14.12.15

IL CENTRO DELL'ANGOLO di © Daniela Tuscano


Mi piace pensare che arriviamo per ultimi, in questa domenica di freddo implacabilmente arido, fra un sole che stenta a uscire e nubi mute di pioggia. Siamo a Bresso, alla Parrocchia della Misericordia. Un edificio cresciuto con me, frutto dello scompaginamento architettonico del Concilio Vaticano II, tutto travi e acciaio ma pure seggiole settecentesche, quarzi brasiliani e vetrate da musical. Sfioriamo i confini della città, un tempo lande selvatiche e adesso terreni edificati. Intorno, il Parco Nord. Ma restiamo in angolo. Anche la chiesa è angolosa, asimmetrica. Sbilanciata. Proprio come la misericordia, il ricordo dei miseri, che a star rintuzzati hanno fatto l’abitudine. Eppure, spesso, l’angolo consente una visuale privilegiata, la curva nascosta d’un viso, il vertice d’un respiro. Giungiamo tardi, ma non soli, preceduti da nomi non più remoti o esotici: Banguì, Aleppo… e anche Roma, certo, ma ormai il centro si è frantumato. Si è spostato all’angolo.
Dobbiamo ringraziare Francesco per questo. Anche lui è un Papa “angolare”, proveniente da chissà dove. Ma, del resto, nulla di nuovo, se non avessimo fatto l’abitudine ai vuoti trionfalismi. La stessa Betlemme è ficcata in una conca sconosciuta, il più piccolo capoluogo di Giuda, oppressa da un’afa soffocante e appiccicosa. Siamo a Bresso e avremmo potuto esser laggiù, come in Siria, come in Africa. Il mondo ci è sfuggito di mano, tragicamente e sanguinosamente; provvidenzialmente, se tanto dolore servisse a risvegliare la nostra fratellanza e sororità. Ma non è il dolore che serve, è la pietà, la miseri-cordia, il sovvenire della manchevolezza, il bisogno del bisogno, la fine dell’autosufficienza. Siamo a Bresso e il mondo s’è messo al centro dell’angolo, perfino la porta santa era laterale, sobria, anche un po’ triste. Un nitore di lamiera. Ma giubileo significa gioia, anzi jobel, corno di montone. Anche a Bresso è risuonato tre volte, portato qui dalla Palestina, ché laggiù è la radice, e spiritualmente siamo semiti (Pio XI). Ma non esiste gioia se non con-divisa; l'esatto contrario di in-dividuo. Il quale, per ricomporsi, deve percorrere un cammino contrario, e tornare a frazionarsi come pane. Santa Lucia, 13 dicembre. A un mese esatto dalla strage di Parigi, a pochi giorni da stragi altrettanto crudeli e ignorate dalla grande informazione. La luce, da quest’angolo periferico, non può che rifulgere negli occhi capaci di guardare il prossimo. E prossimo ormai sono davvero tutti. Non siamo più “la cristianità”, siamo cristiani; minoritari; in molti casi, e in vari modi, pure perseguitati. Di questo ancora manca la piena consapevolezza. Qui. In altri angoli, è cibo quotidiano. Santa Lucia, 13 dicembre. La grande storia si è fermata in una periferia uniforme e ha creato un coro. Inudibile ai nostri orecchi ancora foderati di vuoto. Ma, se apriamo un angolo silente nel cuore, ne sentiremo il palpito maestoso e discreto. © Daniela Tuscano

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