Ogni giorno, la cronaca della pandemia snocciola numeri drammatici e immagini cariche di dolore. Eppure, in questi mesi ci sono state persone speciali, generose o fantasiose che si sono rese protagoniste di storie che regalano speranza e persino buon umore. Ne abbiamo scelte dieci.
Un Pc agli studenti in Dad
A Sorrento, una mamma e un tecnico informatico hanno unito le forze per regalare ai ragazzi che fanno lezione a distanza, computer e tablet rigenerati. «Un giorno ho scritto su Facebook che una mamma aveva bisogno di un tablet per la figlia e mi hanno risposto in tanti offrendomi Pc che non usavano più. Da lì, ho deciso di darmi da fare», racconta Eugenia Di Leva, 45, amica di Vittorio Acampora, 50, il tecnico che ridà vita ai computer. «Le aziende ci regalano i loro computer», racconta Vittorio, «io li riparo, li masterizzo e poi li diamo a famiglie bisognose», spiega. L’iniziativa, del tutto gratuita, ha avuto successo: un ente ha donato tablet nuovi. E c’è chi ha pagato le spese dei pezzi di ricambio. A oggi sono stati regalati più di 200 Pc. Per informazioni: consultate la pagina Facebook di Eugenia Di Leva.
Un pasto gratis ai più bisognosi È l’iniziativa lanciata dalla Taverna di Dracula, un ristorante di Tivoli, vicino a Roma, che nel mese di novembre ha messo a disposizione la sua cucina e un menu di ricette italiane e rumene. L’idea è dei due gestori rumeni, marito e moglie, Raisa Hampu e Michele Lina, da 15 anni in Italia. Sulla lavagna esposta fuori dal locale, invitano a entrare dalle 12.30 alle 14.30 tutte le persone in difficoltà che desiderano un pasto caldo: «Ogni giorno abbiamo avuto 20 persone. Se torneremo a incassare abbastanza, abbiamo deciso che ogni lunedì offriremo pasti ai più bisognosi», dice Michele
.
Il dottore che parla ai sordomuti
Marco D’Angelo, al secondo anno di Medicina interna, 28 anni, ha imparato ha imparato in Rete al cellulare la lingua dei segni per poter parlare con una paziente sordomuta di 37 anni ricoverata al Gemelli di Roma per Covid. «La
signora è arrivata nella fase acuta della malattia, era impaurita e agitata. Quando ha visto che comunicavo con segni che le erano familiari, ha subito sorriso», racconta D’Angelo, aquilano, che ha cercato in Rete un tutorial sulla lingua dei segni e in mezzora ha imparato le frasi necessarie: «Ha difficoltà a respirare? Dove ha dolore?». «È bastato poco a far cadere le barriere che ci dividevano e lei si è rassicurata. Anch’io ero contentissimo», dice D’Angelo.
La fatina delle fiabe
A San Giuliano Terme (Pisa), una maestra della scuola primaria ha deciso di trasformarsi in “fatina delle fiabe” e “vaccinare” i bambini con la fantasia. Daniela Bertini, allegra e coloratissima, a bordo della sua Bici delle Storie a domicilio raggiunge i bimbi in quarantena e legge loro delle favole. I piccoli ascoltano dal giardino, dal balcone o dalla finestra e per un po’ dimenticano l’isolamento. Un
progetto gratuito creato da Daniela, lettrice per vocazione, quando un suo alunno è dovuto rimanere a casa 20 giorni. «Sono andata a portargli un libro e l’accoglienza è stata così di festa che ho capito come potevo aiutare i bimbi», racconta. Per prenotare la Bici delle storie: associazione Il Gabbiano: 347.03.41.330
In Sicilia per curare a domicilio
Dalla Lombardia alla Sicilia per curare la madre che nessuno voleva visitare. Riccardo Munda, 39 anni, è un medico di base siciliano che da sette anni vive a Selvino ( Bergamo) e, durante l’epidemia, ha assistito di persona pazienti tra Nembro e la Valseriana, ricevendo chiamate anche da altre province e
regioni. «Mi rintracciano col passaparola e non so dire di no», spiega. «Quando ho saputo che mia madre e mio cognato stavano male ma nessuno li visitava, sono salito sull’aereo». Avevano entrambi la polmonite bilaterale ed erano curati con la Tachipirina. Quando Munda è arrivato a Mazzarino, Caltanissetta, già che c’era, ha curato i compaesani. «Non critico i colleghi, l’età media è
oltre i 60 anni e molti si sono ammalati. Però se sono morte tante persone nella Bergamasca è perché è mancata l’assistenza primaria».
