chi lo dice che con le cose fatte con i piedi sono negative . Il caso di Enrica Scotti, È senza le braccia menomata dalla nascita a causa di un farma e qguida cocon i piedi Ora dopo tre anni arriva l'ok dala motorizzazione per la patente

La storia di oggi riportata dal quotidiano locale del gruppo geolocal  (    gruppo editoriale  la    repubblica  \  espresso  )  http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/ tramite la  pagina facebook   https://www.facebook.com/gelocalcronacaitaliana/

È senza braccia, ma guida. Usando solo i piedi, anche per girare il volante. È fresca di patente Enrica Scotti. Un traguardo raggiunto a Milano, perché dalla motorizzazione di Pavia aveva incassato una bocciatura all’auto utilizzata per la guida. Non sarebbe stata tecnologicamente adeguata, le avevano obiettato. 


Così si è vista costretta  a    rivolgersi  ad un ’altra motorizzazione per ottenere l’agognata patente, coronamento di un sogno per il quale si è battuta per ben tre anni. Un sogno di indipendenza, condizione a cui ha sempre aspirato. Adesso è alla guida della sua Cinquecento rosa pallido, decorata con fiori stilizzati, segno di quella speranza e di quella allegria che non la vogliono abbandonare, nonostante le mille difficoltà di ogni giorno. Il suo corpo mostra infatti evidenti i segni lasciati dalla talidomide, il farmaco assunto a partire dal dopoguerra dalle donne in gravidanza per combattere le nausee. Enrica Scotti ha 53 anni ed è una degli oltre dodicimila bambini, cinquecento in Italia, focomelici. Significa che hanno avuto uno sviluppo degli arti, superiori e inferiori, parziale oppure del tutto incompleto. Lei è nata senza braccia. Una menomazione che Enrica supera quotidianamente con tenacia. Abitava a Milano, ma il padre ha voluto tornare a Genzone, suo paese d’origine, piccolo centro che «ha saputo accoglierla con affetto», sostiene il sindaco Giovanni Arioli. «È stata dura, ma alla fine ci sono riuscita», dice Enrica. Il suo viaggio nella burocrazia inizia nel 2012. «Ricevo un primo «no» dall’Asl di Pavia - racconta -. Ma a Milano mi danno l’ok». Superato il primo scoglio, si prepara per l’orale e inizia ad esercitarsi nella guida. È dura. Ma lei, con estrema abilità, ha imparato ad utilizzare i piedi per lavorare al computer, all’uncinetto, a punto croce. «Sono riuscita a passare lo scritto - precisa la donna -. Ma la motorizzazione mi ha impedito di affrontare l’esame di guida, sostenendo che l’auto non era munita di un joystick collegato elettronicamente al volante». Mezzo idoneo invece per Milano che le rilascia la patente. «Il cambio è automatico, con un piede comando volante, frecce e luci, con l’altro premo freno e acceleratore. Sono felice, ringrazio  le scuole guida di Belgioioso, Villanterio e Locate Triulzi e l’installatore che ha adeguato l’auto». «Il suo è un esempio di grande forza di volontà - aggiunge -. Riesce a condurre una vita quasi normale e il più possibile indipendente, aiutata dalla mamma Franca e dal fratello Luca».

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