le precedenti puntateI ° gli auguriII° i riti
mi sa che ancora la puntata dedicata ai ragali dovrà aspettare . infatti un discorso sentito per strada mentre tornavo a casa fra una madre ed un bambino che causa nuovo dcpm non potrà stare per natale con i nonni e l'articolo che trovate all'interno mi hanno ispirato questo post .
Scrivo queste righe , emtre il tv si parla dei provvedimenti dell'ultimo dcpm , e e del fatto che siamo di nuovo nella 💩 causa nostra incoscienza e poca fiducia nella scienza . E quindi se ancora non lo abbiam capito a reinventrci come rorganizzare le nostre giornate , le nostre attività ed i nostri rapporti . C'è poco da fare e da lamentarci . Sarò un natale diverso dal solito . più intimo speriamo vista la tendenza ad non rispettare le regole ed non voler accettare i fatto che si finisca per finire : << [...] n tutti colpevoli per non aver capito che i mali grandi e irrimediabili dipendono dall’indulgenza verso i mali ancora piccoli e rimediabili (V. Foa) >>. Un periodo meno festaiolo e meno festoso , ma non per questo meno intenso e sentito da non violare le regole ed i consigli e rincominciasre un altra ondata ( gesto scaramantico 🤘 ) Quest'anno saremo costretti a rallentasre ancora di più ed a vivere le festività con meno lucine , ma con spero con uguale calore e solidarietà
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02 DICEMBRE 2020Il nuovo Dpcm e le limitazioni durante le festeDI MICHELA MARZANONon è tanto o solo una questione di vacanze, divertimento, regali o brindisi. Le feste di Natale sono anche e soprattutto un pezzo della nostra storia e della nostra identità, qualcosa che ci rammenta da dove veniamo e chi siamo. Ci sono ricordi che tutte e tutti ci portiamo dentro sin dall'infanzia: l'albero addobbato o il presepe, le lucine colorate o le coccole dei nonni, la calza della Befana o i fuochi d'artificio; ci sono anni in cui la memoria è appannata dal dolore di una perdita o di un fallimento; ma ce ne sono tanti altri in cui, invece, quelle ore passate ad aspettare la nascita di Gesù bambino o il cenone ci hanno sorpresi pieni di speranze, pronti a correre verso il futuro circondati dall'affetto e dalla presenza delle persone più care.Il Natale è uno di quei momenti in cui ci si ritrova in famiglia, e poco importa il tipo di famiglia, poco importa che si tratti di una di quelle tradizionali o di una famiglia arcobaleno, di una famiglia monoparentale o di una allargata; importa persino poco se i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri figli o noi stessi siamo cattolici oppure atei. Ci si ritrova in famiglia e, anche solo per poche ore, si riescono a mettere tra parentesi fragilità e tristezze, solitudine e routine. Il Natale è uno di quei riti - forse il più importante - che permettono non solo di rafforzare il sentimento di solidarietà tra i componenti di una comunità, ma anche di esprimere e rielaborare emozioni e conflitti non risolti. Come scrisse nel 1951 l'antropologo neozelandese Raymond Firth: "Il rito può essere definito come un tipo di attività strutturata, di natura eminentemente simbolica e con un referente non empirico, come una regola sancita socialmente". Che poi significa - per dirla con parole più semplici - che un rito come quello natalizio consiste a "dire" e "fare" parole e gesti che, riproducendosi anno dopo anno, ci permettono di trovare un'ancora di salvataggio anche quando siamo travolti dall'incertezza. Il Natale è così importante per tante persone proprio perché consolida la nostra identità personale e familiare, sociale e comunitaria, senza che il passare inesorabile del tempo distrugga quel nucleo essenziale attorno al quale ruotano le nostre scelte, modificando costantemente chi siamo e ciò che desideriamo. Ogni essere umano, d'altronde, ha un percorso storico complesso. E quando entriamo in relazione con gli altri, lo facciamo sempre a partire dalla nostra interiorità affettiva. Anche se, come direbbe Hegel, l'astuzia della ragione consiste nel farci credere che sappiamo sempre, dall'inizio alla fine, ciò che vogliamo, esiste infatti un'opacità strutturale del nostro desiderio che talvolta ci impedisce di sapere davvero quello che auspichiamo. Il problema della vita è un problema di orientamento. È per questo che il Natale è molto più che una semplice e banale abitudine.È un rituale che ci aiuta a ritrovarci e senza il quale le nostre fragilità rischiano di esasperarsi. Cosa vera per tutte e tutti, e non solo per le persone anziane. Visto che tutti e tutte sentiamo il bisogno di "dire" e "fare" quelle parole e quei gesti che ci ricordano da dove veniamo e verso dove ci dirigiamo. [....]
