7.5.20

l'odio non ha colore ideologico e sopratutto non #Lodiononvainquarantena

 ecco le  storie    d'oggi  la  prima  è la  risposta   agli imbecilli    che  lasciano ne ho parlato  nel   post  : << Lucca, infermiera trova biglietto nella posta: "Ci porti il Covid"    >>   biglietti anonimi   ad  una   del condominio  perchè  infermiera  in un reparto  di covid 19  o vedono i medici   ed  il personale  sanitario   come untore  .
 da https://invececoncita.blogautore.repubblica.it/  del 7\5\2020

Irene Nasone, giovane medico, calabrese vive in Lombardia da un anno
Irene prova a scherzare in ospedale a Treviglio, frontiera contro il Covid-19
"In un periodo storico in cui sembra essere riemersa la differenza tra ‘nord e sud’, in cui i medici e gli infermieri vengono visti come pericolosi untori ai quali lasciare messaggi minacciosi nella cassetta delle lettere, esistono anche esempi di bellezza. Ed è giusto parlarne perché il bene va raccontato, almeno ogni tanto per ricordarsi che c’è"."Sono un medico in formazione specialistica in medicina d’emergenza, al primo anno. Da circa sei mesi mi trovo a Treviglio e sto lavorando nel pronto soccorso di quello che è diventato a tutti gli effetti un ospedale per pazienti Covid-19. Sono originaria di Reggio Calabria e qui sono sola, senza parenti o amici. In questi mesi mi sono ritrovata ad affrontare situazioni che non avrei mai potuto immaginare. Tornando a casa dal lavoro in, in un appartamento vuoto, non facevo altro che rivivere ancora e ancora quello che avevo affrontato in ospedale"."Rivedevo continuamente quei corridoi invasi dalle bombole di ossigeno, quelle barelle piene di sguardi impauriti, quelle mani ‘sporche’ che nessuno poteva stringere se non attraverso degli sterili guanti. In mezzo a tutto quel dolore si inseriva un sorriso quotidiano. Ogni giorno trovavo dei bigliettini attaccati alla porta. Erano da parte dei miei vicini, persone che io non conosco e che non ho mai visto di persona.Avendo saputo il lavoro che svolgo, hanno pensato di starmi accanto attraverso dei pensieri e qualche piccolo regalo".
Il coniglietto
L'immagine può contenere: 1 persona, occhiali
"Chi scrive è Viola, una bambina di 8 anni che mi chiede come sto, come è andata a lavoro e conclude ogni lettera con un arcobaleno. ‘Cara Irene in questi giorni ho avuto tanti compiti da fare, sono in terza elementare, ma oggi ho avuto un po’ di tempo per te e con l’aiuto della mia mamma ti ho preparato un regalino: spero ti piaccia, magari puoi farlo vedere anche ai tuoi colleghi come pensiero di speranza, un forte abbraccio, Viola e Marco, mamma e papà’".

"E insieme alla lettera c’era un coniglietto di pezza coperto di quadrati di stoffa colorata. Un arcobaleno. In questo difficile periodo lei mi ha fatto compagnia, mi ha insegnato ad attendere quell’appuntamento epistolare con gioia, immaginando una realtà a colori. Mi ha regalato la sua amicizia con una spontaneità disarmante riaccendendo in me un sentimento di speranza, come solo i bambini sanno fare”.

Infatti  Dovremmo imparare a prendere ad esempio il comportamento dei bambini di fronte alle grandi difficoltà, e dare così un aiuto a chi per lavoro si trova in mezzo ai mille problemi. Complimenti anche ai genitori della bimba.Visto   che    questo virus  , come   tutti quelli che  ci  sono   stati nel  corso  della storia   ,  ci   hanno   dimostrato che la democrazia è quella che lui detiene. Infatti attacca chiunque senza nemmeno preoccuparsi di sapere chi è.Ricchi, poveri, blasonati, umili. bianchi, neri, intelligenti, ritardati, del nord del sud...Dovremmo restare tutti bambini per non impregnarci di queste stupidaggini  e  fare  si (  veder e anche  storia   sotto  )  che  anche in quarantena  non  ci sia  odio  . Mi piace  concludere    con queste parole      espresse   da  Totò  nel  finale  della  sua poesia A Livella



"Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive
nuje simmo serie... appartenimmo â morte!"



