I diavoli: i Il thriller finanziario internazionale tratto dal best seller di Guido Maria Brera più attuale che mai

 ho aspettato   prima di recensire  La serie  Diavoli   per  dare la possibilità   a  più  di riprendersi  dal finale  shock    anche per  me  che sono  un  " complottista    " ed  un  che vede  lontano  e  si diverte    ad  immaginarsi    e prevvedere  come  vanno  a finire  , libri , film ecc   . 
I    Diavoli  ,  il primo thriller finanziario nato in Italia e come "la sua storia, con uno scarto narrativo decisamente inedito, guardi allo scacchiere del potere finanziario mondiale per la prima volta dalla prospettiva europea invece che da quella americana". con Alessandro Borghi, Kasia Smutniak e Patrick Dempsey tratta dal best-seller di Guido Maria Brera  è finita . E  quindi  posso   smettere  di tenere  a freno le amni , visto che  ho  me le  sono , a  volte  in anteprima della messa  in onda  su  sky    . 

LO SO' CHE   NON SI DOVREBBE   VEDERE  IN STREAMING  LE  SERIE  TV  (  O  FILM ,  FILM D'ANIMAZIONE , CARTONI  ANIMATI , ECC  )  MA  . 1)   QUANDO VEDI I TRAILLER  O NE LEGGI ANTICIPAZIONI OPPURE  E'  IL MIO CASO   SENTI CHE DA UN ROMANZO  AVVINCENTE    ,   INTERVISTA       ALL'AUTORE DEL ROMANZO   OMONIMO  SARA  TRATTA LA SERIE   IN QUESTIONE 
 NON CE  LA  FAI   AD ASPETTARE  TEMPI BIBLICI  ( NEL CASO  VENGA   TRASMESSO   COME  NEL CASO DELLA SERIE  GOMMORRA )    PERCHE' SIA  VISIBILE  SULLA  TV  PUBBLICA   TI VIENE LA  VOGLIA     DI VEDERTELA  .,  2)    PER  EVITARE LA PIRATERIA   UN DANNO ECONOMICO    SIA  PER  I GRANDI    CHE PER  IL PICCOLO   E  PER  TUTTO  L'INDOTTO CHE  C'E' DIETRO  LE  GRANDI CASE  DI PRODUZIONE  E DISTRIBUZIONE    CHE SI BASANO  SU  ABBONAMENTI    DOVREBBERO PERMETTERE    DI   DI POTER  ACQUISTARE   SOLO UNA SERIE O  SOLO UN EPISODIO  E NON FARTI PAGARE   UN ANNO O MENO   D'ABBONAMENTO PER MAGARI  COSE  CHE NON T'INTERESSANO  T'INTERESSANO RELATIVAMENTE  . 

  dopo questo pipone    riprendiamo la recensione  


Un ottima  serie  . Infatti : <<  Si dice che Lucifero,il più splendente degli angeli,fosse il prediletto di Dio...che Dio lo amasse più di tutti gli altri angeli.Ma quando seppe che Lucifero aveva trasgredito le sue regole,non ebbe pietà. Con tutta la sua schiera di demoni gettò Lucifero all'inferno.>>  (  citazione  del film  )  .
Ecco  che in  un intervista sul quotidiano  la stampa    che  precedeva  le  ultime due  puntate   c1f  Borghi auspica lunga vita ai Diavoli, anche sei stagioni: « Più andremo avanti e più racconteremo il nostro tempo. Per fortuna c’è Guido che è un pozzo di idee. Allo stesso tempo mi piace che la prima serie abbia una sua conclusione. Odio le storie lasciate appese, invece I diavoli chiude un ciclo, dà delle risposte per aprire poi nuove questioni. E il finale dividerà,infatti gli   ultimi episodi sono  quelli  migliori  che mi sono piaciuti di più  con più tensione narrativa  e  visiva ».
Infatti  non ci sono dubbi che Diavoli è un'ulteriore dimostrazione della grande capacità di Sky di portare storie di spessore, interpretate da attori di elevato rango e raccontate con creatività ed enorme dispendio di risorse in una tv nostrana fiaccata dai soliti santi, uomini di legge e mafiosi. I suoi sono anche questa volta personaggi complessi, sfumati, tormentati e non necessariamente simpatici. La vera forza di questa narrazione, che tuttavia si avventura in territori - quelli della finanza - purtroppo di non facile comprensione  a i più  , con una specificità e un'accuratezza che in alcuni casi confonde o addirittura annoia. Per Alessandro Borghi questa è l'ennesima prova d'attore, la migliore a livello televisivo, nonostante il limite della lingua che per lui non sembra esserci. Ruba la scena, anche al cospetto di nomi altisonanti, consacrandosi al pubblico internazionale.
 Confermo   il primo giudizio che  dessi   quando   ho visto i primi due  episodi


