Inferno andata e ritorno per molti cuccioli di beagle che, sopravvissuti all’orrore di Green Hill, l’azienda di Montichiari che li allevava a fini di vivisezione, hanno finito per subire ben altri disagi: abbandoni in autostrada, come nella più classica delle casistiche del periodo, o restituzioni improvvise, non sempre dalle motivazioni nobili.
Dopo il successo della campagna Sos Green Hill, secondo quanto riporta "Bresciaoggi", sono molti i padroni di nuovo corso che hanno fatto revisionismo, adducendo giustificazioni poco nobili: “ho impegni e non posso prendermi cura del cane”, ma anche “l’animale è insopportabile, tenetevelo”. I beagle di Green Hill sono un simbolo, al contempo, di lotta e sofferenza ma usciti dalle gabbie sono pur sempre animali: passato l’entusiasmo, molti hanno capito che le responsabilità non erano di poco conto. Quindi il dietrofront, che condanna i cuccioli a un nuovo destino incerto.
Cosa ne pensi dei test sugli animali? Il progetto Agorà mette a confronto due opinioni, una pro e una contro. Per capirne di più leggi i due editoriali a confronto
L’affidamento degli animali, partito a fine luglio, ha alla base un iter in base al quale la Procura della Repubblica di Brescia ha dato alle associazioni denuncianti LAV e Legambiente la custodia giudiziaria dei cani. Il Corpo Forestale dello Stato era stato incaricato della redazione dei verbali di affidamento con i microchip dei singoli animali che sarebbero stati consegnati. Sui siti e nelle sedi nazionali delle Associazioni e dei Comitati che hanno sposato il progetto, da fine luglio, era quindi possibile candidarsi ufficialmente candidarsi.
Inoltre, l’affido è temporaneo fino a disposizioni altre della magistratura. E pensare che la Lav aveva anche chiaramente detto che, da cani nati e vissuti in cattività, era logico aspettarsi potenziali problemi comportamentali o fisici. Il rischio insomma, preventivato, era che ci fossero rientri. L’adozione, o affido che dir si voglia, insomma era “gratuita e responsabile”. Ma a molti piace vincere facile il beagle gratuito, meno prendersi le responsabilità.
Yahoo! Notizie - Video: Betta, uno dei beagle di Green Hill
Dopo il successo della campagna Sos Green Hill, secondo quanto riporta "Bresciaoggi", sono molti i padroni di nuovo corso che hanno fatto revisionismo, adducendo giustificazioni poco nobili: “ho impegni e non posso prendermi cura del cane”, ma anche “l’animale è insopportabile, tenetevelo”. I beagle di Green Hill sono un simbolo, al contempo, di lotta e sofferenza ma usciti dalle gabbie sono pur sempre animali: passato l’entusiasmo, molti hanno capito che le responsabilità non erano di poco conto. Quindi il dietrofront, che condanna i cuccioli a un nuovo destino incerto.
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L’affidamento degli animali, partito a fine luglio, ha alla base un iter in base al quale la Procura della Repubblica di Brescia ha dato alle associazioni denuncianti LAV e Legambiente la custodia giudiziaria dei cani. Il Corpo Forestale dello Stato era stato incaricato della redazione dei verbali di affidamento con i microchip dei singoli animali che sarebbero stati consegnati. Sui siti e nelle sedi nazionali delle Associazioni e dei Comitati che hanno sposato il progetto, da fine luglio, era quindi possibile candidarsi ufficialmente candidarsi.
Inoltre, l’affido è temporaneo fino a disposizioni altre della magistratura. E pensare che la Lav aveva anche chiaramente detto che, da cani nati e vissuti in cattività, era logico aspettarsi potenziali problemi comportamentali o fisici. Il rischio insomma, preventivato, era che ci fossero rientri. L’adozione, o affido che dir si voglia, insomma era “gratuita e responsabile”. Ma a molti piace vincere facile il beagle gratuito, meno prendersi le responsabilità.
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