Siamo quindi  stati avvertiti tutti. Si parla molto della democraticità del coronavirus. Colpisce indifferentemente il Primo Ministro britannico e la Signora di Voghera. La confusione è impressionante, non si sa come venirne fuori. Si discute imperterriti sul significato di normalità, se siamo già al dopo oppure semplicemente nel durante, su chi è stato il più bravo di tutti a prevedere o a reagire, se è stato un megacomplotto per non si capisce quale scopo, sulle nuove dive della cronaca, le mascherine, sconosciute fino a ieri - le portavano solo quei fissati igienisti di giapponesi. Intanto l'infallibile Organizzazione Mondiale della Sanità avverte di tenersi pronti per la prossima pandemia.
Quando i bambini dimostrano, nella loro ingenua perfezione, una chiara superiorità su noi adulti imperfetti. Se il Mondo fosse nelle loro manine, andrebbe molto meglio !


la seconda 


Grande solidarietà a queste ragazze.Il problema risiede purtroppo in questo paese bigotto, di poca cultura e di molta ignoranza.Un paese dove purtroppo sembra di vivere nel medioevo, questa è la triste realtà.Dovete denunciare e mandare in galera questi vigliacchi che si nascondono perché hanno paura, continuate ad amarvi.


la  loro  vicenda  (  ne  avevo parlato  nel blog  da qualche  parte   )  è dimostrazione   come  in italia  manca  e  ci sono  fortissime resistenze ad  una  legge  contro   le  discriminazioni  omofobe e  transfobiche . Infatti    mi hanno  abbandonato  ,  certe persone  è   meglio perderle  chje  trovarle  e  ne  ho cosa  rara   eliminato   alcune  ,  ma certi insulti  non riesco a  reggerli  e  certe posizioni retrograde  di gente  che  scambia  la libertà  d'espressione   ed  una proposta  di legge   contro tali discriminazioni  come un limite   con la  libertà di  discriminare , minacciare  , insultare  .

 da http://www.novaratoday.it/attualita/

 di Annalisa Felisi 04 maggio 2020 11:59
L'odio non va in quarantena, insulti omofobi a due ragazze gay: "Il coronavirus è colpa vostra"

L'odio non va in quarantena, insulti omofobi a due ragazze gay: "Il coronavirus è colpa vostra"
Erika e Martina affrontano ogni giorno decine e decine di insulti: durante il lockdown non hanno potuto nemmeno sporgere denuncia                   



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Martina Tammaro ha 24 anni ed è di Arona. La sua compagna Erika Mattina, 22 anni, abita invece a Monza. I loro nomi, purtroppo, non sono nuovi alle pagine di cronaca, visto che nell'agosto del 2019 erano state prese di mira per aver postato sui social una loro foto mentre si baciavano.
Da allora gli insulti sono continuati e non si sono mai fermati, nemmeno durante il lockdown. "L'odio non va in quarantena - raccontano le due ragazze alla redazione di NovaraToday - Con l'arrivo del coronavirus pensavamo che la gente avrebbe avuto altro da fare, altro a cui pensare, altri problemi. Invece non solo hanno trovato il modo di insultarci, ancora e ancora, ma ci hanno anche attribuito "la colpa" per l'arrivo del coronavirus. Ed anche per tutte le altre disgrazie che stanno capitando (e capiteranno). L'odio non si è fermato, ma tutto il resto sì. Inclusa la possibilità, per noi, di denunciare. Abbiamo chiamato più e più volte i carabinieri, e ci hanno sempre detto di aspettare. Ora, finalmente, dopo quasi 2 mesi di reclusione, martedì 5 potremo andare dai carabinieri. Anche se ci hanno detto che per gli insulti più vecchi, è troppo tardi. Passati 3 mesi, non si può più far nulla (o quasi)".
Gli insulti che le ragazze hanno ricevuto sono terribili 

 eccone  alcuni le  altre le  trovate  qui sulla galleria fotografica   del sito
:

Insulti omofobi a Erika e Martina(4)


