Carlo Sanna e Nicola Manai, |
Dalle pandette ai carburatori è solo un passo breve per la decrescita felice: la libertà in cambio della carriera. L'alternativa ai falsi miti della professione liberale, cucinati con la salsa amara del praticantato gratuito, della precarietà e della noia, è salire in sella a una Lambretta SX 200 o a una Honda Four 750, perfettamente restaurate.
Carlo Sanna e Nicola Manai, trentenni con laurea, in Giurisprudenza e in Economia e commercio, sono a modo loro due indignados in scooter. Di fronte alle residue opportunità offerte dal mercato, il lavoro hanno preferito inventarselo: duecento metri quadrati in via Ada Negri, per una passione trasformata in mestiere all'Ottonero Garage, premiata officina di recupero e «customizzazione» di motociclette, Vespe e Lambrette. Laboratorio meccanico nato in proprio, senza finanziamenti, dando fondo ai risparmi e saltando a pie' pari le offerte truccate delle politiche giovanili e l'intercessioni dei potenti di turno per un posticino a tempo che "prima o poi si stabilizza".
All'ingresso dell'Ottonero Garage, omaggio alla palla da biliardo portachiavi della prima Honda di Carlo Sanna, si presentano, nell'ordine, una fila di Vespe 50 rimesse a nuovo, un frigo bar Ichnusa con birra autoctona e tedesca, un tavolino con computer e, sopra due ponti, il telaio di una Honda 400 e una Lambretta in fase di restauro. Nel piazzale, appena fuori, una Gilera 124 con il serbatoio bianco e rosso, Lambrette e giapponesi, Suzuky e Yamaha, di trent'anni fa, trasformate in gioiellini custom: via la plastica e i pezzi tamarri per una nuova vita con serbatoi di pregio, forcelle e ammortizzatori ritarati.
Carlo Sanna e Nicola Manai, trentenni con laurea, in Giurisprudenza e in Economia e commercio, sono a modo loro due indignados in scooter. Di fronte alle residue opportunità offerte dal mercato, il lavoro hanno preferito inventarselo: duecento metri quadrati in via Ada Negri, per una passione trasformata in mestiere all'Ottonero Garage, premiata officina di recupero e «customizzazione» di motociclette, Vespe e Lambrette. Laboratorio meccanico nato in proprio, senza finanziamenti, dando fondo ai risparmi e saltando a pie' pari le offerte truccate delle politiche giovanili e l'intercessioni dei potenti di turno per un posticino a tempo che "prima o poi si stabilizza".
All'ingresso dell'Ottonero Garage, omaggio alla palla da biliardo portachiavi della prima Honda di Carlo Sanna, si presentano, nell'ordine, una fila di Vespe 50 rimesse a nuovo, un frigo bar Ichnusa con birra autoctona e tedesca, un tavolino con computer e, sopra due ponti, il telaio di una Honda 400 e una Lambretta in fase di restauro. Nel piazzale, appena fuori, una Gilera 124 con il serbatoio bianco e rosso, Lambrette e giapponesi, Suzuky e Yamaha, di trent'anni fa, trasformate in gioiellini custom: via la plastica e i pezzi tamarri per una nuova vita con serbatoi di pregio, forcelle e ammortizzatori ritarati.
«Dopo la laurea ho fatto pratica in alcuni studi legali - racconta Carlo Sanna, occhiali da avvocato e mani nere da meccanico - senza mai vedere una lira, secondo il principio che "non è la politica degli studi pagare i praticanti". Ho lavorato come interinale all'Inps, poi un periodo a Belfast per uno stage alla "Price water house Coopers", la Mc Donald della revisione contabile nel mondo. In realtà, avrei voluto fare il penalista ma non c'erano grandi prospettive. Ho portato la moto dal meccanico, mi ha chiesto un sacco di soldi e non me l'ha neanche aggiustata, allora ho pensato: "posso farlo da solo" e ho cominciato a trafficare sui motori. Il mio apprendistato - spiega divertito - è stato uno scambio di competenze. Per qualche tempo ho fatto da consulente legale al guru delle Lambrette, Giorgio Bertagnolli, il mago indiscusso delle due ruote a Cagliari, e lui mi ha insegnato qualche segreto per far rinascere una moto o uno scooter d'epoca, soprattutto degli anni '70 e '80. Il resto lo abbiamo appreso con lo studio. Non improvvisiamo nulla, impariamo dai manuali, facciamo ricerche in Internet, ci teniamo informati sulle tecniche e sui modelli che dobbiamo trasformare o recuperare».
Nella realtà, il destino della generazione precaria, è marchiato nel dna di un laureato di trent'anni. Carlo Sanna e Nicola Manai sono, a tutti gli effetti ancora "apprendisti" sotto la direzione di un maestro artigiano: diventeranno meccanici certificati fra tre anni, praticamente una laurea breve in alesaggio, saldatura e lamieristica. La burocrazia ha sempre un prezzo da imporre anche a chi ha talento e titolo di studio.
Nella realtà, il destino della generazione precaria, è marchiato nel dna di un laureato di trent'anni. Carlo Sanna e Nicola Manai sono, a tutti gli effetti ancora "apprendisti" sotto la direzione di un maestro artigiano: diventeranno meccanici certificati fra tre anni, praticamente una laurea breve in alesaggio, saldatura e lamieristica. La burocrazia ha sempre un prezzo da imporre anche a chi ha talento e titolo di studio.
Presidente dello Scooter club Vespagang, area movimento Mods, Nicola Manai segue l'etica cinese del lavoro: otto ore di officina, otto ore dietro il bancone del pub, otto ore di riposo. Abbassata la saracinesca dell'Ottonero, si dirige, in Vespa, al "Vespaio", per vestire gli abiti del barman nel locale che gestisce al quartiere della Marina.
«Ho cominciato nel sommerso, aggiustando gratis lo scooter di qualche amico, poi si sparge la voce, aumentano le richieste e pensi sia venuto il momento di trasformare un hobby in un lavoro. L'incontro tra me e Carlo è stato quello tra un appassionato di Vespe e un'appassionato di moto, siamo complementari. Io, in particolare faccio il verniciatore, il lamierista e il saldatore. Appena finito l'università mi ero iscritto all'albo dei commercialisti per fare pratica. Ho cominciato in uno studio dove mi hanno messo, per nove ore, davanti a un computer a passare fatture. Naturalmente, per imparare non è prevsito compenso. Ho pensato: "Non è la mia vita" e ho deciso di investire nel garage. Abbiamo aperto da poco più di un mese e il lavoro non manca. Compriamo tutti i pezzi su internet, soprattutto da due rivenditori tedeschi, due fratelli di 30 anni, che ci forniscono i materiali originali: in cinque giorni i ricambi arrivano in Sardegna. Per le moto ci riforniamo quasi esclusivamente in Olanda e Gran Bretagna».
I prezzi di una moto o scooter d'annata restaurati, variano su una scala da duemila a settemila euro, fino a «uno sproposito», per i modelli più rari: è il costo di un amore che vive di passione: «Ho sempre amato le moto - confessa Carlo Sanna - e, devo ammetterlo, sono un feticista delle targhe. Per una motocicletta d'epoca targata Cagliari sono disposto a fare follie».