1.1.16

avere dei punti di riferimento anche musicali ed artistici ti aiuta a non soffermarsi sulle elucubrazioni più ricorrenti [ perchè festeggiamo il capodanno ]




Meno male che ho certezze ed riesco a allontanare subito , senza adagiarmi a cercare la risposta , le consuete elucubrazioni di fine anno .
Ma andiamo con ordine 
Ogni anno, all'avvicinarsi del 31 dicembre, si accende il dibattito tra chi è propenso a lasciarsi trascinare dall'entusiasmo della massa e decide di trascorrere una notte di follie e chi vuole invece distaccarsi dall'oppressione del "divertimento a tutti i costi" e opta persoluzioni più pacate e intime.Se avete voglia di un'argomentazione un po'più autorevole rispetto ai consueti dibattiti sul veglione, provate a leggere la riflessione  sul Capodanno di Antonio Gramsci, riproposta da   questo articolo  di http://www.curioctopus.it/



L'intellettuale sardo, considerato uno dei più importanti pensatori del XX secolo, considera il Capodanno come l'ennesimo giogo messo al collo della massa, costretta a festeggiare alimentando una macchina consumistica enorme e adagiandosi sulla convinzione che l'anno prossimo sarà diverso.Il suo augurio è invece quello di abbandonare le scadenze, considerando ogni giorno come utile per fare un bilancio dei propri traguardi e porsi nuovi obiettivi.

"Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno.Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date.Dicono che la cronologia è l’ossatura della storia; e si può ammettere. Ma bisogna anche ammettere che ci sono quattro o cinque date fondamentali, che ogni persona per bene conserva conficcate nel cervello, che hanno giocato dei brutti tiri alla storia. Sono anch’essi capodanni. Il capodanno della storia romana, o del Medioevo, o dell’età moderna.
E sono diventati così invadenti e così fossilizzanti che ci sorprendiamo noi stessi a pensare talvolta che la vita in Italia sia incominciata nel 752, e che il 1490 0 il 1492 siano come montagne che l’umanità ha valicato di colpo ritrovandosi in un nuovo mondo, entrando in una nuova vita. Così la data diventa un ingombro, un parapetto che impedisce di vedere che la storia continua a svolgersi con la stessa linea fondamentale immutata, senza bruschi arresti, come quando al cinematografo si strappa il film e si ha un intervallo di luce abbarbagliante.
Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore.
Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della mia vita vorrei fosse nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano. Perché hanno tripudiato i nonni dei nostri nonni ecc., dovremmo anche noi sentire il bisogno del tripudio. Tutto ciò stomaca.
Aspetto il socialismo anche per questa ragione. Perché scaraventerà nell’immondezzaio tutte queste date che ormai non hanno più nessuna risonanza nel nostro spirito e, se ne creerà delle altre, saranno almeno le nostre, e non quelle che dobbiamo accettare senza beneficio d’inventario dai nostri sciocchissimi antenati."



  Infatti ogni anno ,  da un po'  di tempo ,  mi chiedo  con  insistenza  (    sarà l'avvicinarsi della vecchia   visto che    quest'anno  a febbraio compio 40 )  tutti vogliono disperatamente divertirsi, cercando di festeggiare in qualche misera patetica maniera! Festeggiare che cosa?.... Un altro passo verso la tomba? .
Ma  a poi trovo la risposta in : 1) questa strofa  finale    di ..... una  famosa canzone ( non vi dico il titolo perchè ve la propongo ogni anno ma  chi  volesse la trova  qui )

(....) "cosa si deve inventare
per poterci ridere sopra,

per continuare a sperare?

E se quest'anno poi passasse in un istante,
vedi amico mio
come diventa importante
che in questo istante ci sia anch'io.
L'anno che sta arrivando tra un anno passerà
io mi sto preparando..è questa la novità."


ma soprattutto da 2) il monologo Monologo finale di Boris   uno dei  protagonisti   del   film di Woody Allen Basta che funzioni






non so  che altro dire  buon anno  :-)  


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