2010 14:52, davide ha scritto:
Sarebbe interessante sapere se Boyle sia stato in grado di costruirsi una famiglia e come in tal caso avrebbe affrontato i problemi dell'educazione dei figli.
11 Ottobre 2010 14:21, mauro ha scritto:
Interessante, questo Mark, quanto costa il suo libro? A parte la facile battuta, trovo interessante questa ricerca concreta, certo parziale anche perchè individuale: giovane, single, senza figli, in salute, in un paese ricco, adesso è pure famoso! L'interessante credo sia uscire dall'ekonomia, almeno quella più screditata (finanza, agrindustria, moda) riducendo i consumi energetici, specie nei trasporti con una mobilità consapevole. Il prossimo passo potrebbe essere provare a sperimentare la pratica del no-money come piccolo gruppo di persone conviventi, da soli sono buoni tutti, comunque in bocca al lupo Mark e co.
17 Settembre 2010 12:48, Fabio FLX ha scritto:
In una porzione di mondo basata sul denaro il gesto di Mark Boyle è tanto simbolico quanto concreto. E' concreto perché dimostra che è possibile fare a meno dei soldi, ma anche simbolico perché in realtà i soldi sono un prodotto della spregiudicatezza degli esseri umani e non il problema stesso. Se l'uomo imparasse a vivere diligentemente, in maniera ecologica, i soldi potrebbero tranquillamente essere un aspetto positivo della vita. Il fatto che tutto ciò sia attualmente utopico rende il gesto di Mark Boyle particolarmente interessante e degno di essere divulgato.
16 Settembre 2010 16:25, Christian ha scritto:
@Paolo Riguardo a Zeitgeist, ho visto che nel blog di www.justfortheloveofit.org ne parla! Comunque questo sito di freeeconomy è una f***ta pazzesca :D
16 Settembre 2010 14:44, Christian ha scritto:
@Francesca: Grazie per il sito di condivisione, stavo cercando da tempo qualcosa del genere! Mi sono già iscritto :)
16 Settembre 2010 13:28, Francesca ha scritto:
Non vedo il mio commento allora lo scrivo di nuovo:)
A Fabio volevo far sapere che Mark ha venduto la casa galleggiante per creare un sito per diffondere la Freeconomy.
Il sito mette in contatto persone che vogliono scambiare cose e abilita' senza chiedere niente in cambio.Per esempio se in una via ci sono 10 case con un piccolo giardino e voglio mettere a disposizione il mio tagliaerba per i vicini lo posso far sapere,oppure se voglio aiutare a creare un orto o tutto quello che so fare lo voglio condividere, basta scriverlo nel mio profilo.Allo stesso modo se un giorno mi serve qualcosa che non ho posso vedere se qualcuno che abita vicino me la puo' prestare.
Mark ha scritto un libro il cui ricavato andra' a finanziare la realizzazione di una comunita' che vuole vivere senza denaro.
Il sito della Freeconomy e' www.justfortheloveofit.org
Consiglio la visita al blog che e' ricco di consigli pratici per uno stile di vita che non abbia un impatto negativo sull'ambiente.
16 Settembre 2010 12:57, Fabio ha scritto:
@Francesca Come vedi, i soldi gli son serviti. ;-)
16 Settembre 2010 12:37, Francesca ha scritto:
a Fabio. Mark ha usato i soldi ricavati dalla vendita della casa galleggiante per creare un sito web per mettere in contatto tutte le persone che sarebbero contente di condividere le proprie cose e le proprie abilita' con altri che vivono vicini. Il sito si chiama www.justfotheloveofit.org e il movimento freeconomy.
Il blog e' ricco di consigli pratici per vivere in un modo che ha un minore impatto sull'ambiente.
16 Settembre 2010 01:47, Chrstian ha scritto:
Sono d'accordo con tutto quel che dici... fattostà che spesso, pur volendo mantenere un comportamento (ed un consumo) etico, poi il funzionamento del sistema economico ci "costringe" a scelte/compromessi che coadiuvano le componenti non etiche del sistema, ostacolando di fatto il processo di transizione. Per esempio, non so se è una mia impressione, ma le soluzioni di consumo ecologiche/etiche hanno spesso un costo (non solo monetario) superiore a quello di quelle che non lo sono... per questo dicevo che sarebbe opportuno trovare delle alternative che risolvessero o attenuassero quel problema.
16 Settembre 2010 00:55, Paolo Posocco ha scritto:
Conoscete il movimento zeitgeist? zeitgeistitalia.org e thezeitgeistmovement.com Lo troverete interessante! Propone una transizione da un'economia basata sul denaro a una basata sulle risorse, il tutto senza ridurre il tenore di vita, anzi, elevandolo per tutte le persone del mondo, senza distinzioni.
16 Settembre 2010 00:22, Fabio ha scritto:
Sarebbe interessante sapere cosa ne ha fatto dei proventi della vendita della sua casa, e se il libro lo ha regalato od invece si acquistava. Il denaro è uno strumento... il male deriva da come lo si usa. Concordo, ad ogni modo, che la soluzione di tanti nostri problemi stia nel riavvicinarci alla terra dalla quale deriva tutto ciò che, in un modo o nell'altro consumiamo. Fare a meno del denaro è solo un modo estremo di costringersi a farlo, ma non è necessario.
