la prima è un dialogo tra un non credente ( Corrado Augias, giornalista e scrittore ) e Vito Mancuso ( teologo ) che discutono su Cosa pensano e sentono a proposito del Natale . Per il "E' un momento per meditare, per creare una pausa nella nostra vita". Per il secondo "E' una celebrazione della vita con qualcosa di caloroso che unisce. Ma per alcuni la famiglia è una prigione. E il Natale può quindi portare con sé angoscia, ansia". Conduce il colloquio Silvia Garroni .
la seconda invece è il fatto una delle " occasioni "della storia . Infatti quest'anno , non succedeva da mezzo millennio il natale mussulmano e quello cristiano avvengono nella stessa notte . Una bella coincidenza di questi tempi
la seconda invece è il fatto una delle " occasioni "della storia . Infatti quest'anno , non succedeva da mezzo millennio il natale mussulmano e quello cristiano avvengono nella stessa notte . Una bella coincidenza di questi tempi
La singolare coincidenza dii calendario tra la festa della
natività di Gesù e la commemorazione del profeta
Muhammad dovrebbe scuoterci dal nostro
analfabetismo nel dialogo islamo-cristiano,
distoglierci dalle polemiche insensate sulla presenza
o meno del presepe nelle scuole e nei luoghi pubblici istituzionali
e spingerci alla pratica di quella “ospitalità culturale” di cui c’è
grande urgenza per una convivenza buona e intelligente.
Conoscere le feste dell’altro, il significato delle celebrazioni, la
reale portata delle tradizioni instauratesi nel corso dei secoli è il
passo più semplice e tra i più fecondi per scoprire l’universo
religioso di chi ci sta accanto e, al contempo, per riscoprire il
fondamento di ciò che noi stessi ricordiamo, sovente offuscato
dall’abitudine.
Dai primi secoli i cristiani fanno memoria della nascita di Gesù
Cristo a Betlemme di Giudea il 25 dicembre: una data scelta
perché in quel giorno il mondo romano celebrava e festeggiava il
“sole invitto”, il sole che in quel giorno terminava il suo
progressivo declinare all’orizzonte e ricominciava a salire in alto
nel cielo, vincitore sulla tenebra che offusca la terra. Essendo
Gesù Cristo vero sole, luce del mondo, era naturale fare memoria
della sua nascita al solstizio d’inverno.
Per i musulmani invece la “commemorazione” (non la “festa”,
perché nel calendario islamico solo due sono le “feste”: Id al-Fitr
alla conclusione del mese di Ramadan, e Id al-Adha, la festa del
Sacrificio) della nascita del Profeta, nel dodicesimo giorno del
mese lunare di Rabi’ I che quest’anno cade appunto il 24
dicembre, risale a non prima del X secolo, con ispirazione alla
festa cristiana, e oggi è particolarmente sentita a livello popolare
e tra i bambini, sebbene sia contestata da alcuni che la giudicano
troppo modellata sul Natale cristiano.
Due feste differenti, dunque, senza possibili sincretismi né
simmetrie perché nella fede non si festeggia nulla insieme: ai
cristiani è chiesto rispetto per la commemorazione dei
musulmani, così come ai musulmani è chiesto rispetto per la
festa cristiana della nascita di colui che per loro è comunque
considerato un profeta, ma non colui che i cristiani confessano
quale loro Signore e loro Dio. Insieme si può solo celebrare la
gioia dell’altro e scambiarsi auguri di pace, e questo non è poco
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