"I bambini sono tornati a scuola, si stanno sottoponendo ai tamponi, si sono adeguati alle restrizioni e stanno gestendo al loro meglio gli effetti indesiderati della pandemia che si sono riversati su di loro dopo il lockdown. Per questo si meritano un Natale sereno, il più possibile simile a quello che hanno sempre vissuto" ci ha detto la dottoressa Gratteri. "Per loro il Natale è soprattutto il periodo di attesa che lo precede: Preparare la letterina per Babbo Natale, allestire casa, scandire i giorni con le caselle di un calendario dell'avvento per bambini originale, andare a caccia dell'Elfo di Natale li aiuta ad entrare nell'atmosfera anche se sono piccoli e non percepiscono il trascorrere del tempo. Più diventano grandi, più il Natale viene associato alla rimpatriata tra parenti, i nonni, al rivedere affetti lontani e all'incontro con persone care, oltre che al regalo".In questo periodo di attesa la casa ma anche la scuola diventano un nido accogliente, pieno di luci, colori e decorazioni natalizie. "Il bambino percepisce la festa che sta per arrivare nella sua stessa attesa e per questo il periodo che precede il Natale è importantissimo per lui".Se il bimbo è abituato ad associare al Natale una certa routine, un'abitudine che ricorre sempre o spesso uguale anno dopo anno, allora è importante non edulcorare la pillola, soprattutto con i più grandicelli, se l'emergenza Covid-19 dovesse peggiorare. Anche perché i bambini sono immersi nello stesso contesto sociale degli adulti e dunque sono "preparati", forse più di loro. "I piccoli hanno una capacità adattiva che gli adulti faticano a tirare fuori. I grandi ragionano per schemi, a volte per preconcetti: i bambini invece hanno una mente più flessibile. Sono immersi come noi nella stessa realtà ma si adattano più facilmente" ci ha detto la psicoterapeuta. "Loro sentono i genitori, ascoltano i telegiornali, hanno già il contesto a cui riferirsi per trovare la spinta ad adattarsi. E dunque non bisogna aspettarsi che per loro questo eventuale cambio di routine natalizia possa essere uno shock".Il segreto? Dire sempre la veritàAnche se gli adulti percepiscono nell'aria un'atmosfera che non promette nulla di buono, non si può associare questa capacità anticipatoria- spesso dettata dall'ansia o dalla preoccupazione - anche al bambino. Per cui la psicoterapeuta non consiglia di anticipare la questione del Natale 2020 se questa non viene sollevata direttamente da lui. "Meglio non anticipare nulla. Anche se gli adulti tendono a fare previsioni nessuno può sapere cosa succederà. Se però il piccolo pone una domanda diretta perché magari ha una routine natalizia ben definita e la aspetta con gioia (un viaggio, la visita ai nonni, la settimana bianca) bisogna sempre dire la verità, senza accentuare ansie o dare certezze". In un certo senso molti genitori si sono già allenati durante il lockdown per gestire al meglio il periodo di emergenza con i figli a casa e il periodo che anticipa il Natale non sarà diverso.
La psicoterapeuta consiglia ancora di non trasferire l'ansia sui bambini rispetto alle vacanze natalizie e di mantenere il più possibile le tradizioni di Natale a cui sono abituati
. Così come nel lockdown, il successo di un cambio di routine sta proprio nella capacità dei genitori di trasmettere serenità ai figli nonostante tutto.
No al timore Non esistono solo le paure dei bambini, ma anche quelle degli adulti. E il fatto di non poter ad esempio riabbracciare i nonni o gli amici, di vivere nell'incertezza, non fa che acuirle. L'importante è non trasferirle ai figli se questi sembrano sereni Spazio ai nuovi ricordi Non sapremo ancora se dovremo stare in casa o se le restrizioni ci permetteranno di portare avanti le nostre abitudini festive. Ma in preparazione al secondo caso, meglio puntare tutto sulla creazione di nuovi ricordi, nuove abitudini che il bambino associerà al Natale, anche se un po' diverso dal solito. A tutta fantasia con le decorazioni Decorare casa a novembre? Non lo vieta nessuno. La casa ha acquisito un nuovo valore durante il lockdown anche agli occhi del bambino, che ora lo vive come un rifugio ancora più di prima. Se la si rende più bella in vista del Natale acquisisce punti in più per viverla al massimo, anche se si perde ciò che sta fuori. Qualsiasi cosa succeda, ci saranno sempre mamma e papà Una "lezione" che i genitori hanno imparato in quarantena e che il bimbo ha internalizzato. Senza riunioni di famiglia, senza vacanze e magari senza parenti o amici intorno, i piccoli hanno capito che la costante sono la mamma, il papà e magari i fratelli. Una chiave di lettura importante per capire che il Natale come lo conoscevamo potranno pure togliercelo, ma questa certezza non verrà mai scardinata.
Ma soprattutto fare come suggerito dalla stessa Marzano nell'articolo citato
[...] Sebbene questo Natale sia diverso dagli altri, e far finta di nulla significherebbe ferire tutti coloro che hanno perso un genitore o un amico, e non mostrare alcuna compassione per chi, in queste ore, è tra la vita e la morte in un reparto di terapia intensiva, o per chi, negli ospedali, queste persone le accompagna e le cura ormai da mesi. Accettare le necessarie misure di restrizione, d'altronde, non significhi negare l'importanza fondamentale del corpo-a-corpo affettivo che si vive in famiglia durante il Natale, ma evitare che un'eventuale e disastrosa terza ondata ci privi della possibilità di vivere di nuovo il Natale proprio con le persone a noi più care.
Cercando d'essere i meno ipocriti possibili cioè non dite amo il natale ed la sua atmosfera , ecc per poi vederne i lati negativi
o farvi e far venire a gli altri una crisi di nervi se ve lo tolgono o limitano . Quindi usiamo insieme ai nostri figli\e o nipoti la fantasia ed l'immaginazione proiettandoci in modi immaginari come la canzone sotto una mie ninna nanne di quando ero bamboino ed ancora ricorro nei momenti di sconforto personali o globali
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