Il cane Rex è tornato a casa
Rex è un cagnolone nero che per cinque anni ha vissuto in una bella casa immersa nel verde in una valle del Trentino.
Il 13 aprile Claudio, il padrone di Rex, muore e la moglie e la figlia, distrutte dal dolore, si rendono conto che non sarebbero riuscite a gestirlo. Per questo, a malincuore, chiedono aiuto a delle associazioni per cercargli un’altra famiglia. Non riescono e così Rex arriva al canile di Trento. Per lui è difficile dimenticare e sembra triste. «Eravamo addolorate per papà ma più il tempo passava, più pesava anche l’assenza di Rex, così siamo andate a fargli visita», racconta, Marcella. Quando lo vedono realizzano quanti ricordi del papà sono legati a lui e lo riportano a casa.
Si innamorano dal balcone
Galeotto fu il balcone nella città dell’amore, Verona. Michele D’Alpaos e Paola Agnelli si sono innamorati guardandosi da casa a casa. Lei avvocato di 39 anni e lui, Michele, bancario di 38, vicini di
casa che non si erano mai incrociati. Lei va sul balcone per sentire la sorella Lisa suonare il violino. Dall’altra parte della strada c’è Michele. Lui, attratto dalla musica si incuriosisce, nota la sua bella vicina, la cerca sui social e la contatta. Il colpo di fulmine scatta da palazzo a palazzo.
Giocano a tennis da tetto a tetto
I balconi come nuovo terreno di gioco Durante la quarantena, Carola 11 anni e Vittoria 13, di Finale Ligure (Savona), hanno deciso di allenarsi a tennis giocando ciascuna dal tetto del proprio palazzo. Cemento come campo da gioco e ringhiera come rete: il video ha fatto il giro del mondo. Al punto che su quel tetto un giorno spunta Roger Federer, il campione svizzero, che gira con le ragazze uno spot della Barilla
Una pioggia i complimenti su Facebook:
da Djokovic, Nadal, Martina Navratilova, Sara Errani e Roberta Vinci. Dall’estero arrivano le tv.
Tutti in aiuto dei ragazzi pizzaioli
La pizzeria Cà Moro dove lavorano 12 ragazzi con sindrome di down rischiava di chiudere, i ragazzi erano già in cassa integrazione, e così l’associazione Il Parco del Mulino, che la gestisce, ha lanciato un appello via social alla sua città, Livorno: «Aiutateci». Commovente la reazione dei cittadini: dopo
qualche ora la pizzeria è stata travolta da centinaia di chiamate e messaggi, un’ondata d’affetto travolgente. Sono state ordinate più di 100 pizze al giorno. Se il servizio d’asporto continuerà a funzionare, i ragazzi della cooperativa potranno continuare a lavorare in attesa che arrivino tempi migliori.
La bocconiana diventa infermiera
Da studentessa bocconiana a infermiera provetta: in ottobre, Sara Paganuzzi, 21 anni, di Milano, era impegnata a preparare gli esami universitari quando sua nonna, Mariapia, 83, si ammala di Covid. La nonna vive da sola e la famiglia realizza che è difficile curarla a distanza, così Sara non ci pensa due volte e si trasferisce da lei con mascherine e tute antivirus. «All’inizio la aiutavo solo con lemedicine e i pasti», racconta Sara. «Poi, però, abbiamo dovuto passare alle iniezioni intramuscolo di antibiotico e alle bombole di ossigeno». Per farcela, Sara studia i video tutorial e si confronta al telefono coi medici. Il suo impegno viene premiato: la nonna guarisce.
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