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finito ora di vedere il primo episodio di Diavoli miniserie televisiva italiana, britannica e francese del 2020, tratta dall'omonimo romanzo di Guido Maria Brera.Mi sta intrigando , mi fa venire in mente le stesse atmosfere e suspence di gomorra . Finalmente una fictions che parla della mafia non in senso classico ma moderna ovvero delle banche e del capitale che affama e distru
gge i popoli . Una serie dove nessuno\a è quel che è . Dove tutti hanno : scheletri nell'armadio , segreti inconfessabili, rimorsi \ sensi di colpa da espiare , fantasmi . Dove tutti sono contro tutti , dove ci sono tradimenti inconfessabili , vendette , lotte intestine , doppi e tripli giochi . credo che la seguirò

La  sua  originalità  sta  nel fatto che    a differenza  degli altri film  americani simili    (   Wall Street 1987,  Wall Street - Il denaro non dorme mai 2010 , 1 km da Wall Street 2000 , La ricerca della felicità (The Pursuit of Happyness) 2006 , The Wolf of Wall Street  2013 , ecc  ) che raccontano  gli anni  fra  '80 \90 periodo   in cui  c'erano i finanzieri senza scrupoli, i Gordon Gekko della New York reaganiana tra grandi bluff, scalate ostili e insider trading , essa  insieme (  per  poi andare a  riprendere  \ continuare   )    film  e documentari   come : Inside Job  del 2010,  La grande scommessa (The Big Short)  2015 , Piigs  2017 , ecc   racconta  la  finanza     successiva  .
 Infatti   qui  su   narra   di come  oggi la frontiera si è spostata, la finanza è diventata uno strumento pervasivo di condizionamento e manipolazione e in gioco ci sono non solo i titoli di Stato e la moneta ma anche gli equilibri geo-politici. Ed è proprio da questa nuova fase, cominciata dal crash economico e finanziario del 2008 e proseguito con la crisi greca del 2011, ed    appunto da  qui  che parte il racconto de I diavoli, il thriller internazionale firmato da Sky Originale e tratto dal best seller di Guido Maria Brera, con Patrick Dempey, Alessandro Borghi e Kasia Smutniak  .
È decisamente complesso raccontare la finanza e portarla sul piccolo schermo ma   , tale  serie  ha  il merito   di far  si che   i termini più tecnici vengono spiegati e non c'è bisogno di masticare numeri e strategie finanziarie per farsi prendere per mano dalla trama de I diavoli, che di fatto è un thriller in dieci puntate che racconta la lotta tra le potenze finanziare europee e fatti reali che ci ha condizionato e  ci condiziona  ancor  oggi  tutti.
L'impressione è che quando pensi di poterti fidare di un personaggio, proprio in quel momento capita un colpo di scena  che ribalta  la  situazione  spiazzandoti  sopratutto   se  non sei  abituato a  film o  fiction  con cui continui  colpi di scena   in cui  un amico  \  alleato  diventa all'improvviso   tuo nemico    e viceversa   .
Di base c'è il racconto delle storie di due uomini, un duello sottile e intrigante, un profondo legame tra i due protagonisti, ognuno dei quali rappresenta qualcosa», spiega Luca Bernabei di LuxVide nella maxi conferenza stampa in streaming organizzata da Sky, un vero e proprio evento con oltre 100 persone collegate. La storia ruota attorno ai due personaggi principali: da un lato c'è l'italiano Massimo Ruggero (Alessandro Borghi), un self-made man che dopo una rapidissima carriera cominciata dal basso diventa lo spregiudicato e geniale Head of Trading di una delle più importanti banche di investimento del mondo.Dall'altro c'è l'americano Dominic Morgan (Patrick Dempsey), fra gli uomini più potenti della finanza mondiale, CEO della banca e mentore di Massimo. A causa dei segreti di quest'ultimo, il sodalizio inizierà a sgretolarsi soprattutto