12-13 giugno le ragioni del SI e quelle del NO


-8 al referendum
Finalmente il 12 e il 13 giugno , salvo che la corte costituzionale non faccia l'azzeccagarbugli \ l'ammazza sentenze e ammazza volontà popolare come hanno tentato di fare bloccando la possibilità d'esprimerci , si vota per i referendum . Ora poiché in Rai , nonostante il richiamo da più parti si continua nel boicottaggio , e nella disinformazione dei referendum nei modi più svariati ad esempio : 1) concentrandosi solo sui primi due ( nucleare e acqua ) e stando zitti salvo pochissime voci , sul 3 quello del legittimo impedimento ., 3) facendo ,almeno all'inizio , le tribune e gli spot ad orari assurdi , ovvero quando la tv la guarda poca gente . 4) dicendo che le schede sono 3 come il numero dei quesiti , quando invece sono 4 ( 2 per l'acqua , 1 per il nucleare , 1 per io legittimo impedimento ) . Per fortuna , che sono uno che crede che le grandi cose sono nascoste \ occultate nelle piccole , che seguo le notizie di televideo e non solo delle prime pagine , ma anche delle sottopagane e delle pagine più interne , evidenziate in giallo alla faccia di chi mi dice che sono un fissato con il televideo e d'esso che ho tratto questa guida quesito per quesito cosa succede se si vota SI e cosa se si vota NO e con le ragioni di entrambi gli schieramenti

Vota SI' chi vuole abrogare determinate norme. Vota NO, invece, chi vuole che le stesse norme rimangano in vigore.

Acqua

Quesito  n 1 Scheda di colore rosso  Modalità di affidamento e gestione dei  servizi pubblici locali di rilevanza   economica. - Abrogazione.            
Il quesito prevede l'abrogazione delle  norme che attualmente consentono di affidare la gestione di servizi pubblici  locali a operatori privati. 
QUESITO N.2     
Scheda di colore giallo
 Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma.  
Il quesito propone l'abrogazione delle  norme che stabiliscono la determinazione della tariffa per l'erogazione dell' acqua, il cui importo prevede attualmente anche la remunerazione per il capitaleinvestito dal gestore.          


SI  

"2 Sì per l'acqua bene comune". E' lo   slogan della campagna referendaria per  il sì ai quesiti relativi all'acqua. 
 Queste le ragioni esposte dal Comitato: "Votando sì al primo quesito si chiede  di cancellare il decreto Ronchi, che  
 stabilisce l'obbligo di affidare il   servizio idrico ai privati. I soggetti  privati tengono solo al profitto, a discapito della qualità dell'acqua e del  benessere dei cittadini. Abrogare que- 
 sta norma significa fermare le privatizzazioni e la definitiva consegna del servizio idrico al mercato. In Italia   tutte le privatizzazioni avvenute hanno comportato l'aumento delle tariffe e il 
crollo degli investimenti".  I sostenitori del sì sottolineano   
 l'obiettivo di "fermare la privatizzazione dell'acqua".       
Votando sì al secondo quesito "si toglie la possibilità di guadagnare denaro sulla gestione delle risorse idriche  Attualmente le aziende che gestiscono   l'acqua ottengono grandi profitti sul- 
 le bollette dei cittadini. Non è giusto  arricchirsi con l'acqua, un bene di  prima necessità essenziale per la vita"  Con il sì al referendum "i privati non  potranno più speculare sulla gestione 
 dell'acqua. Il servizio idrico deve     soddisfare i cittadini e non le leggi  di mercato".                           

 NO     

 "Impedire che i cittadini italiani siano privati di un essenziale processo di riforma e ammodernamento della gestione idrica". E' l'obiettivo del Comitato    per il No ai referendum sui servizi    
 pubblici locali e tariffa dell'acqua.  
 Queste in sintesi le loro ragioni: "L' acqua è un bene pubblico inalienabile   e la sua gestione è tema strategico e  vitale per lo sviluppo del Paese. La    rete nazionale disperde fino al 60%  
 dell'acqua; per ammodernarla occorre    favorire l'ingresso di soggetti privati con adeguate dimensioni finanziarie e   manageriali". Occorrono 65 miliardi di  euro per ammodernare gli impianti: somma che peserebbe sulle fasce più deboli
 Il comitato per il No inoltre osserva:  "Bloccare con il referendum il processo di industrializzazione del sistema idrico nazionale imporrà ai cittadini l' aumento delle tasse". Se vince il sì la gestione sarà affidata nuovamente "nelle mani delle caste della politica municipale". Il nostro è un fronte bipartisan che si oppone alle forze conservatrici del Paese, sostiene la libera 
 concorrenza in un mercato regolato e la nascita tra i cittadini di una seria cultura dell'acqua. Quando l'ente pubblico affida la gestione del servizio   idrico a un soggetto privato non vende 
 l'acqua. La gestione dovrà soddisfare in primis l'interesse dei cittadini.  



 Nucleare Scheda di colore grigio

 Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme. Il quesito propone l'abrogazione della 
 norma che prevede la realizzazione nel  territorio nazionale di impianti di     produzione di energia nucleare.     