16 Settembre 2010 00:01, Christian ha scritto:
Piacerebbe anche a me diventare fiscalmente invisibile :) Il problema è, per la maggior parte delle persone, che questo comporterebbe una drastica riduzione del tenore di vita... a meno che non costruissimo una specie di rete di scambi alternativa, che funzionasse a livello globale.
il mio commento è che non faccia la fine di Christopher Mc Candless. IL quale Dopo la laurea presso la Emory University nel 1992, studente e atleta top Christopher McCandless abbandonato i suoi beni, ha dato il suo intero conto $ 24.000 risparmi in beneficenza e dopo vari vagabondaggi e andato in Alaska dove è morto : Dalla vicenda ( vedere approfondimenti a fine post ) è tratto il film into the wild sotto il promo del film
di cui sotto trovate un video di una canzon della colonna sonora
a
l cui e musiche ( qui informazioni sul film e quimaggiori news sulla colonna sonora ) sono di canzoni originali di Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, con pezzi alla chitarra eseguiti da Michael Brook eKaki King.
Speciale Uomo e Natura/ 'Grizzly Man' e 'Into the Wild'
Il richiamo delle terre estreme. Into the Wild
Sean Penn e Jon Krakauer: cuori selvaggi
http://it.wikipedia.org/wiki/Christopher_McCandless
http://www.tifilms.com/wild/call_intro.htm ( sul suo viaggio e su come è morto realmente )
http://www.pearljamonline.it/intothewild/chrisarticle/chrisarticle.htm ( traduzione italiana )
vivere senza denaro è possibile ? il caso di Heidemarie Schwermer e del film living without money
Nei giorni scorsi con l'associazione della bottwga del mondo cittadina ho visto questo film documentario ( foto sopra )
da http://coa.inducks.org/xref.php?c=I%20TL%201205-B |
perchè : 1) senza soldi non si può cantare nè messa nè bandiera rossa .Inizialmente ero scettico e confuso proprio come questa storia ( foto a sinistra )di topolino n 1205
2) è troppo utopistico vivere completamente senza soldi anche se sono possibili di compromessi tipo banche del tempo , scambi , ecc ( ne parleroò in uno dei prossimi post ) .Poi dopo averlo visto mi sono ricreduto . Anche s difficilmente io sarei capace di metterlo in pratica .
Esso ci racconta la vita di Heidemarie Schwermer( trovate sotto una breve biografia ) una donna tedesca di 68 anni che 14 anni fa fece una scelta estrema: non usare più soldi. Con un’unica valigia di vestiti lascia il suo appartamento e regala tutto ciò che possiede, cambiando radicalmente la sua intera esistenza.Oggi, 14 anni dopo, continua a vivere quasi del tutto senza soldi e dichiara di sentirsi sempre più libera e indipendente. Il film la segue nella sua quotidianità mostrando le continue sfide che questo stile di vita alternativo comporta. Heidemarie è infatti sempre in viaggio, ospite per qualche giorno di vecchi e nuovi amici e disposta a incontrare persone mai viste prima. Non è preoccupata per il futuro e vive intensamente il presente, perchè sa per esperienza che tutto va per il meglio quando ci si apre alla vita, e a qualunque cosa che viene incontro.Heidemarie viaggia tra Germania, Austria, Svizzera e Italia per tenere conferenze dove racconta la sua esperienza, desiderosa di condividere con gli altri la propria filosofia di vita che vede nella semplicità la chiave della completezza. Quello che era iniziato come un sistema di scambio, di favori per sostituire il valore dei soldi oggi è diventato un vero e proprio modo di vivere che la vede impegnata nell’aiutare gli altri a trovare la propria strada per una vita più semplice e in armonia.Questo film segue Heidemarie nella sua vita di tutti i giorni, dove mangia, dove dorme,chi incontra; ci rende partecipi delle continue prove affrontate per poter vivere senza denaro. In Vivere Senza Soldi Heidemarie si racconta attraverso la sua filosofia di vita e le motivazioni che l’hanno portata ad abbracciare una sclta così difficile, in una società in cui tutto è basato sul potere dei soldi ed il valore di una persona dipende dalle sue possibilità economiche. Difficile restare indifferenti ad un incontro con Heidemarie: alcuni la ritengono un “parassita” che vive sulle spalle degli altri, mentre altri la vedono come una “visionaria fonte di ispirazione”. Resta il fatto che la sua storia ci porta a riflettere sull’influenza che il denaro ha sulle nostre vite, sulle nostre azioni e sul nostro modo di pensare oltre che sulla salute e sull’ambiente, in un discorso di ampio respiro che tocca i temi del materialismo e deca tradizioni di condivisione e d'l consumismo.Un ritorno alle antiche tradizioni di mutuo soccorso e aiuto reciproco
Heidemarie Schwermer
Heidemarie Schwermer nasce a Memel (ex Prussia Orientale) nel 1942 e dopo pochi anni si sposta in Germania con la famiglia, dove si stabilisce con lo status di rifugiata. Terminati gli studi lavora come insegnante, cresce due figli (che le regalano tre nipoti) e diventa successivamente psicoterapeuta. Nel 1994 fonda “La centrale del dare e ricevere”- il primo circuito di baratto presente in Germania- e nel 1996 regala tutto ciò che possiede per sperimentare uno stile di vita che esclude l’uso del denaro. Negli anni, in maniera graduale e decisa, Heidemarie è riuscita ad uscire dagli schemi, abbracciando un’esistenza libera dalle preoccupazioni legate alla proprietà e all’ansia del futuro.Di questa coraggiosa esperienza Heidemarie parla nel libro “Vivere senza Soldi”, tradotto in italiano, spagnolo, giapponese e sudcoreano.Visita il sito di Heidemarie per saperne di più sulla sua filosofia, la sua vita e l’esperienza di vivere senza denaro.
Per chi volesse approffondire
promo film
intervista a gli autori ddl film da http://www.valcesano.tv/
temtiche dekl film
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