quando Massimo si troverà coinvolto in una guerra intercontinentale, nascosta sullo sfondo di eventi apparentemente slegati come lo scandalo Strauss-Kahn, la guerra in Libia e la crisi europea, narrati anche attraverso l'inserimento di spezzoni di veri telegiornali, per rendere il tutto estremamente realistico. Una guerra silenziosa, combattuta attraverso l'arma più potente di tutte: la finanza. Ma chi sono «i diavoli» della finanza? Guido Maria Brera li definisce dei «monaci guerrieri» e spiega che sono dei devoti del profitto che si muovono non solo per il denaro ma anche per presidiare (lontani dai riflettori) un potere che gli permette di muoversi con molta più rapidità e spregiudicatezza rispetto alla politica. Il libro è uscito nel 2014, edito da Rizzoli, ma la storia è estremamente contemporanea e attuale, ancora di più oggi vista la situazione di grave crisi aggravata   a causa della pandemia del Coronavirus. Quanto alla serie, ciò che rende affascinante i protagonisti è il fascino dell'ambiguità.
In tutti i personaggi  c'è un dualismo estremo, una parte molto cattiva e una molto buona.  Massimo Ruggero, ad esempio  che segue sostanzialmente il suo istinto, non si capisce  fino al'ultimo   se sta dalla parte dei buoni o dei cattivi»,  invece Patrick Dempesy il suo Dominic Morgan? «La scrittura del personaggio era precisa. >>----   dal settimanale    panorama  ----   << Mi sono basato su quella e in più mi sono ispirato a una serie di libri che Guido mi ha fatto leggere», spiega l'attore. Il risultato? «Un personaggio complesso, pieno di sfaccettature e lati oscuri, propri di tutti quelli che devono compiere delle scelte».
 La stessa  Kasia Smutniak che interpreta Nina, l'aristocratica, sofisticata e determinata moglie di Dominic Morgan: a lui è unita da sentimenti, interessi e soprattutto da un dolore che non passa, quella per la morte del figlio John che ha gettato un'ombra buia sul loro matrimonio e l'ha ferita fino a cambiarla per sempre.
 «Questo personaggio >>    sempre  da  panorama  --- mi ha permesso di indagare nel profondo ciò che vuol dire esplorare il dolore. Nina e suo marito Dominic lo affrontano in maniera diversa: questo li unisce e li divide», rivela la Smutniak. «Sono partita dal libro di Guido che ha la capacità di parlare di fatti noiosi come la finanza in una maniera appassionata e romantica. Questa storia mi ha colpito tanto per il linguaggio che usa, per la capacità di catturare l'attenzione, coinvolgerti e regalare emozioni. C'è molto realismo nella serie: si torna indietro di qualche anno riconoscendo momento importanti e dandogli un'altra lettura, magari più consapevole.
Una serie questa   in cui   dentro c'è tutto: la spregiudicatezza, i dilemmi e il lato umano dell'alta finanza, l'estremo realismo, scelta fortemente voluta dal regista Nick Hurran (che ha puntato sull'inserimento di schegge di news per restare ancorati alla realtà ed  all'attualità ), lo stile cinematografico che s'intreccia con un racconto grezzo e concreto. Mi ha colpito il modo speciale in cui erano stati scritti i personaggi, che guardano sempre al futuro. Per loro "oggi è sempre domani" e questa è una delle chiavi di volta della sceneggiatura di talerserie  . L'ambizione  riuscita    della serie ? Raccontare chi sono i diavoli della finanza, mostrare attraverso una storia di finzione l'unico vero potere dell'Occidente, sprofondato nel vuoto della politica. La loro redenzione non è prevista e se c'è, è un dettaglio secondario .Una  serie  in cui  anche i personaggi secondari   come (  vedere  foto a sinistra  ) Teodoro Grimaldi riescono a stare  al passo    degli attori protagonisti  

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