 SI 


LE RAGIONI DEL SI     

 L'Italia dei Valori, tra i promotori    del referendum, è contraria al ritorno  del nucleare in Italia.         
Il nucleare è, per l'Italia dei Valori, "una tecnologia obsoleta, costosa, inutile e pericolosa e comunque non adatta all'Italia. Non guarda al futuro, non   tiene conto del passato e non affronta 
 i problemi del presente".             
L'Italia dei Valori vuole quindi evitare che il governo "realizzi questa      maxitruffa ai danni dei cittadini".    
 Il 'Comitato Sì antinucleare' raccoglie   una fetta molto ampia dell'associazionismo e del volontariato italiano: si   va dagli ambientalisti ai sindacati, dalle associazioni di consumatori a    
 quelle di studenti ed anziani, dalle  energie rinnovabili al servizio civile, fino a organizzazioni per il commercio  equo e solidale.                     
 Tra i motivi per dire sì: "Il nucleare  sicuro non esiste; l'energia nucleare è roba vecchia; costa troppo e non abbassa la bolletta; paralizza le rinnovabili; non risolve i problemi energetici;  un deposito di scorie è per sempre".   

 NO     

 Il Ministero per lo Sviluppo economico  ha rivisto l'impostazione sul nucleare  data nel 2009 (decreto legislativo 15  febbraio 2010,n.31) e rinviato la decisione sulle modalità di utilizzo di    
 questa fonte energetica ad un chiarimento complessivo in sede europea.    "Il quadro è infatti cambiato dopo l'   incidente di Fukushima rendendo necessaria una revisione del programma e una
 piena partecipazione italiana alla costruzione di nuovi standard di sicurezza comuni in Europa, dove sono già presenti impianti nucleari vicini ai nostri confini. L'impegno sarà anche ri- 
 volto all'integrazione dell'Italia in   filiere industriali di rilievo".        
 "Il nucleare, in particolare, può consentire di:                  garantire l'indipendenza energetica, mentre l'Italia ora importa l'83% dell' energia consumata, spesso da aree geopolitiche instabili ed esposte a rischi risparmiare sull'energia elettrica,  
 che in Italia costa fino al 30% in più  della media europea e il 50% in più  della Francia, che ricava dal nucleare  il 75% della propria elettricità    * combattere il cambiamento climatico, 
 visto che il nucleare non emette gas  con effetto serra".              
Per votare no al referendum anche di-  
 verse associazioni tra cui Fareambiente
 e Associazione nucleare italiana. 


Legittimo impedimento Scheda di colore verde


 Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n.51, in materia di legittimo impedimento del presidente del     Consiglio dei ministri e dei ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n.23  del 2011 della Corte costituzionale.    Il quesito propone l'abrogazione di     norme in materia di legittimo impedimento del presidente del Consiglio dei 
 ministri e dei ministri a comparire in  udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n.23 del 2011 della Corte costituzionale.            

SI 


 L'IdV ha promosso il referendum per l'  abrograzione del legittimo impedimento.
 Per l'IdV "la legge da subito ha dimostrato di essere incostituzionale perché, sospendendo da subito i processi 
 in cui era imputato Berlusconi, ha sancito la diseguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. In realtà il legittimo impedimento esiste già nell'impianto normativo italiano: un qualsiasi
 cittadino impossibilitato a presentarsi  a processo ne può fare richiesta,ma sarà il giudice a decidere se l'impedi mento sia legittimo o meno. Per Berlusconi e i suoi ministri invece questa  
 decisione verrà presa dal Consiglio dei  ministri, ovvero da loro stessi".      
 "Il 13/01/2011 la Corte costituzionale  ha sancito la parziale incostituzionalità della legge:la competenza nel giudicare il legittimo impedimento ricade  sui giudici".Al tempo stesso però viene  confermata la definizione di legittimo  impedimento per "il concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni   previste da leggi o da regolamenti".   
 "C'è solo la raccomandazione di una     leale collaborazione tra poteri nello   stabilire eventuali altre date", ma in  questa situazione,sottolinea l'IdV,"con una legge palesemente ad personam, non  si può ipotizzare che ci sia una leale  collaborazione con la magistratura. Rimane insomma aperta una scappatoia". 

NO     

 Il capogruppo del PdL in commissione    Giustizia alla Camera e relatore del    testo sul legittimo impedimento Costa   illustra tecnicamente le ragioni del no al referendum.                       
"La legge sul legittimo impedimento a   comparire, approvata dal Parlamento e   sottoposta al vaglio della Corte costituzionale, ha l'obiettivo di evitare    conflitti tra due poteri dello Stato:  
 quello esecutivo, cui appartiene il governo, e quello giudiziario, cui appartiene la magistratura".     
 "Laddove,infatti,un membro del governo  sia imputato in un procedimento penale, questi per potersi difendere ha l'esigenza di partecipare alle udienze del   processo. Ma che accade qualora il giorno fissato per l'udienza il presidente  del Consiglio o il ministro siano chiamati a svolgere attività di governo?". 
 O sacrificano il proprio diritto alla   difesa o rinunciano a svolgere un adempimento del loro mandato.           
 "Si tratterebbe di un conflitto volto a determinare uno squilibrio tra i poteri dello Stato, soprattutto se si consen tisse al giudice di sindacare discrezionalmente la legittimità o meno dell'adempimento".                         
 "La legge è finalizzata a regolare queste situazioni di conflitto ed indica,  con precisione,i casi e le circostanze, con relativi richiami normativi, in cui è possibile addurre un legittimo impe- 
 dimento. Nel lasso di tempo che intercorre tra il rinvio e la nuova udienza  è sospesa la prescrizione, così all'imputato non deriva alcun privilegio".   
 "Non si tratta di un'immunità ma di un  istituto già previsto nel nostro ordinamento processuale, finalizzato a garantire un corretto bilanciamento tra   l'esercizio del mandato di governo,l'esercizio del diritto di difesa da parte dell'imputato e il dovere delloStato   di perseguire i reati".              

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