Insulti omofobi a Erika e Martina(5)

oltre a offese gratuite hanno anche ricevuto minacce di morte, di stupro e di violenza. "Tra due settimane, il 17 maggio, sarà la giornata conto l'omontransfobia - spiegano Marina e Erika -. Un fenomeno, ancora oggi, troppo radicato e invisibile agli occhi di tutti. E non è normale, a 24 e 22 anni, ricevere ogni giorno insulti e minacce solo per il semplice fatto di amarsi. Solo nell'ultima settimana abbiamo ricevuto più di 100 offese e insulti gratuitamente. Perché l'odio non è andato in quarantena. E mentre tutto il mondo si è fermato, noi incluse, ci siamo ritrovate con valanghe di offese disgustose e "colpe" che non abbiamo. Noi abbiamo una pagina instagram, @leperledegliomofobi, che denuncia tutto questo, e cerchiamo di aiutare e sensibilizzare più persone possibili, anche se a volte è dura".

Infatti   concludo    non  avendo  ottenuto    da  loro nessuna risposta  per  intervistarle  per   voi lettori   con  quanto dichiarato  loro   su  https://www.leggo.it/italia/cronache/  del Lunedì 4 Maggio 2020, 16:46
[...]
Perché vi scriviamo, però?
Perché tra due settimane, il 17 maggio, sarà la giornata conto l'omontransfobia. Un fenomeno, ancora oggi, troppo radicato e invisibile agli occhi di tutti.
E non è normale, a 24 e 22 anni, ricevere ogni giorno insulti e minacce solo per il semplice fatto di amarsi. Solo nell'ultima settimana abbiamo ricevuto più di 100 offese/insulti gratuitamente.
Perché l'odio non è andato in quarantena. E mentre tutto il mondo si è fermato, noi incluse, ci siamo ritrovate con valanghe di offese disgustose e "colpe" che non abbiamo.
Noi abbiamo una pagina instagram, @leperledegliomofobi, che denuncia tutto questo, e cerchiamo di aiutare e sensibilizzare più persone possibili. Anche se a volte è un po' dura.
Vi alleghiamo qualche screen. (sono tutte cose che ci hanno detto nell'ultima settimana. Quelle più fresche, insomma. Le altre minacce di morte e stupro sono "vecchie" e le abbiamo già denunciate ai carabinieri.)
In più alleghiamo delle foto nostre, più quella "famosa" del bacio al mare.
Speriamo che si possa parlare anche di questo, perché, anche se in maniera diversa, è comunque una 

Andrà tutto bene.
Erika e Martina

La lettera di Erika e Martina è arrivata all'attenzione di Leggo nel primo giorno della Fase 2. Per le due ragazze, fidanzate da quasi tre anni, alle problematiche legate al lockdown condivise da tutti i cittadini italiani si sono aggiunte quelle dell'omofobia che combattono con ironia sui social grazie alla pagine Le perle degli omofobi.

Quella su Instagram e Facebook è stata l'unica denuncia possibile durante i giorni della quarantena. Perché non avete denunciato alle autorità?

«Ci siamo informate telefonicamente per tre volte. La prima volta ci è stato detto che la questione al momento non era prioritaria. Ci siamo sentite sminuite, anche se capiamo la situazione. Alla seconda telefonata ci hanno consigliato di aspettare la fine della Fase 1, sicuramente anche per tutelare la nostra salute. Solo la settimana scorsa abbiamo ricevuto il via libera: domani potremo denunciare».

Cosa denuncerete?

«Andremo dai Carabinieri di Arona, perché la Polizia Postale è troppo distante. Porteremo tutto quello che abbiamo, dalle offese online ai video molesti che arrivano in continuazione: per molti uomini due ragazze lesbiche sono sinonimo di porno. Ma non tutte le offese online sono perseguibili, per denunciare è necessario che scattino minacce o diffamazione». 

Chi c'è dalla vostra parte?
«Al momento, dal punto di vista legale, siamo sole. Ma riceviamo il supporto dei nostri followers, tantissime persone che ogni giorno ci dimostrano affetto e solidarietà». 

E le critiche?
«Non sappiamo cosa sia successo, ma nell'ultima settimana è arrivata una nuova ondata d'odio».

Come ve lo spiegate?
«Probabilmente le persone in questo momento di frustrazione collettiva riversano la rabbia su un "problema secondario" come quello di due donne che si amano. Che non solo non è affatto un problema, ma di certo non è un problema loro. È per questo che abbiamo deciso di lanciare l'hashtag #lodiononvainquarantena».

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