iflessioni amare

 



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sono concorde con quanto dice  il  nostro  cdv enorbalac





giustizia sbarrataDopo quest'ultimo atto della vicenda De Magistris comincio a pensare che Corrado Alvaro ( San Luca, 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956 ) aveva proprio ragione:“La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile” e riporto qui da  ammazzatecitutti sia il loro appello : << Ci appelliamo nuovamente [ sempre che ne valga la pena e serva  a qualcosa io ho usato  quiesti indirizzi email che trovate qui sotto




intasiamoli di email ]  al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, affinché convochi in seduta straordinaria il Consiglio Superiore della Magistratura per adottare ogni provvedimento giudiziale, politico ed istituzionale in merito alla gravissima crisi dello Stato di diritto nella Procura della Repubblica di Catanzaro e per garantire l'indipendenza costituzionale della Magistratura italiana. >> che per  il 22  ottobre si dichiara pronti a ridiscendere in piazza  . Ma  soprattutto ( lo riporto integralemnte  perchè è veramente bellissima e piena di spernza pur nella sua  tristezza  )  l'intervento \  appello di Salvatore  Borsellino  fratello  del Famoso ( e ricordato ipocritamente  ed  insultato nella memoria ) Paolo.



 



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La notizia dell'avocazione da parte della Procura Generale dell'inchiesta Why Not al Procuratore De Magistris e' di quelle che lascia senza fiato.  

Solo un'altra volta nella mia vita mi ero trovato in questo stato d'animo.  Era il 19 Luglio del 1992 e avevo appena sentito al telegiornale la notizia   dell'attentato il cui scopo non era altri che quello di impedire ad un Giudice che, nelle sue indagini, era arrivato troppo vicino all'origine del cancro che corrode la vita dello Stato Italiano, di procedere sulla sua strrada. 
Morto Paolo Borsellino l'ignobile patto avviato tra lo Stato Italiano e la criminalita' mafiosa aveva potuto seguire il suo corso ed oggi vediamo le conseguenze del degrado morale a cui questo scellerato patto ha portato. 
Ieri era stato necessario uccidere uno dopo l'altro due giudici che, da soli, combattevano una lotta che lo Stato Italiano non solo si e' sempre rifiutato di combattere ma che ha spesso combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la mano. 

Oggi non serve piu' neanche il tritolo, oggi basta, alla luce del sole, avocare un'indagine nella quale uno dei pochi giudici coraggiosi rimasti stava per arrivare al livello degli "intoccabili", perche' tutto continui a procedere come stabilito. 
Perche' questa casta ormai completamente avulsa dal paese reale e dalla gente onesta che ancora esiste, anche se purtroppo colpevole di un silenzio che ormai si confonde con l'indifferenza se non con la connivenza, possa continuare a governare indegnamente il nostro paese e a coltivare i propri esclusivi interessi in uno Stato che considera ormai di propria esclusiva proprieta'

Oggi basta che un ministro indegno come il signor Mastella ricatti un imbelle capo del governo, forse coinvolto negli stessi suoi luridi traffici, minacciando una crisi di governo, perche' tutta una classe politica faccia quadrato intono al suo degno rappresentante e si esercitino in conseguenza chiassa' quale tipo di pressioni sui vertici molli della magistratura per ottenere l'avocazione di un'indagine e quindi l'inoffensivita' di un giudice sensa neanche bisogno del tritolo come era stato necessario per Paolo Borsellino.
Siamo giunti alla fine della Repubblica Italiana e dello Stato di Diritto. In un paese civile il ministro Mastella non avrebbe potuto chiedere il trasferimento del Dr. De Magistris titolare dell'inchiesta in cui e' indagato il suo stesso capo di governoapo di governo e lo stesso ministro.  
Se la decisione del Procuratore Generale non verrà immediatamente annullata dal CSM, saremo di fronte alla fine dell'indipendenza della magistratura e in conseguenza dello stesso Stato di Diritto. 


Il Presidente Giorgio Napolitano, nonostante sia stato più volte sollecitato, continua a tacere su queste nefandezze dimostrando che la retorica dello Stato e della figura istituzionale di garante della Costituzione Repubblicana non sono diventate, in questa disgraziata Italia, altro che vuote parole. 
Quaranta anni fa sono andato via dalla Sicilia perche' ritenevo impossibile di vivere la mia vita in un paese in cui la legalita' era solo una parola del vocabolario, ora non ritengo piu' che sia una vita degna di chiamarsi con questo nome e quindi una vita degna di esserre vissuta quella di vivere in un paese dove l'illegalita' e' diventata la legge dello Stato  


 
Salvatore Borsellino  

 
P.S. Ragazzi, non basta scrivere che bisogna scendere in piazza, bisogna scendere in piazza, davanti alla Procura, e non andar piu' via fini a che non avremo ottenuto Giustizia.  
Lunedi' saro' con voi in piazza per portarvi il mome di Paolo Borsellino che sarebbe stato anche lui insieme a voi cosi' come ebbe paura di gridare davanti a tutti che si stava distruggendo il pool antimafia e per questo dovette andare a difendersi davanti al CSM.  
La storia si ripete!!!.  
Questo goverrno, che non ha avuto il coraggio di vivere, dovrebbe respingere il ricatto di questo indegno ministro ed avere almeno il coraggio di morire in piedi e non in ginocchio. 
Chi non sara' in piazza accanto a noi avra' per sempre sulla coscienza la morte della Giustizia e il triofo dell'illegalita'.

>>


Concludo con uan nes leta in quiestop momento ilche mifa pensare che
il cerchio si chiude, la casta in barba alle divisioni politiche di facciata si congratula con sè stessa. 
ecco una dichiarazione fresca fresca: Da Repubblica.it

Roma, 12:58 
CATANZARO: CICCHITTO, GIUSTIFICATO PROVVEDIMENTO AVOCAZIONE 
 

 
la trasmissione PORTA A PORTA di qualche tempo fà con mastella e cicchitto (c'era anche castelli ma non conta) era un chiaro segnale del fatto che le antiche consorterie provenienti dal pentapartito e dal famoso CAF,sopravvissute a tutte le stagioni, protagoniste di "brillanti stagioni di LOTTA ALL'ANTIMAFIA", di fronte a determinati fatti si ritrovano puntuali.
secondo la migliore tradizione italiana.  il segnale è chiaro: chi tocca i fili muore!






Commenti

falconemaltese ha detto…
Oppure punirne uno per educarne cento, ma la morale è la stessa.

Cerchiamo di sopravvivere, e si spengano le televisioni.

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